Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: Elsa Maria    04/01/2016    3 recensioni
Nella città di Tokyo si è diffusa una strana disperazione … Si celano nella folla, cacciano gli umani per cibarsi delle loro carni: gli uomini li chiamano ghoul.
L’intrecciarsi del destino di due esseri di differente razza farà nascere una relazione dalle macabre sfaccettature.
“L'uomo è il mostro più orrido sulla faccia della Terra.”
“Dio non esiste, se esistesse, allora l’omicidio non avrebbe motivo di esserci.”
---
Tokyo Ghoul!AU (non è un crossover, è stata ripresa solo l'ambientazione e non è necessario conoscere la storia originale ai fini della storia)
Coppia principale: MidoTaka
Coppie accennate/relazioni particolari: AkaMidoTaka, AoKuro, KuroMomo, NijiAka, kasaKise, OtsuMiya, MomoRiko
Buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Seijuro Akashi, Shintarou Midorima, Takao Kazunari, Tetsuya Kuroko
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7
Trappola
 
 
Aveva sistemato il divano per ospitare Takao, il suo sesto senso gli diceva che sarebbe tornato da un momento all’altro.
Certo che era proprio assurdo, uscire all'improvviso senza neanche avvisare e per di più dalla finestra: che avesse avvistato qualcosa in particolare? O forse era stato scoperto? Veramente anormale, anzi impossibile, per questo si stava tormentando tanto sul perché (come se non ne avesse già tanti a cui rispondere).
Fino a quando qualcuno suonò il campanello e chi poteva essere se non Takao? 
‪Aprì la porta, dopo aver nuovamente imprecato su chi lo avesse disturbato (non era persona da dare per scontato anche ciò che fosse palese) scoprendo che, sì, era Takao... Ma non solo. 
“Indovina chi è?” Ridacchiò, innocente, come se la cosa che sosteneva non esistesse.
“Takao…”
“Shin-chan, non è che ti avanza un posto in più per la notte?” E sorrideva. ‪Come poteva sorridere con un ferito sulla sua spalla, fingersi allegro quando la situazione sembrava disperata. Quei capelli azzurri, inoltre, non gli erano nuovi. 
‪Digrignò i denti. 
‪“Presto, entra.” Lo incitò andando a prendere in fretta un telo su cui far stendere il corpo.
‪Lo sistemò alle spalle del divano, il punto più largo dove poter visitare un ferito, facendo cenno a Takao, che era rimasto all'ingresso, di portarlo sul tessuto. 
‪Il ghoul non se lo fece ripetere un'altra volta e, con attenzione, lasciò che il corpo si adagiasse a terra. 
‪La prima cosa che Midorima notò fu che la persona era svenuta a causa dell'ingente perdita di sangue, la seconda che aveva una ferita profonda, ma non grave, la terza che lo conosceva. 
‪“Kuroko?” Chiese guardando sconvolto Takao che ancor più di lui rimase sorpreso, non aspettandosi che lo conoscesse. Un sorriso beffardo seguì quegli occhi spalancati. 
‪“Questo potrebbe essere un problema.” Ridacchiò strappando senza troppi problemi la camicia lacerata che indossava il partner di Akashi. 
‪“Allora dottor Midorima, vuole intervenire?” Lo invitò mettendo in bella mostra il taglio e il sangue. Non c'era tempo per rimanere stupiti, di pensare a quanto tutto quello fosse assurdo e che ciò che dava per certo potesse rivelarsi altro; bisognava intervenire. 
‪“Per prima cosa direi di disinfettare la ferita, poi deciderò la maniera più giusta d'agire.” Pronunciò sicuro quelle parole, mentre si avvolgeva le maniche del maglione sulle braccia. 
‪Takao rimase per un attimo ad ammirarlo, e se ne accorse solo quando non ricevette risposta da lui. “Allora?”
‪“Sei fantastico, Shin-chan.” Mormorò alzandosi in piedi. 
‪“È tutto nel mobiletto sotto il lavandino.” Lo informò precedendo una possibile domanda. L'altro scattò. 
‪Midorima passò una mano sulla fronte di Kuroko, osservando la fronte corrucciata. Più che uno svenimento sembrava stesse dormendo, un'azione del corpo d’autodifesa dalla realtà. “Cosa nascondi...” Mormorò controllando se oltre quel taglio non ci fosse altro. Quella serata non voleva smettere di risparmiargli sorprese, era fastidioso. Sfiorò la ferita, notando di che tipo fosse: un'arma affilata, lama liscia... 
‪“Eccomi.” Esordì Takao lasciando il necessario accanto il dottore. 
‪“Kuroko è un ghoul?” Chiese serio. 
‪Esitò a quella domanda, si morse appena il labbro superiore. “Devo saperlo.” Insistette Midorima, guardandolo con il suo sguardo verde, vivo.
