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Autore: nowtellmeastory    21/01/2016    0 recensioni
Matt, testardo e decisamente poco incline alle regole in generale, aveva già abbandonato la postura da seduto sul lettino per rimettersi in piedi ed avviarsi alla soglia della porta.
«Non può uscire, non ha ancora il referto.»
Lo aveva fermato a voce Astrid, con la mano sinistra ancora sul carrello e la destra lasciata cadere mollemente lungo il rispettivo fianco. Gli occhi erano puntati sulla muscolosa figura dell'uomo tatuato.
«Farai finta di non aver visto nulla e saremo felici tutti. Buonanotte.»
Sanders si voltò nuovamente verso l'uscita della stanza, ma Astrid allontanò la mano sinistra dal carrello e a falcate veloci si diresse verso la porta, posizionandosi esattamente di fronte al musicista che si trovava così davanti a lei in fedele compagnia di uno sguardo tra il contrariato ed il truce.
«Ti chami Astrid, giusto? Ecco, Astrid, devi sapere che l'altra mano è ancora buona: non costringermi ad usarla per spostarti dalla porta, perchè non è decisamente il momento per me di fare questi giochetti. Potrei farti male.»
«Non è un giochetto, bensì il mio lavoro. Torni al suo posto, signor Sanders.»
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo.

Non aveva mai fatto caso a quanto fossero stupidamente bianche le pareti delle stanze d'ospedale, o meglio del pronto soccorso, anche perchè non ci passava mai volentieri del tempo all'interno, eppure quella volta era stato costretto da un pugno in più durante una rissa. Matt, trentaquattro anni appena compiuti ed una band affermata alle spalle, aveva avuto una discussione accesa con un uomo in un bar quella stessa notte, trovandosi così irrimediabilmente in pronto soccorso alle quattro del mattino, a causa della stessa discussione purtroppo – per lui – degenerata.
«Stia fermo un attimo, Mr. Sanders, altrimenti non posso ripulirle la ferita.»
«Faccia piano, almeno. Non sono ancora diventato un cadavere ed un po' di tatto sarebbe gradito.»
«Astrid, puoi venire un attimo e portarmi delle bende pulite? Il signore qui ne ha decisamente bisogno.»

«Arrivo, dottor Barnes.»

Astrid, ventotto anni, specializzanda in chirurgia e mancante di almeno sedici ore di sonno divise accuratamente in due notti consecutive. Quella notte era una della due.
Spingendo il carrello dalla stanza in cui lei si trovava fin nella stanza in cui si trovavano il dottor Barnes e Matt, la giovane donna si avvicinò al lettino dove il musicista stava seduto ed osservava con le labbra unite in una linea dura l'estesa ferita, verticale, riportata da lui sul dorso della mano sinistra. La ragazza, coperta da alcuni dei suoi abiti più comodi e dal tipico camice bianco, stava al fianco dell'esperto chirurgo capitato per caso di fronte a Matt nel momento in cui era entrato al pronto soccorso per farsi medicare, mentre le mani dell'uomo si muovevano intorno a quella sinistra – e ferita – del musicista. Dopo essersi assicurato di averla ripulita perfettamente, il dottor Barnes si impegnò nel fasciarla correttamente con le bende necessarie a tenerla chiusa e protetta dagli agenti esterni che avrebbero potuto generare l'infezione, dato che vi erano stati ritrovati all'interno anche dei pezzi di vetro, residui di una bottiglia rotta.

«Torno subito, devo chiedere all'infermiera di stampare il referto. Non si muova.»
Aveva detto il dottore lasciando la stanza senza troppi giri di parole. Matt, testardo e decisamente poco incline alle regole in generale, aveva già abbandonato la postura da seduto sul lettino per rimettersi in piedi ed avviarsi alla soglia della porta.
«Non può uscire, non ha ancora il referto.»
Lo aveva fermato a voce Astrid, con la mano sinistra ancora sul carrello e la destra lasciata cadere mollemente lungo il rispettivo fianco. Gli occhi erano puntati sulla muscolosa figura dell'uomo tatuato.
«Farai finta di non aver visto nulla e saremo felici tutti. Buonanotte.»
Sanders si voltò nuovamente verso l'uscita della stanza, ma Astrid allontanò la mano sinistra dal carrello e a falcate veloci si diresse verso la porta, posizionandosi esattamente di fronte al musicista che si trovava così davanti a lei in fedele compagnia di uno sguardo tra il contrariato ed il truce.

«Ti chami Astrid, giusto? Ecco, Astrid, devi sapere che l'altra mano è ancora buona: non costringermi ad usarla per spostarti dalla porta, perchè non è decisamente il momento per me di fare questi giochetti. Potrei farti male.»
«Non è un giochetto, bensì il mio lavoro. Torni al suo posto, signor Sanders.»

Era bastato quel breve scambio di battute a coprire l'arco temporale che aveva diviso l'uscita del dottor Barnes dalla stanza dal suo ritorno, quando ormai Matt era tornato a sedersi ed Astrid aveva ripreso con entrambe le mani il carrello per riportarlo nell'altra stanza.

«Ed ecco qui. Questo è il suo referto, cambi le bende una volta al giorno per i primi due o tre giorni e poi anche una volta ogni due, fino a quando la ferita non si richiuderà. Non è molto profonda, dunque basterà poco tempo. Ah, le raccomando anche di ripulirla prima di cambiare le bende, ovviamente.»
«Certo, la ringrazio. Buonanotte, dottore.»

Uscendo dalla stanza, Matt incrociò per l'ultima volta lo sguardo di Astrid, che si stava liberando dal camice per poter riprendere le proprie cose e tornare a casa, dato che il suo turno era ormai finito. Lei all'interno della stanza adiacente a quella lasciata poco prima, lui che usciva proprio da quell'ultima, diretto verso le porte del pronto soccorso.
Un secondo di quegli occhi verdi in quegli occhi turchesi, non di più.
Poi andò via, indifferente.

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Lo ammetto: questo mondo mi mancava, così come mi mancavano i miei A7X. Questa storia mi frullava nella testa da un bel po' ma, un po' per mancanza di tempo e un po' per paura (di cosa, poi?!), non l'ho mai pubblicata, nonostante avessi già dei capitoli pronti. Che dire? E' un nuovo esperimento, mi aiutate a portarlo a termine dicendomi cosa ne pensate?
Un bacio!

  
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