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Autore: Tress    31/01/2016    1 recensioni
Raven è scomparsa, gli altri Titans fanno il possibile per trovarla e riportarla a casa ma non riescono neanche a parlarle.
Che cosa sta succedendo? Perché Raven non vuole tornare a casa?
Dal testo:
"Creò un portale nero sotto di lei e quando furono troppo vicini si lasciò cadere con gli occhi lucidi guardandoli con disperazione e rassegnazione.
-Addio-"
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un portale, tutto era iniziato da un portale, il suo viaggio sulla terra, l’arrivo di Trigon.
E ora doveva attraversare per la seconda volta nel giro di un anno quel lungo viaggio. Il viaggio verso il luogo in cui era nata, il viaggio verso “casa” o almeno, sarebbe dovuta essere casa sua.
Doveva tornare. Dopo la distruzione di Trigon aveva acquisito un altro potere, aveva visto la madre svanire nel nulla, a quel punto preoccupata meditando la raggiunse telepaticamente e sentì in lei una forte presenza demoniaca molto familiare, il padre.
Non era riuscita a eliminarlo del tutto, si era salvato attaccandosi come un parassita all’anima di Arella, per questo ha dovuto lasciare i Titans, non voleva farli soffrire e un piccolo dettaglio del piano non sarebbe di certo piaciuto ai membri della sua vecchia squadra, i membri della sua famiglia.
Ma sua madre era in pericolo, l’intero mondo rischiava con Trigon a piede libero, finché era debole poteva essere distrutto, una volta riprese le forze sarebbe stato tutto inutile e molto pericoloso, straordinariamente pericoloso per il mondo intero.
Per mesi aveva cercato sulla terra gli strumenti e gli ingredienti esatti per sconfiggere quel demone, per sconfiggere suo padre. Il solo pensiero le dava ribrezzo. Il “padre” che le aveva violentato la madre facendola cadere in un vortice di depressione da cui è uscita solo nel momento in cui è diventata una sacerdotessa di Azarath, nel momento in cui è uscito da lei il frutto del suo seme demoniaco.
Tutto il dolore che aveva causato, ai suoi amici più cari, alla madre.
Ma ora non poteva permettersi sbalzi emotivi, aveva bisogno di tutta la concentrazione necessaria per raggiungere Azarath e valutare la situazione, sentiva molto, troppo, la presenza demoniaca simbolo del padre. Qualcosa non andava. Si era rafforzato prima di quanto aveva previsto, non era di certo forte quanto lo era sulla terra ma in uno scontro diretto Raven non avrebbe mai avuto la meglio, non avrebbe mai fatto del male alla madre, doveva solo trovare un modo per attuare il suo piano e quindi esiliare l’anima del padre in un'altra dimensione. Lì non avrebbe causato danni. Lì non avrebbe ferito nessuno.
Tutto ha un prezzo però.
A questo pensiero spuntò un ghigno sul volto assorto della maga, un piccolo accenno di tetro sarcasmo e masochismo in un certo senso.  Perché non doveva pensare a loro, non doveva pensare a lui. Si sarebbe sentita in colpa. Eppure c’era un ricordo che cercava di sfuggire alla sua volontà.
Ormai distratta si arrese e iniziò a ricordare quell’episodio tanto deprimente .