‪“Sì!” Rispose al tono alto, preoccupato e autoritario di Midorima, con uno altrettanto alto, ma profondamente pentito. 
‪Tornò a Kuroko con lo sguardo. 
‪“Fidati di me.”
‪Takao alzò la testa. 
‪“Se l'hai portato qui da me vuol dire che ti fidi, per cui non sentirti un traditore e aiutami.” E dicendo quelle parole spontanee procedette con l'operazione. 
‪Fu un momento delicato e Midorima diede fondo a tutte le sue conoscenze in un caso disperato, tentando di conciliare le conoscenze che aveva dei ghoul con quelle che aveva degli umani, cercando una sorta di punto d'incontro così che non sarebbe diventato artefice della morte di Kuroko, anziché salvatore.
‪Non sapeva come sentirsi in una situazione tanto disperata, quale sensazione prevalesse fra le altre, quale lo scaldasse, lo travolgesse e in quel momento lo spingesse a scoprirsi tanto. Stava salvando un ghoul. Non un umano, cosa lo assicurava che Kuroko non si riprendesse da un momento all'altro e si avventasse contro di lui? 
‪Eppure si sentiva euforico, vivo, ritrovando quella soddisfazione che in un certo senso neanche il lavoro gli dava più. 
‪Tra sangue e cuciture caserecce, tanti tamponi e disinfettante, Midorima riuscì a fare qualcosa, qualcosa che Takao definì con "miracoloso" mentre lui stesso l'aveva definito "abbastanza se non poco".
Ora dovevano aspettare.
‪Il ghoul era rimasto accanto Kuroko, il dottore invece si era seduto sul divano, nascosto al primo sguardo del ferito, non volevano spaventarlo e in quel caso era più rassicurante la presenza di Takao che la sua. 
‪Improvvisamente un respiro risucchiato fece sobbalzare Kuroko che iniziò a tossire, riprendendosi bruscamente dal sonno. Si guardò attorno spaventato, fino a che i suoi occhi azzurri, coperti da un velo di terrore, non incontrarono l'azzurro più cupo di Takao. Si fece addosso a lui, aggrappandosi disperatamente alla sua maglietta, tirandola. 
“Aiutala.” Uscì dalle labbra sottili con un sussurro. “Aiuta Momoi.” 
“Momoi?! Ma...”
“Era con me, forse è scappata e si è nascosta... Oppure...” Si morse un labbro, abbassando la testa. 
La mano di Takao si pose sulla spalla dell'altro che tremava, stringendo forte per irrigidirlo, quasi ad infondergli forza.
“Ci penso io, tu vedi di stare tranquillo e non spaventarti... Puoi fidarti di lui.” Fu enigmatico, non soffermandosi più del dovuto sullo sguardo interrogativo dell’amico, che non ebbe neanche la forza di chiedere. 
Midorima, che aveva assistito a tutto, aveva colto l'occhiata di Takao, era un segnale, poteva avvicinarsi. 
“Io vado a cercare Momoi.” Gli sussurrò in un orecchio, prendendo poi la rincorsa e uscire in fretta dalla casa.
Momoi? La ragazza che aveva incontrato quel pomeriggio? 
Ora Kuroko sedeva sul pavimento mentre curioso si controllava la ferita medicatagli... Ma da chi? 
La risposta non tardò a mostrarsi. 
“Midorima-kun?” Mormorò sorpreso e spaventato, rigido, immobile, fermo fra l'attaccare e lo scappare. Il dottore sospirò dopo averlo nuovamente esaminato con freddezza. 
“Già.” Gli andò vicino, chinandosi. “È il meglio che ho potuto fare, ma se fossi in te non continuerei ad agitarmi tanto.” Gli consigliò indicato i punti di fortuna che era riuscito a mettere su.
 “Senti, io...”
“Non lo dirò ad Akashi se è questo che temi, d'altronde sono rimasto coinvolto anch'io.”
Kuroko rimase per un momento in silenzio.
“Io veramente volevo scusarmi con te.” 
Midorima lo guardò sorpreso.
“Non ci siamo mai visti di buon occhio e mi dispiace averti dato questo peso, per cui scusami e ti ringrazio.”
“Non fa nulla.” Borbottò non aspettandosi quelle parole. Per il tipo di persona che era Kuroko non si aspettava il solito discorso, ma neanche quel tipo di scuse. Più entrava nei particolari e meno riusciva a vedere nei ghoul la crudeltà che tanto gli si attribuiva... Era per sopravvivere, no? Una guerra di sopravvivenza. “Piuttosto potrei chiederti di spiegarmi cosa è successo?” 
Kuroko abbassò lo sguardo. “Neanche io lo so precisamente, ma quello che so è che ci hanno teso una trappola.” Guardò il dottore. 
“Raccontami cosa è successo.” 
“D'accordo.” Accettò insicuro. “Ma permettimi di iniziare da prima.”
E Kuroko incominciò a raccontare. 
 
