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Autore: Annalena    24/01/2016    0 recensioni
Skyler è una ragazza di diciannove anni che, per le vacanze estive, ha deciso di partire verso la cittadina apparentemente tranquilla di Helene, Montana, nella casa d'infanzia.
La prima sera, quella cominciata come una normale uscita con la migliore amica Jessica, diventa un modo per fare la conoscenza di Ian Kowalski, un ragazzo dal passato difficile e una personalità oscura ma intrigante. I mesi nel Montana aiuteranno Skyler a capire meglio quello strano ragazzo e la relazione appena cominciata con Ryan, giocatore di Hockey e migliore amico del ragazzo di Jessica. Lui è tutto ciò che una ragazza desiderebbe dal proprio fidanzato. La dolcezza e l'allegria avvolgente di cui Skyler ha bisogno.
Skyler deciderà di rimanere con Ryan o di aiutare Ian a trovare la serenità?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Il sole si fa strada timidamente tra le fessure delle due tende in camera da letto.
Il raggio luminoso riesce a raggiungere il letto fino al mio volto ancora dormiente e incosciente.
Lo squillo del mio cellulare irrompe nella quiete della casa e mi fa sussultare, ma riesco a risponde con la bocca ancora impastata e la voce assonnata – Pronto? –
<< Sky, perdonami per ieri sera. Davvero mi dispiace un casino per non essermi presentata. Ti giuro che mi farò perdonare oggi>> risponde la voce squillante e mortificata di Jessica.
– Jess, non preoccuparti – riesco a mettermi seduta scoprendomi fino all’ombelico, rimanendo col reggiseno bene in vista. Guardo teneramente i ricci che s’intravedono appena sotto la coperta.
<< Sto arrivando con la colazione per farmi perdonare >>
– Come stai venendo? Ma non ce n’è assolutamente bisogno davvero –  rispondo in panico e svegliandomi di colpo.
<< Sono davanti a casa tua >> dice poco prima di chiudere la telefonata e suonare il campanello.
E adesso che faccio? Che vergogna.
Guardo per l’ultima volta il ragazzo nel mio letto per poi indossare la prima sottoveste trovata negli armadi in camera.
Scendo le scale sperando che tutto vada liscio come l’olio e che Jessica non capisca nulla della nottata appena avuta.
Il mal di testa che comincio a provare mi serve per ricordare della bevuta esagerata dell’altra sera. Continua a pulsarmi più mi avvicino alla fonte di quel suono insopportabile del campanello.
Ingoio immediatamente l’aspirina prima di fermarmi davanti alla porta e appoggiare il bicchiere d’acqua sul comodino accanto.
– Eccomi Jess – esclamo sbadigliando.
Aprendo la porta mi ritrovo immediatamente le braccia della mia amica attorno al collo – Sky, da quanto tempo! Mi sei mancata da matti – mi stringe sempre più forte emozionata.
– Anche tu, tantissimo – all’improvviso Jessica si immobilizza e mi guarda dritta negli occhi in maniera circospetta – Occhi ancora truccati, capelli scompigliati, sguardo sbarazzino, sottoveste con solo intimo? Hai fatto sesso stanotte?! C’è ancora lui in camera tua? Chi è? Lo conosco? – il suo entusiasmo è uguale a quello dei bambini la mattina di Natale. Come se l’aver fatto sesso la notte prima, fosse come ricevere dei regali da Babbo Natale.
– Jessica calmati, perché Lui è ancora di là che dorme – rispondo sotto voce.
– Quel Lui sta scendendo le scale per l’esattezza – il tono divertito di Ian ci sorprende, facendomi voltare nella sua direzione – Hai qualcosa per fare colazione? Ho una fame – arriva poco distante da noi grattandosi i capelli e sbadigliando.
– Jessica ha portato la colazione, se vuoi favorire – rispondo automaticamente senza riflettere porgendogli il sacchetto e il vassoio dei cappucci.
– Ian Kowalski, hai fatto sesso con Ian Kowalski?! – esclama cercando di trattenersi a fatica, non appena vediamo il ragazzo entrare in cucina con la colazione in mano.
