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Autore: Harira    11/01/2016    1 recensioni
30 days OTP challenge (non la versione hot) con Ichigo e Rukia come protagonisti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ichigo aveva fatto di tutto per liberarsi della sua famiglia almeno per un pomeriggio e, straordinariamente, c'era riuscito: Karini e Yuzu erano andate a studiare da compagne di scuola e Isshin Kurosaki si stava prendendo cura dei propri pazienti nella clinica, una volta tanto.
La casa, quindi, era vuota, e Ichigo assaporava la prospettiva di avere diverse ore a disposizione per stare finalmente un po' da solo con Rukia senza doversi guardare alle spalle per ogni singolo rumore. Non che avesse in programma nulla di vietato ai minori, desiderava semplicemente di starsene tranquillo con la sua Rukia, senza interruzioni e senza lo sguardo esaltato di suo padre che stava chiaramente già pianificando il loro matrimonio.
Inizialmente, Ichigo aveva pensato di organizzare qualcosa di speciale, qualcosa di veramente indimenticabile, qualcosa che avrebbe fatto pensare a Rukia che lui era il fidanzato perfetto. Tuttavia, si era ritrovato tragicamente a corto di idee. Niente gli sembrava abbastanza interessante per lei né abbastanza originale da costituire un appuntamento invidiabile per una ragazza. Doveva ammettere che più la sua relazione con Rukia andava avanti, più si rendeva conto di non essere preparato a quella situazione e più scopriva che la sua capacità di improvvisazione non era così sviluppata. Sperava soltanto che a lei, in qualche modo, la loro relazione piacesse anche così, perché davvero non sapeva cosa inventarsi per migliorarla.
Per sua fortuna, Rukia sembrava perfettamente soddisfatta di come andavano le cose tra loro.
Quando le aveva parlato di quel pomeriggio in casa, invece di mostrarsi delusa (come lui aveva temuto) per la scarsità di romanticismo e fantasia dimostrata dal suo ragazzo, la shinigami aveva sorriso con aria deliziata (e deliziosa) commentando che un pomeriggio di tranquillità era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento e che sarebbe stata felicissima di passarlo assieme a lui. Ichigo aveva sorriso, felice di aver fatto la cosa giusta, anche se solo grazie ad un colpo di fortuna.
Si erano dati appuntamento alle tre, e Rukia arrivò puntualissima, portando con sé una torta al cioccolato e il proprio buonumore.
Ichigo, da parte sua, si era dato da fare per sistemare la casa e aveva sfoderato la sua play station 3 e una selezione di giochi che sperava potessero piacere alla sua lei. Soltanto mentre li tirava fuori dallo scaffale si era reso conto che non sapeva se Rukia avesse mai giocato con una console in vita sua e nemmeno quale tipo di giochi potessero piacerle. Sperava che almeno uno di quelli in suo possesso potesse essere di suo gradimento.
-Che cosa sono quelli?- domandò Rukia, indicando proprio la console e i giochi appoggiati vicino ad essa.
-Servono per giocare- rispose Ichigo, rendendosi improvvisamente conto che non sapeva come spiegare l'uso di quegli oggetti a qualcuno che non ne avesse già un'idea, anche solo vaga -Forse è meglio che ti faccia vedere come si fa-
Lei annuì, incuriosita.
Ichigo prese in mano il controller sentendosi più insicuro che mai. Ma cosa stava facendo? Non solo non era abbastanza colto o abbastanza fantasioso per portare la propria ragazza al cinema, a teatro o anche soltanto a fare una passeggiata nel parco; ora le proponeva addirittura di giocare ai videogiochi come se quello, invece di un appuntamento romantico, fosse un incontro tra due compagni delle elementari! Immaginava perfettamente che cosa avrebbe detto Byakuya se avesse scoperto che sua sorella era costretta a sopportare situazioni di quel genere: che erano squallide e che lo Shinigami Daiko era uno sprovveduto ed era pure dotato di pessimo gusto. Renji, probabilmente, avrebbe apprezzato quel tipo di passatempo, ma il fatto che il Tenente della Sesta fosse a favore faceva temere ancora di più ad Ichigo di aver sbagliato completamente mossa. Renji, dopotutto, non sembrava essere un esperto di appuntamenti galanti.
Senza che Rukia avesse il tempo di dire nulla, Ichigo appoggiò il controller a terra e sorrise, imbarazzato.
-Sai che c'è, Rukia? Ora... ora non ho molta voglia di giocare, che ne dici se facciamo qualcosa di diverso?- propose, senza sapere neppure lui dove stava andando a parare.
