Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Skiribilla    12/03/2009    2 recensioni
. "Se Èleonore mi era sembrata la cosa più bella che avessi mai visto, quel ragazzo mi fece sciogliere il cuore. I miei occhi si inondarono di lacrime,presa da una angoscia assurda! Ma che mi stava succedendo? Era troppo bello per essere vero,un illusione,un miraggio dorato. Dei brividi mi percorsero per tutta la schiena, avevo forse paura? Ad un angolo della sua bocca comparve un sorriso,non per niente amichevole, anzi,mi fece accattonare ancora di più la pelle. Da sotto i lunghi ciuffi il suo sguardo ardeva di una luce spaventosa. Mi ritrovai ad indietreggiare"...piccola introduzione di una storia assurda,passionale e crudele.Non esistono protagonisti, tutti e quattro lo sono. Più punti di vista per far capire meglio al lettore i pensieri di ciascun personaggio..colpi di scena che neanche immaginate vi faranno accattonare la pelle e chiederne ancora..almeno spero..
Genere: Malinconico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A sad beginning
(Un triste inizio)

22 marzo 2009..la sveglia suonava incessantemente, la detestavo, un aggeggino malefico regalatomi da mia madre all’inizio dell’anno…questo perché ne facevo fuori una ogni mese. Nel letto, coperta fino alle orecchie dalla trapunta, aprii gli occhi e mio malgrado premetti delicatamente il pulsante che fece smettere quel rumore infernale. Un altro giorno,di pioggia ovviamente,eh si,perché nel posto meraviglioso dove abitavo vedere un raggio di sole era raro quanto un miracolo! Forks,il luogo più piovoso degli Stati Uniti, e anche il più noioso, però per mia fortuna amavo la pioggia..beh credo che chiunque viva in un posto del genere prima o poi se la debba far piacere. Scesi dal letto e lentamente mi diressi in cucina dove mio fratello faceva colazione..Kaleb..a mala pena ci accorgevamo l’uno dell’altro, forse a causa del nostro passato o perché, cosa più logica, siamo sempre stati completamente diversi. Lui mi ha sempre giudicata una ragazza senza senso e vuota. A scuola facevamo finta di non conoscerci, non mi sono mai neanche dovuta forzare, per me era come un estraneo. Anche se dovevo ammetterlo..come ragazzo di diciotto anni era abbastanza carino e detestavo il fatto che tutte le ragazze della scuola sbavassero per lui. Ma Kaleb non si curava affatto delle persone che lo circondavano,tanto meno le ragazze,come me gli era sempre piaciuto starsene per i fatti suoi e se ci fosse stato da divertirsi tanto di guadagnato per lui. Dopo aver fatto velocemente colazione preparai lo zaino scegliendo accuratamente i libri da poter leggere, ma non certo di scuola, io detestavo la scuola, ci andavo solo perché non avrei avuto niente da fare a casa. Aspettai ovviamente mezz’ora fuori dal bagno, visto che il mio dolce fratellino ci passava le giornate là dentro, e dopo essermi lavata indossai velocemente qualcosa. Prima di uscire guardai il riflesso nello specchio in ingresso, anche se nessuno mi avrebbe guardata.. “l’emarginata” mi chiamavano. Sospirai, Kaleb stava suonando il clacson della macchina insistentemente. < Kristen! > eccola, puntuale come un orologio svizzero < si mamma.. > < cerca di tornare a casa entro le sette >…mi guardava assonnata appoggiata all’angolo della cucina..dopo la scuola mi era sempre piaciuto restare per conto mio “alla chiesetta”…una vecchia chiesa abbandonata in una radura vicino casa..scoperta per caso un giorno mentre esploravo il vicinato,e da quel giorno ci ero andata sempre.
< non ti prometto niente..adesso vado o tuo figlio mi lascia a piedi “di nuovo”! > < Kris..Buon Compleanno > ma sentì quella frase solo in lontananza mentre salivo in macchina. Diciassette anni,capirai. Odiavo il mio compleanno,non esisteva giorno peggiore,nessuna tortura equivaleva a tutto questo. Perché ogni anno tornava,il giorno della morte di mio padre..

<< Flash Back >>

< mamma possibile che persino il giorno del mio compleanno papà debba ritardare?! Lo detesto! >
< Kris lo sai che lavora tanto e sono sicura che sarà qui a momenti,dai piccola,non fare così >
< lasciami!!lui non c’è mai!Non’è mai con noi!Pensa solo al suo stupido lavoro!! >
< è passato a prendere Kaleb a scuola,e per strada c’è anche il ghiaccio quindi.. >
< è da più di un’ora che li stiamo aspettando!! >
in quel momento era squillato il telefono e mia madre aveva risposto..non avrei saputo spiegare le emozioni che le erano passate sul viso in quell’istante. Dopo aver ascoltato con attenzione
era caduta in ginocchio con gli occhi spalancati e la cornetta le era caduta dalle mani
< mamma..mamma cos’è successo!! >
Non aveva risposto mentre le avevo scrollato le spalle incessantemente
< MAMMA!! >
< tt..tuo p..padre…la mac.. >
Aveva cominciato a piangere, a singhiozzare..non avevo capito più nulla…
< cosa è successo!!cosa la macchina!!mamma parla!! >
< gli sono andati a dosso….il ghiaccio..loro..papà..Kaleb..Kris..Kris!! >
Aveva pianto sempre più forte..urlato..
mio padre..aveva guidato più veloce del solito,per arrivare il prima possibile a casa, da me,  pioveva troppo forte e la nebbia era fitta, non aveva visto la macchina, quella macchina.
Si era salvato solo mio fratello..e da quel giorno tutto era cambiato..

