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Autore: Cipria    09/01/2016    3 recensioni
" Ti osservo, e penso che tu non lo sai cosa sei, ti osservo e penso che ti vorrei, ti osservo e penso che non ti avrò mai"
Fanfiction di carattere introspettivo dal punto di vista di André, sono presenti pochissimi dialoghi, è quasi un flusso di coscienza mentre in riva al lago lui è insieme ad Oscar, non ho stabilito un momento esatto delle loro vicende biografiche, si intuisce solo che sia già in scena Fersen perché André solleva in sé il dubbio che lei lo stia pensando, ma non ho indicato esattamente a che punto dell'anime.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gli porge le briglie di Caesar e lo liquida con un laconico - Dormi bene! Va via in direzione l’atrio dell’imponente dimora Jarjaies senza neanche guardarlo, senza neanche il conforto dei suoi occhi che a lui come sempre sarebbe bastato fino al mattino dopo, quando come in un rituale consolidato si sarebbero rivisti, salutati, avrebbero salutato la nonna, ricevuto da lei qualche parola buona o qualche improperio –quello dipendeva dalle giornate- anche se normalmente le prime erano per lei ed i secondi per lui, - raramente la nonna attribuiva qualche colpa ad Oscar, anche quando questa sbagliava era sempre e comunque, per una questione ontologica decisa da lei, seguendo un oscuro principio che non ha da giustificarsi che da sé, colpa di suo nipote, quindi anche dei “peccati” della sua bambina, quasi sempre il capro espiatorio era  André. Dopo avrebbero fatto colazione, e sarebbero andati alla volta delle stalle per prendere loro rispettivi cavalli, a loro volta già diligentemente sellati da André, raramente tra i compiti di lui c’era l’aiutare Oscar a montare, anche se ogni nobile riteneva fosse un segno distintivo l’avere qualcuno addetto ad un compito simile, a lei non piaceva questa leziosità, la riteneva roba da idioti, senza aggiungere che per lei il suo attendente fosse più un amico che un sottoposto, quindi se era possibile gli evitava tutte quelle mansioni che sottolineassero le loro differenze di ceto nonché di ruolo.

L’aveva salutato e basta senza guardarlo, come se si trovasse d’innanzi a Medusa, con la paura di guardarlo negli occhi, gli fu difficile, più del solito, non correrle dietro, non prenderla per un braccio, farla ruotare verso di sé e chiederle se non meritasse neanche più le sue attenzioni, se non fosse più depositario, se non di altro, neanche della loro Amicizia, non lo fece, rispose con lo stesso tono amorfo: - Dormi bene Oscar!

Nel suo letto come se fosse trapunto di spine, si rigira tutta la notte, mille pensieri le vorticano in testa. – Oh André, da quando sei così… così bello? Si vergognò di se stessa, per aver pensato una cosa simile dell’amico di una vita, dell’amico fraterno, ma non poteva fare a meno di pensare alla pelle ambrata del petto, o ai muscoli delle gambe così tesi e solidi, così da uomo. Era turbata dalle immagini inenarrabili, a suo dire almeno, che le comparvero per tutta la notte d’innanzi agli occhi.

-Oh André, non ho potuto neanche guardarti stasera, non ho potuto tenere il tuo sguardo, e come una sciocca ho immaginato mi stessi anche tu fissando, mi sentivo i tuoi occhi addosso, per qualche istante ho pensato che tu mi vedessi come una donna, che mi stessi guardando, che sciocca sono, ho proiettato il mio turbamento su di te, figurarsi se un amico leale come te possa guardarmi con lussuria, che dico?! Con ammirazione, figurarsi se un qualsiasi uomo possa provare per me un qualche languore.

Ride di sé Oscar, ride con una certa amarezza, anche la persona più sicura di sé vacilla di fronte all’amor proprio ferito, alla propria seppur recondita vanità inappagata, in fondo se anche lei era cresciuta da uomo, era una donna, ed il suo corpo malgrado la sua educazione, glielo stava ricordando, stava stranamente desiderando di essere desiderata.

