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Autore: Richhh    09/01/2016    0 recensioni
La storia segue le vicende di Callum e Annalise due ragazzi che vivono a Brooklyn, in un futuro non ben definito, dove alcune società iniziano a studiare un gene che si manifesta dalla nascita negli occhi di un essere umano, dotandolo di poteri sconosciuti fino al momento in cui esso non diventa cosciente di tutto ciò che lo circonda.
Call è affetto dal gene, e la sua vita vacilla ogni giorno come su un filo sospeso, dove le raffiche di vento arrivano sottoforma della crescente depressione di Travis, il ragazzo che ama da quasi due anni, la gente che cerca di condannarlo ad abominevoli sperimentazioni, e l'oppressione di un mondo che sembra sempre più schiacciare chi, come lui, nasce invisibile sotto un marchio d'infamia.
Potete trovare la storia anche su Wattpadd: https://www.wattpad.com/story/58514953-matiallomenes
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole delle 3 illumina l'intera aula e i miei lunghi capelli rossi dandogli un colore ramato che devo dire mi dona. Alzo la testa per guardare l'ora e mancano 10 minuti prima della fine delle lezioni dopodichè ci sarebbero state le vacanze primaverili e niente più compiti a sorpresa da questa sottospecie di giraffa che dovrebbe essere la mia professoressa di Economia avanzata.
Il corso non viene frequentato da molti e adesso comincio a capirne il motivo. E' circa un ora che sto fissando il vuoto e l'unica cosa che ho scritto sul foglio è il mio nome in alto a destra: Annalise Mailgros. Non riesco a pensare ad altro se non a andare di sopra e prepararmi le valige per tornarmene a casa per le vacanze.
Abito nella periferia di Brookyn a circa 10 isolati del club di pesca più ridicolo al mondo e dalla casa di Callum Fysis che teoricamente dovrebbe essere il mio migliore amico ma nel suo mondo esisite solo Travis, il suo ragazzo " Si o no" come lo definisce lui. Devo vederlo alle 4:00 fuori dalla mia stanza così quando vedo che alcuni iniziano a consegnare il test io faccio lo stesso. Mi alzo dalla sedia e vado davanti alla cattedra consegnando il compito, cerco di girarlo in modo che nessuno possa notare che è in bianco. - Buone vacanze Signora Rafe! - La professoressa mi guarda negli occhi e io le sorrido. Per un momento esita a rispondere - Anche a lei Mailgros - Esco dalla classe e la campanella suona e in un battibaleno il corridoio si riempie di gente,intenta ad uscire il prima possibile da questo inferno.

**

Come da due anni a questa parte nella valigia non riesco mai a metterci tutto, così devo salirci sopra per riuscire a chiuderla. Vado in bagno e cerco di sistemarmi il meglio che posso, sono una ragazza che non si trucca molto e in genere mi limito a volumizzarmi le ciglia e a riempire i buchi nelle sopracciglia con una matita nera. Sento bussare alla porta, deve essere Call - Arrivooo! - urlo dal bagno. Mi lego i capelli con un elastico e vado ad aprire la porta. - Buon pomeriggio bellezza - Era lui, mi guarda dalla testa ai piedi - Ciao Call - lo faccio entrare e ritorno in bagno. - Ma io devo girare con te che porti mattoni in questa valigia? - dice Call ridendo; Mi affaccio dalla porta del bagno ed è seduto sul mio letto che scruta la mia valigia con affare divertito - Non rompere Call - gli rispondo. Esco dal bagno che sono ancora in ciabatte - Economia come è andata? - mi domanda. Mi siedo accanto a lui e mi metto un paio di scarpe grigie - Al 99% bene mi è bastato soggiogare la Rafe prima di uscire dalla classe - gli rispondo con disinvoltura.
- Ti scopriranno se continui così Anne, e poi di questi tempi non è il massimo, se dovessero vedere tutti i test che hai lasciato in bianco si faranno due domande - Call è sempre un minimo iper protettivo nei miei confronti. E so che ha ragione, e quando la gente ha ragione non so mai cosa rispondere. Io e Call siamo nati con lo stesso problema a causa del cosidetto gene WS16, ci siamo conosciuti principalmente grazie a questo un anno fa qui al college. Lui era del primo anno e io del secondo, mi fece strano che lui non avesse sviluppato, nonostante l'eterocromia , nessun effetto collaterale per così dire, ma lui non se ne preoccupa perché penso che sia già troppo impegnato a conviverci.
All'età di 14 anni scoprii di poter controllare le menti delle altre persone semplicemente guardandole ma richiede un sacco di energia e mio padre mi sta insegnando il più possibile a controllare questo potere. Ho ereditato da lui il gene ed è per questo che a volte è difficile capire Call quando si perde nelle opinioni altrui. La verità è che sono solo stata fortunata essendo cresciuta con mio padre e mia madre che mi hanno sempre fatto sentire tutt'altro che anormale.
MI alzo dal letto e lo guardo, aspetta ancora una risposta alla sua predica - Sono vestita abbastanza decentemente? - Indosso un paio di pantaloni gialli aderenti e una felpa nera. Vedo la faccia di Call intenta a lasciar perdere il fatto che io abbia ignorato ciò che mi aveva detto così si limita a rispondermi di sì.
Metto le ultime cose a posto compreso il bagno che era in uno stato pietoso.
- Sono pronta, andiamo - dico entusiasta. Prendo giacca e valigia e usciamo dalla stanza del College, diretti a casa mia.

