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Autore: Kind_of_Magic    23/01/2016    1 recensioni
«Smettila» disse Wanda.
«Di fare cosa?» gli occhi di Loki lampeggiavano di divertimento «Di bloccare la tua mente? Vuoi davvero sapere cosa penso? Basta chiedere, te lo dico io: penso che non siamo così diversi come credi tu»
«Non è vero»

[Post AoU] [Clint/Natasha] [Wanda/Visione] [Loki/Bucky] [accenni a Steve/Bucky]
Un essere misterioso noto come K dichiara guerra ai Vendicatori e la squadra non si tira certo indietro. Questa volta, però, sembra che i loro metodi stiano varcando il limite.
Nick Fury si vedrà costretto a fronteggiare una situazione che non aveva calcolato: come difendere la Terra dai suoi Vendicatori?
Così, mentre Quicksilver si riprende dal coma, Loki cerca di capire perché la realtà sembri sul punto di andare a pezzi e la dottoressa Kim lavora su un progetto che le è stato ispirato da un sogno, il colonnello dovrà assemblare un nuovo team.
Nel frattempo, però, bisognerà scoprire cosa ha trasformato i Vendicatori in dei randagi, cosa li ha fatti deviare dall'obiettivo.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Pietro Maximoff/Quicksilver, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'uomo pallido

L’uomo pallido

L'uomo pallido batte le palpebre,
l'immagine non cambia.
L'uomo pallido distoglie lo sguardo,
la realtà si accartoccia,
si scioglie come cera
e si raccoglie si suoi piedi.

L'uomo pallido sa
cosa sta succedendo,
l'uomo pallido vorrebbe
non saperlo.
L'uomo pallido riesce
a distinguere il reale
dall'immaginario,
ma non sa più tra questi
quale sia il vero e quale il falso.

L'uomo pallido è speciale
perché capisce cosa sta succedendo,
ma da solo è inutile,
perché da solo non può fermarlo.
L'uomo pallido sa
cosa fare,
non ha dubbi, come
nessun altro ne avrebbe al suo posto.

L'uomo pallido sa
che quando la realtà trema
e il mondo gli volta le spalle
può chiedere aiuto soltanto
a chi trema davanti alla realtà
e ha voltato le spalle al mondo.


Due settimane dopo
L’uomo una volta noto come il Soldato d’Inverno trovò un biglietto infilato sotto la porta. Abitava oltre la periferia nord di Los Angeles, in quella zona magica in cui la città improvvisamente sparisce e se non vedessi all’orizzonte potresti pensare che non sia mai esistita. Il Soldato d’Inverno non trovava molto magica la sua abitazione, sapeva che quelli che lo cercavano sarebbero potuti arrivare in ogni momento. Fino a quel momento non l’aveva trovato nessuno. D’altra parte, con il crollo dello S.H.I.E.L.D. e quello che era successo a Sokovia, ci sarebbe stato da stupirsi se qualcuno ci fosse riuscito, a meno che non si trattasse di chi pensava lui. Quando vide il biglietto, capì subito che l’avevano trovato: in fondo, stava solo aspettando che succedesse. Non aveva idea di come fosse arrivato lì, ma era sempre stato convinto che non sarebbe andata così. Si era immaginato un gruppo di uomini pesantemente armati e, chissà, magari anche Capitan America o la Vedova Nera. Di certo l’ultima cosa alla quale avrebbe pensato era un foglietto infilato sotto la porta. Forse era qualcuno che gli era amico e voleva avvertirlo di scappare. Ma lui, pensò amaramente, non aveva più nessuno così: Steve, l’unico che potesse fare una cosa simile, con ogni probabilità sarebbe stato nella squadra in arrivo, non in chi lo aiutava a evitarla. Forse qualcuno dell’Hydra? Magari pensavano che stesse ancora con loro e lo volevano per qualche altra missione. Non sarebbe stato più il loro burattino, voleva dirglielo chiaro e tondo. Piuttosto si sarebbe fatto arrestare.
Raccolse il foglietto da terra: era scritto in una grafia ordinata, sembrava femminile perché era tondeggiante e lo fece pensare subito a Natasha, poteva essere stata lei a cercare di avvertirlo. Non era opera della russa, però: il testo non lasciava dubbi. Diceva "Al Passato alle Spalle, tra una settimana, alle nove in punto. Mi riconoscerai. Fai in modo di esserci, a meno che tu non voglia rendere pubblica la tua residenza. Loki". Non poté fare altro che accettare, ovviamente: era preparato all’evenienza che lo trovassero, ma non avrebbe certo aiutato le loro ricerche. Avrebbe incontrato il dio degli inganni, qualunque cosa volesse.


