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Autore: hopeless_fangirl    10/01/2016    3 recensioni
E se Ottaviano non fosse morto? E se fosse tornato al Campo? E perché dovrebbe odiare il Natale? Forse non è così crudele come si può pensare, e forse riuscirà a cambiare idea sulla festa più bella dell'anno.
[Octachel-Percabeth-Solangelo]
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, Octavian, Rachel Elizabeth Dare
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ottaviano era morto, tanto per cominciare. O almeno, questo era quello che pensavano tutti al campo. Ma in realtà l’augure dai capelli biondi era più vivo che mai. Un colpo di fortuna o forse l’ennesima beffa degli dei nei suoi confronti, fatto sta che era sopravvissuto all’esplosione. Dopo che si era accorto di essere stato catapultato in aria, aveva avuto la prontezza di tagliare il mantello, che era stato incastrato nella catapulta, con l’effetto di essere solamente stato scaraventato lontano da tutto, senza morire nello scontro mortale con Gea. Era rimasto svenuto per diversi giorni, e quando era rinvenuto era tutto finito: Gea era stata sconfitta e lui si era perso il suo momento di gloria. Certo, quando era tornato al campo era stato accolto bene, ma dopo un po’ tutto era tornato come se niente fosse successo. E lui si disse che forse era meglio rimanere morti: quando si è morti si rimane eroi per sempre e si viene ricordati solo per le buone azioni, mentre quando si è in vita è l’esatto contrario.
Un giorno Ottaviano si svegliò e si accorse che era la vigilia di Natale e si ricordò di un’altra cosa: lui odiava il Natale. Era una festa insulsa, si sprecava la giornata facendosi gli auguri, abbracciandosi e scambiandosi regali. E nessuno pensava mai a lui. Ottaviano odiava il Natale e tutto ciò che ne conseguiva. Probabilmente lo avrebbe passato da solo nel suo tempio di augure. In realtà era stato invitato alla festa di Natale quella sera, e al grande pranzo il giorno dopo, ma perché andarci? Per sentirsi gli sguardi accusatori di tutti addosso? No grazie, lui sarebbe rimasto lì. Da solo.
La sera calò in fretta e Ottaviano aveva fatto scorta di orsetti di peluche per passare la serata. Da fuori sentiva le voci allegre dei ragazzi del Campo Giove che si preparavano per raggiungere il Campo Mezzosangue, dove avrebbero passato la serata insieme ai loro nuovi amici. L’augure scosse la testa disgustato. Poi ad un tratto il silenzio, il campo era vuoto. Ottaviano emise un sospiro di soddisfazione e si mise al lavoro.
Una corrente di aria gelida gli attraversò la schiena. Ottaviano rabbrividì e si voltò. Tutte le finestre erano chiuse. Deglutì. C’era qualcosa di inquietante in quel nuovo silenzio che si era formato, diverso dalla quiete di prima. Poi, ad un tratto, una luce abbagliante inondò la stanza. Ottaviano urlò e si rifugiò in un angolo stringendo al petto un orsacchiotto. La luce al centro della stanza creò una specie di vortice da cui si innalzò un uomo dai capelli biondi, che sembrava emanasse luce dal suo stesso corpo. Poi l’uomo si voltò.
“Apollo?” disse il ragazzo con voce tra il terrorizzato e lo sconvolto.
Il dio gli rivolse un dei suoi sorrisi più smaglianti e allargò le braccia.
“Caro Ottaviano! Cosa ci fai rannicchiato lì nell’angolo? E con un orsetto per di più! Ti faccio forse paura? Effettivamente questo freddo mi sta sciupando la pelle!” e tirò fuori uno specchio per ammirare il suo viso.
“Ehm... a cosa devo questa visita?”. Il dio si voltò verso il ragazzo e fece una faccia di come qualcuno che si è appena ricordato qualcosa. Poi si schiarì la voce.
“Dunque...” cominciò con voce possente, per poi sistemarsi una ciocca di capelli con aria narcisista, “in qualità di tuo dio protettore e dal quale tu discendi ho il compito di ricordarti che... Oh per Giove!”. Ottaviano lo guardò con aria interrogativa. Apollo proseguì con voce melodrammatica. “Le corde della mia lira! Si sono ghiacciate! Come farò a suonare adesso?! Oh questo freddo mi rovinerà, ma non posso di certo indossare un berretto perché coprirebbe i miei magnifici capelli, non sei d’accordo Ottaviano?”
