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Autore: Crepuscolina13    08/01/2016    1 recensioni
E se Emma fosse un angelo custode con il compito di vegliare, e di rendere di nuovo buona la famosa Evil Queen ?
Ovviamente SwanQueen.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seguendo Regina mi ritrovai in un enorme sala, che ben presto capì trattarsi della sala del trono.

Regina si sedette sul regale seggio e con un cenno della mano aprì gli enormi portoni di legno che difendevano quella stanza.
Io mi posizionai accanto a lei, curiosa di vedere cosa sarebbe successo ora.

Una lunga processione di persone, a giudicare dal loro vestiario si trattava di gente del popolo, avanzò lenta, finché non si trovò davanti al trono.

Il primo della fila si fece avanti, e dopo essersi inginocchiato parlò.

-Sua maestà, in dono ho portato la gallina più grassa e più succulenta del mio pollaio-
-E qual'è la tua richiesta?- chiese annoiata Regina.

Fu lì che capì, quello doveva essere il giorno riservato ai colloqui reali, dove la sovrana si occupava dei problemi che affliggevano il suo popolo.

-Vorrei avere il permesso di costruire una recensione al confine delle mie terre, il mio vicino ruba spesso i frutti del mio orto- disse il contadino timoroso spiegando ciò che lo preoccupava.

-Permesso accordato, all'uscita di questo castello ti sarà affidato un fabbro di corte-
Il contadino se ne andò e un'altra persona si fece avanti.

-In regalo per lei, sua maestà, ho portato un vaso forgiato con il mio miglior metallo-
-E qual'è il tuo problema?- chiese la sovrana annoiata.

-Sai Regina, un po' di vitalità non ti farebbe male, in fin dei conti è pur sempre il tuo popolo- dissi io divertita.

-Cerca di essere un po' più gentile e carina- le suggerì connettendomi al suo spirito, ma ovviamente non ci riuscì, il muro che mi impediva di entrare era ancora lì.

-Vorrei che lei giustizziasse un ragazzo che si
 è intrufolato nella mia proprietà e mi ha rubato tre galline-

-Permesso accordato, domattina porta qui il ragazzo e procederemo all'impiccagione- rispose monotona, come se l'uccisione di una persona fosse una cosa normale.

-Cosa? Assolutamente no!- esclamai io arrabbiata.

-Regina ritira ora il permesso!- ordinai severa connettendomi alla sua anima, ma ancora una volta il muro fu presente.

-Regina non puoi farlo davvero!- esclamai frustata dall'insuccesso del mio legame.
Infuriata mi misi davanti a lei.

-Regina NON farlo!- dissi imperativa.

Ovviamente i suoi occhi mi oltrepassarono e le mie urla non servirono a nulla, anzi avrei dovuto chiamarle urla silenziose.
Ormai sconfitta mi rimisi al mio posto.

La mattinata procedette lenta e monotona, con persone che portavano doni in cambio di richieste, ma poi una donna visibilmente magra e sciupata si presentò davanti al trono.

-Mia regina purtroppo l'unica cosa che posso darle in dono è una lucente mela rossa, la mia unica scorta di cibo, e sono qui per chiederle umilmente un secchio di latte per la mia povera bambina di due anni, ha una grave malattia alle ossa, il dottore si è raccomandato di fargli assumere molto latte o...altrimenti morirà- la donna finì il discorso con una lacrima che solcava la sua guancia.

-Quindi, fammi capire bene, tu pretendi che io ti dia un enorne secchio del MIO prezioso latte in cambio di una sudicia mela?- chiese Regina scioccata.

-E così sua maestà- rispose la donna ancora in ginocchio.

-Assolutamente no- disse Regina ridacchiando.

-Per favore mia regina, la sto implorando, la mia poverà figlia morirà- piagnucolò la madre disperata, porgendo la mela a Regina.

-Non è un mio problema- rispose gelida e a quel punto decisi di intervenire.

Mi inginocchia davanti a lei, in modo da avere i suoi occhi alla mia altezza.
-Ora tu devi ascoltarmi bene-

Purtroppo i nostri occhi non si incontrarono perché i suoi erano troppo impegnati a scrutare la mela rossa che si stava rigirando tra le mani.

-Lo so che c'è ancora del buono in te-

Anche se sapevo già di fallire, mi connessi alla sua anima, ma questa volta ci riuscì, una piccola breccia si era aperta attraverso quello spesso muro.

E finalmente mi sentii a casa.
In realtà non seppi come descrivere le emozioni che cominciai a provare, probabilmente solo un angelo come me poteva capirlo, ma era come se da quando Regina mi fu affidata fossi stata a metà, incompleta, ed adesso mi sentissi di nuovo me stessa.

Io e Regina adesso eravamo un tutt'uno anche se solo io potevo percepirlo.

