Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: CerseitheChaos    06/01/2016    2 recensioni
Euridice è la figlia maggiore di Cersei Lannister.
Ha combattuto fianco a fianco dello zio Tyrion durante la Battaglia della Acque Nere, andando contro tutti e tutto, e soprattutto, ottenendo un esito sorprendente.
Approdo del Re sembra essere caduta ai suoi piedi dopo averla guidata, inaspettatamente, alla vittoria.
E si sa, il fiore migliore viene sempre colto per primo.
Soprattutto se, quel fiore, serve ad un giovane Re, pronto a tutto per vendicare la morte del proprio padre e riavere le sorelle.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robb Stark, Sansa Stark, Tyrion Lannister, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Six.


 
-Queste condizioni sono più che generose- Lord Bolton lanciò un' ultima occhiata al foglio impregnato di inchiostro prima di riporgerlo a Robb. 
-Tengono in ostaggio tua sorella da molto tempo, mio Re, e inoltre sembra che la maltrattino- 
Robb sentì dentro di sè montare una rabbia incontenibile. 
Tuttavia fu piuttosto bravo a controllarla, limitandosi solo a fare trapelare qualcosa dal suo sguardo. 
-Euridice viene qui adeguatamente trattata. Un semplice scambio non vi farà guadagnare nulla.- 
-Mi farà riottenere Sansa, e se non erro è ciò che più ci sta a cuore ,attualmente. - rispose Robb piuttosto scocciato. 
Lord Bolton rimase impassibile. 
-Certo-  si avvicinò un poco al Re del Nord -Ma quello che io intendo dire è che non ne trarrete alcun vantaggio, non so se mi spiego. - 
-Temo di no.- 
Lord Bolton prese un enorme respiro. 
-Tywin Lannister tiene molto al nome della sua famiglia, è ciò che per lui conta di più al mondo. Piuttosto che abbandonare un Lannister nelle mani di un' altra casata si taglierebbe un braccio.- 
Robb continuò ad ascoltare, intento a capire dove volesse arrivare Lord Bolton. 
-Euridice Baratheon è ormai un personaggio troppo importante per Approdo del Re. Il popolo la vede come una salvatrice. E inoltre è una Lannister. Tywin pagherebbe qualsiasi prezzo per riaverla indietro.- 
-Quindi che cosa proponi di fare, Lord Bolton?-
Robb non era realmente interessato alla conversazione, ma si sentiva in dovere di rispondere adeguatamente. 
-Chiedere di più. Una resa immediata, la restituzione della spada di tuo padre, l' indipendeza del Nord, di nuovo.-
Fece una breve pausa.
-Con sua nipote di mezzo, sono sicuro la otterrete una volta per tutte.- 
-Dovrò pensarci prima, Lord Bolton- rispose avvicinandosi alla brocca del vino.
-La mia era solo un' idea, Vostra Grazia, ma ricordate, il tempo scorre e la guerra non è finita.- 
-Ne sono consapevole. Ma nulla è semplice..- 
-Certo, mio Re. Ma non fatevi ingannare da chi avete davanti, immagino conosciate le varie storie che circolano su di lei, oltre quelle positive..- 
Robb alzò la testa di scatto, quasi come se si stesse parlando della sua persona. 
-Quali storie?- domandò con un tono più duro della pietra. 
Lord Bolton trattenne a stento un' espressione annoiata. 
-Pare che lei e la Regina Madre nascondano un segreto. Qualcosa che è accaduto molto tempo fa.- 
-Di che si tratta?- 
-Nessuno ne ha idea. Si sa però con certezza che accadde qualcosa durante un compleanno della Principessa, quando ancora era una bambina. Che cosa successe, però, ovviamente, non è dato saperlo.-
Trascorse parecchio tempo prima che Lord Bolton ricominciasse a parlare.
Il Giovane Lupo non seppe che cosa pensare. Sentiva la sua mente vuota, leggera. Il nulla si era impossessato della sua testa. 
-Ovviamente queste sono solo dicerie, Maestà, io non vi farei poi molto affidamento, ma ritenevo giusto voi le sapeste.- 
Robb lo osservò per qualche istante, poi annuì distrattamente. 
Lord Bolton si congedò e il Re del Nord rimase solo con i suoi pensieri. 
