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Autore: Alcione    04/02/2016    2 recensioni
“Vedo che ti sei ripresa completamente” disse Thor sorridendomi bonario
“Si Altezza. E vi ringrazio infinitamente per la vostra gentilezza.” Loki mi guardò storto,
“Non sei stata cosi gentile con me” mi sillabò mentre dava le spalle al fratello
“Non l’hai meritato, se non erro” sillabai a mia volta, facendogli una linguaccia dispettosa
Cosa succederebbe ad Asgard se i suoi principi si vedessero improvvisamente piombare tra capo e collo, un guerriero proveniente da un mondo a loro sconosciuto?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24
Loki dormi per giorni, e più i giorni passavano, più ero atterrita all’idea che non avrebbe più riaperto gli occhi.
“Deveva essere distrutto per dormire della grossa da tutti sti giorni” disse Gurvarth un pomeriggio. Era entrato nella vaga speranza di farmi mangiare, ma lo stomaco era serrato
“Loki non dorme mai cosi, il minimo rumore lo sveglia. Adesso pare in stato comatoso.” Dissi senza staccare gli occhi da lui
“Bè vuol dire che qui si sente al sicuro.” Rispose saggiamente Gurvarth, ma quelle parole anche se mi fecero sorride per un attimo non mi tranquillizzarono. Continuai a vegliare il suo sonno senza muovermi da quella stanza, ero divenuta ancora più innavicinabile di quando ero tornata dalla bocca dell’inferno, per fortuna anche la nonna aveva rinunciato a cercare anche solo di parlarmi, sapevo di darle un dolore ma il mio unico pensiero era Loki, e sapevo che lei non lo capiva. Ormai solo Gurvarth aveva abbastanza pazieza o coraggio per avvicinarsi, o forse la verità era che per qualche strana ragione tolleravo solo la sua presenza oltre a quella di Loki.
 “Devi uscire da qui.” Disse il quarto pomeriggio. Loki continuava a riposare, il suo volto era tranquillo e rilassato e la sua fronte non si aggrottava più dal dolore o dagli incubi, anche la febbre che lo aveva tormentato nelle ultime due notti sembrava essere passata, e il suo corpo tornava alla sua solita fredda temperatura. Mi stroppicciai gli occhi esausta di sentirmi dire sempre le stesse cose e di dare sempre le stesse risposte,
“E se si sveglia per un minuto e io non sono accanto a lui? Si sentirà abbandonato di nuovo e non voglio. Rimarrò qui finchè non si sveglia.” Quando Gurvarth usci nuovamente sconfitto, tornai a sedermi sullo sgabellinno accanto al letto e presi la mano di Loki, non era più sudata ma fresca e liscia
“Loki..” cominciai a chimarlo con un sussurro ormai disperato “Loki ti scongiuro svegliati. Ti stai vendicando perchè ti ho lasciato solo ad Asgard? Me lo merito, ma ti prego adesso svegliati. Torna da me. Se non torni giuro che vengo a prenderti negli inferi e ti uccido con le mie mani!” dissi con le lacrime che ormai cadevano giù senza che potessi o volessi fermarle, quanto ancora dovevamo soffrire entrambi prima di poter essere felici?  “Brutto bastardo egocentrico primadonna svegliati!!” gridai, ma lui non si mosse. Appoggiai la testa sul letto a fianco al corpo di Loki e esausta mi addormentai.
 
Loki
Dormire quei quattro giorni fu come rivivere tutta la mia vita in un sogno, e fu sconvolgente come il mio inconscio non aveva distorto nessun dettaglio. L’infanzia ad Asgard vessato da Sif e i tre citrulli, l’adolescenza passata a tentare di essere come Thor senza risultati. Scoprire l’arte dell’inganno, divenire un maestro, isolarmi fino a divenire quello fuori da coro, quello diverso. Scoprire di esserlo per davvero, la gelosia verso quel fratello che non ero mai riuscito a eguagliare, l’odio per l’uomo che mi aveva cresciuto in una bugia e l’amore per mia madre che mi amavato nonostante tutto. Midgard, Thor e quell’altro branco di imbecilli boriosi, di nuovo Asgard con le sue prigioni, Thor che mi ridava una libertà fittizia, Jane, e rassegnarsi all’idea di essere un ombra per l’eternità. Poi arrivava lei e mi sconvolgeva la vita in tutti i sensi. Non ero più il mostro da cui si mettono in guardia i bambini la notte, ma ero qualcuno da amare con i suoi pregi ma sopratutto con i suoi difetti. Lei alla quale non erano interessate le scelleratezze che avevo commesso, “Nessuno è perfetto” disse. Lei che da una vita combatteva quelli come me, di me si era innamorata. Io che non avevo mai capito che cos’era l’amore e che lo avevo anche deriso, adesso sapevo esattamente che cosa voleva dire davvero appartenere a qualcuno. E quel qualcuno dormiva