Crossover
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Autore: Crybaby    16/03/2009    1 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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La Trappola Di Rovi

Al sentire il nome di Chaos, i quattro ragazzi e anche Akamaru rimasero sconcertati. L’androide G li squadrò per bene tutti e cinque, per poi rivolgersi sghignazzando ai suoi alleati.
-Ehi, ora che mi ricordo, F ci aveva detto che questi “nemici di Chaos” sarebbero venuti qui da noi senza nemmeno saperlo. Che dite, ce l’abbiamo del tempo per spiegargli come stanno le cose?
-Assolutamente no- rispose R, secco -prima li eliminiamo, meglio è. Tu che ne dici, H?
Nascosto dietro le sue gambe, il piccolo androide si limitò a fissarlo con i suoi occhioni inespressivi, per poi girarsi e cominciare a scendere le scale dalla parte opposta, allontanandosi il più possibile.
-Ma come, se ne va?- si stupì W.
-Bah, chi l’ha mai capito quello…- commentò R, disgustato.
-Fantastico!- sbraitò G -per colpa di quel lattante ora siamo in svantaggio numerico! Che si fa?
-Tu e W occupatevi dei due mocciosi, che alle ragazze ci penso io. E per essere sicuri che nessuno interferisca nella battaglia degli altri…
R infilò una mano in una tasca interna della sua giacca, ne estrasse una manciata di semi e, saltando da un tetto all’altro, li lasciò cadere in strada. Per poi ritornare al punto di partenza, formando così un cerchio.
-E ora- esclamò, allargando le braccia -si dia inizio allo spettacolo!
Accompagnati da una forte scossa simile ad un terremoto, dal terreno crebbero a vista d’occhio diversi rami spinosi, simili a dei tentacoli. I ragazzi non ebbero il tempo di realizzare la situazione, che uno di questi rami gli si schiantò addosso come fosse una frusta. I cinque riuscirono ad evitare questo attacco, ma non quello di R, che con due calci allontanò Sailor Mercury e Sailor Venus dal resto del gruppo. Kiba e Lee provarono ad intervenire, ma un altro ramo spinoso li colpì in piena pancia, facendoli sbalzare indietro.

Quando riprese conoscenza, Sailor Mercury scoprì di trovarsi distesa faccia in giù sulla dura pietra, nel bel mezzo di un incrocio di vicoli e gradinate. Alzando un poco la testa, vide che anche Sailor Venus, a pochi metri da lei, si trovava nella medesima situazione.
-Minako… stai bene?
-Sì… ahia!… no…
-Gli altri… dove sono? E soprattutto… che cosa è successo?
-Ve lo spiego io, con immenso piacere.
Fu la fredda voce di R a risponderle. Seduto su una panchina, con le gambe accavallate e le braccia conserte, l’androide osservava le due sailor dall’alto in basso, sogghignando malevolo.
-Se guardate verso l’alto, vi accorgerete che ci troviamo all’interno di un meraviglioso cespuglio di rovi gigante, talmente fitto da impedire a qualsiasi essere umano di entrare. O, come nel vostro caso, di uscire. Vi chiedevate che fine hanno fatto i vostri amici: beh, anche loro si trovano all’interno del roveto, “peccato” che tra noi e loro ci sia un muro di rovi a dividerci. Ovviamente il mio potere non si riduce solo a creare gigantesche piante spinose. Adesso vi darò una dimostrazione di cos’altro sono in grado di fare.

Qualcosa di bagnato sfiorò la faccia di Rock Lee, e il ninja lentamente si costrinse ad aprire gli occhi, trovandosi ad un palmo di naso il musetto di un cane.
-Ah… sei tu, Akamaru… non riuscivo a svegliarmi e così mi hai leccato la faccia, vero?
“…”
Dalla sua posizione prona, il giovane scattò immediatamente in piedi con una doppia capriola al contrario, per poi osservare incredulo il panorama circostante: l’intero quartiere era stato fagocitato da un gigantesco groviglio di rovi, che lo sovrastava come fosse una cupola.
-Wow, questa pianta è cresciuta davvero in fretta… Aspetta un secondo, Akamaru! Che fine hanno fatto tutti gli altri? Sailor Mercury! Sailor Venus! Dove siete? State bene? Rispondetemi!...
-IO sono qui e sto bene, grazie tante per l’interessamento…
“Leggermente” irritato, Kiba si arrampicò sul tetto del fabbricato e raggiunse il compagno di squadra.
-Kiba, grazie al cielo stai bene!
-Sì, sì, certo- sbottò, pulendosi il giaccone dalla polvere e guardandosi attorno -a quanto pare siamo caduti in trappola, grandioso! Chissà perché Akamaru non ci ha avvertito del pericolo…
Sentendosi chiamato in causa, il cucciolo abbassò la testolina ed emise un guaito dispiaciuto.
-Ehi, non ce l’ho con te, tranquillo!- lo rassicurò il padrone, accarezzandogli la testolina -un po’ di colpa ce l’abbiamo tutti. Avremmo dovuto sospettare di quel bambino sin dall’inizio…!
I due ninja si misero subito in guardia. Dei rumori di passi, infatti, anticiparono l’arrivo sulla scena degli androidi G e W.
-Finalmente, era ora che vi faceste vedere- gli disse G, quasi annoiato.
-Perché, ci stavate aspettando?
-Eccome, e per ben due motivi. Primo: sono ordini del capo. Secondo…
-Io e G abbiamo fatto una scommessa, e non vedo l’ora di vincerla!- concluse per lui W, scalpitando.