Portò il calice alla bocca e fissò l' enorme cartina geografica davanti a lui. 
Ciò che gli era appena stato detto non era nulla di tragico. 
Cersei Lannister e Euridice, madre e figlia, avevano un segreto. 
Che cosa c' era di strano? Tutti avevano segreti con le proprie madri. 
Ciò che era accaduto quel giorno non poteva essere nulla di così sconvolgente, considerando che Euridice era solo una bambina. 
Robb non era scosso da quella notizia, tutt' altro. 
Si sentiva ancora più legato ad Euridice, perchè tutti avevano segreti, era una normale condizione umana, persino lui li aveva. 
E li avrebbe portati tutti nella tomba con sè, dal più importante a quello più banale.

Il cozzare delle spade irradiava tutti gli spazi della sua mente; si era poi diffuso in tutto il corpo fino a fargli vibrare lo sterno. 
Una sensazione così forte lo avrebbe sicuramente scosso, in un' altra occasione. 
Ma non in quel momento. 
Combattere con Jon Snow gli rubava qualsiasi forza, lo trasportava totalmente in un altro mondo. 
Competere era il suo dovere, vincere era la sua speranza. 
Facevano questo sin da quando erano dei bambini, e non avevano mai smesso.
Neanche quel giorno di parecchi anni dopo. 
Robb parò il colpo del fratellastro, che ripartì subito all' attacco. 
Il Giovane Stark lo schivò prontamente e tirò un fendente a Jon. 
Egli fu però abbastanza astuto da abbassarsi e puntare la spada all' altezza della vita di Robb, che si fermò quasi come se fosse un segnale prestabilito.
In effetti, lo era: uccidersi o farsi male non era di certo il loro scopo, di conseguenza, quando uno dei due stava per sferrare il colpo mortale, si fermava  e faceva capire all' altro che il combattimento era finito. 
Robb, ansimante, alzò le mani in segno di resa. 
Jon sorrise e tornò in posizione eretta, ma l' atmosfera di frenesia ed amicizia fu spezzata da un insolito applauso. 
Thèon Greyjoy si fece avanti. 
-Vi ho osservato da lontano, un gran bel combattimento- 
-Potevi unirti a noi, se lo desideravi- rispose Robb intento a sistemare la spada accanto al suo fianco. 
-In realtà ero impegnato a fare altro- si avvicinò a Jon Snow cingedogli le spalle. 
Jon lanciò un' occhiata confusa a Robb, che, consapevole del suo imbarazzo, ridacchiò sotto i baffi. 
-Ho sentito che oggi è il tuo compleanno, non è vero, Jon Snow?- 
-Sì- rispose debolmente. 
Thèon rise e battè la mano sulla sua spalla. 
-Bene, dato che Lady Stark di certo non ti farà una festa, ho pensato io ad organizzartene una, anche se un po' diversa.- 
Diede una leggera spinta a Jon in avanti e poi lo seguì. 
Robb, perso nei suoi pensieri, non si mosse di un millimetro. 
Trovò parecchio strane le attenzioni di Thèon. Quest' ultimo e Jon non andavano particolarmente d' accordo. 
-C'è qualcosa in serbo anche per te, mammoletta- lo richiamò Thèon. 
Robb rise e non appena lo raggiunse gli sferrò uno scappellotto amichevole. 

Thèon spalancò la porta dell' enorme bordello. 
Jon, spaventato, lo seguiva, cercando spesso l' approvazione di Robb. 
Il Giovane Lupo era già entrato qualche volta in quel posto. 
Era l' erede di Grande Inverno, prima o poi avrebbe dovuto succedere a suo padre, e di certo non voleva arrivare al comando ancora 'acerbo'. 
Insomma, Robb Stark era già diventato un 'uomo' sotto quell' aspetto. 
Le voci squillanti e giulive delle ragazze arrivarono alle sue orecchie. 
Thèon sembrava particolarmente a suo agio, palpava ed abbracciava ogni fanciulla che gli si presentava davanti. 
In effetti, tutti erano a conoscenza della passione di Thèon per le donne. 
Passava più tempo lì dentro che ad esercitarsi con Robb e Jon. 
Il Giovane Greyjoy aprì infine la piccola porta dell' ultima stanza infondo al corridoio: suo interno si rivelarono tre ragazze seminude. 