esausta accanto a me. Fu meraviglioso svegliarmi e vederla li, la sua testolina bianca accanto al mio fianco, il volto nascosto dal braccio e la sua mano che stringeva la mia. Non mi ero mai sentito cosi, eppure non mi dispiaceva, non mi disturbava essere divenuto sentimentale per lei. Potevo vedere il sole lentamente scendere verso l’orizzonte oltre le tende che si muovevano leggere alla prima brezza pomeridiana. Le accarezai la mano e lei si svegliò destata da quel lievo tocco. Ci guardammo per un lunghissimo momento, incapaci di pensare ad altro se non a noi due, l’attesa di quel momento era stata talmente lunga che quasi non sapevano che cosa fare. Con la mano ancora saldamente nella sua la tirai a me sussurrandole
“Vieni qui.” Si arrampicò sul letto e si raggomitolo accanto a me, la strinsi forte e finalmente potevo inspirare il suo profumo caldo e invitante, il suo corpo premuto contro il mio quasi a voler divenire una cosa sola, mi guardò con quei suoi occhi assurdamente belli e fu un piacere scivolare in quello sguardo che scoppiava di felicità. Rotolai piano su di lei e la baciai il più lentamente possibile, volevo che assaporasse ogni singolo attimo di quel momento. La volevo cosi tanto da fare male, ma ero deciso a resistere a quel dolore che mi squarciava le viscere perchè, dopo averlo tanto atteso, quel momento non poteva consumarsi in pochi minuti. Lentamente, come se fosse fatta di finissimo vetro, la spogliai, mi presi tutto il tempo del mondo per studiare le sue reazioni, ogni suo brivido, sussulto, era tenerissima quando le sfilai con un dito la biancheria e la vidi arrossire come se non mi avesse gia dato tutto di lei. Baciai ogni centimetro di quel corpo che mi faceva perdere la ragione come nessun altro, la parte bestiale di me avrebbe voluta prenderla senza alcun riguardo e possederla con violenza, ma la misi a tacere alla svelta, ci sarebbe stato il tempo anche per quello, ma in quel momento volevo scivolare in lei con calma e osservare le sue mille espressione mentre lo facevo, non prima però di averla torturata a dovere con la lingua che s’infilava in ogni angolo del suo piccolo corpo; era, per una volta tanto, completamente disarmata e questo mi eccitava ancora di più. Ogni spinta, ogni carezza, ogni gemito era come morire e rinascere di nuovo mille volte. Non dicemmo una parola durante quel rapporto, inondati dalla luce dorata del sole che faceva da cornice a quel momento che, lo sapevamo, suggellava le nostre anime in un legame che nessuno avrebbe sciolto, e dopotutto non avevamo bisgono di parole io e lei, i nostri occhi accesi di desiderio e felicità erano più eloquenti di qualsiasi discorso. Dopo averle fatto raggiungere il piacere un numero considerevole di volte, lasciai che si addormentasse sul mio petto, ma non le permisi di coprirsi, la volevo nuda su di me, volevo continuare a guardarla anche dopo che lei si fosse addormentata, la poesia del suo corpo nudo contro il mio mi fecero desiderare di possederla di nuovo, ma chissà per quanto tempo era stata sveglia accanto a me nell’attesa che io mi risvegliassi, lasciai cosi che si abbandonasse completamente tra le mie braccia che la stringevano delicatamente, finalmente era lei a essere protetta.
Si svegliò che la luna era ormai alta nel cielo, l’avevo coperta con un lenzuolo, l’umidità della sera entrava attraverso la finestra costantemente aperta, e se io ero abituato al freddo, il suo corpo veniva scosso dai brividi, e io di certo facevo fatica a riscaldarla come il suo corpo esigeva. Come un gatto cercò di raggomitolarsi di più contro di me, prima di sfregare il naso sul mio petto e alzare lo sguardo, gli occhi le tremavano, languidi e bellissimi
“Ti prego, se è un sogno non svegliarmi!” sussurrò in un alito caldo, mi divertii a darle uno schiaffetto sulle natiche nude
“Sei sveglissima” dissi come se la cosa m’interessasse poco
“Non sei per niente romantico!” disse lei fingendo di mettere il broncio. Per gli Idei era meravigliosa anche cosi
“Tremo dalla paura che tu possa sparire di nuovo da un momento all’altro” quelle parole uscirono dalla mia bocca senza che io le pensassi neanche, uscirono cosi da sole e non potetti fermarle, ma mi resi conto che non m’interessava mostrarmi freddo, distaccato e stronzo. Lì in quella stanza, nascosti alla vista del mondo potevo dirle che l’amavo e che non m’interessava che cosa sarebbe stato della mia vita finchè ci fosse stata lei al mio fianco.
