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Autore: Sognatrice_2000    29/12/2015    4 recensioni
"Non è sbagliato?" Lo sussurrai piano, mille domande arrotolate sulla lingua, mille interrogativi schiacciati sul cuore. E il mio corpo trema, forse per la paura, forse per l'emozione. O forse entrambe.
Due occhi azzurri mi fissano con dolcezza. Il mio angelo, l'altra metà della mia anima.
Un luccichio li fa scintillare nella penombra della stanza.
E con poche, sincere parole, cancella tutti i miei timori e le mie incertezze.
"Perché, esiste un modo sbagliato di amare?"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 2: Mi innamorai dei tuoi occhi Lancio un'occhiata distratta all'orologio, mentre chiudo a chiave il pesante portone in legno della mia agenzia. Accidenti, si è fatto davvero tardi. E' mezzanotte passata, dovevo chiudere più di quattro ore fa, quando è andata via anche la mia segretaria. Invece sono rimasto dietro alla mia scrivania, senza nemmeno cenare, a controllare e ricontrollare alcuni fascicoli di casi che mi avevano assegnato tempo fa. Ero così assorto che non mi sono neanche accorto del tempo che passava. No, è una bugia. La verità è che volevo rimandare il più possibile l'incontro con quel ragazzo, Kaito. E non è solo la paura e l'incertezza a bloccarmi... a dire il vero, mi ha messo in soggezione. Non mi era mai capitato, di sentirmi confuso e intimidito dallo sguardo di un'altra persona, anzi, li ho sempre sostenuti a testa alta, sicuro di me, gli sguardi degli altri. Ma quegli occhi perforanti, lo sguardo che pareva volermi spogliare e mettere a nudo ogni angolo recondito della mia anima... No, basta non devo pensarci. Devo mantenere la calma ed apparire sicuro, non posso certo farmi spaventare da un ragazzino. Apro il biglietto di carta, ormai stropicciato, che mi ha lasciato Kaito questa mattina, quando è venuto in agenzia. Ha scritto sopra un indirizzo, e mi ha detto che dovevo passare di lì se volevo riprendermi ciò che apparteneva. Ma che cosa vuole davvero da me? Man mano che percorro stradine, supero negozi, e la distanza tra me e quel misterioso posto diminuisce, sento la mia sicurezza venire meno e la voglia di scappare farsi sempre più forte. No, no, non sono un vigliacco, non posso scappare di fronte a un moccioso. E poi devo riprendermi quella medaglietta, anche a costo di usare la forza. "Ecco, è questo."Rifletto a voce alta, fermandomi sul marciapiede. Le luci scintillanti, la musica a tutto volume... è un locale notturno, questo? Considerando il quartiere malfamato in cui si trova, direi proprio di sì. E inoltre non è molto lontano da dove ho incontrato Kaito la sera prima, noto. Entro cercando di mostrami sicuro e disinvolto, anche se quasi subito la puzza di fumo e di alcol mi fa salire la nausea, per non parlare della musica, talmente alta che ho paura mi scoppieranno i timpani da un momento all'altro. Mi guardo intorno, leggermente incerto: il locale non è molto grande e neanche molto affollato, ma di Kaito nessuna traccia. Non è possibile, devo trovarlo ad ogni costo. "Ehm, scusate." Mi schiarisco rumorosamente la voce, avvicinandomi ad un gruppetto di ragazzi che chiacchieranno tra loro. "Sapete dirmi dove posso trovare un certo Kaito Kuroba?" Uno di loro, con i capelli fucsia e un orecchino dorato al lorbo, mi rivolge un ghigno strano. "Al piano di sopra, prima porta sulla sinistra. Di solito si trova lì." "Grazie."Mi allontano velocemente, un po' irritato e perplesso. Perchè mi guardava in quel modo, malizioso e divertito? Ma mentre mi incammino verso le scale traballanti, riesco ad afferrare un altro pezzo della conversazione di quel gruppetto. Il ragazzo con cui ho parlato prima ride sguaiatamente, tirando una gomitata ad un amico che gli sta accanto. "Hai visto, quello è il nuovo cliente di Kaito! Lo mangerà vivo, questo è sicuro." Cliente? Strabuzzo gli occhi, incredulo, mentre un'idea orribile si affaccia nella mia mente. Non può essere, questo posto è... Salgo le scale con passo traballante, rifiutandomi di crederci. No, non un'altra volta, non di nuovo... "Ehi, Kaito, mi fai male!" Un urlo proviene da quella porta, proprio quella che mi hanno indicato. Preso da uno strano impulso, colmo di rabbia, la spalanco completamente. E quello che vedo che mi disgusta e mi atterrisce. C'è un ragazzo disteso su un letto dalle lenzuola sgualcite e stropicciate, e a cavalcioni sopra di lui, a petto nudo ma con ancora