Mio padre ci aspettava con la sua Jeep nel parcheggio privato del college. Ho impiegato circa 10 minuti a mettere la valigia nel baule perché papà e Callum erano fin troppo impegnati a parlare di argomenti di cui non sono a conoscenza, quindi ho dovuto fare tutto da sola.
Manca poco prima di arrivare a casa, vedo Call nel sedile posteriore che guarda la strada immerso nei suoi pensieri. Nessuno parla, si sente solo un ronzio proveniente dalla radio della macchina, che papà cerca di sintonizzare nella stazione "Milk&Honey"; L'ascolta ogni mattina quando mi accompagna a scuola e dal nome sembra uno di quei canali in cui ogni 8 minuti ti insegnano una ricetta diversa ma per esperienza so che non è così.
La voce di un uomo inizia a parlare quando riesce a far prendere il segnale - Sì in effetti è così. -
- Cosa vuole dire Sgr. Langdon? - chiede una seconda voce.
- Voglio dire che fin quando non scopriremo bene da dove e cosa può fare il gene, ogni persona affetta fino a nuove informazioni verrà considerata come più di un semplice esperimento, la questione si sta facendo seria e non ho mai visto un corpo reagire a una semplice iniezione in quel modo ma posso assicurarvi che ci stiamo lavorando,non posso dire altro, mi dispiace Frank.- conclude. - Sì certo, beh grazie mille! E ora passiam.. - mio padre spegne la radio. Accenderla non fu una buona idea. Lo guardo e dal suo sguardo capisco che è preoccupato preoccupato quanto me. Call non penso abbia sentito, sta ancora fissando la strada così mi limito a fare come lui, sapevo che fare domande a mio padre adesso non sarebbe servito a nulla.
- Sanno di più. - dice senza distogliere lo sguardo dalla strada. Non mi aspettavo che volesse parlarne, di solito non lo fa mai se non in presenza della mamma. - Cosa vuoi dire? - gli chiedo. Call ora ci guardava entrambi - "Ci stiamo lavorando" o " Non posso dire altro" questo. Sanno di più e vogliono tenerlo segreto è evidente. - Ha ragione, guardo Call dallo specchio retrovisore e lui fa lo stesso, aveva sentito la radio, lo noto dai suoi occhi che ho avuto modo di conoscere da più di un anno a questa parte. L'ho visto piangere per la cosa più stupida, depresso e felice, quindi so quando prova qualcosa di forte come questo e non lo posso biasimare. Io non esterno mai ciò che provo, non lo faccio apposta ma è così, sono fatta così e in parte penso sia un bene dall'altra so che avere qualcuno accanto aiuterebbe. Decido di non volere più pensare ad altro così chiudo gli occhi per un secondo quando papà svolta l'angolo e ci ritroviamo davanti a una casa di medie dimensioni a due piani e dai muri color rosso scuro, casa mia.

Entriamo in casa e davanti alla porta c'è mia madre sorridente come sempre. Si vede che non ho preso da lei. - Eccolaa! -  mi viene in contro abbracciandomi forte - Ciao mamma! - le dico il più felice possibile. - Oh Callum, tutto bene? Vi ho preparato del caffè sarete stanchi -
- Ma il caffè non era per i grandi? - le dico io sarcastica
- Anne fai meno la spiritosa, vorrà dir che lo berrà solo Callum - dice trionfante a testa alta. Mi metto a ridere e Call fa lo stesso.
- Dammi cara - Papà mi prende la valigia - la porto di sopra - gliela lascio prendere e gli accenno un sorriso complice, si vede che sta ancora di giù per quello che è accaduto in macchina.
Vado in cucina e mi siedo al tavolo insieme a Call con la mamma che ci versa del caffè in tazze di ceramica. Dopo 5 minuti arriva papà che si siede insieme a noi, non beve ne mangia niente - Call resti qui per cena o ti accompagno a casa? - lo guardava mentre lui sorseggiava un po' del caffè bollente. - Credo che mia madre mi aspetti per cena, stia tranquillo vado a piedi non ci metto molto. - mia madre sobbalza a sentire quelle parole, sta lavando i piatti penso che per lei sia una passione farlo, e io, detto onestamente, non ce la farei a fare quello tutto il giorno - Nonono! Ti accompagno io guarda. - Si asciuga le mani in uno strofinaccio e si toglie il grembiule da cucina - Dammi solo il tempo di mettermi le scarpe! - esce dalla cucina di corsa - Ma davvero non importa! - dice Callum per farsi sentire. - Bevi il caffè! - gli risponde, a sentirla mi metto a ridere - E' una cosa impossibile lo so . -
Call finisce il caffè quando mamma ritorna pronta ad accompagnarlo.
- Grazie mille signor Mailgros -
- Ma figurati Call - risponde mio padre sorridendo - ritorna quando vuoi. -
- Ci sentiamo Anne - mi abbraccia e io faccio lo stesso - Mi raccomando Call - così facendo esce dalla porta di casa da cui è entrato una ventina di minuti insieme e se la chiude alle spalle.
Ritorno in cucina dove trovo mio padre come l'avevo lasciato, seduto e con lo stesso sguardo che aveva in macchina. - C'è una cosa che non ti ho detto - ora mi guardava in faccia - Cosa? - cerco di non fare vedere che sono abbastanza preoccupata per avere altre spiacevoli notizie. - Vogliono combattere il gene. Non è niente di sicuro ma dato che non possono evitare che una coppia portatore del gene possa procreare o comunque fare sesso.. -
- Ma mi avevi detto che due persone portatori del gene non possono farlo - gli dico io con tono sorpreso fermandolo. - Lo dissi per non farti fare cavolate Anne, in ogni caso sì, possono, ma non sempre, non se uno dei due possiede un potere fin troppo elevato. -
- E cosa succede se uno dei due lo possiede?  -
- Beh.. - esita un momento a rispondere - Cosa? - Gli chiedo impaziente.
- Muore. -

 

   
 
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