Erano le nove di sera, era passata una settimana. Quello che una volta era il sergente James Barnes era seduto al bancone di un pub della bassa periferia di Los Angeles. Il locale si chiamava “Il Passato alle Spalle”, cosa che Barnes trovava molto ironica, visto ciò che stava passando e la persona che gli aveva dato appuntamento lì. Ci era già stato un paio di volte e il posto non gli dispiaceva, in fondo: Daniel "The Roi" Mammen, proprietario e barman, era uno che aveva sempre una storia da raccontarti se avevi bisogno di non pensare a niente prima di aver bevuto abbastanza e, soprattutto, si accorgeva molto in fretta di quando qualcuno non aveva voglia di rispondere a domande diverse da "ne vuoi un altro?".
Per gli amici, l’uomo seduto nel pub sarebbe stato Bucky, ma ormai non aveva più amici. Indossava un lungo cappotto le cui maniche coprivano anche il braccio sinistro, che l’avrebbe reso un po’ troppo riconoscibile. Si scostò una ciocca dei capelli bruni da davanti agli occhi, fissando il proprio bicchiere quasi vuoto. Avrebbe proprio dovuto tagliare i capelli, si disse, era troppo appariscente così. Il dio degli inganni l'aveva trovato senza la minima difficoltà, o così sembrava, e l'uomo temeva che altri potessero farlo. O forse si chiedeva perché altri non l’avessero ancora fatto.
Non diede il minimo segno di aver notato l'uomo ben vestito che era appena entrato nel locale. Aspettò che si sedesse lì accanto per lanciargli una veloce occhiata ben mascherata: non aveva dubbi che si trattasse della persona che stava aspettando, perché nessun altro sarebbe mai entrato in un posto simile vestito in quel modo, ma c'era qualcosa che gli pareva diverso. Il rapido sguardo confermò la prima impressione. L'uomo aveva, è vero, la pelle tanto chiara da parere bianca che James ricordava dai telegiornali, ma i lunghi capelli corvini pettinati all'indietro con l'aiuto di moltissimo gel erano stati tagliati molto corti ed erano castano chiaro, quasi biondo. Gli occhi risaltavano come sempre a causa dei lineamenti affilati del volto pallido e asciutto, ma erano azzurri e non verdi. Senza degnare Barnes della minima attenzione, il nuovo arrivato ordinò un whisky e prese a sorseggiarlo con noncuranza.
«Soldato d'Inverno» lo salutò in un bisbiglio portando il bicchiere alle labbra esangui. James pensò di correggerlo, dicendo che non lo era più, ma considerò amaramente che ormai per il mondo lui era solo quello. Si guardò intorno: alcuni clienti si erano voltati, incuriositi dall'abito elegante che l'altro portava, ma nessuno aveva notato che questi gli aveva rivolto la parola. Decise di imitarlo e tornò a fissare il proprio bicchiere, parlando a voce quasi inudibile anche per se stesso. «Signore degli Inganni» disse, rispondendo al saluto «Hai cambiato aspetto ma il tuo abito è comunque appariscente in questo locale»
«Non darò nell'occhio»
«Sarà meglio»
Tacquero entrambi. Barnes lasciò trascorrere qualche minuto, riflettendo, poi decise di risolvere il proprio dubbio: «Mi hai trovato con facilità» osservò.
«Ti ho cercato con attenzione»
«Non mi ha trovato nessun altro»
«Perché le persone giuste non ti stanno cercando» James sentì la bocca dello stomaco contrarsi violentemente. Se Steve l'avesse cercato, sarebbe senza dubbio riuscito a trovarlo: Loki era molto, troppo, diretto, ma diceva la verità. Il suo migliore amico di un tempo non l'aveva trovato, quindi non lo stava cercando. Annuì lentamente, tentando invano di accettare il fatto. Attese qualche minuto ancora, poi domandò: «Che cosa vuoi da me, asgardiano?»
«Mi serve il tuo aiuto, umano» fu la risposta «Mi devo rivolgere a te, perché siamo due esseri rimasti da soli. Altri avrebbero qualcuno con cui mantenere segreti, tu puoi agire liberamente»
James accusò il colpo: Loki diceva di nuovo il vero, ormai era rimasto da solo. Steve lo aveva probabilmente dato per morto e nessun altro sarebbe stato contento di vederlo vivo, dopo ciò che aveva fatto. Stava ancora raccogliendo informazioni su cosa avesse effettivamente fatto per tutti quegli anni, su tutti quei crimini di cui non ricordava nulla. Un pensiero lo colpì: se il Signore degli Inganni gli stava chiedendo aiuto, non poteva trattarsi di nulla di buono.
«Non sono più quel Soldato d’Inverno»
«Lo so»
«Allora di che si tratta?»
Il dio finì il proprio whisky in un sorso: «Non qui»
«Allora perché mi hai fatto venire fin qui, Signore degli Inganni?»
«Volevo sapere cosa fossi disposto a fare»
Barnes sorrise amaramente: «Avevo scelta?» Pagò e uscì, poi attraversò la strada si mise ad aspettare l’altro. Circa dieci minuti dopo lo vide uscire dal locale e guardarsi intorno. Aveva qualcosa di diverso: gli occhi erano tornati verdi. Appena notò la sua presenza, Loki cominciò a camminare, rimanendo dall’altro lato della strada. James lo imitò e proseguirono camminando paralleli per qualche tempo, poi il Signore degli Inganni attraversò e cominciò a camminare al suo fianco. Dopo qualche minuto, cominciò a raccontare, tenendo lo sguardo fisso a terra:
«Ero tranquillo e mi facevo i fatti miei, non stavo neppure manipolando la magia o niente di simile, quando all’improvviso mi sono girato e mio fratello era lì. Mi aveva creduto morto, ma non sembrava arrabbiato che avessi finto o stupito di vedermi. Ha cominciato a parlare: mi ha chiesto aiuto, ma non mi ha spiegato il problema. Diceva che se qualcuno poteva sentirlo o aiutarlo ero io»
Si interruppe vedendo che una donna stava arrivando sul marciapiede nella direzione opposta alla loro. I due si allontanarono quel tanto che bastava a lasciarla passare.
Loki contò sessanta secondi da quando lei li aveva superati e poi riprese il discorso: «Continuava a ripetere che aveva bisogno di me, che dovevo trovare il buono che c’era in me e risolvere la situazione. Gli ho chiesto cosa stesse succedendo, di spiegarmi, ma è stato come se non avessi detto nulla. Come se Thor non fosse stato davvero lì, non mi guardava neppure. Ho provato a girargli intorno e lui non se n’è accorto.
A un certo punto mi sono reso conto che non mi stava parlando con la sicurezza che l’avrei ascoltato. Ha detto “Se tu sei morto, il mondo è spacciato”, vuol dire che non sapeva se fossi vivo, capisci? Mi stava parlando, ma probabilmente la sua intenzione era di parlare da solo. Poi si è zittito ed è rimasto immobile, fissava un punto. Mi sono convinto che ci fosse qualcosa e ho guardato anch’io, non c’era niente, ma quando mi sono girato verso di lui, cercando di capire, era scomparso»
Il Soldato d’Inverno si fermò a un incrocio e si guardò intorno. Dopo alcuni secondi passati a scrutare il buio, fece segno all’altro di svoltare a destra. Loki annuì e rimase in silenzio per qualche tempo.
«Allora?» chiese Barnes a bassa voce.
L’asgardiano ricominciò a raccontare: «Non so che magia fosse quella, ma ho controllato e non c’erano manipolatori vicino a me. Ho iniziato a informarmi, sia sulla terra sia su Asgard, per capire chi potesse essere stato. È stato allora che sono venuto a sapere della ragazza.
Si è unita da poco ai Vendicatori, adesso gira con loro, ha partecipato alla battaglia di Sokovia, non so se hai presente. I suoi poteri sono principalmente di alterazione della realtà. Può essere che non li controlli ancora bene e potrebbe avermi mandato una qualche immagine per errore. Oppure potrebbe trattarsi di una trappola. Qualcuno che sa che sono vivo e vuole spingermi a confessarlo a Thor. Comunque lui mi crede ancora morto: non posso permettere che mi veda»
Si fermò e si girò verso il Soldato d’Inverno: «Perciò chiedo a te, devi fare in modo che io possa parlare con la ragazza, trovala da sola e portala via, o qualunque altra cosa, come preferisci. Devo sapere se è stata lei»
«Ma non sarà certo l'unica manipolatrice di magia della terra, Signore degli Inganni, come puoi essere certo che sia lei?»
«Non lo sono, ma la strega è l'unica che conosca. Comincerò con lei»
«E io come dovrei fare a sapere che non ti sei inventato tutto e userai la ragazza per chissà quale altro piano? Non voglio più fare niente di male»
«Ti tocca fidarti. Non hai scelta, come hai detto tu stesso. Il mio biglietto era chiaro»
Più chiaro di così, pensò James. Non avrebbe potuto fare altro che accettare anche l'incarico, dopo essere già andato all’appuntamento dove il dio gli aveva chiesto. Loki considerò a bassa voce che in fondo gli stava facendo un favore. Barnes si bloccò e si voltò a guardarlo.
«Che cosa vuoi dire?»
«Ora hai un'occasione per farti vedere vivo dal tuo adorato Capitano. Senza il mio intervento non ti saresti mai deciso a farlo»
James stava per rispondergli male, ma poi cambiò idea. Si fissarono per attimi che parvero interminabili, occhi azzurri negli occhi verdi, rabbia repressa e disperazione mascherata che si specchiavano in quell'incomprensibile ingenua indifferenza. Alla fine quello che qualcuno avrebbe forse chiamato Bucky cedette: abbassò lo sguardo e se ne andò senza più voltarsi indietro. Loki rimase a fissarlo finché la sua figura non fu scomparsa dietro un angolo.
Doveva essere la ragazza, si disse il dio tornando sui propri passi verso l'alloggio, non poteva essere nessun altro, era lei di certo! Barnes gli aveva ripetuto dei dubbi che si era già posto, ma non poteva rischiare di compromettere tutto tralasciando una singola opzione. La realtà tremava e apparivano immagini che non avrebbero dovuto. Loki sapeva, e forse era l'unico, che questo avrebbe portato solo a un grande tonfo una volta che la realtà fosse caduta in pezzi. Ad ogni attimo che passava erano più vicini, doveva trovare il responsabile il prima possibile o sarebbero morti tutti.
All'improvviso si sentì un eroe.