– Perché? Sembra un reato da come lo dici –
– Sky, vieni? Si sta raffreddando tutto – la voce proveniente dall’altra stanza richiama la mia attenzione e mi precipito da lui.
– Ne parliamo dopo – riesce a sussurrarmi Jess poco prima di entrare nella stanza.
– Scusami, non mi sono presentato io sono Ian e tu Jessica, giusto? – le porge la mano che si stringono cordialmente – Giusto –
– Quindi sei l’amica che ha dato buca a Skyler ieri sera? – chiede addentando la brioche.
– Si, mi dispiace tantissimo –
– Ma di cosa? È grazie a te se sono riuscito a portarmela a letto. Ti ringrazio davvero di cuore – risponde con nonchalance addentando un altro pezzo di colazione.
Quelle parole mi colpiscono come fossero pugni. Una secchiata d'acqua gelata. Dopo tutto quello che gli avevo raccontato non può averlo detto. Ho sentito male. Che qualcuno me lo dica ora! Ingannata una seconda volta.
La voce di Jessica raggiunge le mie orecchie in maniera lontana, come se avessimo una sorta di asse di vetro a separarci – Sei un maiale, un viscido! Esci subito da casa sua – esclama tremante di rabbia – Esci subito e non farti mai più vedere – comincia a spingerlo fino alla porta.
– Calma. Me ne sarei andato comunque – poco prima di uscire dall’abitazione mi lancia uno sguardo pieno di malizia e disinvoltura – Bella scopata, è stato un piacere. Vieni più spesso nel nostro locale – dopo quelle perle di saggezza Jessica gli chiude la porta in faccia.
Mi abbraccia forte – Stavo appunto per dirti che Ian Kowalski è un vero stronzo e un puttaniere di prima categoria – mi stringe sempre di più per farmi sentire al sicuro e meglio, ma inutilmente.
Mi ha usata, mi ha presa in giro, mi ha fatto parlare a vanvera per poi riempirmi di stronzate per portarmi a letto – Ed io che pensavo che Drew fosse il peggio del peggio, e invece dovevo solo conoscere Ian –
– Non fare così – il suo abbraccio comincia a rassicurarmi e a calmarmi.
– Vedila in questo modo, hai avuto l’onore di essere andata a letto con il ragazzo più ambito dell’intera Helena – mi sorride – e poi dai, è stato onesto a dirti subito chiaro e tondo che era solo una botta e via – ridiamo insieme.
– Giusto, avrebbe potuto assolutamente fare finta di stare con me per poi scopare mezza città, allora è migliore di Drew – scherzo anche io – Pian piano potrei trovare il ragazzo ideale, ma di questo passo passeranno decenni –
– Allora sei partita da quello che ti tradiva con chiunque, ora sei passata a quello che ti avvisa che sei solo un bel corpo per una serata ed ora ci sarà quello che aspetta il matrimonio prima di farlo e finalmente troverai quello giusto – continuiamo a ridere.
La guardo con gratitudine e completa devozione poco prima di abbracciarla nuovamente – Grazie davvero per esserci! E per sapere sempre cosa dire in ogni circostanza – la stringo più forte – non so nemmeno il come, ma sto decisamente meglio, probabilmente anche perché non c’è stato nient’altro tra me e lui, ma solo una notte di fuoco e passione – sciogliamo l’abbraccio.
– Se può consolarti non mi sembra che si sia mai spinto fino a questo punto con una ragazza appena rimorchiata, credo gli interessassi leggermente di più – mi sorride maliziosa.
– Beh, wow ne sono colpita. Credo – torniamo a fare colazione sedendoci al tavolo.
Vedo Jessica sorridere ad un messaggio appena ricevuto e guardarmi con fare strano e inquietante – Cos’hai in mente? – chiedo preoccupata col boccone ancora in bocca.
– Non si parla con la bocca piena, è male educazione – beve l’ultimo sorso di cappuccio per poi rispondermi                    – Forse questa è la volta buona che incontri uno normale, si chiama Ryan ed è nella stessa squadra di hockey del mio caro Victor … – non riesce a continuare la frase che la fermo immediatamente con un rumore assordante di sedia sul pavimento – Con i ragazzi vorrei tenere un po’ di distanza a questo punto, mi dispiace ma davvero non me la sento – cerco di farmi capire il più possibile e di esprimere le mie opinioni, nonostante con lei non ne valga la pena. Una volta che le entra in testa qualcosa nessuno la può far cambiare idea.
