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Autore: Manu75    07/02/2016    2 recensioni
"Il viso era affascinante, con il prominente naso adunco che lo dominava. Ma erano gli occhi quelli che attiravano maggiormente l’attenzione, erano azzurri e brillanti, limpidi come ruscelli di montagna. Bastava incrociare quello sguardo una volta, per comprendere quanto Albus Silente fosse intelligente, arguto, abile. Quanto fosse straordinario.
Di sicuro era bastata una volta a Minerva Mc Granitt"
Minerva è la studentessa più brillante della Scuola, è una ragazza acuta ed intelligente, con la testa sulle spalle ma, Minerva è anche una ragazza di diciotto anni con un animo delicato e un cuore pieno d'amore.
Albus Silente è il Vice Preside di Hogwarts, è un insegnante ed è uno dei maghi più potenti mai esistiti. Un uomo del genere, quale donna potrà mai amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Aggiorno rapidamente perchè il tempo è tiranno ^_^ . Il ballo entra nel vivo, i sentimenti anche, spero che sia di vostro gradimento! Buona lettura!

‘ Come un diamante ’


PARTE UNDICESIMA

 

 

Giugno (Il ballo – Impulsi)


Minerva rabbrividì leggermente. L’aria frizzante della sera le accarezzava le spalle nude, mentre lei cercava di proteggersi abbracciandosi e strofinandosi le braccia.
‘Dovrei rientrare…’ pensò, ma la Sala illuminata a giorno non le pareva particolarmente invitante al momento.
Cercò di scrutare nel buio, ma non riusciva a distinguere nulla se non ad un paio di metri. Sospirò.
Mancavano meno di due settimane alla chiusura della Scuola e lei si ritrovava intrappolata in una situazione davvero ingarbugliata.
‘Dovrei lasciare Hogwarts senza rimpianti e fare quello che devo, com’è giusto che sia. Tanto non c’è soluzione. Dovrei annullare il colloquio col Preside e mettermi il cuore in pace.’
Ma non credeva nemmeno lei alle proprie parole: lasciare Hogwarts significava lasciare Albus Silente, per sempre. E lei non era pronta a farlo, non era pronta a rassegnarsi.
Smise di strofinarsi le braccia, rivivendo nella propria mente i brevi momenti in cui si era ritrovata nelle braccia del suo Professore. Le sensazioni che aveva vissuto.
Un’ondata di calore la invase e i sentimenti violenti che albergavano nel suo cuore si agitarono prepotentemente.
- Non posso rinunciare così…- mormorò sottovoce a sé stessa, come per darsi coraggio.
Gli occhi le scintillarono nel buio.
Dopo qualche secondo però, la determinazione parve lasciarla e si sentì di nuovo scoraggiata.
‘Chissà dove sono finiti Charlotte e Pete…’ si riscosse all’improvviso dai propri cupi pensieri ‘Non li ho praticamente più visti, devo trovarli!Chissà se hanno visto la scena di Riddle con la Hataway!’ un sorriso le spuntò sulle labbra, immaginando i commenti di Charlotte e le risate che, certamente, si era fatto Pete.
- Se continui a stare qui, prenderai freddo…- le disse una bassa voce maschile.
Minerva sussultò leggermente e si trovò una giacca scura sulle spalle, che la riscaldò subito.
Si voltò, sorpresa.
- Oh, sei tu….Grazie…- mormorò.


Charlotte si fermò. Aveva continuato ad avanzare nei Giardini senza avere idea di dove stesse andando, accecata dalle lacrime.
E ora non capiva dove si trovava, con il buio che l’avvolgeva.
‘Dove sono finita…?’ si chiese, smarrita, con l’impulso irrefrenabile di rimettersi a piangere. ‘Non ho nemmeno la bacchetta con me…’
Si accasciò per terra, abbracciandosi le gambe e posando il volto sulle ginocchia.
Rimase così per un po' quando, improvvisamente, una luce la illuminò.
Charlotte si alzò di scatto, spaventata, e si trovò faccia a faccia con Pete.
Senza dire una parola si voltò e cercò di scappare, ma lui fu più svelto e la trattenne per un braccio.
- Dovresti avere sempre con te la bacchetta…- mormorò il ragazzo, rimproverandola gentilmente.
Charlotte si girò e lo fissò in volto, Pete aveva un’aria molto seria e la fissava con un’espressione risoluta.
- Sai, continua a far male…- le disse con un piccolo sorriso, lasciandole andare il braccio e posandosi la mano sulla guancia dove lei lo aveva schiaffeggiato poco prima.
- Farà male ancora per un po’…- sussurrò lei, alzando gli occhi su di lui.
Sapevano entrambi che non si stavano riferendo alla guancia gonfia.
Il ragazzo tolse la propria mano dalla guancia e, allungato il braccio, si portò al volto quella di lei.
- Così va meglio…- mormorò Pete, con la voce leggermente incrinata, chiudendo gli occhi.
Charlotte riprese a piangere silenziosamente ma si avvicinò al ragazzo e si lasciò abbracciare, con la luce della bacchetta che li illuminava fiocamente.



