Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Eleonora_Vasile    02/02/2016    1 recensioni
NICO, incastrato tra un figlio di Apollo convinto di essere il suo medico e un figlio di Giove convinto di essere il suo migliore amico, dovrà partire per un'impresa insieme a WILL ed AMY, una semidea arrivata da poco che assomiglia a Bianca. Dolorosi ricordi tornano dal passato, insieme ad una divinità primordiale molto peggio di Gea, se i calcoli di ANNABETH sono corretti. Anche I SETTE dovranno partire per un'impresa un po' meno ufficiale, con REYNA e altri mezzosangue. Le Porte della Morte si stanno per riaprire...
Genere: Azione, Comico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Reyna, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                         NICO
Nico si abbandonò sul tronco dell’albero, sorridente. Sorrideva più spesso, ultimamente. Lasciò che i raggi del tramonto gli illuminassero il viso e, per una volta, si sentiva calmo, tranquillo... in pace con sé stesso. Almeno, finché non arrivò Will.
-    Ah, sei ancora qui tu? Tra un po’ è buio, vuoi raffreddarti?
-    Solace, stai zitto, o giuro ti scateno contro un’orda di zombie.
-    Mr. Morte, prova ancora ad usare quella tua magia...- ma si zittì, notando che il ragazzino 
Rideva come un bambino. Faceva bene sentirlo ridere, di tanto in tanto.
-    Stai meglio dopo...? – Nico scosse la testa.
-    Tre giorni, tre giorni capisci? Tre giorni che è finita la guerra e lui non è ancora tornato. Leo è morto. E per colpa mia.
Will lo squadrò, con quei suoi occhi, pensò Nico, dello stesso colore del cielo. Scosse la testa, infastidito. Non aveva nessuna voglia di cascarci di nuovo. Aveva l’espressione un po’ crucciata.
-    Eri molto amico di Leo?- chiese, dopo un po’ di esitazione. Nico studiò il suo sguardo.
-    Beh... Sì... Non particolarmente, ma era un mio compagno.
Will sembrò sollevato.
-    Ehi Nico, non è colpa tua e tutti al campo lo sanno. E poi hai detto che non sei sicuro, giusto? Ora andiamo nell’infermeria. Così mi aiuti un po’ con i malati e ti faccio un esame generale prima di... dimetterti definitivamente.
-    Co...come dimettermi definitivamente? – il ragazzino sgranò gli occhi. Il figlio di Apollo 
Sbuffò.
-    Beh, stai bene no? E poi dici sempre che ti vuoi liberare di me.
-    Non ho mai detto che mi voglio liberare di te.
Will lo guardò con un sorriso sornione.
-    Allora ti fanno piacere le mie cure!
Nico alzò gli occhi al cielo, ma solo per non far vedere che sorrideva.
-    Mai detto neanche questo... Solace, ti ho già detto di stare zitto?

Nico odiava quando gli facevano un controllo generale. Lo odiava già da bambino, quando Bianca lo portava da un’ossuta dottoressa dalle mani gelide che gli tastava tutto il corpo, gli auscultava il petto e osservava quelle sue strane occhiaie perenni, che non riusciva a spiegarsi. Lo odiava anche al campo, quando Annabeth o Jason, nel corso degli anni, lo avevano portato contro la sua volontà. Non sopportava il contatto fisico...
Lo odiava anche in quel momento, quando il figlio di Apollo cominciò a premergli la pancia, a controllargli le orecchie, la gola... Will però aveva le mani calde e Nico odiò il fatto di averlo notato e di sentirsi un po’ troppo bene...ed estremamente in imbarazzo.
-    Ok. Ora togliti la maglietta.
-    Assolutamente no.
-    Se non ti opponessi a qualsiasi mio ordine, avremmo già finito.
-    Io. Odio. Il. Contatto. Fisico. E poi ti assicuro che non ho la polmonite. Non è...
-    MUOVITI!- urlò Will e Nico notò che era leggermente rosso.