Robb rise, imbarazzato e contento. 
-Siamo arrivati, signore!- Thèon si lanciò in mezzo a due delle ragazze. Poi alzò l' indice e lo puntò verso Jon. 
-Lo vedete questo smilzo con i riccioli neri?- alzò e sollevò il dito più volte. - E' proprio lui il festeggiato!- 
Le fanciulle urlarono precipitandosi addosso a Jon, rosso dall' imbarazzo. 
Robb lo guardò e nuovamente soffocò una risata. 
-Non esagerate, ragazze, vorrei usufruire di una di voi anche io! Ed ovviamente, anche il nostro Erede di Grande Inverno.- 
-Coraggio, Jon, scegline una- lo incoraggiò Thèon. 
Jon cercò subito lo sguardo di Robb, che rimase colpito dal suo profondo imbarazzo. 
Sorrise per cercare di aiutarlo. 
-Avanti, vedrai che sarà divertente!- 
-Sei rimasto puro per troppo tempo, mio dolce Jon Snow, è tempo che anche tu faccia le tue esperienze!- 
Le ragazze continuavano a fare un gran baccano, e proprio tra quel frastuono, Jon riuscì a fare la sua scelta. 
-Quella con i capelli rossi- disse con voce sfilacciata. 
-Cosa?- urlò Thèon con superbia. -Potresti alzare un po' di più la voce? Temo di non aver sentito bene.-
-QUELLA CON I CAPELLI ROSSI!- urlò Jon. 
Per qualche strano motivo, Robb si sentì appagato.
Jon aveva reagito con aggressività nei confronti di Thèon, smettendo per una volta di essere la sua vittima. 
Provò un senso di orgoglio nei confronti del fratellastro. 
-Bene Ross, sembra che abbia scelto te!- 
Ross sorrise e le ragazze ripresero a fare baccano. 
Thèon tirò a sè Ryta, dai capelli biondi, e lanciò in modo decisamente poco aggraziato Polly, che aveva invece i capelli corvini, verso Robb. 
Il Giovane Lupo guardò torvo l' amico, facendogli intendere che quello non era di certo il modo di trattare una donna, sebbene il suo basso lignaggio. 
Polly iniziò a strusciarsi contro Robb, che decisamente non la stava respingendo. 
Egli rise e le posò le mani sui fianchi. 
-Avanti Jon, levale quel vestito!- le urla di Thèon catturarono la sua attenzione. 
Levò le mani dai fianchi di Polly e osservò Jon, che sembrava essere divorato da una crisi di panico. 
Le sue pupille erano dilatate e la sua pelle era bianca come la neve di Grande Inverno. 
Scostò delicatamente Polly e si fece avanti. 
-Thèon io penso che possa bastare- 
-Stai scherzando? Ma se non l' ha nemmeno toccata!- 
-Thèon, ho detto basta!- sbraitò Robb.
-E va bene, ho capito, forse vuoi una stanza privata, lo capisco, coraggio Ryta, andiamo, lasciamolo solo con Ross- 
Ryta ridacchiò, e mentre Thèon si accingeva ad  andarsene Robb lo fulminò con gli occhi. 
Il Giovane Lupo fece un passo, ma con la coda dell' occhio vide il fratellastro immobile, come se non si fosse mai mosso prima di allora. 
-Jon, va tutto bene?- 
Egli alzò il volto, spaventato. 
-I-io non posso farlo.. mi dispiace..- pronunciate queste parole Jon sgusciò fuori dalla stanza. 
Robb, colpito, si prese la libertà di attendere un paio di secondi prima di seguirlo. 


Jon era seduto sugli scalini che fiancheggiavano l' entrata posteriore dell' armeria. 
Teneva la testa tra le mani e guardava fisso il terreno davanti a lui. 
Robb pensò che i suoi riccioli neri creavano un curioso contrasto con la pelle diafana. 
-Jon- disse -Che cosa c'è che non va?- 
Il ragazzo alzò la testa, e i suoi occhi si rivelarono pieni di lacrime. 
-Io non posso farlo, mi dispiace- 
Trattenne il pianto e portò la testa nuovamente giù, forse per trattenere le lacrime uscenti, forse per abitudine. 
Robb si sedette accanto a lui, attendendo che il fratellastro si spiegasse meglio. 