R si alzò dalla panchina e lentamente avanzò verso le due sailor, massaggiandosi le nocche. Seppur con fatica, anche le ragazze si rimisero in piedi.
-Ami, sai già qual è il suo punto debole, vero?- bisbigliò Minako a denti stretti.
-No, purtroppo. I miei strumenti sono andati distrutti prima, ricordi?
-Dannazione!
-Mantieni la calma. Mi è appena venuta un’idea.
Ami fece segno all’amica di guardare verso l’alto. Le bastò un secondo per capire in cosa consisteva il suo piano. Dopo essersi scambiate un cenno d’intesa, Venus e Mercury si misero a correre il più velocemente possibile, ognuna per una strada diversa, sparendo alla vista dell’avversario. Fu Sailor Venus, salendo diverse rampe di gradini, a raggiungere per prima la sommità di un edificio e scagliare la sua offensiva contro la cupola di rovi.
-CRESCENT BEAM SHOWER!
Diversi fasci di luce scaturirono dalle dita della ragazza e colpirono il roveto in più punti. Purtroppo per la guerriera, tutti i suoi attacchi le vennero rispediti contro: fu solo per miracolo che riuscì a schivarli tutti. Nel frattempo, anche Mercury aveva raggiunto il tetto di una palazzina.
-Provo io. MERCURY ACQUA RAPHSODY!
A differenza dell’attacco di Venus, l’ondata di Sailor Mercury parve andare a segno. Ma non provocò alcun danno, anzi: i rami del roveto si gonfiarono, come se il Mercury Acqua Raphsody gli avesse fatto bene.
-Pfff… ah ah ah ah AH AH AH AH!!! Ragazze, mi deludete profondamente!- le schernì R, che in quel momento stava ancora salendo tranquillamente le scale -tu coi capelli azzurri, non lo sai che l’acqua fa bene alle piante? Per quanto riguarda te biondona, spara pure tutti i raggi che vuoi, ti verranno riflessi contro uno per uno dalle spine del rovo. E ora che vi ho detto tutto…
Con un balzo, R raggiunse il tetto sul quale era appostata Mercury e la colpì con un violento calcio in pancia, facendola schiantare addosso al muro di rovi.
-AMI!
Minako scattò in avanti, furiosa.
-Ti pentirai di averle fatto del male, bastardo! VENUS LOVE ME CHAIN!
Purtroppo, anche questa offensiva non ebbe esito positivo. Senza nemmeno sforzarsi più di tanto, R afferrò saldamente la catena di cuori e la strappò di mano dalla sua creatrice. Inorridita, Minako vide uscire dalla manica della giacca di R dei rami spinosi che avvolsero la catena, tramutandola in una frusta. La ragazza non riuscì più a muoversi per la paura, e questo fece di lei un facile bersaglio.

-Scommessa?- dallo stato d’allerta, Kiba e Lee erano passati alla curiosità.
-Il mio collega qui presente- spiegò G -sostiene che voi mocciosi siete forti quanto noi, mentre io, ovviamente, non sono d’accordo. Però, per stabilire con certezza la vostra forza, abbiamo pensato che sarebbe più giusto se uno di noi due affrontasse uno di voi, mentre gli altri se ne rimarranno in disparte a guardare. W, ti concedo l’onore di scendere per primo in campo.
Felice come una Pasqua, il giovane W raggiunse con un salto i due ninja, mentre il suo alleato pieno di piercing si stravaccò sul tetto dell’edificio.
-Avanti, tocca voi decidere chi mandare a combattere.
Un po’ titubanti, Kiba Lee e Akamaru arretrarono di qualche passo, riunendosi in conciliabolo.
-Io dico che ci possiamo fidare- sussurrò Lee -non mi sembrano poi così malvagi, dopotutto. E perdipiù ci danno il tempo di consultarci!
-Loro forse non saranno malvagi, ma il tipo che ha preso a calci Mercury e Venus lo era eccome- ribattè Kiba -e poi, non ti sembra un umiliazione dovergli obbedire solo per partecipare alla loro stupida scommessa?
-Questo è vero. Però…
-Però un corno. Dobbiamo approfittarne e attaccare tutti insieme, se vogliamo uscire da qui il prima possibile! Vieni, Akamaru!
-Kiba, aspetta!
Parole al vento, quelle di Rock Lee. Con uno slancio, cane e padrone fecero per partire all’attacco.
-E così non volete collaborare? Allora tanto peggio per voi!
Con uno scatto rapido ed imprevedibile, l’androide G si rizzò in piedi e puntò la mano destra contro il ninja. Senza rendersene conto, Kiba si vide sparare addosso dei giganteschi anelli, che lo afferrarono per polsi, polpacci, vita e gola e lo spinsero indietro, fino ad incatenarlo alla parete dei rovi.

  
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