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Autore: SabrinaPK    07/02/2016    6 recensioni
Due anni dopo essere fuggito in Europa, Castle vuole rivedere Kate.
Ma rivedendola si ritroverà con una sorpresa che non si aspettava…
Storia di rubbert.
Datele un'opportunità.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Salve a tutti! 
Ecco a voi il nuovo capitolo. Cominciamo a fare qualche passo avanti ;)
Buona lettura!



Arriviamo di fronte al palazzo di Kate e saliamo in ascensore in silenzio, proprio come lo siamo stati da quando è stata dimessa dall’ospedale. La nostra relazione è ancora piuttosto fredda e distaccata, almeno da parte sua, ma quello che è successo oggi cambierà un po’ le cose. Andrò a vivere con Kate e Allan per qualche settimana e, soprattutto, la aiuterò in tutto. Così, che le piaccia o no, dovrà accorciare le distanze tra di noi e cominciare a fidarsi un po’ più di me.

Nonostante i suoi continui lamenti, insistendo sul fatto di poter fare tutto da sola, le passo la mano sul fianco, in modo che possa appoggiare tutto il peso su di me, e ci incamminiamo insieme verso la porta dell’appartamento, ma avendo dimenticato le chiavi suona il campanello. Aspettiamo finché Lanie non ci apre la porta.

‘Come stai?’ chiede la forense, guardando l’amica e con un filo di preoccupazione nella voce.

‘Male.’ risponde Kate, sbuffando. ‘Sembra che non potrò fare niente da sola.’ dice, riferendosi a me. ‘E avrò una babysitter finché non mi sarò ripresa.’

Lanie mi guarda con una smorfia e solleva le sopracciglia, interrogandomi.

‘Le hanno detto che deve riposare e che non deve assolutamente sforzare la gamba’ le spiego, mentre aiuto Kate a camminare verso il divano e a sdraiarsi, posizionando i cuscini sotto la sua schiena ‘Quindi qualcuno dovrà rimanere con lei finché non si sarà rimessa.’

‘E ha deciso che sarà lui.’ finisce Kate per me.

Mentre lei continua a lamentarsi, mi inginocchio vicino ad Allan, che è seduto sul tappeto a mangiare un biscotto e a giocare con un pupazzo di gomma, e lo prendo in braccio, riempiendolo di baci, e lui mi risponde con una sonora risata. All’improvviso, però, mi rendo conto che Kate ha smesso di lamentarsi e ha cominciato a guardare Allan con un sorriso malinconico. Decido di prenderlo e appoggiarlo sulla poltrona lì vicino, in modo che anche lei possa inclinarsi e riempirlo anche lei di baci.

‘Richard Castle, possiamo parlare un momento?’ mi dice Lanie, con le braccia incrociate al petto, mentre si dirige verso la cucina.

La seguo mentre continuo ad osservare Kate, distratta da nostro figlio tanto da non prestarci attenzione.

‘Si può sapere cos’hai intenzione di fare rimanendo qui finché non si sarà rimessa?’

‘Cerco solo di aiutare.’ rispondo io, serio. Voglio che veda che faccio sul serio, che non voglio giocare con Kate ‘Ha bisogno di aiuto e io posso aiutarla, e rimanendo qui potrò occuparmi di nostro figlio.’

Mi guarda, all’inizio un po’ scettica, ma poi acconsente.

‘Ricorda che ho a disposizione un sacco di strumenti affilati’ dice, puntandomi il dito sul petto ‘Se mi accorgo che le hai fatto qualcosa, li userò su di te.’

Io la guardo, con un nodo alla gola, e annuisco. Lei sorride e si dirige di nuovo in salotto. Le vado dietro e una volta entrato nella stanza vedo come Allan si è appoggiato pigramente su Kate ad osservare lo schermo del televisore, sintonizzato su un canale di cartoni animati.

‘Devo andare al lavoro.’ dice Lanie, guardando Kate. ‘Tu stai bene?’

Lei annuisce e Lanie si sporge sul divano per dare un bacio a lei e ad Allan. Si dirige verso la porta ma, prima di andarsene, mi lancia un’occhiata d’avvertimento.

Mi avvicino al divano, sedendomi sull’altro estremo rispetto a Kate.

‘Hai bisogno di qualcosa?’

