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Autore: _claireflower    05/02/2016    0 recensioni
La musica risuona per la via dove si trova la villetta azzurra.
Il pallone rimbomba sul parquet del campo da basket del liceo.
Note e ritmo si incontrano per creare un'armonia che cambierà la vita dei due protagonisti.
Il primo anno di liceo sta per iniziare; chi è la ragazza che abbraccia Mizuki, l'amica di Akira Sendoh e Hiroaki Koshino?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Sendoh, Hiroaki Koshino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una sera, Kurea era seduta sul divano insieme a sua madre; il pancione veniva scosso ogni tanto da un piedino e Aiko si divertiva ad osservare i movimenti. Ad un tratto si voltò verso la figlia.
-Kuu-chan, mi vai a comprare delle ciliegie?-
-Che?! A quest'ora?-
L'orologio segnava le ventidue meno venti.
-Dai, ti prego, ho una voglia da gravidanza!-
-Ngh, va bene, ci provo. Ma non ti assicuro nulla eh!-
Prese le chiavi di casa, il portafogli ed uscì di corsa; attraversò il ponte sul fiume e raggiunse la piazza del mercato, sperando di trovare ancora un banco aperto, ma senza successo. Continuò verso la via commerciale e vide la luce dell'ortofrutta accesa. Entrò nel negozio bussando sulla porta aperta.
-Uh, ehi? C'è nessuno? Lo so che è tardi, mi dispiace, ma avrei bisogno di un po' di ciliegie!-
Dal retro uscì un vecchietto che la guardò.
-Signorina, ma lo sa che ore sono?-
La ragazza si inchinò, dispiaciuta.
-Lo so, lo so, mi scusi davvero, ma mia madre è incinta e le vengono le voglie alle ore più improponibili!-
L'omino scoppiò a ridere.
-Ah beh, se è così allora va bene!-
Fatto l'acquisto, Kurea prese la strada verso casa; nell'attraversare il ponte, intravide una figura correre verso di lei. Man mano che si avvicinava, la ragazza riconobbe Sendoh che, con i pantaloncini della divisa di basket e la felpa, correva ad un ritmo regolare, probabilmente per allenarsi; il ragazzo chinò la testa da un lato quando la vide e si fermò accanto a lei.
-Ehi!-
-Oh, ciao!-
-Che fai in giro a quest'ora?-
Kurea mostrò il sacchetto colmo di frutta.
-Voglie da gravidanza.-
Lui sorrise.
-Quanto manca?-
La ragazza osservò un punto in lontananza, verso casa sua.
-Circa sei mesi.-
-E come si chiama?-
-Miyuki.-
-Oh, una bimba!-
-Già.-
Sendoh si sentì strano improvvisamente; era come se Kurea volesse solo scappare da lui con quelle risposte rapide e concise e questo gli diede fastidio. Abbassò lo sguardo al terreno e sistemò il cappuccio della felpa.
-Beh...ci vediamo domani.-
Kurea annuì e voltò le spalle, allontanandosi in tutta fretta; Sendoh restò ad osservarla finché non sparì dietro il ponte. Sospirò e cercò di scrollarsi di dosso quella sensazione ma il turbamento si rifletté anche sui suoi sogni, trasformandoli in orribili incubi.
 
Il campanello di casa Akai suonò; la porta si aprì e Mizuki, Sendoh e Koshino si ritrovarono di fronte alla madre di Kurea. La donna sorrise e li invitò ad entrare.
-Mizukin! Non ti vedevo da tantissimo, fatti abbracciare!-
La ragazzina non se lo fece ripetere due volte.
-Come va, Aiko?-
Lei sorrise e accarezzò il pancione.
-Beh, andiamo avanti.-
Scambiò poi due parole con i ragazzi, presentandosi e chiuse la porta d'ingresso.
-Venite, vi accompagno da Kurea!-
La casa era enorme, ben arredata e decorata con vasi di fiori su ogni mobile; attraversarono il corridoio d'ingresso e giunsero in un altro che lo tagliava in perpendicolare. Lì, al fondo a sinistra, dopo tre porte disposte per tutta la lunghezza, un'altra porta si affacciava sul corridoio. Aiko si diresse verso di essa e provò a bussare.
-Mmm, deve avere le cuffie oppure il volume molto alto.-
Sendoh lanciò un'occhiata a Mizuki e l'amica imitò il gesto di suonare un violino; il ragazzo ebbe un lampo, ricordandosi la scheda di Kurea scritta da Koshino. Aiko aprì la porta e fece segno di entrare; seduta al centro della stanza, con un leggio di metallo di fronte a lei ed uno spartito lunghissimo poggiato su di esso, Kurea stava eseguendo alcuni pezzi sul violino con una maestria indescrivibile. La sua concentrazione le impedì persino di sentire il rumore della porta che si chiudeva e, finché non terminò lo spartito, non si guardò intorno; solo dopo aver riposto il violino nella custodia ed essersi voltata si accorse di non essere sola.
