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Autore: gabri99    18/01/2016    2 recensioni
Due giovani separati dalla nascita destinata a salvare tutte le razze si incontreranno e intraprenderanno un viaggio per imparare a controllare loro stessi .
"Kyle si rizzò di scatto sul letto. Il cuore batteva frenetico nel petto, la fronte era madida di sudore. D'istinto afferrò la spada che solo poche ore prima lui stesso aveva forgiato. Le rune della terra brillavano intensamente, proiettandosi sulle pareti creando un grottesco disegno di luce. Tutto intorno a lui era tranquillo e pacifico. Il ragazzo no capiva cosa lo avesse svegliato in quel modo. Kyle girò la spada per vedere se anche le rune del fuoco brillavano come quelle ella terra. Rimase a metà tra lo stupefatto e il terrorizzato quando si accorse che le rune che componevano la parola “fuoco” ,che lui stesso aveva inciso sulla lama, erano scomparse. Sperando di essersi sbagliato passò più volte la mano sul filo della lama, ferendosi maldestramente il mignolo, per accertarsi che le rune fossero veramente scomparse. L'arma era liscia al tatto, nel punto in cui prima era stata incisa la scritta ora non c'era altro che una levigata superficie di solido metallo."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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libro capitolo 2

Kila



Kila sedeva al centro dell'ampia radura , circondata da fitti e intricati rovi, il suo respiro era affannato, la pelle madida di sudore rifletteva i brillanti raggi del sole. Intorno a lei fluttuavano a alcuni passi da terra una decina di pietre grandi quanto un pugno, ogni tanto le pietre ondeggiavano minacciando di cadere ma poi tornavano docilmente nella loro posizione.

Era da 2 ore che manteneva attivo l'incantesimo, era esausta, evocare il vento per alzare delle pietre non era un gran compito per Kila, ma mantenerle a quella altezza per tutto quel tempo la aveva sfibrata. Intorno a lei tutto taceva , aveva escluso dalla sua mente tutto ciò che non fosse il vento, gli occhi aperti non vedevano, le orecchie non sentivano e il naso non avvertiva nessun aroma, avrebbero potuto attaccarla 100 Okawh senza che lei se ne accorgesse. Le energie incominciarono a finire, le costava sempre di più mantenere l'incantesimo, piano piano la concentrazione svanì, alle sue orecchie iniziarono a giungere i primi timidi suoni, gli occhi si illuminarono di una luce bianca, lentamente le sagome davanti a lei presero forma. Le pietre iniziarono a precipitare una dopo l'altra, ne rimaneva solo una ancora in aria, la pietra ondeggiò , Kila fece un ultimo sforzo ma la pietra iniziò a scendere lentamente verso terra fino adagiarsi sulla morbida erba. La ragazza riprese pieno possesso dei suoi sensi, un turbine di sensazioni la investì confondendola, i suoni, la luce e gli odori creavano un miscuglio inebriante. Arrivò anche la stanchezza, le gambe si fecero pesanti e le braccia ricaddero lungo i fianchi, Kila si lasciò cadere all'indietro dolcemente, ogni respiro era una fitta,come se mille aghi le si conficcassero nei polmoni. , al voce proveniva dai margini della radura dove un bellissimo elfo sedeva rilassato, intorno a lui fluttuavano 10 pietre grandi il doppio di quelle di Kila, l'elfo faceva guizzare gli occhi tra una pietra e l'altra controllandone l'assetto. Era in quella posizione dallo stesso tempo di Kila ma non sembrava per niente affaticato.

< Grazie maestro, tutto merito vostro> rispose Kila cercando di mascherare il dolore, faticosamente si rimise seduta e poi in piedi , il corpo le doleva tutto , si costrinse a rimanere impassibile. Lentamente si avvicinò al maestro fino a arrivare a pochi passi dal cerchio di pietre < come fate a dominare un incantesimo tanto faticoso con tale maestria? > domandò all'elfo, il maestro diede un ultima controllata alle pietre alla sua sinistra e poi rispose alla ragazza < vedi Kila , mentre tu hai cercato e sei riuscita brillantemente a incanalare i venti sotto le pietre io mi sono limitato a creare una forte corrente dal basso verso l'alto grazie al calore, riscaldando tutta l'aria sotto ogni pietra, questo permette di risparmiare molte energie, in più io ho moltissimi anni di esperienza e in tutto questo tempo ho potuto affinare la mia tecnica e rafforzare molto il mio corpo. > il maestro si alzò in piedi, le pietre ondeggiarono per un momento ma l'elfo riprese subito il controllo dell'incantesimo, < credo che io alla tua età non sarei riuscito neanche a alzare le pietre utilizzando la tua tecnica, sarei riuscito forse a domare una brezza leggera > Kyle fu stupita del complimento dell'elfo, vivendo con lui aveva imparato che quelle poche volte che gli elfi dispensavano complimenti significava che erano rimasti realmente colpiti. Questo pensiero le fece comparire un largo sorriso sul viso, poi si affrettò a ringraziare imbarazzata < gra-grazie maestro ,le vostre lodi valgono molto per me>

< come è giusto che sia > ribatte l'elfo sorridendo. < Vieni, è ora di tornare a casa , si sta facendo buio e non voglio passare la notte all'addiaccio >, i due imboccarono un sentiero nel bosco che conduceva verso ovest, verso i monti del confine.

