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Autore: FreddyOllow    24/01/2016    2 recensioni
Dopo che l'infezione ha divorato mezza città, Erik e il suo fratellino Brad trovano rifugio in un campo profughi della BlackWatch. Ben presto si accorgeranno che la Blackwatch non è lì per salvarli, ma per usarli come cavie. Cominciano così a prendere i bambini e trascinarli nei laboratori con la forza. Quando i sopravvissuti ribellano, i soldati li fucilano tutti.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 11:43 - Rifugio di Alex Mercer


- Svegliati - disse una voce da donna. - Se non lo farai ora, non potrai più farlo.
Erik aprì gli occhi, la maglietta madida di sudore. - Cosa è successo? - chiese confuso.
Alex Mercer era di fronte a lui, le braccia incrociate e un mezzo sorriso sulle labbra. - Stavi per lasciare questo mondo.
- Io... - balbettò Erik - Mi trovavo in una stanza senza porte e finestre... Cosa...
- Il tuo corpo ti stava abbandonando, ma il tuo spirito non l'ha permesso. - lo interruppe Alex.
Erik era confuso.
Mercer lo fissò con un ghigno. - Lo percepisco. Si muove dentro di te come un serpente, scorre silenzioso nelle tue vene e vuole arrivare nella tua testa.
Erik si tastò il corpo in preda al terrore. - Che stai dicendo?
- Tu non lo puoi vedere, ma è dentro di te e il tuo corpo ci sta lottando. - Fece un pausa. - C'è qualcosa in te che gli permette di sopravvivere, senza essere divorato dal suo stesso male.
Erik sentì il suo cuore battere all'impazzata, le sue vene gonfiarsi e i suoni diventare più acuti. Una carrellata di immagini si susseguirono davanti ai suoi occhi. Flashback di pochi secondi.
Rivedeva la sua vita da quando era nato fino a quando fu sparato nell'accampamento e dato per morto.
- Ti stai evolvendo. - aggiunse Alex.
- Cosa vuoi dire? - rispose Erik, scosso.
- Stai diventando come me.
Erik sgranò gli occhi, terrorizzato. - Che mi hai fatto?
- Non ti ho fatto nulla - disse Alex - Qualcuno deve averti iniettato un nuovo vaccino contro il virus.
Erik abbassò lo sguardo, pensieroso. Il dottore Jeremia aveva somministrato a lui e ai rifugiati un vaccino blu. - Credo di...
- Come pensavo - lo interruppe Mercer. - Ti hanno iniettato un nuovo virus. Spacciano il virus come vaccino. Sono dei bastardi senza cuore. - Lo guardò dritto negli occhi. - Fossi in te non lotterei con quello che hai dentro.
- Ma io non so cosa ho dentro di me? - disse Erik, confuso.
- Lasciati andare... - rispose Alex con voce pacata.
Mentre Erik si sdraiava sul letto e chiudeva gli occhi, Alex gli ripeteva di rilassarsi.

Quando Erik riaprì gli occhi, Alex non c'era più. Si alzò e camminò nella stanza confuso e assonnato, finché si affacciò alla finestra. Migliaia di zombie vagavano nelle strade con terrificanti gemiti e lamenti. Auto distrutte e abbandonate. Edifici crollati e in fiamme. Enormi tentacoli sbucavano da sotto il manto stradale e si allungavano per molti metri in tutte le direzione. Alcuni avvolgevano palazzi e veicoli. Colonne di fumo nero si innalzavano dai vari incendi che puntellavano la città e oscuravano il sole e alcune zone della città.
Si trovava nella zona infetta, il posto più sicuro dagli artigli della Blackwatch. Restò a guardare scosso il tetro panorama per un lungo momento. Era la prima volta che osservava gli zombie e lo sfondo apocalittico dietro di loro. Poi indietreggiò e vomitò. Non aveva mai pensato che un giorno avrebbe visto così tanti zombie. Sapeva della loro esistenza, ma non credeva che fossero così numerosi.
La porta si aprì. Era Alex. Erik lo guardò, impaurito. Non sapeva cosa fare.
- Spettacolare, non è vero? - disse Alex, compiaciuto.
- Per niente. - rispose Erik, inorridito.
- Se osservi bene, potrai vedere la serenità nei loro volti.
- Serenità? Che c'è di sereno nell'essere come loro? Sono morti!
Alex si fermò al suo fianco e si affacciò alla finestra. - Loro non hanno problemi. Sono in pace.
- Sono morti, non conoscono la pace.
- Devi andare oltre a quello che vedi. - Punto il dito verso gli infetti. - Lo vedi? Sono in pace. Non fanno altro che camminare e vagare alla ricerca di carne umana. Non hanno altri desideri. - Incrociò le braccia. - Non si uccidono tra loro. Non si odiano, non si invidiano, non si fanno la guerra.
- Ma neanche sono capaci di amare - rispose Erik.
Alex abbozzò un mezzo sorriso. - Vero! Ma cos'è l'amore? Se non un emozione che dura soltanto qualche tempo per poi lasciare spazio all'odio e alla rabbia. Niente dura in eterno, nemmeno l'amore.
- Non credo tu sappia cosa sia l'amore - disse Erik, guardando fuori dalla finestra. - E non credo tu sia nella posizione di dire cos'è. Ci sono vari tipi di amore. Tu ti riferisci solo ad uno.
- Prima di diventare ciò che sono, era un uomo come te. Anche io sapevo amare, ma ora questo sentimento mi è estraneo. Dopo mi sono limitato a osservarlo nelle persone, come ho osservate te e il tuo fratellino.
Erik sbarrò gli occhi, afflitto. - Brad?! Devo... devo trovarlo!
- Non credo sia ancora in questo mondo.
- Che vuoi dire? Cosa gli è successo?
Mercer lo guardò dritto negli occhi. - È morto.
Erik indietreggiò di qualche passo e crollò sulle ginocchia. Tutto il suo mondo gli era crollato addosso. Non poteva credere che il suo fratellino fosse morto. Non voleva. Scoppiò in un pianto sommesso e cominciò a tremare. Non era riuscito a proteggerlo. Aveva fallito.
Alex lo osservò, curioso. Non capiva perché piangesse. I sentimenti non gli appartenevano più. Erano solo stati d'intralcio. Mentre guardava Erik piangere, un piano si delineò nella sua mente. - Piangere non lo riporterà in vita. Devi vendicarlo!
Erik smise di piangere. Una rabbia cieca gli stava montando dentro. La sentiva crescere a dismisura. Uno strano formicolio si propagò lungo tutto il corpo. Qualcosa strisciava lentamente nelle sue vene, finché arrivò in testa. Perse il controllo.
Alex Mercer mostrò un sorriso, compiaciuto. - È ora! Ti sei evoluto!
   
 
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