<< Fine Flash Back >>

Guardai l’acqua scivolare sul parabrezza,il volume alto della musica,come una ulteriore barriera tra me e Kaleb. Il mio compleanno..sarebbe passato anche questo,feci un sospiro e scesi dalla macchina appena arrivati a scuola. Sembrava piovere più del solito quel giorno,tanto per cambiare,e corsi sotto il porticato fradicia. I ragazzi cominciarono a riempire il parcheggio,Kaleb voleva sempre arrivare in anticipo per non farci vedere insieme,quindi mi misi seduta su una panchina ad aspettare Abby,la mia “migliore amica”. E infatti la vidi arrivare,con il suo solito sorrisetto allegro e le braccia aperte. < tranquilla Kris,lo so,oggi è un giorno come tutti gli altri,però niente musone! > e mi strinse ancora più forte < ok ok, però così mi ammazzi uuhh.. > si allontanò ridendo,che tipa,praticamente il mio opposto, ricordavo benissimo il giorno ci eravamo conosciute,non la sopportavo,si vedeva che aveva l’aria di una intelligente e parlava in continuazione. Con il tempo avevo imparato a conoscerla e in un posto come Forks, lei, era diventata il mio sole. Ma come ogni cosa bella anche questa doveva sparire..come se nella mia vita ne fossero accadute tante di cose belle. Il padre di Abby faceva l’avvocato ed aveva appena ottenuto un posto più che vantaggioso a New York,e questo significava “trasferimento”. Ma cercavo di non pensarci, lei era l’unica amica che avevo ed era come una sorella per me,non potevo credere che se ne sarebbe andata. < terra chiama Kris? Ci sei? Ma a che cavolo stai pensando sta mattina? Allora mi aiuti a mettere le cose negli scatoloni dopo la scuola? >…ah già…ne avevamo parlato spesso,come potevo dirle di no,ogni istante era prezioso..< ehm..certo..ci mancherebbe > gli diedi una gomitata..< cavolo che casino oggi,devo andare in segreteria a consegnare le ultime cose,salutare tutti i prof…che tristezza > si lasciò scappare un sospiro malinconico..< dai..stiamo parlando della “grande mela”!! nulla a che vedere con Forks,li ti farai una vita > < ma non ci sarai tu… > .Rispose sincera. Le volevo un bene assurdo..ci abbracciammo e la sentì singhiozzare. Era dura nonostante tutto,era cresciuta in questo posto,passato ogni istante con me,quante scorpacciate di caramelle alla chiesetta.. tanto da farci venire il mal di pancia. Una volta ricordo,stava bevendo una soda,pioveva come al solito, ma eravamo al coperto sotto la veranda di casa sua. Io, seduta su una sedia a dondolo, spingevo avanti e indietro freneticamente, ma ero riuscita a dare una spinta troppo forte e la sedia si era ribaltata all’indietro facendomi finire tra i cespugli.. aveva riso così forte che a un certo punto le era uscita la soda dal naso. Era scoppiata a piangere dalle risate. E quanti ancora di ricordi simili… < dai andiamo, e che ti vuoi perdere la tua ultima lezione ti matematica? > dissi ridendo e lei fece lo stesso,ci incamminammo per il corridoio ed entrammo nell’aula. Il prof non’era ancora entrato e tutti ne stavano approfittando per ripassare un po’ la lezione. Io mi misi a scarabocchiare sul foglio con le cuffie alle orecchie, mentre Abby parlava con la vicina di banco,della partenza,degli amici..già,perché lei a differenza mia di amici ne aveva e anche tanti. Non avevo mai capito il motivo per cui aveva deciso di diventare la mia migliore amica. Le ore passarono velocemente e dopo la scuola andai insieme a lei a casa sua, dove la madre mi accolse con in mano un vassoio di biscotti alla vaniglia.. i miei preferiti. Dopo aver sistemato tutti gli scatoloni e aver parlato di tutti i progetti che aveva in mente era tornata seria e guardandomi preoccupata mi aveva chiesto < Kris..credi..beh credi che riuscirai a farti degli amici? Si lo so,ti piace stare da sola,ma fino ad’ora ci sono sempre stata io e…. > non la lasciai continuare < Abby..tu mi conosci bene..me la caverò e comunque resteremo in contatto,a me basta questo…ora devo andare..mia madre..beh mi vorrebbe a casa almeno oggi..spero che....oh insomma lo sai che non sono brava in queste cose ma..sei una vera amica..io non.. > < no Kris! > mi abbracciò forte,< non dirmi addio..ti prego > scoppiammo a piangere entrambe. La mia dolce e forte Abby..si,lei sarebbe stata felice,era bella,intelligente e aveva un carattere che avrebbe spaccato il mondo < ti voglio bene raggio di sole >…non gli diedi il tempo di rispondere..corsi via piangendo…. “addio Abby”.


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Skiribilla