La dottoressa Mazur si sentiva una sacerdotessa di un qualche culto pagano ogni volta che entrava nella stanza di Pietro Maximoff: compiva gesti quasi rituali e leggeva a mezza voce i parametri vitali come una preghiera. Da quando aveva notato il risveglio del ragazzo alle nove di mattina, i parametri non erano mai cambiati. Erano passate ormai tre settimane e le istruzioni di Wanda richiedevano che oscurasse la stanza quasi completamente e cercasse di essere presente quando Pietro si svegliava, parlando per tutto il tempo che lui rimaneva sveglio. Prima di andare via, la ragazza aveva lasciato una piccola pila di libri sul comodino: Helena avrebbe dovuto prenderne uno e leggerlo, affinché il paziente si abituasse alla sua voce, come fanno le madri con i figli quando ancora non sono nati. Erano le nove meno qualche minuto, ora di iniziare per la prima volta una nuova parte del rituale: con un indicatore vicino alla porta regolò la luminosità e accese, abbastanza distante perché non disturbasse il ragazzo, un lampada per leggere. Prese il primo libro della pila: si trattava di fiabe. Lo aprì e scoprì che non era stampato: vergate in ordinata calligrafia, erano riportate decine di fiabe per bambini. Cominciò dalla prima: “Hansel e Gretel”.