Durante il tragitto nel bosco regnò il silenzio, il bosco si ammutoliva al loro passaggio come intimidito dall'enorme potere dell'elfo. Kila era una ragazza di 15 anni, i tratti elfici , gli occhi verdi e i capelli castani facevano pensare a una giovane elfa, un unico particolare smentiva quella tesi, le orecchie arrotondate. Lei era molto diversa da qualsiasi umana il maestro avesse mai incontrato prima d'ora , i suoi sensi erano sviluppatissimi, era agile e veloce e aveva una incredibile padronanza degli elementi. Piano piano il bosco iniziò a farsi più rado, gli alberi più nodosi e il terreno pietroso. Arrivarono al limitare della boscaglia a pomeriggio ormai inoltrato, davanti a loro si innalzava in tutta la sua maestosità il monte Inad, la montagna più alta della catena dei monti di confine. Il loro sentiero continuava ad avanzare fino alle pendici del monte dove iniziava a salire serpeggiando sul suo ripido versante. Quella vista lasciava ogni volta Kila senza fiato. Il monte sembrava essere stato colpito da un qualche cataclisma in epoche remote, infatti la punta era largamente sbeccata e tutto il versante est era ricoperto di massi di ogni dimensione. Fecero una breve sosta dove consumarono frutta secca e una energetica poltiglia che preparava il maestro, serviva per recuperare le forze dopo il prolungato uso di magia. Purtroppo era solo un sollievo provvisorio, l'unico modo per riprendersi da una stanchezza così profonda era riposare.

Forti di nuove energie iniziarono l'ascesa, il sentiero era impervio ma non inagibile, l'elfo avanzava senza fatica , seguito dalla ragazza che cercava di apparire impassibile all'affaticamento. Quando ebbero percorso ormai metà strada Kila domandò timidamente < maestro mi potrebbe raccontare di quel giorno? > il maestro non rispose subito, Kila lo considerò come un rifiuto , poi dopo qualche minuto il maestro esordì < era inverno, le orde di Okawh e orchetti si erano radunate nella pianura in un esercito possente, appena le avvistai in lontananza temetti volessero attaccarci, ma no , loro ambivano a un premio più semplice da conquistare, si accamparono alle porte di Teiphos, proprio sotto il monte Inad, e iniziarono l'assedio. Cercai molte volte di convincere i miei compagni di attaccare i mostri per salvare gli uomini ma loro erano accecati dall'odio, odiavano gli uomini , sentimento che veniva ampiamente ricambiato. Mai mi sarei aspettato però che la mia razza si macchiasse di un simile crimine > tacque per alcuni minuti, Kila sapeva che stava maledicendo in silenzio tutti quelli che condannarono Teiphos alla rovina. < Dopo una settimana di assedio gli Okawh sferrarono l'attacco finale , forti di un potere inimmaginabile, perfino io da quella distanza riuscii a vedere chiaramente le mura avvampare e crollare, lasciando liberi passaggi che permisero ai mostri di penetrare nella città e distruggerla. > questa volta il silenzio durò più a lungo, una lacrima scivolò lentamente sulla guancia dell'elfo, con la voce rotta dalla rabbia continuò < la città fu distrutta nessuno sopravvisse. Dopo qualche giorno dalla distruzione di Teiphos qualcuno bussò alla porta della mia piccola dimora. Un giovane elfo mio amico con in braccio un fagotto di stracci mi chiese di aiutarlo, il suo volto era triste e affranto. Mi chiese di accudire la creaturina fino al suo ritorno. Inizialmente rifiutai quell'incarico ma poi capii che solo così avrei potuto liberarmi dei sensi di colpa > il viso dell'elfo si addolcì < quella creaturina eri tu.>.

Un brivido corse lungo la schiena di Kila, l'elfo aveva la straordinaria capacità di rendere la più noiosa e trite delle storie un appassionante racconto < grazie di avermelo raccontato maestro >. Il resto del viaggio trascorse in silenzio , Kila meditava su quanto l'elfo le aveva appena detto. Lei aveva sentito quella storia molte volte, ma non era mai riuscita a rispondere a nessuno dei quesiti che la assillavano: perché un elfo la aveva fra le braccia mentre lei era ancora in fasce? Perché non era più tornato?

Kila sospettava che il maestro conoscesse la risposta ad almeno una di queste domande, ma tutti i suoi tentativi di conoscere la verità erano falliti, ogni volta che la ragazza rivolgeva la domanda diretta all'elfo ,lui rispondeva elusivamente e sorridendo, distraendo Kila dalla domanda principale. Mancava ormai poco alla dimora dl maestro, una piccola casupola di legno costruita ai margini di un passo di montagna,al maestro era stato assegnato il compito di sorvegliare il passaggio, lui da solo avrebbe potuto decimare un esercito di Okawh e orchetti.