i pantaloni... c'è Kaito. Sì, non c'è dubbio, è proprio Kaito. Sono talmente sconvolto, che non muovo un muscolo, restando lì, fermo sulla porta. Ma Kaito sembra essersi accorto della mia presenza, e volta parzialmente il viso verso di me. Un ciuffo ribelle gli copre gli occhi, ma riesco lo stesso a vedere un sorriso sensuale stampato sul suo volto. Ma cosa... ma cosa diavolo sto pensando? "Benvenuto."Il tono sfacciato, divertito, incredibilmente basso. "Sei in ritardo, mio caro." Lentamente scende dal letto, infilandosi il maglione, incurante delle proteste dell'altro. Mentre io lo osservo, disustato e arrabbiato, stringendo i pugni, senza riuscire a pronunciare una parola. "E' meglio parlare fuori." Mi dice, afferrandomi per un braccio, e spingendomi oltre la porta. Non oppongo resistenza, voglio andarmene il prima possibile da questo posto. Appena fuori dalla stanza, lui si appoggia contro la parete, le mani nelle tasche della felpa bianca e un po' sformata che aveva raccolto dal pavimento e si era infilato sopra la maglia blu. "Sai , il boss è prudente. Spesso mette persino delle microspie vicino al letto. Qui è più sicuro, non trovi? Dopotutto ci sono discorsi che è meglio che non siano sentiti da orecchie indiscrete..."Non lo lascio proseguire, irritato dal suo tono beffardo e superficiale, e tutta la collera che ho accumulato si riversa contro di lui, che però non sembra scomporsi minimamente. "Che razza di posto è questo?" Urlo quasi, adirato. "E tu vendi il tuo corpo in un bordello del genere?" Mi ero illuso, lui non è diverso. È come gli altri, anzi, è peggio degli altri. Fa parte della categoria di persone che ho ucciso, e che non smetterei mai di uccidere. Il suo atteggiamento calmo mi innervosisce ancora di più: mi guarda e sorride spavaldo come prima, senza minimamente dare peso alle mie parole. Non ha una coscenza, non si sente ferito o mortificato? Ma cosa dico, chi sceglie una vita del genere non può avere sentimenti. "Quanti anni hai?"Domando ancora, cercando di calmarmi, anche se con molta difficoltà. "Diciassette."Risponde soltanto lui, mantenendo quello sguardo di sfida su di me. Inizio a infuriarmi sul serio. "E la scuola? Un ragazzo della tua età non dovrebbe condurre una vita simile!"Mi blocco all'improvviso, sentendo la sua risata divertita. "Capisco, sei un detective dall'animo passionale. Ma non credi di non avere il diritto di farmi la predica? Tu, così irreprensibile di giorno, di notte ti trasformi in un cacciatore assetato di sangue..." "Basta! Smettila!"Mi porto le mani a coprire le orecchie, la fronte corrugata per lo sforzo, in un tentativo disperato di non sentire più quelle parole taglienti, che mi fanno male. Ma ha ragione, sono un assassino. E per adesso, è l'unico a saperlo. "Piuttosto, ridammi la medaglietta."Ritrovo in fretta la mia lucidità, avanzando rapidamente verso di lui e strappandogliela dal collo con fin troppa facilità. Qualcosa non mi quadra. E infatti... "Non è quella vera."Kaito sorride beffardo, il solito ghigno di sfida stampato sul volto. "Cosa?" Perdo la pazienza, e prima ancora accorgermene, lo afferro per il colletto della maglia, sollevandolo quasi da terra. "La medaglietta vera ce l'ha un mio amico. Se mi succedesse qualcosa, la consegnerebbe alla polizia." Abbasso lo sguardo e lentamente lo lascio, iniziando a capire. Sorrido amaramente. "Conosco lo scopo della gentaglia come te. Tieni, ecco tutto quello che ho."Nervosamente, estraggo una manciata di banconote dal portafoglio, gettandogliele contro, ma lui mi sorprende, restando immobile, impassibile, senza tentare nemmeno di afferrarle. Si appoggia alla parete, serio, fissandomi negli occhi. Quegli occhi che tanto mi hanno colpito... "Non hai capito. Io non voglio del denaro." Cosa? No, sta scherzando, non ci credo. "Vuoi..."Deglutisco, agitato. "Vuoi che diventi il tuo schiavo, forse?" Kaito scoppia a ridere. "Anche quello non sarebbe male. Ma in realtà... voglio un favore." "Che genere di favore?"Ci capisco sempre meno. E le sue successive parole fanno fare un'inaspettata capriola al mio cuore. "Salvami da questo posto. Desidero essere libero." Per qualche secondo, temo di non aver capito bene. Allora... allora non mi ero sbagliato, c'è qualcosa di diverso in lui, rispetto ai ragazzi che ho ucciso finora. Lui non vuole vivere una vita del genere. Allora, forse, in fondo, anche lui ha una coscenza. Scuoto la testa con vigore, per liberarmi di questi