-Ma che mi prende? E cambia fianco in quel letto, sta vedendo l’alba spuntare oltre le coltri del baldacchino. Non capisco, Fersen mi piace, o forse mi è piaciuto, non lo so più e non voglio curarmi di questa cosa, tanto lui appartiene ad una donna soltanto, non ho mai avuto nessuna possibilità con lui, o almeno nessuna possibilità di passargli per il cuore, dal suo letto forse ci sarei potuta passare, ma anche lui è stato con me un uomo leale.

 Che strano, quando pensavo a Fersen non ho mai desiderato di toccarlo e di essere toccata –avvampò all’idea, si stupì di se stessa- né di essere bramata o essere oggetto di eccitazione erotica, volevo solo piacergli, o meglio, volevo solo che mi vedesse bella, che mi vedesse, che mi vedesse come una donna, volevo capire cosa si provi ad essere “visti”, ma forse non l’ho mai desiderato io, non nel senso stretto del termine. Ho messo un vestito, il mio primo e ultimo, per ora almeno, per lui, ma sono stati gli occhi verdi di André che mi hanno fatta tremare dal fondo delle scale, ho pensato che fosse l’imbarazzo per il peccato di vanità che mi stavo concedendo, forse non era questo, oh, non lo so! Si sente impazzire, la camicia madida di sudore le si è incollata addosso, si siede nel centro del letto e si scopre. – Cosa mi prende? Cos’è questo languore liquido che mi morde le viscere, e rende vicinissime le mie ginocchia? Ogni volta che mi guardi, André,sento il ventre contrarsi, non lo so, non era mai accaduto, ma credo sia quello che si chiama e…e..c.citazione, che vergogna, che smarrimento, tu sei il mio amico, mio fratello, la mia ombra, cosa penseresti di me se sapessi che ti guardo non come dovrei, come era sempre stato?

-Sono una stupida, proprio una stupida, cosa dovrebbe attrarti in me? Cosa potrebbe attrarre di me un qualsiasi uomo con sani appetiti, oltre il patrimonio intendo? Io ho visto le occhiate di brace di Paulette, di come con quel petto florido ed esposto ti si strusci contro con studiata sbadataggine tutte le volte che può, e di come tu, pensando di non esser visto la segua in dispensa, e di come poi riappariate entrambi dopo una decina di minuti con un’aria esageratamente indifferente, come la prendi André? In piedi, sul tavolaccio tutto rovinato? Come? E chissà come deve essere calda, morbida, bagnata, oh sì, bagnata  come sembra che sia io adesso, solo che dubito qualcuno avrà mai per me quella che, come si chiama? Oh sì, un’erezione, temo che non saprò mai come ci si senta ad essere piacevolmente invase, pervase, prese, oh sì, anche con volgarità, come in una delle cronache dei miei soldati, che dietro quelle riverenze nascondono i pensieri più peccaminosi e le fantasie più pruriginose, in realtà, non saprò mai cosa si provi ad essere amate e desiderate allo stesso tempo, cosa significhi far l’amore, e credo che tutti questi pensieri stupidi e da voyese siano i morsi della gelosia che io, André, ho per mio fratello, e non ho diritto di provare.

 Come sono ridicola, e questi pensieri osceni dei quali mi fregiavo di essere immune, da dove mi provengono?

È l’alba ormai, ha i capelli incollati a contornarle il viso, e ben altra alba sta sorgendo nella sua coscienza, la lussuria ed il desiderio fanno capolino dalle coltri della sua anima, è l’alba e la rugiada imperla le rose in giardino, due dita a scostare i suoi petali, resina odorosa su incerti giunchi, è la prima volta che il suo desiderio si fa miele, è la prima volta che i suoi polpastrelli non l’avorio del piano, ma la carne eccitata sfiorano, prima con timore, pudore, vergogna, e via via sempre con maggior frenesia, che neanche lei sa da dove provenga, come fosse un’antica sapienza, come respirare, nessuno te lo insegna eppure lo sai fare, capisce con le sue dita di farfalla il piacere sublime di sfiorare l’abisso e il cielo insieme per  poi tornare.

Fine

S.

P.S. l'avevo conclusa, ma da qualche parte nel mio pc giaceva una sorta di capitolo appendice, e così la storia da one-shot ha subito un incremento, spero sia gradito, e spero di non essere stata eccessiva nel descrivere certe situazioni. P.P.S.Mi scuso anche per la differenza di dimensione tra un capitolo e l'altro, non riesco a gestire l'html, spero di riparare presto.

 

   
 
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