-Io stavo per farlo, lo giuro, lo avrei anche fatto, Robb, ero sul punto di riuscirci...- 
Attese qualche istante, sollevando leggermente il capo. 
-Ma poi ho pensato a me stesso, alla mia storia. Probabilmente è così che sono nato anche io. E se avessi messo incinta Ross? Sarebbe nato un altro bastardo come me, un altro Snow. Solo gli Dei sanno quello che ogni singolo giorno passo per il fatale errore che nostro padre ha commesso.- 
Il cuore di Robb accelerò. Era in pena per Jon, provava ad immaginare come si stesse sentendo. 
-Non potevo rischiare, Robb. Non è semplice essere un bastardo. E non è semplice vivere senza un genitore. Io non voglio che nessuno passi quello che ho passato io.- 
Tirò su con il naso e ricacciò le lacrime indietro. 
-Va bene, Jon, non importa. Io ti capisco.- 
-Davvero?- domandò Jon con l' innocenza del bambino che ormai non era più da tempo. 
Robb annuì accennando un sorriso. 
-Non sei costretto a farlo. E lascia perdere ciò che ti dirà Thèon in futuro- 
-Robb- lo chiamò Jon. 
-Voglio che tu mi prometta una cosa- 
Il Giovane Lupo attese in trepidazione le parole del fratellastro. 
-Non dire a nessuno di quello che è accaduto oggi. Neanche a Thèon. - 
Robb si avvicinò a Jon e gli posò una mano sulla spalla. 
-Il tuo segreto è al sicuro con me. Verrà nella tomba con me, lo giuro su tutto quello che ho di più caro.- 




Trangugiò tutto il vino nel calice e poi lo riempì nuovamente. 
Il suo animo era sì turbato, ma per diversi motivi. 
Avrebbe dovuto prima decidere se inserire ciò che Lord Bolton gli aveva detto, e poi inviare le condizioni. 
Lanciò nuovamente uno sguardo alla cartina. 
Grande Inverno era assediata da pedine che non erano le sue, non erano metalupi. 
Non erano Stark. 
In quell' esatto momento Robb capì che la sua famiglia doveva essere la priorità assoluta. 
Prima ancora di Euridice. Prima ancora della sua stessa felicità. 
Aveva una giornata intera per pensare e riflettere ancora. 
Avrebbe rivisto Euridice solo la sera dopo, considerando che in quel momento, al suo rientro in tenda, la ragazza probabilmente si era addormentata già da ore.
Ma il dovere può davvero sovrastare i sentimenti di un giovane re segretamente innamorato?


 

 
Euridice sapeva alla perfezione che suo Nonno sarebbe tornata a riprenderla.
Si trovava lì per uno scopo più che preciso. Serviva a Robb solo per riavere indietro Sansa.
Era questione di settimane, e poi non lo avrebbe mai più rivisto.
Gli Stark e i Lannister erano in guerra. Di conseguenza avrebbero dovuto esserlo anche loro due.
Ma, la loro, era un' altra storia.
Almeno agli occhi di Euridice.
-Povera stupida- disse a se stessa, mentre si coricava sul materasso.
-Sei solo un ostaggio. Un' insignificante giocattolo che verrà buttato via non appena Robb riavrà ciò che voleva.-
Euridice si meravigliò di se stessa. 
Per una vita intera non aveva mai provato simpatia nei confronti di nessun ragazzo.
Forse attrazione, ma mai si erano messi di mezzo dei sentimenti.
E provarla per Robb Stark, la persona che voleva ridurre il polvere la sua famiglia, le sembrava assurdo.
Nonostante lo continuasse a negare e non lo dicesse ad alta voce, sapeva benissimo che era così.
Più volte si era sorpresa a pensare quanto Robb fosse attraente o interessante.
E, nei più dei casi, aveva immaginato che lui pensasse lo stesso, almeno sotto l' aspetto dell' "intrigante".
Robb era un Uomo del Nord, dal cuore di ghiaccio, e si stava sciogliendo, con lei. 
Era evidente che qualcosa stesse succedendo tra i due. 
Solo, non era chiaro cosa.
Un gesto fulmineo scostò i lembi della tenda. 
Euridice sobbalzò, ma quando si accorse che si trattava di Robb si tranquillizzò in un istante. 