Nemmeno il suo ragazzo era riuscito a farle cambiare idea quando di punto in bianco aveva deciso di tagliarsi i capelli in modo drastico tanto per provare. Avevano litigato davvero molto, lo ricordo ancora adesso.
– Troppo tardi cara mia, sono già qui sotto – mi informa allegra avvicinandosi saltellante verso la porta d’ingresso.
– Aspetta Jess, non sono vestita in maniera adeguata per ricevere ospiti – cerco di fermarla inutilmente tenendomi il più chiuso e aderente possibile la sottoveste nera.
Faccio un nodo velocemente, poco prima che la porta si spalancasse – Buon giorno amore – si salutano con un bacio a stampo Jessica e Victor.
– Ciao Skyler, da quanto tempo – mi abbraccia affettuosamente, come se fossimo dei veri e propri fratelli – questi vestiti mi dicono che o Jess non ti ha avvisata del nostro arrivo oppure mi volevi sedurre proprio davanti a lei – scherza facendo entrare anche un altro ragazzo per poi chiudere la porta alle loro spalle, come se fosse casa sua.
– Ovviamente la prima affermazione – rispondo di getto per poi riflettere se era davvero quella – Piacere, sono Skyler – porgo in maniera impacciata e imbarazzata la mano al ragazzo nuovo, che pare nella mia stessa situazione – Io sono Ryan Adams – mi sfugge un accenno di sorriso sentendo il suo cognome.
– Lo so a cosa stai pensando. Non appartengo alla famiglia Addams, il loro cognome è con due “d”, il mio una sola – mi stringe la mano nervoso e cercando di sorridere cordialmente
– Ah, infatti ti stavo giusto per chiedere che fine avesse fatto Zio Fester – ridiamo entrambi per rompere il ghiaccio del primo incontro.
– Beh noi stavamo facendo colazione se volete seguirci in cucina – li informa Jess prendendo per mano il proprio ragazzo e conducendolo al tavolo, seguiti da noi due.
– Quindi sei in squadra con Victor giusto? E da quanto tempo? – indago mangiando quel che resta della mia brioche.
– Giusto, da quasi sette anni – manda uno sguardo d’intesa all’altro ragazzo – Siamo come fratelli, ormai. Dico bene? –
– Certamente – si danno una pacca a vicenda sulla spalla.
– Che bello, deve essere divertente giocare in squadra con il proprio migliore amico – sorseggio un po’ di cappuccio tra una frase e l’altra.
Lo vedo annuire per poi notare uno sguardo strano da parte di Jessica – Allora perché quando ti chiedevo di fare uno sport insieme la tua risposta era sempre un severo no? –
– Questo perché sono una persona pigra e odio la pallavolo – guardandomi di sfuggita allo specchio comincio a sentirmi troppo a disagio conciata così – Scusate, ma devo andare a cambiarmi – li informo poco prima di andare di sopra fino alla mia stanza.
– Mettiti qualcosa di carino e sportivo, oggi pomeriggio andiamo a fare le cheerleader per i ragazzi – esclama dalla cucina Jessica.
– Certo, come ai vecchi tempi –
 
 
 
Il cielo è azzurro e il sole mi crea tra i capelli riflessi ramati.
Siamo sedute sugli spalti per assistere alla partita di hockey sul ghiaccio.
Dopo continui cambi di vestiti, sono riuscita ad accontentare le pretese di Jessica.
Degli shorts chiari e una camicetta senza maniche annodata appena sotto al petto, tenendo scoperto il ventre che mi ero impegnata a dimagrire durante l’anno. Obiettivo raggiunto.
Alla mia destra comincia a sbracciarsi Jessica vedendo i giocatori entrare in campo.
– Jess, calmati – cerco di farla sedere.
– Come potrei? È la semifinale questa – mi risponde come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
– Ah cavolo! – dallo sguardo di Jessica intuisco che il mio sarcasmo non le vada bene, per cui mi riaccomodo sul sedile rosso e mi guardo un po’ in giro per vedere quanti sono presenti a questa importantissima partita.
