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Autore: Not_Lollipops    30/01/2016    1 recensioni
E’ strano come tutto quello che percepiamo sia direttamente collegato alle nostra aspettative, credo che siano in realtà le aspettative a fotterci. Quando abbiamo aspettative nutriamo una sorta di attaccamento e gli diamo importanza; rimaniamo delusi se la realtà non raggiunge le nostre aspettative. Al contrario, senza aspettative, tutto può stupirci e deluderci incondizionatamente. E penso che sia questo il segreto di Frank; non nutriva alcuna aspettativa, era in balia del destino.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Iero, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Entriamo nel garage dalla porta che lo collega alla cucina, Gerard mi ha stupito piacevolmente, riuscendo inaspettatamente a tranquillizzarmi. I ragazzi sono troppo presi dalla musica per notarci e ce ne stiamo in disparte fino alla fine del pezzo. Frank attacca un assolo improvvisato, sforzandosi visibilmente, concentrato. Quando si accorge che gli altri non lo seguono più, sbuffa, smettendo di pizzicare le corde. Gli altri lo guardano muti, aspettando la sua reazione dopo avermi vista. Quando incrocia il mio sguardo abbassa gli occhi, colpevole, e dai movimenti del suo corpo si capisce che è nervoso. Si porta una mano alla nuca e fa segno agli altri, che ci lasciano soli. Cerco lo sguardo di Gerard, che è l'ultimo ad uscire, lui mi rassicura con un cenno.

Frank si siede sul divano di pelle nera, prendendo un sorso dalla lattina ai suoi piedi. Ho voglia di andare via, mentre la mette a posto e mi dice di sedermi, accompagnando le parole con un gesto della mano. Mi siedo sul bracciolo, il più distante possibile da lui e dal suo profumo. Cerco le parole in panico totale, ma sorprendentemente è lui il primo a parlare.

"Non avrei dovuto urlare con te... e dirti quelle cose, me ne rendo conto."- no, non sono delle scuse, sta solo ammettendo le sue colpe.

"Giá. Non avrei dovuto nemmeno io." - mi torturo le mani a disagio, lui se ne accorge e accenna a un timido sorriso.

"So che vuoi aiutarmi e lo apprezzo" - fa una pausa guardandosi attorno, riprende fiato - "Ci sto pensando io, sto mettendo le cose a posto"

"Mi preoccupo per te, Frank, lo sai.."- rispondo atona.

Ci stai provando davvero?

Mi intima di avvicinarmi a lui, lo faccio ma senza toccarlo, guardo le punte delle mie vans consumate. Prendo un lungo respiro.

"Non voglio che tu ti faccia male, Frankie"- mi sento a disagio per il tono infantile delle mie parole.
Che stupida.

Non dice niente, mi osserva un po', le mie iridi blu nelle sue stranamente verdi. Mi stringe a sè, baciandomi dolcemente la testa mentre sono ferma sulla sua spalla. Mi accarezza i capelli per un po’, entrambi in silnzio.

"Mi dispiace, piccola. Davvero."- sorrido alle sue parole e cerco la sua lingua in un bacio lento e dolce.



Siamo andati via dal garage dei fratelli Way, adibito a sala prove, da qualche minuto. Frank guida con un' impazienza inusuale, muovendosi di continuo sul suo sedile, e sbuffando verso qualsiasi cosa possa rallentarlo. È giá buio e fa freddo, mentre ritorniamo a casa sua, io e lui da soli.

Quando entriamo dalla porta, sembra finalmente rilassato, mi siedo in salone mentre prende due birre dal frigo. Sorrido quando ritorna da me, muovendo la testa a ritmo della canzone che ha appena messo allo stereo.

"Volevo farti vedere una cosa, per rispondere alla domanda dell'altra volta.."- mi dice , mentre prendo un sorso dalla mia bottiglia.

"Che domanda?" – mi ravvivo i lunghi capelli castani e gli sorrido spaesata

Si sfila dalla tasca un pacchetto, porgendomelo con un sorriso dolce, si morde il piercing al labbro impaziente.

"Aprilo."

Poso la birra sul tavolinetto al centro della stanza e gli sorrido di rimando, ancora confusa. Quando lo scarto resto a bocca aperta per un attimo, totalmente stupita.

"Oh, amore... È bellissimo"

Ci guardiamo negli occhi per un lungo attimo, mentre stringo fra le dita il ciondolo. Gli sorrido grata e lo bacio sulla guancia.

"Vieni, te la metto"- mi dice, con gli occhi che brillano.

Mi giro di spalle e lascio che armeggi con il gancetto, qualche secondo dopo il cuoricino d'argento ricade sul mio petto. Lo accarezzo con le dita, mentre Frank prende a baciarmi dolcemente il collo, stando ancora alle mie spalle. Mi rendo conto che la domanda a cui si riferiva era riguarda alla nostra "non-relazione", ormai sancita da quel regalo inaspettato, che è diventato simbolo del nostro legame.
Siamo fidanzati.

Poco dopo le mie labbra raggiungono le sue.





Writer's corner: faccio schifo e lo so, non aggiorno da un secolo. Non so nemmeno se qualcuno la segue ancora, questa storia. Lasciatemi un commento xx

  
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