-Oh bene, Lupacchiotto, vedo che finalmente ti degni di tornare qui.- 
Robb non rispose. 
-E' notte fonda, lo sai questo?- Euridice fissò il ragazzo in attesa di una risposta. 
Non le sembrava una domanda poi tanto difficile, ma a quanto pareva aveva mandato Robb in confusione. 
-Robb, mi rendo conto di averti posto un quesito particolarmente ostico- disse ironicamente. -Ma sarebbe gradito se ora tu dicessi qualcosa, parlassi, che ne so, dessi qualche segno di vita, ecco- 
-Siediti, Euridice- 
La ragazza lo osservò sorpresa per una manciata di istanti. 
-Cos...- 
-Devo dirti una cosa importante. Siediti.- 
Euridice obbedì e Robb la imitò. 
Entrambi si posizionarono a capotavola. 
-Ora spero non ti incanterai con quell' espressione da ebete di poco fa e andrai subito al punto-  per un secondo si compiacque della propria ironia, poi però notò l' espressione cupa sul volto di Robb. 
-Ho mandato le condizioni a tuo nonno. Ho inviato il messaggero poco fa.- 
Per un attimo Euridice non seppe che cosa pensare.
Infondo, lei era lì per quello: lo scopo iniziale era usarla come merce di scambio, restituirla a suo nonno per riavere Sansa.
Semplice. 
Avrebbe dovuto mandarle già un milione di anni prima. Ma a quanto pare qualcosa gli aveva impedito di farlo. 
Che cosa avrebbe dovuto esserci di così tanto sconvolgente in quella frase?  Robb gliel' aveva annunciata come se si stesse liberando di un enorme peso. 
Un minuscolo lume si accese nei più profondi cunicoli della sua mente: forse perchè sapeva che gli sarebbe rimasto pochissimo tempo da passare ancora insieme. 
Il cuore inizio a batterle più velocemente del solito, tuttavia tenne a bada le emozioni. 
-Perchè non lo hai fatto prima?-
Robb la osservò rapidamente, poi si morse un labbro ed abbassò la testa, come se stesse implorando chissà quale perdono. 
Poco dopo la risollevò e fissò Euridice dritta negli occhi. 
-Perchè non riuscivo a farlo.- 
Non c' era bisogno di aggiungere altro.
Quella frase poteva avere tantissimi significati, ma lui ne intendeva uno, solo uno, proprio quello. 
Euridice lo capì all' istante, perchè era la stessa cosa che anche lei avrebbe fatto al posto suo: titubare. 
Era ufficiale, allora: tra i due c' era qualcosa.
Ma era così sbagliato, così proibito, così assurdo, che Euridice non riuscì a dire nulla. 
Assolutamente niente. 
Imbarazzata si guardò intorno. 
Un piccolo libricino rilegato in pelle marrone era adagiato sulla superifice legnosa.
Euridice lo osservò malinconicamente mentre lo rigirava tra le mani. 
-Questo me lo ha regalato mio zio Tyrion.- 
Robb non rispose ed abbassò lo sguardo, ed Euridice capì che forse era l' argomento sbagliato per sviare da quella inconveniente conversazione.
Ma andava affrontato.
-So che non ami affatto sentir parlare della mia famiglia, ma non siamo tutti come pensate voi, Robb.- 
- E' difficile crederlo.- 
Euridice rimase spiazzata.
-Solo perchè da sempre è stato insegnato che i Lannister sono i cattivi.-
-Non è stato insegnato, è un dato di fatto.- 
-Io sono cattiva?- 
-Forse- Euridice sorrise, e Robb lo fece di rimando. 
- A volte vorrei esserlo- rispose, quasi come se, distrattamente le parole le fossero scivolate fuori dalle labbra.
 -Ma vedi, è stata fatta di tutta l' erba un fascio. Solo perchè alcuni Lannister si sono rivelati crudeli allora tutta la stirpe è stata denominata come 'grama'. Non è così. Non è vero.-  abbassò il suo tono nel pronunciare l' ultima frase. 
-La tua famiglia ha ucciso mio padre. Come puoi chiedermi di pensare qualcosa di diverso?- Robb sembrò scaldarsi.