Salutato Akashi e messa in ordine la propria scrivania, Kuroko uscì dall'edificio, finendo ufficialmente la giornata lavorativa. Ad aspettarlo una bellissima ragazza che aveva colto lo sguardo di tutti. 
“Sei in ritardo, Tetsu-kun.” Disse con un tono appena lagnoso spostandosi dietro il ragazzo di cui afferrò le spalle per sorreggersi. Non pochi arrossirono sia per stizza che per imbarazzo nel vedere i grandi seni che si schiacciavano contro la schiena esile dell'ispettore. 
“Scusami Momoi.”
“Mi avevi promesso che saresti uscito presto oggi.” Kuroko sorrise a quella protesta.
“Ma sai com'è fatto Akashi-kun.” 
Ci fu un attimo in cui Momoi si incupì, tornando poi improvvisamente allegra.
“Certo che lo conosco, e molto bene anche.” C'era del malizioso in quelle parole. Afferrò la mano dell'amico e lo trascinò. “Allora andiamo?” 
“Dove?” 
“In giro, no?”
“Quando mi dici così mi preoccupo.” Ammise con una mezza risata, lasciandosi trascinare dall'esuberanza dell'altra. 
 
“Momoi è così.” Disse a Midorima con un sorriso impercettibile. “Seppur si mostra allegra non lo è. Non saprei spiegare in che modo, ma è una di quelle persone che tendono ad esternare falsi sentimenti, e lei si sforza di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, ma c'è un lato di lei che non vuole morire, quel lato represso che è la vera Momoi, il lato triste che cerca la libertà.” Spiegò con difficoltà, gesticolando persino così che potesse darsi un aiuto nell'esprimere quel concetto così complesso, soprattutto per chi non conosceva la ragazza. 
Poi riprese il racconto. 
 
Andavano in giro comportandosi come una normale coppia, quando invece era una bella recita, come anche i loro discorsi...
“Vedi qualcuno di interessante?” 
“Anche questa sera? Lo sai che non sono il tipo.”
Sospirò. “Lo so, e so anche che non metti nulla nello stomaco da quasi tre settimane... Sai che vuol dire?”
“Non attirare più del dovuto ispettori?”
“Che non potrai difenderti.” Prese una maglietta poggiandola contro il petto dell'altro. “Non mi piace.” E la rimise apposto. 
“Difendermi da cosa?” E abbassò la stampella del nuovo capo che gli stava provando. “Dagli ispettori? Dai ghoul?” Lei si fece più malinconica. 
“Non accetto il lavoro che il tuo gruppo ti lascia fare. È rischioso e tu non pensi neanche a te stesso.”
“C'è un perché mi comporto così.”
“E sarebbe?” Evitò la risposta cambiando reparto. “Questo ti starebbe bene.” Disse passandole un vestito. 
“Dici?” Lo prese e si guardò allo specchio. “Me lo provo.” E andò nei camerini. Lui la seguì, aspettando che uscisse in quel vestito leggero e svolazzante. 
“E con Dai-chan come va?” Chiese la ragazza di punto in bianco. 
 
“Aomine Daiki?” Chiese Midorima, sorpreso. Lo conosceva più per sentito dire che per vera conoscenza, Akashi lo ammirava molto per come svolgeva il suo lavoro, criticando però il fatto che il più delle volte fosse o irraggiungibile o svogliato. 
“Siamo amici, ci vediamo di tanto in tanto...” Spiegò vago, non sembrando però intenzionato ad aggiungere altro. 
“Non capisco perché mi stai dando tante informazioni.” 
“Voglio farti capire che non tutti i ghoul sono cattivi... Siamo persone, e come tali non tutte sono buonie, giusto?” Era un discorso mirato non solo al semplice fatto, ma a trasmettere una differente visione. 
“Comunque abbiamo chiacchierato un altro po', ci siamo trattenuti fino a sera tardi, ed è facile immaginare perché.”
 
