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Autore: germangirl    02/02/2016    7 recensioni
Slaughter suggerisce a Castle di smettere di chiedere permesso e di riprendersi sua moglie. E lo scrittore pare intenzionato a mettere in pratica questo consiglio ma... qualcuno si intromette.
Post 8x06 e da lì via alla fantasia
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jackson Hunt, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Capitolo 2. You only live twice

Rientra nel suo appartamento, posa il trolley accanto al mobiletto dell’ingresso e si guarda intorno, sconsolata. Lì non si sente a casa. E’ solo una scatola in cui rifugiarsi a fine giornata, appena meno asettica e impersonale di una camera d’albergo. Nonostante viva lì da qualche tempo ormai, non ha nemmeno provato a renderla un po’ più sua. Non gliene importa molto.

Si siede sul divano, poggia la nuca alla spalliera e chiude gli occhi, facendo un respiro profondo. Penserà più tardi a sistemare i suoi effetti personali e a disfare il bagaglio. Ora ha solo voglia di riposare.

La riunione agli affari interni sull’antiterrorismo cui ha partecipato celava in realtà un incontro prevalentemente politico. Questo è un aspetto del suo lavoro che il Capitano Beckett non ama molto, ma che fa parte del pacchetto, e così periodicamente deve recarsi in pellegrinaggio a Washington, turarsi il naso e curare quel network. E’ orgogliosa della posizione che ricopre al 12th Precint, ma le manca l’azione, il lavoro sul campo, tanto che non si lascia scappare l’occasione di intervenire in prima persona ogni qual volta le capita, sia per un sopralluogo sulla scena di un crimine, sia addirittura per un’operazione sotto copertura.

Il suo non è un ruolo semplice. E’ una donna che ha una posizione di comando in un mondo di uomini. Deve prendere decisioni difficili continuamente, senza mai un momento di tregua, senza mai mollare la presa e condividere quel fardello con qualcun altro. Ma non cambierebbe il suo lavoro per niente al mondo, perché il suo profondo senso della giustizia non potrebbe trovare migliore collocazione.

La due giorni a DC, molto teorica e assai poco pratica, le ha lasciato un accenno di mal di testa e le ha dato modo di pensare. Allontanarsi dalla Grande Mela le ha fatto bene, le ha permesso di vedere le cose da una prospettiva diversa e di giungere ad un’unica, semplice ed inconfutabile conclusione.

Le manca suo marito.

Terribilmente.

Le manca il contatto fisico con lui, la loro intimità, e le manca quel brain sharing che ha sempre caratterizzato la loro unione e che ha sempre divertito, stupito e fatto impazzire chi stava loro intorno. E si è resa conto che separarsi da lui è stata una cavolata di dimensioni stratosferiche, seppur dettata dalla volontà di proteggerlo, di non metterlo in pericolo. Del resto, come si fa a non amare un uomo che l’ha messa al primo posto sulla sua bucket list? Una lista compilata almeno tre anni prima di riuscire finalmente ad averla? Nell’insonnia che le ha fatto compagnia negli ultimi mesi la sua mente l’ha portata spesso a rivivere i momenti più belli, romantici, appassionati della sua storia d’amore con Rick, iniziata in verità assai prima di quella fatidica prima notte insieme. Come non pensare a quando lo scrittore le ha fatto aggiustare il prezioso orologio di suo padre, rimasto danneggiato dall’esplosione del suo appartamento? O a quando le ha procurato la foto autografata dell’intero cast di Temptation Lane? O a tutti i caffè che le ha regalato sin dagli albori della loro collaborazione, quando lei continuava a guardarlo come una fastidiosa spina nel fianco? E vogliamo dimenticare la borsa di studio in memoria di sua madre? E non stavano ancora insieme in quel momento. Poi, da quando anche l’ultimo mattone del suo muro è crollato e si è abbandonata all’amore per questo uomo straordinario, lui non ha fatto che adorarla, venerarla e amarla di un sentimento profondo e palpabile. Tutti questi ricordi l’hanno aiutata a comprendere che, solo se ha suo marito accanto a sé, sarà in grado di sconfiggere l’ennesimo Drago.