-Non la mia famiglia, Joffrey e basta. Nessuno di noi avrebbe voluto tuo padre morto.- 
-E  Joffrey non è forse un tuo famigliare?-
-Solo biologicamente. Io e lui non abbiamo niente a che spartire, se non l' odio che proviamo reciprocamente.- 
Una densa nube di silenzio li avvolse. 
- Io vi ho invidiato molto- 
Robb alzò la testa, mostrando nuovamente interesse.
-Ricordo che durante il banchetto a Grande Inverno non ho fatto altro che pensare a quanto fosse bella la vostra famiglia. Beh, diciamo che è stato il mio terzo pensiero ,dopo 'Quanto odio questo posto' , 'Per tutti gli Dei quando posso andarmene'.- 
Sorrise tra sè e sè, poi riprese il discorso. 
- Eravate così uniti, così veri.. non c' era niente di falso o costruito. Una volta anche noi eravamo così.
Mio padre, il mio presunto padre, e mia madre non si sono mai amati. Ma c'è stato un tempo in cui per amor nostro fingevano di farlo. Robert trovava qualche momento per noi, quando non era troppo impegnato a cacciare cinghiali e ad andare con..donne di basso lignaggio.-
Euridice emise un grottesco risolino.
- Noi ci nascondevamo all' interno della Fortezza Rossa mentre lui, con la testa rivolta verso il muro, contava fino a venti. Quando lo facevamo, Joffrey non era ancora un pazzo irrefrenabile. Certo era già piuttosto violento, ma.. non nel  modo in cui tutti ora lo conosciamo. Spesso arrivava la mamma durante il gioco, e papà la constringeva-
Euridice cambiò tono facendo intendere che costringere non era proprio il verbo esatto ma rendeva l' idea
-A giocare con noi. Subito lei era riluttante, ma io e Joffrey le tiravamo così tanto il vestito da convincerla a partecipare. E lei rideva, rideva a crepapelle. 
Il Regno intero avrebbe dovuto ascoltare quella risata. Potrebbe fare miracoli nelle opinioni altrui. Così limpida, così autentica. Rara e di un valore inestimabile.
In quei momenti noi eravamo una famiglia. Una vera famiglia, intendo. Poi è cambiato tutto.  Joffrey ha iniziato a diventare quello che è, mio padre ha continuato
a bere in maniera sempre più consistente e la mamma ha seguito la sua strada. Fu in quel momento che conobbi la lettura e mi avvicinai a mio zio Tyrion.
Lui non è poi così diverso da me. Ci capiamo. Per una vita intera ha ascoltato insulti e subito angherie. Un po' per la sua lingua tagliente, caratteristica che ho
ereditato anche da lui-
Euridice ridacchiò. Robb la ascoltava completamente rapito. Era come se le sue parole lo stessero trasportando in un altro mondo, un mondo senza tempo nè epoche, dove nessuno invecchiava e tutto rimaneva così come veniva raccontato, per sempre.
Sulle sue labbra si era dipinto un sorriso involontario. Gli occhi erano leggermente umidi, per quanto stesse lottando per ricacciare indietro quell' inaspettata commozione.
- Ed un po', anzi, soprattutto, perchè è un Nano. Tutto ciò che aveva dalla sua parte eravamo io, Jaime, i libri e il suo cervello. Lui mi ha insegnato ad usarlo.
Mi ha dato tutto l' amore che mio padre non è riuscito a darmi. E' stato, e lo è ancora, ciò che più si è avvicinato ad una figura paterna. Per quanto strana ed 
ambigua potesse essere. Il tempo è passato, io sono cresciuta, ribelle, testarda, indipendente.-
Euridice rivolse i palmi verso l' alto e scrollò le spalle. 
-Insomma, così come sono ora. Erano più le volte in cui scappavo dalla Fortezza perchè mio padre dava ordini che io non volevo eseguire che quelle in cui mi comportavo bene. Per anni ho cercato di non sentirmi sola, ma non ci sono mai riuscita.
Terribilmente sola. 
Nonostante l' amore di mia madre, mio zio Tyrion l' ammirazione da parte di molti.
E' importante, ma a volte non basta.
Serve altro. 
Poi ho avuto la fortuna di incontrare tua sorella.
Subito non mi piaceva affatto. Era una debole, non c' era verso di farla ragionare. 