Rukia era confusa dall'atteggiamento impacciato e contraddittorio del suo compagno, ma era davvero troppo educata ed innamorata per fargli notare che si stava comportando da schizofrenico. Una volta sicuramente lo avrebbe subito preso in giro per la sua indecisione, ma ora nemmeno lei era più sicura di niente quando lo aveva accanto e non se la sentiva di sgridarlo per un difetto che sentiva essere anche suo.
-D'accordo- rispose, sorridendogli -Che cosa vorresti fare?-
Ichigo ammutolì. Non ci aveva pensato. Non riusciva a pensare a niente. Perché il suo cervello si rifiutava di funzionare proprio quando ne aveva più bisogno? In battaglia aveva sempre fatto il suo dovere, mentre ora lo lasciava imbarazzato a fare una figuraccia dopo l'altra proprio davanti a colei davanti alla quale avrebbe voluto apparire soltanto come eroico e meraviglioso.
-Ehm...- farfugliò, cercando di prendere tempo.
Lei rimase in attesa, osservandolo con un misto di dolcezza e impazienza.
-Che... che ne dici se andiamo al cinema?- propose infine lo Shinigami Daiko, in uno sforzo che gli parve erculeo.
Il viso di Rukia si illuminò nella tranquillità del salotto e la piccola shinigami sorrise.
-Non sono mai stata in un cinema del mondo materiale, sono curiosissima!- esclamò.
Ichigo si concesse un piccolo sospiro di sollievo. Dopotutto, forse non era così un disastro come ragazzo. Forse.
Per mezz'ora i due shinigami lessero trame e guardarono trailer dei film in programmazione a Karakura in quel momento, senza riuscire a decidere che cosa guardare. Infatti ,nessuno dei due voleva fare da guastafeste dicendo chiaramente cosa non gli sarebbe piaciuto. Ichigo non aveva il coraggio di rifiutare categoricamente le commedie romantiche temendo che lei invece le amasse e Rukia non osava affermare che anche lei non le sopportava e che avrebbe preferito un film d'azione o anche un cartone animato. Ogni volta che il pensiero la sfiorava pensava ad Inoue, al suo favoloso corpo anche troppo femminile e si sentiva un pesce fuor d'acqua. Lei, così impacciata e così poco femminile nell'aspetto, temeva di tradirsi dimostrandosi un maschiaccio anche nei gusti. Pareva che entrambi avessero curiosamente dimenticato di conoscersi oramai da molto tempo e di piacersi proprio perché i loro caratteri per molti versi erano simili. Rukia non immaginava che Ichigo amasse di lei proprio la sua spontaneità e il modo in cui era diversa da ogni altra ragazza che conosceva. Lui, dal canto suo, non aveva abbastanza stima in se stesso da rendersi conto che le piaceva proprio per quello che era e non per quello che forse avrebbe potuto essere.
Infine, si accordarono su un film di samurai, che sembrò a tutti e due una scelta sufficientemente adatta alle loro abitudini ed abbastanza neutra da consentire loro di non sbilanciarsi con dichiarazioni irrevocabili sui propri gusti. Ichigo pensò che se il film si fosse rivelato troppo noioso avrebbero sempre potuto andarsene in anticipo e mangiare un gelato da qualche parte o passeggiare per le vie di Karakura, magari tenendosi per mano. Rukia pensò che aveva sentito mille volte raccontare da Matsumoto che i giovani nei cinema si baciano di nascosto nelle file sul fondo della sale e che, forse, era venuto anche per lei il momento di attraversare quel rituale romantico.
Tuttavia, quando finalmente furono pronti per uscire e Ichigo aprì la porta di casa, i due scoprirono che nel tempo che avevano impiegato per decidersi il tempo era cambiato e ora Karakura era investita da quello che sembrava un parente molto stretto del diluvio universale.
Rukia osservò il cielo grigio scuro con aria delusa.
-Accidenti, oramai ci tenevo tanto...- commentò distrattamente.
Ichigo fece spallucce. Sembrava che quel suo appuntamento non dovesse andare bene per nulla al mondo! Possibile che fosse così sfortunato, oltre che così inetto nell'organizzarsi? Era forse in atto una cospirazione contro di lui?
-Beh- disse lei rientrando verso il salotto -Non ci resta che mangiare la torta che ti ho portato-
Il Sostituto Shinigami, che aveva persino dimenticato il dolce, le sorrise dolcemente chiudendo la porta alle proprie spalle.
-Ma certo!- le rispose velocemente per non farle pensare che il suo gesto fosse poco gradito.