Torna seduta anche la mia amica, seguita da un’altra ragazza dai capelli lisci tenuti sciolti lungo la schiena.
Si siede accanto a me e rimane in silenzio con occhi puntati sui giocatori.
È composta e silenziosa.
Il fischio d’inizio partita mi fa ritornare gli occhi sul campo ghiacciato e sui ragazzi dalle maglie bianche e blu intenti a pattinare velocemente su quelle armi da guerra. Non sono mai riuscita a rimanere in equilibrio su quei cosi! Sono impossibili da comandare ed è così stancante riuscire a concentrarsi sul rimanere in equilibrio, sullo schivare gli avversari, sul rubare il dischetto e sul segnare!
Non è proprio per me questo sport. A malapena riesco a rimanere in piedi sugli stivali quando il marciapiede è leggermente scivoloso.
Sono la scoordinazione fatta a persona.
Ricordo ancora quando una sera, avevo circa dodici o tredici anni massimo e dovevo fare una gara di corsa con dei miei amici al mare. Purtroppo quella sera avevo deciso di vestirmi in modo più femminile possibile con gonna e ballerine.
Continuavo a ripetere che con la gonna non sarei riuscita a correre, ma i miei amici non facevano altro che incitarmi e alla fine, dopo qualche titubanza, mi misi in posizione insieme agli altri ragazzi.
Purtroppo al segnale del “VIA” inciampai sui miei piedi e caddi di faccia sulla strada sterrata.
Ricordo che poi avevo ripetuto per tutta la sera “Visto che non potevo correre con la gonna?! Perché non mi avete creduto?”  e loro mi rispondevano ridendo “Non è stata la gonna a farti cadere, ma i tuoi piedoni”.  
In effetti ho sempre avuto dei piedi abbastanza lunghi, purtroppo.
È uno dei miei punti deboli.
Un odore di sigaretta raggiunge le mie narici e m’impedisce di pensare ad altro.
Dallo sguardo irritato di Jessica intuisco di non essere la sola ad averlo percepito – Scusami, potresti evitare di fumarci addosso? Solo perché tu vuoi morire giovane non significa che anche noi la pensiamo come te – esclama Jessica fulminando la colpevole con lo sguardo.
Senza nemmeno alzare lo sguardo verso di noi raccatta la propria borsa e s’infila la sigaretta tra le labbra andandosene via.
– Che tipa, ti pare che in un luogo pubblico uno si metta a fumare a pochi millimetri dagli altri? – la guardo mentre rifletto ad alta voce rivolgendomi a Jess.
– Si pazzesco – vedendo intorno a noi tutti acclamare capiamo che qualcuno della squadra di Victor ha segnato – Chi ha segnato? – ci alziamo agitate e vediamo tutti abbracciare e complimentarsi con un ragazzo che sembra essere – è stato Ryan, visto? È uno in gamba – la vedo farmi l’occhiolino con lo sguardo che significa “Fai in modo che ti piaccia, perché è un bravo ragazzo ed è perfetto per te”.
Annuisco per poi tornare seduta aspettando lo stesso movimento da lei.
– Scusa se te lo chiedo ma Ian vive qui oppure viene solo per le vacanze? –
– E perché questo improvviso interesse nei confronti di uno stronzo che ti ha scopata la sera prima solo per etichettarti come ragazza facile? –
– Jess, calmati era solo curiosità – passo nervosamente le mani sulle gambe scoperte dagli shorts abbastanza corti – volevo solo sapere come mai non l’avevo mai visto essendo stata qui ogni estate –
– Sky, concentrati sulle cose più importanti e meno complicate –
– Tipo?  –
– Tipo su Ryan che ti ha appena sorriso per dedicarti il punto appena fatto –
– Davvero? – mi alzo di scatto per cercarlo con lo sguardo e, incrociando i suoi occhi, cerco di fargli capire con il labiale “Complimenti”. Dal suo sorriso a trentadue denti intuisco l’abbia capito, per poi tornare a giocare rimettendosi il casco.
– Allora? – mi chiede maliziosa.