Era mattino, la maggior parte dei Titans stava dormendo, per lei era relativamente una bella giornata. Il suo bel tè caldo, la sua routine.
 La quiete prima della tempesta. Leggeva un libro nella sala comune con la chiave della sua felicità tra le pagine, la chiave della sua quiete. Non vedeva l’ora di vedere la Sua faccia quando avrebbe visto la lettera tra le mani della potente maga che tanto temeva ma che ammirava.
 Infatti non poco tempo dopo Ecco BB con un espressione sconvolta in viso e con ancora il pigiama addosso. Un pigiama composto da un paio di pantaloni della tuta sporchi e sgualciti.
 Raven non poté trattenere un sorriso sghembo e uno sguardo malizioso che fecero trasalire BB, così abituato alla maschera inespressiva della giovane. – Perso qualcosa?-  BB dovette attendere qualche secondo per realizzare tutte quelle novità e quando comprese quello che voleva dire la maga si irritò e con la rabbia negli occhi l’accusò:
 -TU! Maledetta, dove l’hai nascosta?- 
  -Nascosto cosa BB? Non so di cosa tu stia parlando.-
- Non mi mentire, ridammi subito quella lettera imbarazzante prima che la legga qualcuno.-  e questa volta al posto della rabbia il viso di BB mostrava solo imbarazzo e timore. Come aveva fatto a cadere in uno dei ricatti della maga? Di nuovo?
-tutto ha un prezzo BB, lo sai. Se rivuoi questa sdolcinata lettera per Terra dovrai prima promettermi una cosa.- appoggiò il libro sulla sua destra e si voltò di più verso BB per poter intimidirlo con il suo sguardo assassino.
BB non poté far altro che abbassare gli occhi e mugugnare un consenso che di sicuro gli era costato molto, ma a quel punto non gli importava.
-Sta bene. Devi promettermi di fare tutti i compiti che ci ha assegnato Robin al posto mio senza lamentele.-
BB non rispose, era a bocca aperta che fissava la perfida ragazza che le stava di fronte, così bella, così intelligente ma allo stesso tempo così  perfida a volte. Amava vederla sorridere e sarebbe rimasto a parlarle per ore anche se quando parlavano doveva stare ben attento a ciò che diceva.
 Era da molto che stella li aveva traditi, non piaceva più al ragazzo, ma comunque quella lettera se letta dai suoi amici poteva essere usata per prenderlo in giro, e questa era una cosa che il verde proprio non sopportava.
-Come ti ho già detto poco fa BB questo è il prezzo  per la lettera e se non ti sta bene la terrò io, facendo in modo che finisca su ogni social media di questo mondo.-
-In questi momenti mostri la tua parte demoniaca più di quando ti arrabbi Raven. Accetto, va bene ora ridammi quella maledettissima lettera.-
Un ondata di tristezza sconfinata  avvolse Raven, sentire quelle parole da lui la fecero sentire male, la fecero sentire in colpa. Il sorriso che prima le illuminava il volto scomparve pian piano e sentendo le lacrime avanzare decise di finire lì la questione. Prese la lettera con due dita sfilandola lentamente dalle pagine del libro, si alzò e gliela buttò addosso con rabbia facendola cadere per terra.
-Mi dispiace di non essere come vuoi tu.-
Una volta bisbigliato questo lei creò un portale nel vetro e se ne andò lasciandosi alle spalle un perplesso e dispiaciuto ragazzo verde.

Finito il ricordo una voragine molto familiare comparve di nuovo nel petto della giovane, un vuoto che non poteva essere riempito ma che poteva essere ignorato per il bene del mondo.
Quel ricordo è stata una debolezza. Non poteva permettersi altre distrazioni o quel viaggio sarebbe durato in eterno consumando gradualmente le sue forze.
Il prezzo da pagare era alto ma accettabile, ma di sicuro avrebbe accettato qualsiasi cosa per la salvezza della madre e degli amici.
Erano le persone che più di chiunque altro la capivano e che riuscivano a colmare quel vuoto, quel dolore.
E ora doveva eliminare la causa di quel dolore, la causa dei suoi problemi, la causa della sofferenza della madre. Doveva eliminare la stessa creatura demoniaca che le aveva donato la vita.
E questo le sembrava buffo, tetro, cattivo, ma pur sempre buffo in un certo senso.
 
 

Bealora, lo so che dovete ancora metabolizzare il secondo capitolo ma dopo essere scomparsa così volevo trovare il modo di farmi perdonare; oltretutto ero davvero impaziente di sapere cosa ne pensate degli sviluppi sulla storia. Quindi recensite e fatemi sapere. 
Questi capitoli sono molto riflessivi ma già tra poco si potranno avere scene più "attive" ecco. Appena Raven arriverà a Azarath quindi se non nel prossimo capitolo in quello dopo. Devo ancora decidere e non voglio spoilerare niente anche se sinceramente non so neanche io come continuerà ahahah.
Spero comunque che questo delirio psicotico vi sia piaciuto e spero anche di ricevere consigli e correzioni di eventuali errori.
Alla prossima.
Tress
   
 
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