Rukia, muovendosi come se fosse a casa propria, apparecchiò rapidamente il tavolo da pranzo con due tovagliette, due piattini e due bicchieri e sfoderò la torta che le era costata tanta fatica, sperando che fosse almeno commestibile e che Ichigo non si rendesse mai conto che aveva chiesto aiuto a quasi tutta la Soul Society per farla.
Ichigo addentò allegramente la prima fetta e sorrise soddisfatto mentre briciole di cioccolato gli si aggrappavano alle guance e alle labbra.
Anche Rukia sorrise, in parte per il sollievo (la torta era veramente buonissima!) e in parte perché lui era così inconsapevolmente bello, anche con il viso affondato fino alle orecchie nella torta.
Per un po' furono liberi del loro perenne imbarazzo. Mangiarono assieme diverse fette di torta e risero parlando delle solite cose: la Soul Society, il contrasto tra Byakuya e Renji, l'uno così preciso e l'altro così pasticcione. Ichigo raccontò storie sull'Undicesima Divisione, una fonte inesauribile di divertimento e follia, Rukia rise e gli parlò dei due terzi seggi della Tredicesima e del modo comico e tenero in cui si prendevano cura di Ukitake (spesso e volentieri esagerando con le loro premure e finendo per fare più danni che altro).
Ad un tratto Rukia si rese conto di come le cose stessero improvvisamente procedendo in modo naturale e spontaneo, senza bisogno di porsi tutti quei problemi su quale fosse la cosa giusta da dire o da fare. Dopotutto lei adorava Ichigo proprio per la sua naturalezza, per il suo temperamento istintivo e genuino, per il suo sapersi sempre comportare nel modo adatto alla situazione senza pensarci troppo, facendo la cosa giusta al momento giusto soltanto perché l'avvertiva a pelle, senza passare ore a pensarci.
-Che c'è?- domandò lui, interrompendo quello che stava dicendo.
Rukia arrossì. Si era accorto che non lo stava ascoltando, che si era persa nei suoi pensieri!
-N-niente...- rispose, di nuovo impacciata -Come mai?-
-Stavi facendo un sorriso strano- rispose Ichigo, incuriosito.
-Scusami- replicò lei -Stavo solo pensando che sto bene così... con te-
Le guance di Ichigo divamparono in modo incontrollabile e lui si schiarì la voce, sperando che questo in qualche modo potesse farle tornare di un colore normale.
-Anch'io... anch'io sto bene così, con te- replicò, distogliendo lo sguardo da lei per l'imbarazzo.
Rukia sorrise e si alzò dalla sedia senza aggiungere altro. Ichigo la guardò stupito mentre lei andava a sedersi sul divano e gli faceva cenno di seguirla.
-Perché non vieni qui con me?- domandò lei, con tono inconsapevolmente seducente.
Ichigo deglutì e si alzò immediatamente da tavola, come obbedendo ad un ordine, e si sedette vicino a lei, così vicino che avrebbero potuto toccarsi, se lo avessero voluto.
Rukia lasciò scivolare via le ciabatte dai piedi sottili e, con un movimento fluido, ripiegò le gambe sul divano inclinandosi al tempo stesso verso di lui e appoggiandosi al fianco destro di uno stupitissimo Ichigo.
-Il rumore della pioggia è bellissimo- commentò, assorta in chissà quali pensieri.
Ichigo le passò un braccio attorno alle spalle in silenzio, ascoltando il suono delle gocce che cadevano sui vetri delle finestra.
Rimasero in quella posizione per un po', pensando a tutti e a niente. Ogni tanto Ichigo accarezzava lentamente la spalla di Rukia e lei si muoveva appena contro di lui, coccolandolo appena con il suo copro sottile.
Dopo un po', il telefono che Rukia portava con sé squillò e Ichigo si scosse dal proprio torpore.
La ragazza, sollevandosi dalla spalla dello Shinigami Daiko, si affrettò a frugare nella propria borsetta e a rispondere.
-Sì...?-
Ichigo rimase in silenzio ad osservarla mentre la sua attenzione era rivolta alla persona all'altro capo del telefono. Sperava che non fosse qualcuno venuto a sottrarla al loro per ora piuttosto impacciato pomeriggio assieme. Voleva avere ancora l'occasione di fare qualcosa di concreto con quell'appuntamento, improvvisamente era quasi certo di esserne in grado.
-Tutto bene- disse la ragazza, sorridendo appena -Mi sto concedendo un po' di riposo-
Istintivamente, Rukia si alzò dal divano e prese a camminare per la stanza.