– Allora cosa? Mi ha fatto piacere? Si. Lo trovo carino? Si. Mi fido dei ragazzi e sono pronta ad una nuova relazione? No, assolutamente no – 
– Scommetto che entro la fine delle vacanze avrai cambiato idea –
– Vedremo – sorrido per poi tornare a guardare i giocatori pattinare.
Li vedo scattare, mi sembra proprio che Vic abbia preso il disco e lo stia portando con determinazione e forza verso la porta nemica, grazie a passaggi e aiuti tra compagni di squadra.
Il tiro vincente però è il suo e conquistano, così, il punto decisivo.
Il suono di fine partita li porta alla vittoria.
Jessica comincia a correre giù per le gradinate esultando ed urlando il nome della squadra e del suo Victor.
Cerco di seguirla fino all’ingresso dello spogliatoio; luogo nostro di incontro.
Ci sediamo alla panchina appena davanti, ma oltre a noi vediamo la ragazza del fumo di poco fa.
– Ma che ci fa ancora lei qui? Non sarà mica una delle ochette che cercano di avere qualche chance con il capitano! – mi sussurra all’orecchio.
– Calmati, nessuno ce l’avrà mai con lui finché starete insieme – l’abbraccio – E ti assicuro che non hai possibili rivali –
– Ecco brava, fatti ben sentire – alza appositamente per la sconosciuta la voce.
La porta si apre e mettono piede fuori due ragazzi dallo sguardo distrutto, ma molto soddisfatti.
Non appena escono la ragazza vicina a noi si lancia in un abbraccio pieno di tenerezza e di sentimento con Ryan.
Rimango colpita e, vedendo Jessica al mio fianco con la stessa espressione perplessa, intuisco che pure lei non ne fosse felice e che non se la aspettava.
Ottimo.
Ed ecco il terzo pretendente; il ragazzo già fidanzato.
– Jess, non ti complimenti nemmeno col semifinalista? – la rimprovera Victor parandosi davanti a noi.
– Amore mio, scusami! Sei stato bravissimo – gli stampa un bacio sulle labbra arrampicandosi su di lui e tenendosi saldamente con le gambe ai suoi fianchi.
Ed ecco un buon modo per fare il “reggi moccolo”, e vai!
Poso lo sguardo sull’altra coppia e mi sembrano intenti a chiacchierare e a sorridersi teneramente.
Si guardano intensamente e non sembrano accorgersi di noi.
Non riesco a non guardarli e a non pormi diverse domande. Perché Jessica mi avrebbe presentato un ragazzo già occupato? Perché sono ancora qui a fare la quinta in comodo e non me ne vado? Perché sono così attratta da loro due? Perché non riesco a distogliere lo sguardo? Perché mi sta sorridendo? Perché quella ragazza mi sta porgendo la mano e Ryan mi sta incitando a rispondere?
– Skyler ci sei? – riesco a sentire finalmente le sue parole e mi alzo in piedi tornando alla vita corrente – lei è Brook, la mia cara cuginetta – me la presenta, probabilmente per la ventesima volta da quando si erano avvicinati a me.
– La tua cosa? – forse ho utilizzato un tono troppo acuto dall’espressioni accigliate dei ragazzi davanti a me
– Scusatemi, sono Skyler, piacere di conoscerti – le stringo la mano.
– Anche per me – cerca di forzare un sorriso imbarazzato.
– Scusami per come io e la mia amica ci siamo comportate poco fa per la sigaretta. Davvero scusami, sono mortificata. Non immaginavo foste imparentati, scusami davvero. Che imbarazzo – comincio a sudare freddo e ad innervosirmi. Mi accorgo solo troppo tardi che probabilmente quella parola non l’avrei dovuta utilizzare davanti a suo cugino.
– Quale sigaretta? – esclama Ryan avvicinandosi maggiormente alla ragazza – non mi avevi assicurato di aver smesso? –
– Ehm … avevo smesso – comincia a giocherellare con qualche ciocca liscia bionda e a guardare per terra nervosamente – la scuola mi ha stressata nell’ultimo periodo e questo era l’unico mio modo per rilassarmi –
– Brook – viene interrotto dall’intromissione volontaria della mia migliore amica – Piacere Brook, sono Jessica e davvero sono mortificata per quelle parole che ti ho detto – la abbraccia per portarla più lontano possibile.
