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Autore: SabrinaSala    03/01/2016    9 recensioni
"...Sdraiato supino sul letto, un braccio dietro la nuca e l’altro appoggiato sul ventre piatto, pantaloni e calzari ancora indosso, Johannes accolse così, sfacciatamente seducente, le prime, impertinenti luci dell’alba. «Proteggere una donna, salvaguardare la sua persona, è il compito più difficile e più importante al quale un uomo possa essere chiamato. Ne sarai all’altezza?»"
***
Sacro Romano Impero Germanico. Città di Rosenburg. Anno Domini 1365
Quando Johannes, altero e affascinante capitano delle guardie cittadine, riceve l’incarico di proteggere Madonna Lena, pupilla del Vescovo di Rosenburg, solo Justus, l’amico di sempre, può trovare le parole per chetare il suo animo inquieto.
Pedine inconsapevoli di un gioco iniziato quando ancora erano in tenera età, Justus, Johannes e Lena si troveranno loro malgrado coinvolti in un ordito di peccati e di colpe… Sarà sufficiente lo stretto legame con il Vescovo-conte, reggente della città, loro padrino e benefattore, a salvare le loro anime?
***
"Miserere mei Deus secundum magnam misericordiam tuam" ("Pietà di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia") – dal Salmo 51
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo, Inquisizione
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Capitolo 16 – Menzogne

 
 
La piccola cappella era satura di incenso, così come di un silenzio imbarazzato e greve.
Gli occhi stanchi di Justus trovarono quelli esasperati di Maddalena Aicardo, inginocchiata compostamente di fronte a lui. Dal suo viso, dalla sua pelle, ogni calore sembrava essere scomparso, come se l’afflusso di sangue si fosse fermato ore prima. Solo il ritmico sollevarsi del seno tradiva la sua profonda agitazione.
«Il vescovo…» mormorò la ragazza a labbra asciutte. 
Lo sguardo adombrato del chierico abbandonò il profilo morbido di quel seno e scivolò giù, sino alle sue mani, strette in grembo e livide. Erano soli. Finalmente.
Come non accadeva da giorni. Dopo che, con una certa riluttanza, Hanna aveva acconsentito ad andarsene.
Dal ritorno al palazzo vescovile di madonna Lena, la presenza di quella giovane donna civettuola era risultata quasi ingombrante. Difficile da eludere. Soffocante come il profumo dolcemente amaro dell’incenso che permeava l’aria della cappella privata del vescovo.
Cogliendo il senso del suo discorso, Justus non ebbe bisogno di ascoltare altro e la precedette, continuando la frase che lei aveva appena accennato.
«E’ evidente che il vescovo ha tradito la fiducia di Johannes» commentò, facendo un cenno perché si alzasse e prendesse posto al  suo fianco.
Lena obbedì, poi sollevò improvvisamente la testa, agganciando nuovamente i suoi occhi.
«Perché illuderlo, allora?»
Ciocche di capelli scuri le danzarono sul seno per qualche istante, evidenziando la vibrazione contrariata della sua voce.
Una fitta dolorosa attraversò la testa del chierico, per scemare rapidamente in un brivido.
Justus si alzò, deciso a mettere tra loro una anche pur minima distanza. Le volse le spalle e, stringendo gli occhi, fissò un punto indistinto sulla pavimentazione consumata.  
«La determinazione di Johannes è pari alla sua lealtà…» rispose. « Konstantin Winkel ne è consapevole», continuò. «Il vostro matrimonio deve essere molto importante per lui» esitò, affrontando il pensiero successivo come avrebbe potuto affrontare una pugnalata alla schiena. «E’ stato più facile blandire e allontanare Johannes che pensare di tenergli testa… », concluse.
Deglutì, ingoiando una boccata nauseante di incenso. Boccone amaro, come la delusione che provava in quel preciso momento.
«Io… » la voce flebile di Maddalena Aicardo gli giunse all’orecchio, debole protesta.
Volgendo il capo, in modo da poterla vedere oltre la propria spalla, Justus si concesse un misero sorriso.
«Non vi illudete… Gli uomini sono corrotti e corruttibili», sostenne. «Tutti» continuò, esitando solo il tempo necessario a incrociare ancora il suo sguardo. «E gli uomini di Chiesa non fanno eccezione».
Inspirò profondamente, volgendosi infine verso di lei che sembrava elaborare le sue parole, trincerata dietro a un pericoloso silenzio.
Justus mosse un passo avanti. Ma si fermò un attimo prima di raggiungerla, godendo del riverbero che la luce delle candele accendeva su quelle labbra scolpite.
Fu Lena ad avanzare. Si portò alla sua altezza e inaspettatamente gli sfiorò il lobo di un orecchio con quelle stesse labbra.
«Me ne andrò! » disse. «Ora. Subito».
Istintivamente la mano di Justus salì a stringerle un braccio.
«Io non ho il potere di…» protestò schermendosi.
«Non vi chiedo di aiutarmi! » sussurrò lei, ancora al suo orecchio. «Solo di non tradirmi… Ma di questo ne sono certa» concluse con un sorriso. Debole e sincero come forte e intrigante risultava la sua determinazione.
Vinto da quel contatto, dalla sua conturbante vicinanza, Justus socchiuse le palpebre. Non gli era mai sembrata tanto simile a Johannes come in quel preciso momento. Audace e testarda!
Si aggrappò a quel pensiero. Intensificò la stretta della mano sul suo braccio e la allontanò da sé.
«Non fate cose di cui potreste pentirvi» suggerì guardandola negli occhi e costringendola a sedersi di nuovo. «Se anche fuggiste, cosa rivolvereste? Avreste tutti gli uomini del vescovo alle calcagna e così quelli del marchese» le ricordò, cercando di indurla alla ragione. Le mani che scivolarono su quelle gelide di lei, avvertendone e condividendone il tremito  «Vi mettereste in pericolo… E mettereste in pericolo anche Johannes».
Lena si adombrò e Justus comprese di aver colto nel segno, disprezzandosi per aver fatto consapevolmente uso del nome dell’amico per fermarla.
La ragazza sembrò irrigidirsi e il chierico non faticò a capire quanto si sentisse in trappola. Sapeva di non avere alcuna voce in capitolo.
Che le sue idee, i suoi desideri, in quanto donna e pupilla di un vescovo, non potevano in alcun modo essere ascoltati e presi in considerazione.
Ma quello che Justus poteva solo intuire era lo strazio di un cuore e di un’anima che gridavano tutta la loro disperazione.
Maddalena Aicardo serrò le labbra, mordendosi poi quello inferiore e ritrovandovi, o illudendosi di ritrovarvi, il sapore di Johannes. Dell’uomo che l’aveva avuta e amata. Che l’aveva fatta sua con un’irruenza e un desiderio che ancora la stordivano.
Poteva dimenticare tutto e asservirsi al destino e agli scopi del vescovo?
Justus osservò quella giovane donna e ne rispettò il fragoroso silenzio.  Poi sollevò il mento, preparandosi a emettere quella che sarebbe risultata come la più terribile delle sentenze.
«Sposatevi», disse.
Lena, che aveva momentaneamente distolto lo sguardo, cercò immediatamente gli occhi del chierico. Vacillò, di fronte alla loro fermezza, e quasi ripugnata si levò in piedi, ritraendosi a ogni contatto.
Justus raccolse le mani in grembo. Ferito da quello sguardo. Trattenendosi dal desiderio di raggiungerla e stringerla forte a sé, in un abbraccio che doveva e voleva essere consolatorio.
«Ho mandato un messaggio a Johannes» rivelò, rimanendo immobile. «Né io né voi abbiamo il potere di fermare il vescovo…» continuò poi, alzandosi a sua volta. «Sposatevi», ripeté guardandola fissamente negli occhi. «Io sarò alle spalle del vescovo. Guardate le mie labbra e ripetete i voti nuziali con me», disse. «In questo modo, pronuncerete le vostre promesse verso l’uomo che amate davvero senza mentire, almeno voi, dinnanzi a Nostro Signore» concluse respirando a fatica tra le spire dolciastre dell’incenso.
Maddalena Aicardo impallidì. Serrò le labbra e inspirò profondamente.
Justus le tese una mano. Ferma come il suo sguardo. E quando Lena l’accettò, titubante e sorpresa, sollevò l’altra e le porse una piccola fiala.
«Non giacete con Edelbert, solo questo…» mormorò dissimulando l’imbarazzo per quell’argomento. «Adducete le motivazioni che preferite e, se serve, aiutatevi con questa», indicò con lo sguardo il liquido trasparente. «Gli darà torpore… Abbastanza per addormentarsi senza infastidirvi troppo. Mescetelo nel vino e attendete che abbia effetto. Non ci vorrà molto», concluse con espressione grave. L’idea di madonna Lena tra le braccia del giovane e imbelle marchese era sgradevole tanto da torcergli le budella.
Maddalena Aicardo afferrò la fiala e la mano che ancora la stringeva, poi incatenò Justus con lo sguardo, ignara di metterlo ancora una volta con le spalle al muro. Di trapassarlo cuore e anima.
«Non so come ringraziarvi… » mormorò con la voce rotta dall’emozione, solleticando il volto pallido del monaco con il proprio respiro.
Justus scosse leggermente la testa.
«Non è me che dovete ringraziare, madonna Lena»  rispose con una nota stridula nella voce. «Ma piuttosto l’amore che nutro per voi… » sostenne infine, con delicata fermezza. «Per voi e per Johannes» aggiunse.
 