Quando il sentiero iniziò a farsi meno ripido i due iniziarono una leggera corsa, a breve furono in vista della abitazione che si stagliava nitidamente sul cielo rosso del tramonto.

Arrivarono alla costruzione quando il sole era tramontato da pochi minuti, l'aria fredda pungeva la pelle della ragazza. Dalla finestra rivolta a sud si poteva vedere la piana dove un tempo sorgeva Teiphos. La casa era arredata interamente il legno e tutti gli oggetti erano stati intagliati personalmente dal maestro. I due si misero al lavoro per preparare la cena, la carne procurata il giorno prima dall'elfo costituì un sostanzioso pasto per riprendersi dalla lunga camminata e dall'utilizzo della magia. Quando ebbero entrambi finito di mangiare Kila aprì bocca come per parlare ma si fermò quando il maestro la precedette < andiamo fuori a allenarci un po' con le armi, ormai è da due giorni che non ti eserciti e non vorrei mai che tu perdessi la tua abilità > , i due si alzarono e dopo essersi lavati uscirono dalla casa.

< Vai tu Kila, ecco le chiavi del deposito, prendi le spade, oggi ci eserciteremo con quelle> , la ragazza corse verso il capanno , sollevata dalla scelta del maestro, la spada era l'arma con cui riusciva meglio a fronteggiare l'elfo, a suo dire lei era incredibilmente abile per la sua età.

Prese la spada del maestro e quella che lui aveva forgiato apposta per lei, era una spada lunga e stretta , leggermente curva , poteva tagliare perfino l'acciaio e gli incantesimi che la proteggevano erano stati applicati al metallo mentre veniva forgiato.

Porse l'altra lama all'elfo, la forma era simile a quella di Kila, lentamente il maestro la estrasse dalla fodera, la spada riluceva di mille sfaccettature, sembrava che il metallo fosse stato scolpito invece che forgiato. Quella lama avrebbe potuto tagliare la roccia e il metallo con molta più facilità di quella di Kila, infatti l'elfo durante il duello doveva proteggere l'arma della ragazza con un incantesimo per evitare di distruggerla.

I due si misero in posizione, uno di fronte a l'altro, la spada pronta per colpire. Fu l'elfo a fare la prima mossa, la spada tesa in avanti mirando al petto della ragazza , Kila deviò la lama alla sua destra costringendo l'elfo a lasciare il fianco scoperto, la sua lama guizzò sicura di poter finalmente colpire il maestro ma fu bloccata dall'arma dell'elfo che con un innaturale torsione della spalla era riuscito a intercettare la spada della ragazza , i due fecero un balzo indietro. Kila studiò meglio l'elfo, non sembrava per niente affaticato, fece un balzo in avanti scambiando una serie di colpi serrati e veloci con il maestro, ogni colpo veniva intercettato poco prima di arrivare al bersaglio. Con una finta magistrale l'elfo confuse Kila costringendola a lasciare il petto scoperto.

Con un movimento lento e aggraziato portò la spada proprio sul cuore della ragazza. Si immobilizzarono entrambi. Kila ansimava , l'elfo invece era rilassato, nei suoi occhi brillava una scintilla divertita. All'improvviso la ragazza con un movimento impossibile per un uomo normale si piegò all'indietro e scosto la spada del maestro con un fendente. La mossa la fece quasi cadere a terra, appena ebbe ripreso l'equilibrio iniziò a incalzare l'elfo con colpi veloci e mirati , sembrava che i due danzassero più che combattere , le spade si muovevano come appendici delle braccia, i corpi si intrecciavano e si allontanavano così velocemente che era quasi impossibile seguirli. Combatterono per più di mezzora , durante la quale Kila collezionò qualche nuovo livido ma l'elfo rimase intoccato.

Fu il maestro a concludere il duello, con un rapido movimento del polso disarmò Kila, i due si fissarono , entrambi ansimanti, la spada atterrò su un masso piantandosi dentro la roccia per 2 spanne con una nota secca. Ormai si era fatto buio e la visibilità era minima , Kila era esausta , sperava che l'elfo le concedesse una pausa. E il suo desiderio fu esaudito.

< Complimenti Kila, non è per niente facile tenere testa ad un elfo per oltre mezzora > esordì il maestro mentre si avviava per recuperare la spada della ragazza . Una altro complimento, 2 nella stessa giornata, oggi il suo maestro era proprio di buon umore pensò divertita Kila.

< Vieni rientriamo, così potrò mostrarti i tuoi errori con un tetto sopra la testa > le disse mentre le porgeva la spada, il filo non era neanche rimasto graffiato dall'urto col la roccia. I due entrarono in casa mentre la luna sorgeva dietro il monte.

   
 
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