“Sono qui Loki.” Disse lei baciandomi
“Giurami che è finita. Giurami che qualsiasi altra cosa accada saremo in due ad affrontarla.” La scongiurai mentre continuavo a baciare quelle labbra morbidissime e bollenti, si raddrizzò seduta su di me e non ci pensò due volte a fare in modo che le scivolassi dentro di nuovo. Le mie mani sui suoi fianchi le davano il ritmo che cercavamo entrambi, un ritmo veloce e profondo. Si muoveva su di me con un movimento talmente sinuoso che persi completamente la testa solo a guardare il suo corpo che faceva quel movimento a S cosi eccitante, si accorse dell’effetto che mi faceva e intrecciò le sue mani con le mie, gliele strinsi cosi forte che mi parve di spezzargliele ma speravo che lei leggesse in quel mio gesto tutto l’amore che non riuscivo a dirle ancora, a parole, e lei capì perchè non un solo gesto o gemito di sofferenza usci da lei. Quando sentii sopragiungere l’orgasmo mi raddrizzai con la schiena e seduto l’afferrai per le spalle cercando per quanto possibile di premerla verso il basso mentre io cercavo contemporaneamente di entrare in lei il più possibile. Mi liberai stringendola fino a farle male lo so, ma lei capì al punto che mentre io ero ancora in lei negli ultimi istanti, la sentii raccogliermi in capelli dietro la nuca e sussurrarmi dolcissima all’orecchio
“Ti amo Loki!” quel sussurro s’infilò fino in fondo al cuore e ebbe l’effetto di farmi piangere di gioia e disperazione al tempo stesso, non ero in grado di gestire un emozione simile mai provata prima, e ancora una volta lei capì e mi permise di far sparire il volto nel suo seno caldo e accogliente, continuando a ripetermi
“Ti amo. Ti amo. Ti amo.” Continuò a soffiarmi nell’orecchio dolcissima e incredibilmente eccitate.
Rimasi ad guardare il suo profilo nudo che si stagliava nell’oscurità della notte. La sua pelle candida, macchiata qua e la dai segni che la guerra le aveva impresso per sempre sul corpo, sembrava come di velluto illuminata debolmente dalla luce della luna, il suo respiro lento e regolare mi davano all’anima un senso di pace e serenità, la sua espressione serena e un sorriso appena accennato su quelle labbra per me cosi perfette, erano la prova che dopo mille anni, avevo trovato il mio posto, e ancora una volta non mi sentivo uno stupido sentimentale, sentivo semplicemente che era li che volevo stare, accanto a quella donna che in qualche maniera aveva accettato l’assassino che ero stato trovando al tempo stesso l’uomo che non sapevo nemmeno di voler essere, e tutto questo per lei. Era bellissima profondamente addormentata in un sonno che non vedeva, lo sapevo, da molto tempo, i lunghi capelli bianchi le ricadevano sulle piccole spalle come un mantello per ripararla dall’umidità della notte, e solo quando presi il lenzuolo per coprire entrambi mi resi conto di una cosa, una cosa che prima, troppo preso dall’eccitazione non avevo notato: la maledizione che aveva sul petto non era più nera, ma era divenuta come un'altra profonda cicatrice rimarginata. Un altro profondo squarcio rosso su quel corpo perfetto, l’attirai a me cercando di non svegliarla, anche le cicatrici sulla schiena erano nello stesso stato di quelle sul petto; sentii montare dentro di me un odio senza pari, talmente profondo che lei si svegliò
“Loki, che cosa c’è?” chiese con la voce impastata di sonno ma lo sguardo sveglissimo,
“Ti giuro che nessuno oserà mai più toccarti. Ucciderò chiunque tenterà anche solo di sfiorarti.” Ringhiai tra i denti, lei sorrise e mi passò una mano sul viso
“Fa di nuovo l’amore con me!” chiese con una semplicità tale che il mio corpo indipendentemente dalla mia volontà rotolò su di lei. Improvvisamente tutti i pezzi della mia vita andarono a loro posto: tutte le paure, tutti i dubbi che avevo nutrito fino a quel momento, ebbero un senso, capii perché l’avevo fatto. Capii perché avevo commesso tutti quegli atti scellerati, perché avevo attraversato l’universo, non perché volevo arrecare dolore a Thor, o perché volevo sparire alla vista di Padre Tutto, o perché ero uno stupido egoista, o perché volevo dominare altri mondi, tutto ciò che avevo fatto, provocato e subito era stato un lunghissimo viaggio, e la meta era lei. L’avevo fatto, perché quella ragazza dagli occhi di due colori diversi e i capelli rossi come il fuoco, valeva molto più di tutto ciò che mi ero lasciato alle spalle.
 

Buonasera a tutti!!!! Finalmente sono riuscita ad aggiornare, in realtà il capitolo non doveva concludersi qui (ed ecco anche spiegato la sua brevità rispetto ai capitoli precendenti) ma siccoma mi aspetta un periodo bello tosto, ho deciso di pubblicarlo cosi, altrimenti non avrebbe visto la luce che fra altri due mesi!! 
Un saluto a tutti!!
A.

 
  
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