***
 
Nella solennità della cattedrale, Maddalena Aicardo percorse la navata. Lentamente. Il volto pallido. Gli occhi arrossati. Il mento sollevato, indice dello sdegno che provava. Aggrappata all’immagine di Justus che emergeva alle spalle del vescovo di Rosenburg…


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IL CONFESSIONALE (ossia, l’angolo dell’autrice):
 
2016! Buon anno e buon SEDICESIMO capitolo! Lo ammetto, è stato un caso, una coincidenza non voluta determinata dal malfunzionamento della mia connessione internet, ehehehe! Ma come "casualità" la trovo carina!
Ancora una volta, a un capitolo “movimentato” ne segue uno più “intimo”, forse…
In ogni caso, siamo all’ennesimo punto di svolta ed ecco che la sorte di madonna Lena “pende” letteralmente dalle labbra del nostro Justus… e dalla sua missiva, ovviamente!
Le vostre congetture, ipotesi, supposizioni stanno per prendere forma. A breve, saprete quali risulteranno le più azzeccate! Per ora, spero che la lettura sia stata gradevole… i prossimi avvenimenti, a Rosenburg, potrebbero non esserlo altrettanto.
Qualche “spoiler”?
Naaaaa… ho detto fin troppo e SAPETE che non amo gli spoiler, ehehehe!
Invece, vi chiedo di darmi una mano! A far cosa? Beh, a scegliere il volto più adatto al BOEMO! Grazie ad alcune di voi,  MISERERE ha un cast molto interessante… A dire il vero, c’è addirittura più di una proposta per personaggio. Quindi, perché fermarci? Continuiamo il nostro gioco! Chi vedreste bene nei panni di Ludwig?
Attendo vostre,
Sabrina 
   
 
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