‘Potresti avvicinarmi il telefono?’ dice lei, indicando il suo cellulare sopra il tavolino del salotto. Lo prendo e glielo porgo, e lei comincia a digitare dei numeri mentre accarezza la testolina di Allan, che è ancora impegnato a guardare il televisore.

Rimane al telefono per alcuni minuti, così deduco che abbia chiamato il distretto per informarli sul fatto di doversi prendere alcune settimane di riposo.

Poi posa il cellulare e rimaniamo in silenzio per un po’, riempito soltanto dal volume del televisore. Alcuni minuti dopo, Allan si alza sul divano ed io lo aiuto a scendere, evitando che colpisca la gamba di Kate, e lui comincia a giocare sul pavimento con i pezzi della lumaca gli avevo regalato. Alcuni li inserisce, altri li porge a me e altri li avvicina a Kate.

‘Se dovrai restare qui non dovresti prendere le tue cose?’ chiede Kate. 

‘Sì, ma non voglio lasciarti sola. Più tardi chiamerò Alexis o mia madre per portarmi il necessario.’

‘Castle, potresti andare adesso. Puoi approfittarne per fare una passeggiata con Allan, gli farà bene prendere un po’ d’aria.’

‘E se dovessi andare in bagno o avessi sete?’

‘Sono stanca, dormirò un po’.’ mi assicura. La guardo e vedo che ha ragione, riesco a vedere la stanchezza riflessa sul suo volto e immagino sia dovuto all’effetto dei calmanti per il dolore alla gamba.

‘Va bene, ma torniamo subito.’

Lei annuisce semplicemente, sdraiandosi meglio sul divano e chiudendo gli occhi. Prendo la coperta sullo schienale della poltrona e gliela metto addosso, mentre sta per addormentarsi e, inconsciamente, curva le labbra all’insù di qualche millimetro. Sorrido e rimango qualche secondo ad osservarla, finché Allan non si avvicina a lei per poggiarle sul suo petto uno dei giocattoli con cui stava giocando.

Mi accorgo che il piccolo è ancora in pigiama, così mi dirigo con lui verso la sua camera. Mi guardo intorno e comincio a cercare tra i cassetti dell’armadio finché non recupero tutto il necessario per vestirlo. La sua camera, nonostante sia accogliente, continua a sembrarmi troppo piccola.

Quando Allan è pronto per uscire, osservo Kate continuare a dormire, così le lascio il cellulare vicino, in modo da poterlo prendere e chiamarmi se avesse bisogno di qualcosa. Ci dirigiamo verso il loft per prendere alcune mie cose, sperando di tardare il meno possibile.


Dopo pranzo approfitto del fatto che Allan stia facendo il riposino e che Kate si sia riaddormentata per scrivere qualcosa. Non ho la minima idea di cosa sto scrivendo, né se diventerà un libro o se finirà nel cestino del mio computer, ma mi sento improvvisamente ispirato. Poi Allan si sveglia, svegliando di conseguenza Kate, la quale continua a lamentarsi del fatto di dover rimanere lì seduta a non fare niente.

‘Aspetti qualcuno?’ le chiedo quando, alcuni minuti dopo, suonano alla porta.

Lei mi guarda, negando mentre solleva le spalle, così mi alzo e mi dirigo verso la porta. Quando la apro mi ritrovo davanti Jim, che mi guarda con una smorfia. Rimango lì di fronte a lui, senza sapere cosa dire, dato che non l’ho più rivisto da quando me ne sono andato due anni fa ma, probabilmente, adesso sarà arrabbiato.

‘Castle.’ dice lui, facendo un cenno con la testa, a mo’ di saluto. Mi sorprende il suo tono di voce, non sembra davvero arrabbiato, così scelgo di comportarmi normalmente.

‘Jim.’ dico, ricambiando il saluto, porgendogli la mano che poi lui stringe.

Mi sposto e lo lascio passare.

‘Papà, che ci fai qui?’ chiede Kate, sorpresa di vederlo.

‘Lanie mi ha avvisato sul fatto che mia figlia è scivolata uscendo dalla vasca e che adesso ha una gamba ingessata.’ dice lui, come un rimprovero ‘Perché non mi hai chiamato?’

’Non volevo disturbarti.’

‘Avresti dovuto chiamarmi. Non chiama mai.’ dice, rivolgendosi a me.

‘Ha ragione, avresti dovuto.’ dico, dando ragione a Jim, il che mi fa guadagnare un’occhiata assassina di Kate.