 

Tom Riddle sorrise a Minerva e si appoggiò alla balaustra con aria disinvolta, in maniche di camicia, fissando un punto imprecisato nel buio.
La sua giacca buttata sulle spalle la riscaldava ma la ragazza si sentiva a disagio, non capiva l’atteggiamento di quel ragazzo.
- Come mai questa sera hai tante attenzioni per me?- chiese senza remore, mettendo da parte ogni esitazione, con la schiettezza che le era tipica.
A Minerva non piaceva essere al centro di un disegno che non riusciva a comprendere e non aveva dubbi che nelle attenzioni di Tom vi fosse un secondo fine. Non sapeva da cosa le derivasse quella sicurezza, Minerva non era mai prevenuta contro nessuno, ma Riddle le trasmetteva una strana, indefinibile, sensazione.
- Mh..- mormorò lui – questa domanda denota una certa insicurezza! Una fanciulla non dovrebbe mai chiedersi il perché dell’interesse di un uomo, dovrebbe solo godersi quell’ interesse e decidere se lo gradisce o meno…-
- Ebbene, io non sono una fanciulla e tu non sei un uomo, hai quindici anni.- disse, secca, nel tono che potrebbe usare una maestra con un alunno impertinente perdendo la pazienza – Non ci siamo mai scambiati più di dieci parole, se non per i nostri doveri di Caposcuola e Prefetto, quindi gradirei capire cosa avrebbe fatto scattare questo “interesse”, visto che dubito fortemente di averti abbagliato improvvisamente con il mio fascino – concluse ironica, raddrizzando la schiena.
Lui si voltò verso di lei ma il suo viso rimase nell’ombra.
- Adesso comincio a capire…- mormorò Tom, rivolto a sé stesso.
- Cosa?- chiese lei, allibita.
Lui fece una piccola risata che, per qualche motivo, diede i brividi a Minerva. La giacca non la riscaldava più.
- Era da qualche tempo che una domanda mi assillava – le rispose tranquillo con l’aria di uno che non viene mai assillato da nulla, in realtà – ora finalmente la risposta si è fatta più chiara…-
A Minerva non piacque il tono con cui lo disse, né il fatto che lui continuasse ad essere così sfuggente ed enigmatico.
- Grazie della giacca – gli disse, cortese ma fredda – ora sto meglio e credo sia il caso di rientrare-
Gli porse l’indumento e lui lo accettò in silenzio, gettandolo negligentemente su una spalla.
Minerva constatò una volta di più che Tom Riddle possedeva un indubbio fascino, una maschia bellezza che difficilmente poteva passare inosservata.
Gli fece un cenno col capo e si voltò, pronta a lasciarlo.
- E’ affascinante, vero?- le chiese lui improvvisamente - …il nostro Vice Preside…-
Minerva si bloccò, con il cuore che accelerava i battiti.
Tom le si avvicinò e si mise alle sue spalle, chinandosi lievemente per avvicinare la bocca all’orecchio di lei.
- E’ quasi impossibile capire quello che passa per la testa di Albus Silente – le sussurrò, causandole dei piccoli brividi lungo la schiena – Sembra l’uomo più rilassato del mondo, così consapevole del proprio potere….- lui fece una pausa - …eppure così indifferente ad esso…- e la sua voce si fece più dura.
Minerva aggrottò le sopracciglia e voltò leggermente il viso verso quello del ragazzo, poi vide che lui stava fissando un punto preciso della Sala e seguì la direzione del suo sguardo.
Albus Silente era in piedi ai margini della pista da ballo circondato da un capannello di persone, a partire dal Ministro e il suo segretario nonché da quasi tutti i membri del Consiglio della Scuola, compreso il Signor Malfoy.
Pendevano tutti dalle sue labbra.
Eppure Silente, che svettava in tutta la sua altezza al di sopra di tutti gli altri, aveva un’aria quasi giocosa sul volto, mantenendo una postura rilassata parlava col sorriso sulle labbra affascinando, evidentemente, tutti i suoi interlocutori.
Il Preside Dippet era poco distante ma chiacchierava con un paio di studenti, battendo allegramente un piede a ritmo di musica.
Qualcosa in quella scena mise addosso a Minerva una tristezza infinita.
Albus Silente era irraggiungibile.
Tom sembrò avvertire quel cedimento e riprese a parlare.
- Sembra che se ne vada in giro con le spalle alzate, come se niente e nessuno lo toccasse – fece una piccola smorfia – eppure a me ricorda una superficie ghiacciata, sotto la quale ribolle un fiume di lava, così mi chiedo…cosa accadrebbe se Albus Silente si affezionasse davvero a qualcuno?...e se amasse una donna?-
Minerva si voltò nuovamente verso il ragazzo incrociando,  questa volta, i suoi occhi chiari.
- E soprattutto…- proseguì lui continuando a fissarla negli occhi – che tipo di donna potrebbe mai fare breccia nel cuore di un uomo simile?...forse ho la mia risposta…- sussurrò lentamente e avvicinò ancora il volto, posando un lievissimo bacio sul lobo dell’orecchio di lei.
Minerva si scansò, come se si fosse scottata.
- Ritorno dentro!- esclamò, con la voce più acuta di quello che avrebbe voluto, e scappò letteralmente all’interno della Sala, sentendosi come una mosca che è fuggita appena in tempo dalla tela del ragno.
- E infine…- sussurrò lui nella notte – …come reagirebbe se qualcuno tentasse di portargliela via?...o cercasse di fare del male a quella persona?...Usciresti finalmente allo scoperto, Silente…?- e un ghigno gli si aprì sul volto mentre fissava Albus Silente che continuava ad elargire fascino alle persone attorno a lui.


