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Autore: Raven Callen    11/01/2016    3 recensioni
Storia ambientata nell'ultimo episodio dell'anime | Descrizione di quello che i vari membri dell'Host Club hanno provato nel sapere della chiusura del club e del ritiro del King.
"Because...Everyone loves the Host Club!"
***
Salve, gente ^^
Con questa long faccio il mio esordio in questo fandom.
Host club mi è sempre piaciuto tantissimo e sono contenta che finalmente sia giunta a me un po' di ispirazione per scriverci su. Spero che la storia vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NdA: L'ordine con cui sono disposti i capitoli segue la comparsa e il ruolo dei personaggi nel corso dell'episodio.
Infatti, prima appare Mori che apre un varco ad Haruhi e gli altri, poi Kyoya che spinge la ragazza a inseguire il loro King, poi ancora Honey-sempai che trattiene le guardie, i gemelli Hitachiin, e infine Haruhi.


Ho sempre pensato che Kyoya, tra tutti, fosse quello che più ci ha guadagnato dall'Host Club. E quindi quello più agguerrito quando si tratta di difenderlo. Solo perchè sta sempre dietro le quinte non significa che non sarebbe disposto a tutto pur di difendere qualcosa che gli è caro.
 












Kyoya Ootori è un bravo figlio. Vuole compiacere suo padre, vuole conquistare la sua approvazione e raggiungere le sue aspettative.
Vuole dimostrargli di essere degno di succedergli tanto quanto i suoi fratelli maggiori.
 
- Kyoya, nella tua scuola arriverà presto il figlio di un alleato finanziario della Compagnia. Voglio che ti avvicini a lui, hai capito? Cerca di agire in modo amichevole. -
- Hai, Otou-san. –
Suo padre gli fa una richiesta? Nessun problema, Kyoya Oootori sarà in grado di esaudirla.
Non importa se quel ragazzo non gli ispira nessuna simpatia, non importa se non lo vede assolutamente come un amico, non importa se deve fingere di essere gentile, non importa se sorridere gli costa un certo sforzo.
Non importa.
Suo padre non vuole che si mostri per quello che è, vuole che porti a compimento quanto richiesto. Vuole che lui sia un figlio diligente e in grado di gestire qualunque situazione. Vuole che lui sia un uomo d’affari.
E vuole che lo sia costantemente – a scuola, a casa, sempre – senza smettere mai, senza posare mai la maschera.
Non vuole che Kyoya sia se stesso.
Che poi, non ricorda più… chi è in realtà Kyoya Oootori?
 
 
***
 
Il pugno con cui ha ammaccato il cofano della macchina ancora gli duole (fa male da impazzire) ma Kyoya non esita ad afferrare le spalle della brunetta.
Non esita a stringere un po’ più forte, per imprimere meglio il concetto.
- Haruhi, riporta indietro quell’idiota. -
Perché se c’è qualcuno che quell’idiota melodrammatico di un francese ascolterà, quella è la sua “bambina”.
Certo, vorrebbe essere lui quello che lo riporterà indietro, e magari anche prenderlo per il collo. Ma va bene così.
Ce la farà.
“Quel baka non può mollarci così. Riportate indietro Tamaki.”
 
***
 
 
 
- Ohi, Kyoya, per l’Host Club di domani avevo pensato ad un tema esotico, qualcosa di orientale… O magari tropicale. Che ne dici? -
Kyoya scuote il capo, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra.
- Siamo a Dicembre, Tamaki… - sbuffa, indicando i nuvoloni grigi in cielo e la neve fredda che vortica all’esterno.
- Appunto! Chi mai penserebbe di trovare un paradiso esotico, con il freddo che c’è fuori? Riscaldando i cuori di tutte le ragazze dell’Ouran con un clima mite, rallegreremmo loro la giornata! Allora? –
Tamaki rimane in attesa, fissandolo entusiasta con una tazza di tè in mano. Dovrebbe davvero smetterla di farlo entrare, se lo ripete ogni qual volta che quel seccante biondino si auto-invita a casa Oootori e insiste per far preparare il kotatsu invernale.
Kyoya studia attentamente i suoi occhi violetti che scintillano in un modo che oscilla tra l’infantile e l’inquietante.
- Trovo che sia un’idea stupida, degna del Baka quale sei. – sbotta infine, tornando a sorseggiare il suo tè.
L’espressione di sconcerto e delusione è quasi immediata, ma Kyoya non prova alcun tipo di rimorso nell’infierire così sul suo entusiasmo assurdo e sempre fuori luogo.
- Nee, Kyoya, hai di nuovo quello sguardo da cattivo ragazzo… - borbotta, guardandolo di traverso. Gli mette su anche il broncio, quel francese stravagante, ma come al solito non dura più di una trentina di secondi. Poi sorride, come quella prima volta nella sua stanza. – Ma anche se sei un Oni cattivo mi aiuterai lo stesso, giusto Oka- san? -
Niente da fare, è proprio irrecuperabile.
- Temo di si, Baka. Temo di si. - ed è solo da quando Tamaki è diventato suo amico, che sorridere non gli costa più fatica.



 
  
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