Se mi concentravo riuscivo a sentire le sue emozioni e come mi aspettavo riconobbi rabbia, solitudine, cattiveria e malinconia, adesso però ero in grado di influenzare le sue emozioni e suggerirgli cosa fare, ma la decisione finale spettava sempre a Regina.

Invigorita di nuova speranza continuai a parlarle.

-Non puoi lasciare che una bambina innocente muoia così, tu sei in grado di aiutarla, quindi, per favore, salvala, so che c'è ancora del buono in te- oltre a queste parole cercai di trasmetterle anche le tipiche emozioni di noi angeli, dolcezza, gentilezza, amore...

Mi aspettavo una qualche tipo di reazione da parte di Regina, ma invece non successe nulla, lei continuò a fissare quella lucente mela rossa, come se fosse in preda a qualche flashback, poi un'onda di dolore e sofferenza mi sommerse.

A quel punto appoggiai le mie mani sulle sue, in un segno di conforto, ovviamente fù come toccare la pietra visto che gli angeli e gli umani non potevano avere alcun tipo di contatto e finalmente qualcosa successe.

Regina di colpo si alzò in piedi ed io mi feci da parte, non gradivo particolarmente la sensazione dell'essere attraversati.
Tutti i presenti nella sala si zittirono immediatamente, preoccupati dalla reazione della regina.

Raddrizzò la testa, e potei notare come tutto il suo corpo esprimesse regalità, e ad alta voce proclamo:
-Per oggi le udienze reali finiscono qui, guardie fate uscire tutti dal castello ma prima....date alla donna ciò che ha richiesto- detto ciò si avviò verso la porta.

La donna cominciò a piangere, questa volta di gioia, ringraziando la sovrana in tutti i modi che conosceva.
Di colpo Regina bloccò la sua camminata, si girò verso la gioiosa madre e disse:
-Puoi tenerti la mela, serve più a te che a me- e uscì dalla stanza.

Sul mio viso comparve un enorme sorriso, e cominciando a correre raggiunsi Regina che mi guidò verso l'esterno del castello.

Una volta arrivate nel giardino reale ci dirigemmo verso un piccolo boschetto, dovemmo lottare contro rovi, arbusti ed erba alta, ma alla fine arrivammo nelle vicinanza di un vecchio pozzo ricoperto d'edera, pensai fosse quella la nostra meta, ma Regina si diresse verso un incolto albero di......mele rosse?? Come quella povera donna?
Chissà quale speciale legame, queste mele, potevano avere con la mia protetta.

Regina si stese per terra, nell'erba umida, incurante di potersi sporcare il sontuoso vestito, con gli occhi rivolti al cielo e curiosa mi stesi accanto a lei .

In effetti la vista non era niente male, i lunghi rami impedivano al sole di accecarci, ma alcuni raggi riuscivano comunque a passare, la luce si rifletteva sulle mele che assumevano un colore di un rosso accesso.

In questo modo si creava un netto contrasto tra le mele all'ombra di color rosso sangue e quelle alla luce, di un colore vivo che spesso si associava all'amore.

Non capì bene cosa ci facesse qua Regina, ma poi emozioni molto belle mi invasero.

Regina si stava rilassando, stava trovando pace con se stessa e con il mondo che la circondava.

La mia protetta chiuse gli occhi ed io la imitai, tutti gli altri senzi immediatamente si rafforzarono, e in  lontananza riuscì a sentire qualche uccellino cantare.

Se qualcuno avesse potuto vedermi avrebbe detto che stessi dormendo, ma in realtà noi angeli non dormivamo, o meglio non nel senzo che intendevano gli umani.

Il nostro riposo consisteva nell'entrare nei sogni dei nostri protetti, in quel frangente i nostri corpi si riposavano e per noi ciò era sufficiente.

Le ore passarono in fretta , ma noi rimanemmo immobili , senza fiatare, le nostre anime erano ancora connesse, e fu così che mi accorsi che Regina si era addormentata ed un sogno si preparò ad entrare in scena.

"Una luce accecò i nostri occhi, una risata felice di bambina si sparse nell'aria, poi la luce scomparve ed una foresta comparve.
-Corri Ginni, corri Ginni!- urlò una bambina dai lunghi capelli neri.

-Guardate che vi prendo!- urlò una voce in lontananza, una voce infantile.

Le due bambine continuarono a correre ma poi una delle due inciampò in una radice e cominciò a piangere.

-Gina Gina aiutami!-
La bambina dai capelli neri tornò indietro ed aiutò l amica a rialzarsi.

-Ti sei fatta male?- chiese dolcemente Gina.

-Mi sanguina il ginocchio- piagnucolò la bambina.

-Tranquilla Ginni, guarda cosa faccio- disse Gina facendole l'occhiolino, e con un gesto della mano la ferita scomparve.
Intanto il bambino che prima gridava in lontananza le aveva raggiunte.

-Ehi perché vi siete fermate?-

-Josh!- esclamò Ginni, felice di vederlo.