E’ grazie a lui se ha iniziato una seconda vita, dopo che la prima si era spenta quando era morta sua madre. Gli anni successivi a quel terribile evento erano stati una specie di limbo, nel quale Kate aveva galleggiato senza vivere realmente. Invece con lui è tornata a vivere e, come dice il titolo di quel film di James Bond, si vive solo due volte. Non può sprecare la sua occasione, non ne avrà altre.

Ora basta solo trovare il modo di farsi perdonare. Tanto più che presto sarà il loro primo anniversario di matrimonio e mai e poi mai si sarebbe immaginata di trascorrerlo lontana da lui. Vorrebbe andare da lui, al loft, ma… ha paura. Non le va di affrontare né Martha né Alexis.

Baggianate.

Il vero motivo è che teme che suo marito si sia stufato di aspettarla. Pare che l’attesa sia il leitmotiv della loro storia, ed è sempre lei a decidere sulla durata di questa attesa. Ma quanta pazienza potrà ancora avere quell’uomo? Cos’altro può pretendere da lui? E se si fosse stancato? Se avesse compreso che non ne vale più la pena? Se avesse perso la speranza?

Scuote la testa di fronte a questi pensieri nefasti e decide di tentare il tutto per tutto. Si recherà al loft a implorare suo marito di riprendersela  e di aiutarla nella sua crociata. Con la speranza che nessuna delle altre donne della vita dello scrittore sia in zona. Perché se quell’incontro va nel modo giusto stasera non tornerà a dormire nella scatola.

Sorride al pensiero e dà il via ai preparativi. Una bella doccia rinfrescante, quella crema per il corpo alle ciliegie, che suo marito adora, quel completino di seta, rosso passione, che le ha regalato tempo fa, senza nessun motivo, e che non ha ancora indossato per lui e… un ingrediente speciale. Che sembra tutt’altro che romantico e sensuale ma che per loro ha un significato profondo.

Nasconde quell’intimo elegantemente provocante sotto un paio di jeans attillati e un maglioncino leggero, calza le sue amatissime scarpe con il tacco e parte per la sua missione. Per recuperare quell’ingrediente mancante deve fare una piccola deviazione dall’itinerario che la conduce al 595 di Broome Street. Insomma, non lascia niente di intentato. In guerra e in amore tutto è permesso. E lei sta per affrontare una battaglia non da poco, quindi occorre schierare l’artiglieria al gran completo. Ma il premio che spera di ottenere vale ogni strategia: suo marito.

Giunta alla prima tappa, Kate accosta la Crown e scende. Entra da Remy’s e dopo aver scambiato quattro chiacchiere con Paul, il cameriere che ha sempre servito lei e Castle ogni volta che sono andati a mangiare lì, gli ordina due cheeseburger. E’ una specie di codice per lei e suo marito. E non solo perché quella doveva essere la sua safeword qualora si fosse trovato in difficoltà quando una sua fan aveva preso in ostaggio diverse persone per attirare l’attenzione sul suo caso e aveva detto espressamente che avrebbe negoziato solo e soltanto con Richard Castle. No, Remy’s è un luogo del cuore per loro. E’ lì che hanno avuto il loro primo appuntamento-non appuntamento. Sorride con tenerezza al ricordo di quella fase della loro vita: quella sera, in particolare, lei era uscita con Brad Dekker, alias  Mr July del calendario dei vigili del fuoco, e lui con Amanda Livingston, una bionda affascinante, ma entrambi non avevano fatto altro che pensare al caso su cui stavano investigando e avevano finito per abbandonare i rispettivi accompagnatori, dedicarsi al lavoro e precipitarsi da Remy’s a fine serata, nonostante l’ora tarda, a festeggiare la conclusione vittoriosa delle indagini e a godersi la reciproca compagnia.

Porgendole il sacchetto di carta con il suo prezioso contenuto, Paul la distoglie dal suo viaggio lungo il viale dei ricordi. Kate paga la cena, lo saluta e riparte per portare a termine la sua missione.

 

Nel frattempo, al 595 di Broome Street Richard Castle ha appena aperto la porta.