Una volta rientrata in Sala Minerva iniziò a cercare Charlotte e Pete, senza successo. Dopo aver provato inutilmente per diversi minuti ed aver scambiato quattro chiacchiere con alcuni compagni, cominciò a chiedersi quale scopo avesse per lei, ormai, quella serata.
Fece per chiedere alle sue compagne del settimo anno di riferire a Charlotte che era rientrata al Dormitorio, quando la musica cessò e il direttore dell’orchestra prese la parola.
- Prego, prego…avvicinatevi!- esclamò allegramente – le danze verranno interrotte per un po’…prego, lasciatemi finire!- esclamò divertito, quando un brusio si levò dalla folla di studenti e anche dagli insegnanti.
- Questa sera abbiamo organizzato un divertimento speciale per voi!- annunciò, deliziato -Una caccia al tesoro!-
Il brusio si trasformò in uno sciamare eccitato. L’uomo attese che si fosse fatto nuovamente silenzio e riprese la parola.
- Si, una caccia al tesoro a coppie!E la coppia vincitrice, che troverà per prima il tesoro, verrà eletta la coppia regina della serata!-
Le ragazze presenti in Sala cominciarono a ridere e a sussurrare eccitate.
- Ed inoltre!- tuonò l’uomo, cercando di sovrastare il vociare della folla – Saranno le dame ad invitare un cavaliere affinché faccia coppia con loro! Si, signore e signorine! Spetta a voi scegliere il vostro partner per la gara!- il frastuono nella sala divenne assordante.
- Un attimo prego!!- tuonò di nuovo l’orchestrale, con la voce quasi roca – Ascoltate il primo indizio e poi fate la vostra scelta! Attenzione, niente magia, solo intuito ed ingegno! L’indizio è il seguente: "allunga un braccio e tocca una stella, che di tutte quante son la più bella, ma solo lo stolto si appresta a salire, chi il cervello ha fine sa che il dito, e non il cielo, deve mirare!"-
In sala cadde un silenzio attonito e l’orchestra al completo si mise a ridacchiare, improvvisamente dal soffitto presero a piovere dei bigliettini colorati. Tutti cominciarono a saltellare per prenderli, Minerva se ne trovò uno in mano senza fare nulla.
- Raccogliete i biglietti con l’indizio! E rammentate, dovrete essere i più veloci, perché con il procedere della Caccia i bigliettini saranno sempre di meno e non tutte le coppie riusciranno a proseguire…e ora….dame tocca a voi…e che la gara abbia inizio!!- e fece un gesto verso i Giardini, che si illuminarono a giorno di colpo.
La confusione in Sala divenne indescrivibile con tutte le ragazze che correvano di qua e di la alla ricerca di un cavaliere, in un fruscìo di sete e taffettà.
I ragazzi si mettevano in mostra e si sbracciavano per farsi scegliere.
- Ma dov’è Tom!Uffa!!- - Dov’è!!Tom!- - Ma Pete..??O’ Malling, non tu!!- -Pete!- - Tom!!-
Minerva fissò il proprio bigliettino e improvvisamente prese una decisione.
Sollevò la propria gonna con una mano e prese a correre, facendosi strada in mezzo a quel caos. Con la coda dell’occhio vide la Hataway fendere la folla con un’espressione quasi maniacale sul volto, stava correndo nella sua stessa direzione.
‘ E no!’ pensò Minerva ‘Stavolta no!’
La Professoressa rimase incastrata tra una fila di ragazzi e Minerva arrivò per prima all’obiettivo. Ansimando leggermente afferrò la mano di Albus Silente, rossa per la corsa , per l’emozione…e anche per la vergogna.
– Faccia coppia con me, Professore!- urlò, un po’ troppo forte.
L’ espressione che per un attimo passò sul volto di Silente disse tutto, ma Minerva non la vide, troppo emozionata e terrorizzata di ricevere un rifiuto.
Le facce del Ministro e del Signor Malfoy, invece, sarebbero state splendidamente bene su un giornale umoristico.
- La prego..!- aggiunse lei un po’ più piano, ma sempre decisa.
Lui non disse una parola, ricambiò la stretta e trascinò Minerva in Giardino.



FINE UNDICESIMA PARTE
  
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