“Ti porto nella mia zona di caccia così ti nutro un po', come una brava fidanzata.” Scherzava, gli aveva dato persino un colpetto con il gomito sul braccio. Ormai si era arresa da tempo nel provare a corteggiarlo, non erano stati nient'altro che amici. 
“Posso scegliere io la vittima?” Le chiese sapendo di non poterla dissuaderla: Momoi voleva che lui cacciasse per mantenersi in allenamento, non poteva usufruire delle riserve di carne di alcuni bar della circospezione. 
“Non ti fidi del mio gusto?” 
“Be'...” Ridacchiò. 
“Non sarò un asso in cucina, ma ho buon fiuto.” Rispose subito, portandosi l'attimo dopo qualche passo avanti a lui... In allerta. Aveva sentito un'aura nemica, posta in attacco: aveva reso l'atmosfera pesante, malsana. 
“Tetsu-kun che ne dici se ci dividiamo?” Propose. “Ci sentiamo più tardi.”
Kuroko la guardò stranito, lanciando un'occhiata dietro le sue spalle come se gli celasse qualcosa... Quando dall'ombra si mostrò un artiglio rosso, indirizzato contro Momoi. Subito dei tentacoli emersero per proteggerla.
“Penso che ti scorterò per un altro po'.” Le sorrise, mentre lei gli copriva il volto. “La maschera, Kuroko.” Si raccomandò, preparando la propria kagune: due splendide ali viola, fiamme che si innalzavano verso il cielo, sfumando in uno splendido azzurro, più delicate e maestose rispetto quelle di Takao, che celavano un potere ben più forte.  
Momoi si girò, facendo scivolare il piede destro indietro, in un elegante affondo: pronta al combattimento. 
“Ma quale onore uno scontro con Blooming flower, mi sono sempre chiesto se la tua fama fosse meritata o meno... D'altronde sei una donna.” Ridacchiò. Si muoveva senza precisione, era palese che non si rendesse conto di chi stesse sfidando, Kuroko era ormai abituato a quei ghoul sbruffoni. Questo che ora si era fatto contro lei non lo conosceva, né come ghoul, né come ispettore, probabilmente faceva parte di un'altra circospezione... Ma allora cosa lo spingeva tanto lontano? 
“E il tuo amichetto?” Fece per sporgersi, per poterne esaminare il volto, ma Momoi fu più veloce e la sua figura fu l'unica cosa che si ritrovò di fronte: aveva attaccato dall'alto e con un calcio lo scaraventò a terra.
Non distrarti, le donne sono più pericolose di quel che credi.” Ribatté, scattando di nuovo contro di lui. Il ghoul rotolò a terra, evitando il colpo dell'ala mirato a trafiggerlo, usando poi la propria kagune, una spirale intorno al braccio destro di un colore rosso sangue, come scudo e artiglio. Momoi si allontanò, tornando in posizione di difesa.
Kuroko stava assistendo alla scena, un battibecco particolarmente acceso che non sembrava avere una vera motivazione: quel ghoul aveva attaccato per il puro gusto d'attaccare... E proprio un altro ghoul? Folle.
Sempre se non esisteva una seconda motivazione.
Seguì attentamente con lo sguardo, nascosto oltre la maschera, ogni singola azione, comportamento, qualunque cosa potesse risultare sospetta, quando ad un certo punto percepì un'aura particolare, intensa... E si accorse troppo tardi di ciò che avrebbe cambiato lo stato di tranquilla serata.
Il ghoul si tirò improvvisamente indietro, non dando di spalle a lei, ma avvicinandosi a quell'oscurità.
“Ehi, amico, te l'ho trovata come richiest-“
Un tagliente silenzio seguito da un gocciolare continuo.
Sangue.
Entrambi trasalirono alla vista di quella lama che trapassava il corpo del nemico, spaventati da ciò che invece l'ombra celava. La spada scivolò poi, abbandonando all'asfalto il corpo del ghoul. Un ghigno. 
“Scappa!” Esordì Momoi indossando la maschera, facendo da scudo a Kuroko che disorientato decise di eseguire l'ordine.
Poi si fermò.
Una lama strideva contro l’asfalto, un’arma resa pesante dal sangue di cui era intrisa, l'odore era così forte che avrebbe fatto trasalire chiunque. “Voi ghoul siete senza speranze… Ci cascate sempre.” Pronunciò con quel suo ghigno, alzando la katana che venne puntata contro lei. Fortuna che la maschera copriva entrambi i loro volti e la sera li aiutava a nascondersi, poco faceva la luce dei lampioni.
Momoi si spostò lentamente tenendo lo sguardo fisso sulla figura dell’ispettore. A spaventarla non era tanto la spada, della quale percepiva la freddezza contro la propria pelle, ma gli occhi rossi che la stavano squadrando. Sapeva che con lui avrebbe affrontato una sorta di resa dei conti, ma non credeva così presto.
L’ispettore mosse l’arma, con un gesto lento, ipnotico… Poi scomparve. Momoi si immobilizzò tentando di percepirne la presenza.
Poi la spada venne alzata.
Un attimo. Un taglio.
“Ti avevo detto di andartene.” Mormorò lei, stringendo l’amico e sporcandosi le mani. Ancora e ancora sangue.
Con le ali protese quel corpo che stringeva contro il proprio, adagiandolo a terra, mentre l'uomo che li aveva colti di sorpresa puliva la lama, quasi concedendo quella pausa, sicuro comunque della sua vittoria.
“L’avrei parato!” Pronunciò a denti stretti Momoi, accarezzandogli il viso.
“Quell’attacco ti avrebbe uccisa.” Disse Kuroko a fatica, con il fiato corto, stringendo la mano sulla ferita. “Stai attenta, non si scherza con lui... Akashi non perdona nessun ghoul.”
 