“Papà?!?!?” esclama sorpreso.

“Mi fai entrare?” gli chiede l’uomo canuto, oltrepassando l’uscio senza aspettare la risposta del figlio. Ha la sua solita espressione indecifrabile, che contrasta apertamente con lo stupore dipinto sul volto dello scrittore. Eppure ormai dovrebbe essersi abituato alle apparizioni improvvise di Jackson Hunt. Appena si riprende dallo sbalordimento, chiude la porta e si volta verso il suo ospite, recuperando almeno le buone maniere: “Posso offrirti qualcosa?”

“Un whisky andrebbe bene. E, dammi retta, non farebbe male nemmeno a te” risponde criptico. Però cammina senza difficoltà, segno che questa volta nessuno gli ha sparato. E’ già qualcosa.

La faccenda, comunque, non promette nulla di buono, ma Rick ubbidisce alla richiesta e, avvicinandosi al mobile bar, prepara due bicchieri di quel liquido ambrato, porgendone uno al genitore.

“Cosa ci fai qui?” gli domanda Castle. Lo strano rapporto che ha instaurato, per così dire, con suo padre prevede pochi convenevoli.

“Dobbiamo parlare di Kate” arriva dritto al sodo Hunt. “She’s good at what she does, ma si sta cacciando in un guaio più grosso di lei” aggiunge.

“Cosa ne sai tu?” si informa, incuriosito dalla sua affermazione.

“Mia moglie Rita ha coperto le spalle a lei e a Vikram qualche mese fa e da allora la teniamo sotto controllo” spiega Jackson.

“Tua moglie? Sei sposato? E non ti è nemmeno passato per l’anticamera del cervello di dirmelo? Magari lo eri già quando ci siamo visti a Parigi?” reagisce Rick, offeso per il mancato coinvolgimento. Ancora non ha imparato che da suo padre non può aspettarsi un comportamento affettivo normale.

Getting emotional, now it’s not the time” commenta asciutto Hunt. “Lo sai, con quello che faccio non è mai il momento di lasciare spazio ai sentimentalismi. I let my guard down, people die. Quindi, veniamo al dunque. Tua moglie sta indagando in modo indipendente per arrivare a Loksat, solo che si è rivolta alla persona sbagliata” taglia corto l’agente segreto.

Il cervello e il cuore di Rick sono in pieno subbuglio. Fino a due minuti fa si stava preparando per andare a riconquistare sua moglie, pregustando una serata romantica e passionale, invece ora suo padre, che avrà visto per poco più di 48 ore in totale in tutta la sua esistenza, è davanti a lui, gli ha appena detto che Beckett è in pericolo e lo ha informato en passant di essere a sua volta sposato. In quel groviglio di emozioni che gli fanno girare la testa però si fa strada l’unica deduzione possibile: “Mi stai dicendo che Vikram non è chi dice di essere?”

“L’ho sempre saputo che sei un ragazzo sveglio. Ora, dobbiamo mettere in guardia Kate senza però che Vikram se ne accorga. So che non vivete più insieme…”

“Come lo sai?”

I may not be good at this but I’m still your father. Comunque, confido che siate ancora in buoni rapporti. Le devi parlare, Rick, e devi fare in modo che si allontani da quell’uomo o che almeno finga di farlo. Non può troncare di netto i rapporti con lui, altrimenti si accorgerebbe subito che qualcosa non va. E’ tutt’altro che uno sprovveduto” lo istruisce Hunt.

“Sì, hai ragione. Stavo giusto andando da lei. Avevo tutt’altro in mente per questa serata, ma non importa. Senti, se vuoi puoi fermarti nella camera degli ospiti per stasera, mia madre e mia figlia sono fuori per qualche giorno…”

Mentre Hunt sta per rispondere, qualcuno bussa alla porta.

Mettendosi l’indice davanti alle labbra, Jackson fa cenno al figlio di non rivelare la sua presenza e con passo felpato si nasconde nello studio.

Preoccupato, Rick si reca ad aprire e di fronte si trova Kate.