Ichigo pensò con un po' di malinconia che lei si era allontanata e si chiese se fosse stato davvero un gesto puramente istintivo o se lei non volesse piuttosto impedirgli di ascoltare la conversazione.
Subito dopo, si disse che stava diventando paranoico e che essere innamorato gli faceva un brutto effetto. Doveva darsi una calmata. Promise e se stesso che, piuttosto che essere ossessivo riguardo a chi telefonava alla sua Rukia, avrebbe reso il tempo che trascorreva con lui così appagante da farle dimenticare l'esistenza del telefono.
Nel frattempo, la conversazione della ragazza era andata avanti con qualche frase banale e, finalmente, lei salutò e terminò la conversazione.
-Scusami- disse, rivolgendosi a lui -Credevo di averlo spento.-
-Chi era?- domandò lui, d'istinto, senza lasciarsi il tempo di chiedersi se non fosse un po' fuori luogo fare una domanda personale come quella.
Rukia, per fortuna, non sembrò infastidita e, spento il telefono, lo ripose nella borsetta.
-Nii-san voleva assicurarsi che stessi bene- rispose.
Ichigo cercò di ignorare il brivido che gli aveva oltrepassato la schiena al pensiero di un Byakuya nervoso e preoccupato delle sue intenzioni con la sorella. Avrebbe evitato quello sguardo freddo e quella conversazione più a lungo possibile, a costo di non farsi mai più rivedere nella Soul Society.
-Che c'è?- chiese Rukia, sedendosi di nuovo al suo fianco.
-Niente- replicò velocemente lui, cercando di scacciare l'immagine di Byakuya dalla sua mente per la seconda volta in poche ore.
Rukia rimase in silenzio, come aspettando che lui prendesse di nuovo in mano le redini della situazione.
Ichigo cercò di ignorare la voce dentro di sé che lo rimproverava ancora una volta per essere un ragazzo veramente inetto e prese di nuovo in mano i controller della play station.
-Beh, visto che il cinema è saltato, che ne dici se ti mostro quella cosa di cui parlavamo prima?-
Rukia gli fece un sorriso decisamente incoraggiante.
-Mi piacerebbe molto- rispose, allegra.
Lo Shinigami Daiko rilassò i muscoli delle spalle e accese play station e schermo della tv, si sedette di nuovo sul divano accanto a lei e le porse un controller.
Quando lo schermo di accese caricando l'ultima schermata di gioco, Ichigo si rese conto che ultimamente si era dedicato al retrograming riscoprendo Final Fantasy 7, al quale aveva giocato soltanto da bambino e che per molti versi non era riuscito ad apprezzare come ora invece stava facendo.
-Ooh- fece Rukia, stupita dalle immagini decisamente poligonali apparse sullo schermo.
-Ehm... questo è un gioco vecchio, forse vorresti provare qualcosa di più nuovo...- farfugliò Ichigo, alzandosi per recuperare il cd di qualche capitolo più recente.
Rukia, tuttavia, lo trattenne delicatamente per la maglietta e lo invitò a sedersi di nuovo accanto a lei.
-Tu stavi giocando a questo, fammi vedere che cos'è-
Ichigo si ricordò della promessa di rilassarsi ed essere meno impacciato e decise di accontentare la richiesta che lei gli aveva fatto, dunque si mise a raccontarle la trama del gioco e il meccanismo che le consentiva di controllare le azioni dei personaggi premendo i vari pulsanti dei controller.
Rukia sembrava assolutamente deliziata e incuriosita da quel mondo a lei completamente estraneo e volle cimentarsi immediatamente nelle battaglie, ridendo per le buffe mosse dei personaggi e affezionandosi alla fanfara della vittoria.
Finalmente, i due avevano rotto definitivamente il ghiaccio e trovato un'attività capace di farli divertire fio a sera. Si accorsero di quanto tempo era passato soltanto al rientro di Yuzu e Karin che accesero la luce lamentandosi del buio nella stanza.
Prima che tornasse anche Isshin e pretendesse di avere Rukia ospite a cena, Ichigo ritenne che fosse il caso per la ragazza di tornare nella Soul Society. Lei confermò che era ora di andare facendo riferimento alla telefonata di Byakuya e al fatto che sarebbe stato in pensiero se non si fosse fatta viva per cena.
Salutandosi sulla porta di casa, Rukia si sollevò per dargli un bacio sulla guancia e Ichigo sentì chiaramente il capogiro.
La prossima volta, promise alle stelle oramai splendenti nel cielo, le avrebbe regalato un vero appuntamento romantico da manuale.
  
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