assurdi pensieri. "Hai detto che vuoi anadartene da qui. Basta che tu scappi, no?"Fingo di essere sicuro, nascondendo il mio turbamento. Kaito mi guarda come se avessi detto un'enorme sciocchezza, e incrocia le braccia al petto guardandomi con disappunto. "Ci ho provato, cosa credi? Ma ogni volta mi hanno riacciuffato e riportato qui. Sono quasi morto per tutte le botte che mi hanno dato. Il capo controlla tutte le persone che si aggirano in questo quartiere, e ovviamente qui non si può nemmeno commerciare droga senza il suo permesso. Dietro c'è un'ampia organizzazione criminale, e questa è solo una delle loro tante basi, dove sfruttano giovani ragazzi senza farsi alcuno scrupolo. Li hai messi in agitazione, sai? Con tutti questi casi di omicidio, la polizia controlla più spesso la zona, e loro rischiano di essere scoperti da un momento all'altro."Kaito ride, come se stesse parlando di una cosa del tutto irrilevante. Lo guardo sbigottito, incredulo. Non avrei mai immaginato una cosa simile. Oppure... oppure è solo un trucchetto per farmi abbassare la guardia? Sì, dev'essere così, non c'è altra spiegazione, dopotutto questo ragazzo così disinibito e sicuro non è certo uno sprovveduto. "Non mi sembri molto convinto. E va bene, se è così..."Lentamente si tira su la manica del maglione, lasciando scoperto il braccio. Sgranò gli occhi, puntandoli poi sul suo viso. "Ma questo è..."Balbetto, e lui annuisce. "Esatto, è il loro simbolo. Come puoi vedere, è un cuore dipinto di nero. Certo non hanno molta fantasia."Osserva ironicamente, rimettendosi a posto la maglia. "Me l'hanno fatto dopo che sono fuggito la prima volta, per farmi vedere che appartenevo alla banda e non potevo andarmene in nessun modo. E' stato piuttosto doloroso, sai? Praticamente come un marchio a fuoco, mi hanno inciso la pelle." Non riesco a capirlo, non riesco a capirlo davvero. Sorride perfettamente tranquillo e disinvolto, mentre mi parla. Quasi mi sento affascinato dalla forza che dimostra... no, no, che mi salta in mente? E' una trappola, è un trucco, è una stupida messinscena. Magari quello è persino un adesivo. No, vuole impietosirmi perchè in fondo, ha paura di me, ha paura che gli faccia del male. Non devo cedere. "Beh, hai detto che non ci sei riuscito, quindi non posso fare niente per te, non sono certamente un mago. E adesso dammi la medaglietta, quella vera però!"Sputo fuori ogni singola parola con rabbia, preparandomi già alla sua sfuriata. Invece, Kaito mi stupisce ancora una volta. Mi fissa serio, in silenzio, e poi annuisce lentamente. "D'accordo... ti dirò dove si trova." Questo ragazzo è una continua sorpresa: pensavo che si sarebbe arrabbiato, o mi avrebbe costretto, o peggio ancora si sarebbe messo a ricattarmi in modo subdolo e maligno, pretendendo che lo aiutassi ad ogni costo. E invece, sembra aver capito. Senza smettere di guardarmi, prende la mia mano tra le sue, e a quel contatto un fremito involontario mi scuote il corpo, senza capirne bene il motivo. Si inginocchia lentamente, tenendomi strette le mani, mentre io lo osservo confuso. Sussulto, appena sento la sua bocca baciarmi e leccarmi lentamente la punta delle dita. La sua lingua calda mi scivola sulla pelle, mentre continua a tenermi strette le mani, provocandomi un brivido decisamente più violento dei precedenti. E continua a fissarmi con quegli blu così profondi, che ancora una volta sembrano saper leggere nel mio cuore... Sfacciato, abile, professionista. Cos'è, sta cercando di abbindolarmi e di sedurmi? Orripilato, quasi impaurito, con uno strattone mi libero dalla sua presa. "Che cosa hai fatto?"Mi passo una mano sulle dita, come a voler cancellare quello è appena successo. "Sei un essere immondo!"Sono le ultime parole che gli grido, rabbioso e disgustato, prima di sbattermi la porta alle spalle e fuggire via. Eppure, mentre corro per strada, impaziente di arrivare a casa, sento il cuore martellarmi furioso nel petto. Ho quasi paura. Questo ragazzo... questo ragazzo è pericoloso. Scappa, scappa, Shinichi! Continua a dire una vocina dentro di me. E io le do ascolto, e corro, corro mentre il vento gelido mi sferza il viso, ma il mio cuore non smette di battere forte. E' la prima volta, che mi succede, che la razionalità non riesce a mettere a tacere i miei sentimenti. Se non scappi... devi fuggire, e in fretta, altrimenti finirai per essere catturato da quegli occhi...
  
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