Nella stanza era calato il silenzio e ormai Kuroko aveva smesso di raccontare, quasi l’esito fosse ovvio.
“Sono riuscito ad allontanarmi, poi il campo di battaglia si è spostato e io non li ho più seguiti... Sono tornato indietro, trovando Takao e poi finendo qui.” Tacque ancora e Midorima non disse altro.
Era sempre Akashi, alla fine, sempre lui e quella sua sete di vendetta, chissà poi di cosa... Per quanto lo conoscesse non sapeva se fosse più nero il suo passato o la sua anima.
A distrarli fu il bussare alla porta, che tanto avevano sperato di sentire entrambi. Midorima scattò e fermò Kuroko che voleva fare lo stesso, ma purtroppo la ferita non poteva essere ignorata.
Si avvicinò alla porta con un passo veloce. Un passo, un battito. Sempre più assordante. Più veloce.
Aprì velocemente la porta.
Rimase senza fiato, senza parole.
 
Sangue.
E ancora sangue.
 
 



Nota dell’autrice semi scomparsa:
No, non sono morta, ma questo capitolo mi ha reso la vita alquanto difficile, troppo difficile: perché? Non sapevo quanto Kuroko potesse risultare IC. Ho cercato di rendere a meglio la sua personalità in questo preciso contesto e non credo di esserci riuscita al meglio, ma per un giudizio più completo mi affido al vostro che il mio non vale poi molto.
Spenderei una parolina veloce veloce su Momoi: lei è stata impossibile, proprio per il ruolo che ho voluto darle, che ancora non è chiaro (e non preoccupatevi, verrà svelato), ma ha il suo perché e questo si rispecchia, per forza, nel modo in cui si comporta. Per cui non si può, almeno per me, dire se è o non è IC. L’ho scelta come figura forte, anche se per la maggior parte delle volte nell’opera originale non lo mostra, ma è comunque facilmente percepibile (e spero di non essere l’unica a pensarla così)
Ora parliamo di Midorima e Takao… Io spero che si capisca che la Love story è cominciata, o almeno per il caro Takao… Ma bisogna dare tempo al tempo, e non vi preoccupate, ci sarà tanto da fargli fare a questi due, eheh.
A parte ciò… Non ho specificato il nome delle due Kagune: quella del Ghoul X (che non e nessuno, non temete per la sua vita) è una Koukaku, mentre Kuroko ha una Rinkaku (quella di Kaneki) e Momoi la Ukaka, come quella di Takao (e Touka). Come già detto io cerco di dare una spiegazione capibile più che esteticamente bella, così che sia molto più facile da immaginare, ma se siete curiosi: googlate.
Con questo dovei aver detto tutto, qualunque curiosità scrivetemi o lasciate una recensione, io risponderò! Grazie a tutti per la pazienza e il supporto che date a questa fan fiction, che tratto veramente male!

Here we Go! 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Elsa Maria