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Autore: Isara    17/03/2009    7 recensioni
« Con la tua spada hai trafitto il mio cuore, e ora lo custodisci come un trofeo. E nel mio petto, cosa mi tiene in vita? »
Genere: Triste, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA: è stata DISTRESS and COMA ad ispirarmi a scrivere una cosa del genere! Avevo bisogno di scaricare i nervi in qualche maniera... e mi dispiace tantissimo che mi sono capitati di mano loro...
Qui sotto c'è una parte di me, una parte di ciò che ho vissuto... solo che è la prima parte della storia. Per la seconda penso proprio che seguirò la mia fantasia ♥ tanto immagino che sappiate come andrà a finire.
E chiedo ancora scusa per aver reso loro cinque le mie vittime *fa un profondo inchino*


Il tempo è il nostro nemico. E man mano che passa, il nostro sentimento inizia a logorarsi.

« Non vuoi stare con me? »
« No... »
« Ma... mi ami? »
« Non lo so... »

Pensavo che sarei stato capace di dimenticare in fretta, con tutte le persone che cercano di alleviare la mia sofferenza. Non sono mai stato tanto il tipo da mostrare agli altri cosa sta passando, almeno non nella vita quotidiana; preferisco farlo nelle mie canzoni, nei testi che scrivo. Questo è l'unico modo che conosco per far conoscere i miei sentimenti, le mie emozioni e le mie sensazioni. E devo dire che ci riesco perfettamente.
Ora però... qualcuno mi dica perché non ci riesco. Ascolto e continuo ad ascoltare una delle ultime canzoni che ho scritto. E' un capolavoro. Abbiamo lavorato bene insieme, siamo riusciti a rendere i nostri fan soddisfatti. Allora perché ho ancora questa brutta sensazione dentro di me? Qualcosa che mi divora all'interno...

« Ru, non mangi? »

Mi sveglio dal mio sogno ad occhi aperti, una cosa che faccio spesso ultimamente, con la speranza che possa avverarsi.

« No, non ho fame... »

Sì, è quella stessa sensazione che mi impedisce di fare tutto, e tra poco anche di sopravvivere. Devo sempre pensarci al momento sbagliato.

« Non mangi nulla da ieri sera... »
« No, davvero, Reita... sto bene. »

Non è vero. Tanto lo so che tu non mi credi, è inutile che fai quella faccia di chi non vuole sapere la verità, perché la vuoi. Ma non venire da me e farmi quella domanda. Vai da lui.

« Uruha ha fatto qualcosa? »

Qualcosa... sarebbe bello se fosse stato qualcosa.

« E' una cosa che dovresti chiedere a lui, non a me. Io non ho detto e fatto nulla. »
« Non lo so... mi sembrate strani ultimamente. Non vi parlate più come prima... »
« Non è successo nulla... »
« ... specialmente lui, sembra che ogni volta che ti rivolga la parola sia triste... »
« Te l'ho detto... chiedilo a lui... non so cosa gli passa per la testa... »
« Non dire così, Ruki. Lo sai che lui ti am- »
« NO. Lui non mi ama. »
« Te l'ha detto? »
« No, non direttamente. Ma me l'ha fatto intendere. »
« E allora non arrivare a conclusioni affrettate... »

Rido.

« Non lo sto facendo. Sto solo guardando verso il futuro. »
« Dio quanto sei pessimista... »

"Non sono pessimista. Sono solo realista."
Vorrei dirgli questo, ma so come mi risponderebbe. Lui è il suo migliore amico, lo conosce sicuramente meglio di me. E magari lui sa perché si sta allontanando. Però... non può dirmelo, non sarebbe giusto nei suoi confronti.

« Torno a casa... »

Mi alzo dalla sedia del ristorante ed inizio a camminare verso l'uscita. Sì, è stato molto gentile ad invitarmi a mangiare qualcosa con lui, con un solo sguardo è capace di capirmi. Però ora no, non ce la faccio.

« Va bene... io pago il conto e me ne vado... quando arrivi a casa, mangia qualcosa, per favore... »

Non rispondo. Non so se ce la farò. E' solo quella brutta sensazione che mi impedisce di ingerire tutto... cibo, parole, bugie. Se solo smettesse di raccontarmele... e mi dicesse la verità, starei mille volte meglio. Se vuole lasciarmi, che lo faccia. Basta che le sue parole sincere riescano a far finire questa agonia che dura da giorni, se non da settimane.

Si ha più paura del rischio di cadere nel vuoto che della caduta stessa.