The Magic Corner:

Ehilà! Grazie per aver dedicato un po' del vostro tempo a questi due nuovi capitoli. Li ho pubblicati uno dopo l'altro perchè so bene che un intermezzo non sarebbe stato abbastanza per saziare la vostra curiosità, vero? Vero? *silenzio. L'autrice se ne va piangendo, poi torna*

No, dai, io voglio sperarci che mi stia leggendo qualcuno oltre a quella psicopatica di GreekComedy e quindi continuerò a scrivere.

Per le ship, ho tre proposte attuali (solo mie e di GreekComedy perché il resto del fandom mi ignora): WinterFrost (2 voti), Stony (1 voto), Clintasha (1 voto).  Ora, premesso che tanto la WinterFrost ho già deciso che la metterò (evviva gli anacoluti!), per quanto voi possiate opporvi (no, in realtà se siete abbstanza a non volerla faccio fan-service e non la metto, ma dovete essere proprio tanti, perché me la vedo troppo bene), si tratta di decidere tra Stony e Clintasha (o di proporne altre se volete, trovate i limiti alle ship alla fine del primo capitolo).

Sento già GreekComedy lamentarsi che lei non ha proposto Clintasha: ovviamente, come ben sai, l'ho proposta io. Altrettanto ovviamente, non puoi rivotare la Stony, visto che l'hai proposta tu :D
Questa è l'ultima possibilità per decidere, perché poi ho bisogno di sapere cosa scrivere e devo scegliere. Siate l'ago della bilancia e ditemi cosa devo fare!

Ah, piccola postilla: le recensioni sono gratis... Io ve la butto lì, poi fate voi. Mi piacerebbe in particolare sapere se vi piace l'idea degli intermezzi messi così (o come li vorreste altrimenti, visto che in un modo o nell'altro li devo mettere) e delle code che parlano di altro come quella che ho messo qui. Volevo dare un po' l'idea delle scene dopo i titoli di coda dei film Marvel, ma se non vi convince farò in un altro modo (anche se non so ancora come).

Un grazie enorme a GreekComedy perché sì e a Marvelwiki perché mi aiuta e mi guida sempre.

Che gli dèi siano con voi!
-Magic

Edit: grazie tantissimo a dany the writer per i suoi consigli, una revisione ci sta sempre, mi dicono :)
   
 
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