– Figurati, sono le stesse frasi che mi sento dire sempre in questi posti e soprattutto dalla mia famiglia – ci sorride amichevolmente mentre ci avviamo verso un bar per pranzare insieme.
 Ryan comincia a seguirci e ad avvicinarsi lentamente alla mia destra – Hey – mi riesce a dire imbarazzato.
– Ciao – gli sorrido di rimando – ti faccio i miei complimenti per la partita. Sei stato davvero bravo –
– Ah ti ringrazio – comincia a portarsi una mano alla testa e ad infilare le dita tra i propri capelli per l’agitazione
– Ti ho messa per caso a disagio quando ti ho dedicato quel punto? – guarda altrove mentre si gratta ancora i capelli.
– Figurati, è stato un gesto carino – volto lo sguardo verso il cielo – e poi dubito fosse stata la prima volta che un ragazzo figo come te utilizzava una tattica simile con una ragazza da rimorchiare –
– Si, in effetti riscuoto un modesto successo fra le ragazze – poi rivolgendomi un sorriso malizioso – hai visto come prima Brook mi è saltata addosso? –
– Cavolo, immagino possa essere fastidioso qualche volta –
– Qualche volta? Diciamo anche sempre –
– Povero ragazzo. Così giovane e già con tutte queste responsabilità –
– Da grandi figaggini derivano grandi responsabilità, lo sanno tutti – dopo quella frase cominciamo a ridere come matti. Non riesco a trattenere quasi le lacrime agli occhi. Non me l’aspettavo da un ragazzo appena conosciuto. Solo con Jessica mi permetto di fare certe battute imbecilli.
– Dimmi che non l’hai detta sul serio – cerco di prendere un po’ di respiri per continuare a parlare – da dove l’hai sentita?! – continuo a ridere tra una frase e l’altra e anche lui non è da meno.
Mi appoggio a lui per rimanere in equilibrio mentre camminiamo – Tutta farina del mio sacco –  mi risponde con vanto.
– Oh mio dio, sei fantastico –
– Ragazzi che avete da ridere tanto? – ci chiede Jessica tenendoci la porta aperta del bar.
Ryan risponde immediatamente per poi cercare il mio sguardo – Niente, niente problemi da superfighi – mi trattengo a fatica.
– Okay – risponde perplessa.
Prendiamo posto ad un tavolo al centro del bar.
– Beh ragazzi festeggiamo la vittoria della semifinale, che cosa ne dite? – mi siedo guardando in direzione degli altri attorno al tavolo.
– Wow non ti facevo così generosa – prende posto accanto a me posizionando il borsone sportivo sotto la propria sedia.
– In che senso scusa? – lo guardo perplessa.
– Beh che offrirai tutto tu come ricompensa del nostro duro lavoro –
– E questo chi te lo dice? –
– Tu e la forza del mio sguardo da conquistatore –
– Quale sguardo scusa? –
Lo vedo chiudere gli occhi per poi prendere un lungo respiro.
Si volta nella mia direzione e comincia a guardarmi intensamente con i suoi occhi azzurro ghiaccio, dandomi quasi la sensazione che mi stesse leggendo dentro.
Quella stessa sensazione l’avevo provata insieme a Ian.
Ian.
Quei suoi occhi così neri e quei suoi gesti.
La scorsa notte è ancora viva in me, purtroppo.
– Credo proprio che con me non attacchi, caro mio – distolgo lo sguardo.
– Ne sei sicura? – si avvicina maggiormente.
Riesco a sentire l’aria fredda sul collo per le sue parole.
– Sei tutta rossa in faccia, quindi qualcosa hai sentito –
– Questo perché è estate e fa molto caldo –
– Certo, certo –
– Beh mangiamo – afferro un menù e comincio a scorrere con gli occhi ogni piatto scritto.
Il ragazzo decide di fare lo stesso.
Guardo verso Jessica sentendomi osservata.
La vedo sorridermi e mandarmi un segnale quasi mentale “Sareste davvero una bellissima coppia, ho visto anche il tuo cambio di colorito sulle guance”. Beccata.
Le sorrido di risposta e torno immediatamente al menù.
   
 
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