Torno a casa continuando a pensare a quello che è successo negli ultimi giorni, come sto facendo ultimamente. Ed ecco che lo vedo lì, seduto sulle scale che devo per forza fare per arrivare dentro l'appartamento. Mi sorride, ed è una cosa che mi risolleva un pò.

« Ciao Ruki! »
« Ciao... che ci fai qui? »
« Sono venuto a trovarti, no? »
« Ah... vuoi entrare? »
« No no, ero solo venuto per controllare come stavi... »

Stai dicendo la verità, vero?

« Reita ha detto che non stai mangiando in questi giorni... »

E' stato lui...

« Sì, ho continuamente mal di pancia... »

Mi guardi, scrutandomi dentro l'anima con quegli occhi tanto belli da poter abbattermi con uno sguardo.

« Va bene... ero venuto solo per dirti questo, tranquillo. »
« Ah, ok... »

Si alza, spostandosi dalle scale.

« Ci vediamo domani, ciao! »

E' così allegro... allora è tutto apposto... non mi lascia...
"Saltello" fino a casa mia, aprendo la porta per poi chiuderla non appena sono dentro. Che sollievo sapere che non ha intenzione di abbandonarmi... posso finalmente dormire tranquillo...



Mi sveglio sperando di poter incontrarlo prima di tutti oggi, così da potergli dire quanto io lo ami. Di solito non sono quello che si sveglia prima, preferisco dormire. Ma oggi è una giornata speciale. Finalmente posso tornare a sorridere.
Entro nella sala prove tutto pimpante e trovo lì dentro già Uruha e Aoi.

« Ohayou! »
« Buongiorno Ru! »
« Buongiorno nano! »

Il solito saluto di Aoi... molto gentile. Come ogni mattina mi avvicino ad Uruha e gli dò un bacio sulle labbra. Ma a quanto pare, oggi proprio non gli va. Mi sposta violentemente non appena gliele sfioro, guardandomi con un espressione severa sul volto.

« Che cazzo stai facendo? »
« Io... non... non lo so, non... »

Guardo Aoi. E' infuriato pure lui. Indietreggio, impaurito da quegli sguardi. Cosa ho fatto di male?

« Buongior- ehi, che sta succedendo? »

Nemmeno la voce del nostro leader riesce a farmi smettere di pensare e di avere paura. Sto tremando.

« Ruki, che hai? »

Sento una mano calda avvicinarsi alla mia schiena, mentre io continuo a guardare la mia espressione tramite gli occhi di Uruha. Aoi... perché lui fa così?

« Sparisci prima che possa decidere di non parlarti più. »

Tutta quella freddezza... mi uccide.
Le tue parole sono come un pugnale infuocato che lasciano un marchio sulla mia pelle... e vanno anche oltre.
Me ne vado, o per meglio dire, fuggo da quella stanza che mi congela. Intravedo Reita che stava appena entrando, mentre io scappo verso una meta ignota. Un riparo forse... un posto caldo dove poter riprendere il respiro e smettere di pensare.

Corro per una strada deserta... ho le mani fredde... non c'è lui a riscaldarle come al solito... non c'è nessuno.

Quando più si vola in alto, tanto più è dolorosa la caduta.

Il parco... a quest'ora è un posto tranquillo. E anche molto freddo. Ormai ci sono dentro, non sento più nulla.

« Ruki? »

Lentamente alzo il volto e lo guardo. Che sei venuto a fare qui?

« Uruha mi ha spiegato cos'è successo... »

Rimango in silenzio e immobile, seduto sulla panchina gelida. Smetto di guardarlo, concentrandomi di nuovo su quei sassi che sono posti in una maniera confusionaria sul terreno, come i miei pensieri nella mia mente.

« Ha detto che avresti dovuto sapere che non era una cosa che dovevi fare... »

Non avrei dovuto fare cosa?! Quello che facevo ogni giorno?

« E... lui e Aoi stanno insieme. »

Sapevo che c'era qualcosa che non andava. In quegli ultimi tempi Uruha stava male... e non me lo diceva. Quindi... immagino si sia appoggiato a qualcun altro. Ma perché?

« Ruki, non te l'ha detto? E' così? »

Torno a guardarlo, facendogli un cenno con il capo.

« Ho capito... adesso ci penso io. »

Incomincia a camminare velocemente verso l'uscita del parco, ma io non lo fermo. Facesse quel che gli pare, ma non è una cosa che può risolvere. Ormai è andata, lasciamo che la barca navighi in direzione del vento.



Sono a casa. E da solo.
Di nuovo.
   
 
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