-    D-domani vengono i ragazzi del Campo di Giove per il torneo di tiro con l’arco.- cercò di 
Distrarlo Will, mentre gli ascoltava il cuore, che Nico riusciva a sentire anche senza quello strano aggeggio da medico di cui non ricordava mai il nome. “Perfetto.” Pensò Nico “ Così mi diagnostica un infarto giovanile o qualcosa del genere e mi costringe a stare ancora qui.” Ma strinse i denti. Doveva superarlo per liberarsi da Will e da quelle farfalle-scheletro che volavano nella sua pancia. O forse... no? Si schiarì la voce.
-    Senti Will...io...io volevo dirti...
-    Cosa?- il medico si fermò. Nico osservò i suoi occhi da bambino e pensò a Percy, a come
Aveva evitato di rimanere solo con lui dopo la sua confessione. Certo, tranne quella mattina...
-    Volevo dirti...- la sua voce si abbassò, quasi in un sussurro. – che posso tornare ad aiutarti,
in infermeria domani, verso le undici...prima del torneo. Che dici?
-    Certo. E noi abbiamo finito. Puoi andare!
-    Ehm...sì... ci vediamo al falò, uh?- borbottò il figlio di Ade, e corse via, col cuore in gola.

Al falò i ragazzi cantavano felici. A Nico sembrò insopportabile. A Leo sarebbe piaciuto... e Will chiacchierava con una ragazza della casa di Afrodite, ignorandolo completamente. Pensava che le cose non potessero andare peggio, quando si avvicinò Jason.
-    Ehi Nico... ti va di parlare?- Nico sbuffò. Sapeva esattamente di cosa voleva parlare. Da 
Quando si era fermato al campo mezzosangue, Jason Grace era diventato il suo migliore amico e psicologo personale. O, almeno, così credeva lui.
-    Come vanno le cose con Will?
-    Non mi piace Will!
-    Certo... Certo...
-    Perché mai mi dovrebbe piacere un figlio di Apollo? Gentile...solare...- “ ...sexi come suo 
padre...” pensò, ma tenne il bocca chiusa.
-    Non provare a negarlo! Di giorno siete sempre insieme e arrossite in continuazione!
-    Ciò non vuol dire che debba piacermi per forza!- si esasperò il figlio di Ade. – Non voglio di nuovo...
-    Allora lo ammetti...- disse l’altro con uno sguardo elettrico che lo faceva assomigliare a suo 
padre.Cioè, elettrico nel vero senso della parola. Mandava scintille dall’iride, come tutti i figli di Giove o Zeus quando gli davi ragione o diventavano particolarmente competitivi. Poi sorrise e gli spettinò i capelli.
-    AAARGH... Jason, smettila di toccarmi o ti spedisco nel tartaro!
Una campana risuonò per tutta la valle.
-    C'è il coprifuoco... devo andare...- riuscì finalmente a liberarsi il figlio di Ade. Si allontanò in 
silenzio e si rese conto che il figlio di Giove era stranamente allegro. Sospirò, pensando a che razza di amici si trovava. Arrivò nella sua cabina. Tra le cure di Will non era ancora riuscito a sistemarla ed era ancora obbligato a dormire nei letto da vampiro. Si sdraiò, trovandolo infinitamente comodo, e si tolse la collana che aveva al collo. Aveva quattro perle.
-    Per te.- gli aveva detto Percy, quella mattina, quando gliela aveva data, con uno sguardo fin 
troppo serio per il figlio di Poseidone. – Non... ci sei stato in questi anni per prenderle, ma le avevo conservate per quando saresti tornato.- poi smise di essere serio e sorrise. – Va bene piccoletto?- gli aveva chiesto, spettinandogli i capelli come Jason. Quei due si stavano alleando contro di lui? Comunque gli aveva fatto piacere che lo avesse capito. E accettato. Inevitabilmente i suoi pensieri corsero a Bianca. Si addormentò in un sonno agitato, popolato da cacciatrici, draghi robot e figli di Apollo più o meno graditi.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Eleonora_Vasile