“Ehm... sì certo, ma che stavi dicendo?”
“Che stavo dicendo? Ah sì! Dunque Ottaviano, è così che usi la seconda possibilità che noi dei ti abbiamo dato? Comportandoti esattamente come prima?”
“Beh che dovrei fare? Loro si comportano esattamente come prima con me, perché dovrei essere io quello buono? Che cosa ne ricavo?”
“Forse riusciresti a vedere la tua vita da un altro punto di vista... non hai capito il valore della tua vita quando eri in punto di morte?”
“Cosa mi parli di valore della vita, tu che sei immortale?”
Apollo si accigliò, “Anche noi dei temiamo il fato e l’ignoto, non credere.”
Ottaviano scosse la testa. “Comunque avrei decisamente preferito essere morto. Almeno mi avrebbero ricordato come un eroe”
Il dio lo guardò con una strana aria di commiserazione. “Cosa te ne saresti fatto dei loro ricordi, quando avresti dovuto passare l’eternità nell’oblio non ricordando niente e rimpiangendo di non aver vissuto la tua vita?!”
L’augure sbiancò. “Ma... avrei dovuto finire nei Campi Elisi, insomma la morte eroica e...”. Apollo scoppiò a ridere, di una risata amara e quasi compassionevole.
“Credi davvero che sarebbe andata a finire così? Credi che le azioni della tua vita non contino niente nell’aldilà? Credi forse che basti una morte eroica? Certo, adesso vi siete convinti così. Credete che basti morire eroicamente per avere la grazia eterna, e che le azioni di tutta una vita vengano dimenticate. Come siete sciocchi... la vita, la vostra vita e come la vivete è quello che conta. Tu, Ottaviano, pensa alla tua vita. Se fossi morto quel giorno, cosa pensi ne sarebbe stato di te? Abbiamo voluto darti una seconda possibilità e tu ci ringrazi dicendoci che preferiresti essere morto!” Apollo aveva alzato il tono della voce e anche la sua figura sembrava cresciuta. Per la prima volta nella sua vita Ottaviano non sapeva cosa dire. Avrebbe voluto ripetersi che erano tutte sciocchezze, ma non credeva che il dio da cui discendeva sarebbe andato a fargli visita solo per augurargli buon Natale e fargli uno scherzo. Deglutì lentamente, sentiva il suo cuore che batteva e quando tentò di parlare gli sembrò di aver appena ingoiato una manciata di chiodi. “C-che cosa devo fare?”
“Questa notte riceverai la visita di tre spiriti. Essi ti mostreranno il tuo passato, il tuo presente e il tuo futuro. E dato che oggi è Natale, ti mostreranno i tuoi natali passati, quello presente e quelli futuri.”
“Sai bene che odio il Natale”
“Una ragione in più per sfruttare questo giorno, anche perché questa festa è stata e sarà una parte importante della tua vita. Da’ ascolto a ciò che gli spiriti diranno e ricorda quello che ti ho detto. Addio Ottaviano, e...” sorrise in modo sarcastico e un po’ inquietante, “Buon Natale!”. La stanza si illuminò nuovamente di luce, l’augure chiuse gli occhi. Poi il buio: Apollo era scomparso. Il ragazzo stringeva ancora l’orsacchiotto di peluche tra le mani.

 


Angolo autrice: 
Salve a tutti!! Questa è la mia prima fanfiction quindi sono piuttosto in ansia (Ok io sono sempre in ansia ma dettagli hahahhahahahaha). Dunque io, a differenza di un gran numero di fan di Percy Jackson, amo profondamente Ottaviano perchè innanzitutto a me piacciono i cattivi, e poi boh Ottaviano mi ispira tantissimo e secondo me è troppo sottovalutato. Quindi spero di riuscire a farmi amare Ottaviano come lo amo io, o almeno a rendervelo un po' più simpatico! Cercherò di aggiornare ogni settimana, o comunque di non farvi aspettare troppo! Ovviamente devo anche ringraziare la mia fantastica assistente gea__ per avermi sostenuto psicologicamente!
A presto!
hopeless_fangirl

 
   
 
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