-Oh. Salve!-
Il gruppo si spostò nella camera di Kurea, al piano superiore; Sendoh osservò la stanza. Le pareti erano azzurre e il pavimento di legno chiaro, i mobili bianchi riflettevano la luce che entrava dai due finestroni affacciati sulla strada ed ogni quadro appeso nella stanza riportava la firma di Aiko. Una fotografia sulla scrivania catturò lo sguardo di Sendoh; ritraeva un ragazzo alto, con i capelli castani scurissimi e gli occhi nocciola. Sembrava parecchio più grande di Kurea.
-Da che cosa volete cominciare?-
Sendoh si voltò e vide che i suoi tre compagni si stavano preparando per studiare; si sedette con loro ad un tavolo posto di fronte ad una libreria e prese i suoi libri. Mizuki si spostò un ciuffo di capelli dal viso.
-Io ho bisogno di rivedere matematica. Alcuni esercizi non mi riescono in alcun modo.-
Koshino osservò il quaderno della compagna.
-Se vuoi ti do una mano io...-
Lei si illuminò.
-Davvero? Come posso ricambiare?-
-Beh...come te la cavi in storia? Perché io sono una frana.-
Kurea diede una rapida controllata al suo diario e lo chiuse; aprì il libro di testo di letteratura giapponese e il quaderno. Quando fece per prendere la penna, si accorse che Sendoh la stava sbirciando; il ragazzo avvampò.
-Mmm...cosa devi fare?-
-Letteratura. Tu?-
-Inglese. Lo odio.-
-Se vuoi una mano...-
-Per ora no, ti ringrazio...-
-Ok.-
Il pomeriggio di studi terminò alle sei di sera; Mizuki e Koshino si congedarono e si diressero verso il parco, Sendoh invece fece per andare dalla parte opposta, ma la voce di Kurea lo fece fermare. Si voltò a guardare la compagna, rimasta sulla soglia del cancello.
-Mh? Cosa c'è?-
Lei si mise a intrecciare le dita, con lo sguardo basso.
-Io...beh...mi spiace.-
Il ragazzo chinò la testa da un lato.
-Uh?-
-Mi sono distaccata un po' in questi giorni, ho notato che te ne sei accorto e che...ecco, non ti ha fatto piacere.-
Sendoh avvampò e girò lo sguardo verso la strada.
-Non posso negarlo.-
Kurea gli andò accanto.
-Mi sono sentita un po' sola in questo periodo...sai, mio padre sempre fuori per lavoro, la sorellina in arrivo, mio fratello gemello con il suo giro di amici e il maggiore che lavora. Nonostante abbia incontrato voi, ho avuto un momento di debolezza e...ho avuto paura.-
Il ragazzo la guardò; stava osservando un punto lontano, come se si fosse nuovamente dissociata dal mondo, ma in realtà stava rivivendo dei momenti.
-A Osaka non conoscevo nessuno. Ho passato i primi quattro mesi di scuola nella solitudine più totale.-
Sospirò.
-Temevo che si ripetesse la stessa storia qui. Ma qui, anche se non posso fare affidamento sulla mia famiglia, non sono sola. Ci siete voi tre.-
Sorrise, avvampando.
-E per questo vi sono molto grata.-
Sendoh scrollò le spalle.
-È la stessa sensazione che ho io.-
Kurea lo guardò, confusa; lui le sorrise.
-I miei sono divorziati, io vivo da solo e non posso fare affidamento su nessuno...a parte voi tre.-
Si strinse nell'uniforme, mettendo le mani in tasca.
-Per Mizuki-chan è lo stesso. E Koshino non è da meno. Siamo tutti sulla stessa barca.-
La ragazza incrociò le braccia sul petto.
-Non ci avevo pensato...ora mi sento ancora più stupida.-
Sendoh ridacchiò.
-Non possiamo pensare sempre e solo agli altri. A volte dobbiamo essere egoisti. Comunque...-
Guardò gli occhi azzurri dell'amica.
-...scuse accettate. E ricorda che non devi mai dubitare di noi.-
-Già...-
-Devo andare, ho una tonnellata di roba da lavare e, di conseguenza, da stirare. Ci vediamo domani.-
Kurea gli fece un cenno con la mano.
-A domani.-
   
 
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