-Mi sono fatta male, ma Gina mi ha curato con la magia- spiegò la bambina, orgogliosa dell' amica.

-Allora visto che stai bene....- ma Josh non finì la frase perché toccando la spalla di Ginni cominciò a correre gridando:
-Adesso sta a te ad acchiappare-

Le due bambine cominciarono a ridere, ed emisero una di quelle risate gioiose, che solo al sentirle verrebbe da ridere di felicità anche a te, e poi si lanciarono alla rincorsa del loro amichetto.

Ma non poterono fare neanche un metro perché una turbinio di nuvole nere apparse davanti a loro da cui spuntò la donna del sogno precedente, solo un pò più giovane.

-Regina mi hai disobbedito, sei uscita dal castello senzo il mio permesso e per questo verrai punita-
La scena all'improvviso sfocò e mi ritrovai in una stanza fatta di mattoni, umida e fredda.

Questo piuttosto che un sogno sembrava un ricordo, pensai io.

Guardandomi intorno mi ritrovai davanti la stessa bambina di prima, quella che si chiamava Gina....È Regina, capì all'improvviso.
Regina era rannicchiata per terra, in un angolo e stava piangendo, a quel punto decisi di materializzarmi nel sogno, vestendo anche io i panni di una bambina.

-Chi sei tu? E come sei entrata?- chiese spaventata rintanandosi ancora di più nell'angolo.

-Mi ha mandato tua madre, anche io sono in punizione- risposi dicendo la prima cosa che mi passò in mente.

Fu una sensazione strana sentire la mia voce bambina, lieve e delicata, mi guardai le mani e mi stupì, erano così piccole....

-Ohhh- rispose solamente lei.
-Che cosa hai fatto per farti rinchiudere quassù?- chiesi timorosa.

-Ho disubbidito ad un suo comando, ma tranquilla ormai ci sono abituata- rispose amareggiata.

-Mi dispiace vederti piangere- dissi dolcemente, e fu la verità, mi dispiaceva veramente, e poi Regina da piccola era ancora più bella.

La bambina mi guardò negli occhi, non parlò ma mi fece un piccolo sorriso.
-Posso sedermi accanto a te?- chiesi incerta.
-Certo- rispose dolcemente lei.
-Come ti chiami?- mi chiese dopo un minuto di silenzio.
-Emma e tu?-
-Regina-
-Bel nome-
-Grazie- e per la seconda volta da quando la conoscevo arrossì.
-Perché tua madre è così severa?- chiesi io.
-Lei non è mia madre, non è degna di quel titolo....io la odio- confessò infine.
-Ohh mi dispiace- risposi triste.
-Non dispiacerti, tanto molto presto tutto questo finirà-
-Davvero? E come?- chiesi felice per lei.
-Appena sarò un po più grande scapperò via insieme al mio fedele cavallo, sai io sono molto brava, così farò un po di spettacoli in giro e mi guadagnerò i soldi per vivere- rispose sicura di se.
-Spero tanto tu ci riesca- dissi sinceramente.
-E tu invece cosa racc...-
CRA!GRA!CRA!GRA! "

Il sogno si interruppe al'improvviso, la connessione tra le nostre anime si interruppe e Regina si guardò intorno disorientata.
Il sole ormai era tramontato e la notte era avanzata, segno evidente che eravamo rimaste addormentate lì per molto tempo.

Per fortuna una cornacchia ci aveva svegliate.

-Ma che ore sono?- chiese Regina a se stessa, poi il suo petto sobbalzò e per alcuni secondi smise di respirare, poi disse:
-Emma!-

E come successe per la prima volta io mi sentì felice, Regina si ricordava di me, Regina sapeva che esistevo....
Si ok, ok, esistevo solo nei suoi sogni, però era un inizio.

Dopo che si fu ripresa Regina tornò nel palazzo e mangiò qualcosa al banchetto reale.

La cosa che mi stupì era che Regina era scomparsa per molto tempo, ma nessuno era venuta a cercarla, ed anche ora al banchetto nessuna osava avvicinarsi a lei.

Ciò mi rese tanto triste, io avrei potuto essere una sua amica, ma purtroppo per ovvie ragioni non potevo, e fu per questo che cominciai a sperare che stanotte Regina facesse un altro sogno, ma non sapevo che stanotte Regina aveva tutt'altre idee, molto lontane dalla parola dormire.

Infatti una volta ritornate in camera, indossò una camicia da notte, poi chiamò una guardia e ordino:
-Fai condurre qui la mia concubina-

E qui rimasi pietrificata.

Grazie allo studio sulla cultura umana che avevo fatto all'accademia sapevo cosa era una concubina, ma la cosa che mi stupì fù che Regina aveva parlato di questa persona al femminile e non al maschile come normalmente dovrebbe essere.
A Regina piacevano le donne?.

 
  
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