“Hey” la saluta. “I was just coming to see you” aggiunge stupito e rinfrancato dalla consapevolezza che, nonostante tutto, sono sempre in sintonia.

I was coming to see you” gli risponde Beckett, sorridendo e al tempo stesso aggrottando la fronte. Non l’ha invitata a entrare e non sa bene come comportarsi. Poi gioca la sua carta. “I brought dinner for us” dichiara, porgendogli la busta di carta contenente i due cheeseburger.

“Remy’s!” esclama Rick, felice per aver riconosciuto in quel gesto un messaggio nascosto. “Vieni, accomodati. Li mangiamo al bancone della cucina, che ne dici?” le propone ciarliero mentre chiude la porta, troppo contento di avere di nuovo sua moglie vicino – e di sua spontanea iniziativa, per giunta –, dimenticando che suo padre è nella stanza accanto. Dettaglio trascurabile al momento.

Quando si volta e se la trova davanti le scopre sul volto un’espressione sofferente. “Ehm, Rick, ti chiedo scusa. Pensavo che da sola ci sarei riuscita. Volevo solo proteggerti, ero convinta che l’unico modo per tenerti in vita fosse allontanarti da me. Ora ho capito perché anche tu mi hai mentito quando sei andato a Parigi a riprenderti Alexis e ricordo quanto ho sofferto sapendoti là fuori da solo. Mi sono appoggiata a Vikram perché non ho nessun legame con lui. Non ho coinvolto nemmeno Ryan o Espo, perché non volevo assolutamente che corressero alcun pericolo. E’ la mia battaglia, Rick. E’ la mia guerra. Però… senza di te non ce la faccio. So che è egoista da parte mia, so che in questo modo è come se ti attaccassi un bersaglio sul cuore, ma mi manchi, babe. Eppure se qualcosa andasse male e tu morissi… Dio, Castle, non ne uscirei mai. I would die if I lost you. Hai visto cosa era successo a mio padre dopo la morte di mamma… è caduto nel baratro e ne è uscito a fatica solo dopo anni, ma io non ce la farei. Non potrei mai perdonarmelo… però… ho bisogno di te. E ho capito che solo se sei accanto a me ce la possiamo fare insieme. E solo se sei con me posso proteggere te, posso proteggere noi e il nostro futuro insieme.”

Il respiro affannato, il battito cardiaco accelerato, gli occhi lucidi e il fatto che non abbia mai smesso di tormentarsi le mani tradiscono le forti emozioni che sta provando. Sa che tutto il suo discorso è un groviglio fitto di contraddizioni e non ha mai preso fiato per arrivare in fondo, temendo forse che se si fosse fermata non sarebbe riuscita a fargli comprendere quanto stia soffrendo e quanto sia rammaricata per averlo ferito, per averlo escluso.

Rick rimane imbambolato a fissarla per un tempo che le pare infinito e poi la bacia, riscoprendo il suo sapore, ritornando a casa. E’ un bacio breve ma intenso, perché ahimè ha altro a cui pensare in questo momento. Per esempio al fatto che c’è un agente segreto nascosto nello studio. Sempre che non si sia magicamente volatilizzato nel frattempo.

“Kate, ci sono dentro anch’io, che tu lo voglia o no. Ricordi? Partners in life and in crime” le rammenta. “Voglio aiutarti e lo farò. Però…”

Beckett gli rivolge uno sguardo interrogativo e confuso. Quella frase in sospeso non la tranquillizza per nulla.

“C’è qualcosa che devi sapere e credo sia meglio che te ne parli direttamente la mia fonte” dichiara serio Castle. A quelle parole, Hunt esce dallo studio.

Nice to see you again, Kate” la saluta con un enigmatico sorriso.

 

Nota dell’autrice

Il loft è fin troppo affollato: ecco che ritorna persino Hunt, cuore di padre (a modo suo). Anche Kate è intenzionata a salvare il proprio matrimonio, ma come reagirà di fronte alle rivelazioni del suocero?

Grazie per aver accolto la storia con affetto e per avermi dedicato ancora una volta il vostro tempo arrivando fino qui.

Un abbraccio,

Deb

  
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