Poi mi sono ritrovata a salvarla da Joffrey parecchie volte.
Non avrei mai pensato fosse diversa.
Nonostante tutto quello che ha dovuto subire non è crollata.
Ed è stato allora che ho capito che era più forte di quanto sembrasse.
Io non so quasi niente di te, ma ho l' impressione che da questo lato vi assomigliate tanto.
Ma non era questo ciò che stavamo dicendo, scusami.-
Euridice fece un cenno con la mano e abbassò la testa per cercare di non far scendere alcuna lacrima.
-Non ti parlerò neanche di mio Nonno, so che lo detesti e hai tutte le ragioni del mondo per farlo. Io non ti biasimo, Robb. Non l' ho mai fatto, nemmeno per un secondo. Certo, a volte i tuoi metodi sono un po' discutibili, per esempio rapire me-
Robb sorrise lievemente, sempre con la sensazione di avere gli occhi umidi. 
-Ma io ti capisco. Anche io odierei i Lannister, se fossi al tuo posto. Ma quello che volevo che tu sapessi, è che io non sono un mostro come tanti credono io sia.
Nessuno di noi lo è, eccetto Joffrey. Ma non mi aspetto che tu mi creda. Mi trovo bene con te.. è una sensazione così strana. Un leone che passa volentieri
del tempo con un lupo.
Non lo avrei mai detto. Ciò che mi interessa, è quello che tu pensi di me. Che cosa pensi, di, me Robb?- domandò, con una voce sfilacciata e traballante. Aveva ricacciato indietro le lacrime diverse volte durante il suo incredibile discorso.
Robb rimase in silenzio per qualche istante. 
Puntò lo sguardo, ora asciutto e stabile, su Euridice.
-Penso che non voglio sposare la ragazza Frey.- 
Una manciata di brividi le percorse la schiena. 
Le sue gote si dipinsero di rosso.
Questa non era la risposta che si aspettava. 
-Cosa?- domandò Euridice un con filo di voce. 
-Non voglio sposarla- disse Robb alzandosi dalla sedia e avvicinandosi ad Euridice, sempre mantenendo lo sguardo fisso su di lei. 
-Non è lei che voglio- Euridice si alzò e lo imitò. 
Si trovavano finalmente faccia a faccia. 
I due osservarono i loro volti. 
Osservavano, ma non vedevano.
Le loro menti erano già occupate da un pensiero che premeva da giorni e giorni. 
-Farai, anzi, faremo,  scoppiare un bel casino, Lupacchiotto- poi iniziò una risata che non riuscì mai a terminare poichè Robb la baciò. 
Le afferrò il viso e la baciò con la foga di chi attendeva quel momento da ormai troppo tempo, con la passione di chi sa che quello che sta facendo è sbagliato, 
un errore colossale, ma lo fa lo stesso.
Euridice pensò che le sue labbra avessero un chè di selvaggio. 
Si baciarono e si toccarono, sino a quando Robb le sfilò il vestito ed Euridice gli tolse la tunica ed il mantello.
A quel punto furono nudi l' uno davanti all' altro, ma il desiderio era troppo forte in entrambi, perchè se ne rendessero realmente conto.
Robb la sollevò da terra non staccando le labbra da lei e dal suo collo per un solo istante.
E poi fecero quello che da giorni, segretamente, sognavano di fare.





Angolo Autrice. 
Salve! Come sempre vi faccio attendere tanto tempo, ma è incredibile, tra una cosa e l' altra non sono riuscita ad aggiornare prima!
Ad ogni modo, eccoci qui ad un momento che aspettavamo forse sin dall' inizio. 
Mi è sembrato carino inserire dei 'chiarimenti' (sebbene inventati da me) sulla questione di Ross raccontata da Jon, nel telefilm, a Samwell. 
Ho cercato di darle una personale interpretazione, ecco. 
Per quanto riguarda invece la frase di Robb, 'Non voglio sposare la ragazza Frey', è stata chiaramente ripresa dal telefilm. 
Mi è piaciuta molto al sua reazione, di conseguenza ho provato a non eliminarla, ma semplicemente a traslarla nel contesto che ho creato. 
Detto, questo, spero che il capitolo vi piaccia e aspetto moltissime vostre recensioni, mi raccomando ;)
A presto!

 
 
 
 
  
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