‘Come sta mio nipote?’ dice Jim, rivolgendosi ora ad Allan, seduto sul tappeto con i suoi giocattoli.

‘Nonno’ Allan si alza e si dirige verso il mobile dov’è poggiato il televisore, prende il telecomando e lo porta a Jim, facendo ridere sia lui che Kate, mentre io non capisco cosa stia succedendo.

‘Vuole che metta il baseball, lo fa sempre.’ mi spiega Kate. ‘Rimani a cena, papà?’

Jim annuisce, così mi dirigo in cucina per preparare la cena con il rumore della partita in sottofondo, lasciando che Kate e suo padre si godano la giornata. Sembra una partita registrata, di due squadre che nemmeno conosco, ma questo ad Allan non importa perché continua a guardare il televisore entusiasmato. Mi fa piacere sapere che ha appreso quest’hobby grazie a Jim, ma allo stesso tempo mi dispiace non conoscere tutti i gusti di mio figlio.

Quando l’arrosto è pronto, ceniamo tutti e quattro intorno al tavolino del salone, per poter stare vicino a Kate. Parliamo delle raccomandazioni che le ha dato la dottoressa, e ridiamo quando Allan apre la bocca solo quando è sua madre a dargli l’arrosto, mentre con me e con Jim chiude le labbra con forza.

‘Credo che me ne andrò adesso. Si è fatto tardi.’ dice Jim, prendendo Allan in braccio e baciandolo. Poi lo rimette a terra e s’inclina su Kate per darle un bacio sulla fronte. ‘Non essere testarda e cerca di riposare, sai che è per il tuo bene.’

’Sì papà.’ dice lei, accennando un sorriso e soffermandosi più sull’ultima parola.

Sorrido al vedere quella scena tra padre e figlia. So che a Kate non piace essere trattata come una bambina, ma è davvero adorabile vedere come non le disturba per niente quando è suo padre a farlo.

‘Credo che farò una doccia, mi farà bene per rilassarmi. Mi aiuti?’ chiede, guardandomi.

‘Certo.’

‘Rimarrò con Allan, nel frattempo.’ dice Jim quando mi giro verso di lui per salutarlo. Lo guardo confuso, visto che Allan impegnato con con i suoi giocattoli ed io tornerò tra qualche secondo, ma annuisco comunque e aiuto Kate ad alzarsi, accompagnandola poi in bagno.

‘Hai bisogno d’aiuto?’ le chiedo rimanendo vicino la porta.

’No, grazie, credo di potermi spogliare da sola.’ dice lei, prendendo la protezione da collocare sopra il gesso per non bagnarlo.

Sorrido per il suo commento prima di uscire.

‘Chiamami se hai bisogno d’aiuto.’ le dico prima di chiudere la porta del bagno e tornare in salotto.

Quando ritorno, Jim è inginocchiato sul pavimento a parlare con Allan, il quale pronuncia un milione di parole appena comprensibili. Quando mi vede, accarezza la testolina di suo nipote e si alza in piedi. Immagino che questo sia il motivo per cui sia rimasto un po’ di più, perché vuole parlare con me.

‘Richard, non so cosa pretendi esattamente rimanendo qui con mia figlia…’ s’interrompe per un secondo, come se stesse cercando le parole adeguate per continuare, così ne approfitto per intervenire.

‘Voglio solo aiutare Kate, e stare vicino a mio figlio. So di non essermi comportato bene in passato, ma adesso sono qui… Voglio farlo bene.’

’Non t’incolpo per quello che è successo due anni fa’ dice, guardandomi seriamente. ‘Castle, forse mia figlia non sarà pronta per affrontarlo o semplicemente è troppo orgogliosa per farlo, ma so che ti ama ancora.’ Non so cosa dire, sono sorpreso dalle sue parole. Lui continua ‘Per questo voglio chiederti una cosa, se non hai intenzione di restarle accanto, vattene e rimani come il padre di suo figlio, ma non farla più soffrire.’

‘No, io…’ sospiro, cercando le parole adeguate ‘Voglio esserci anche per lei, non solo per Allan.’

‘Allora non scappare di nuovo, ragazzo. E soprattutto, dalle tempo.’ dice, dandomi delle pacche sulla spalla.

‘Ti prometto che non me ne andrò.’

Quando Jim se ne va, mi passo una mano sulla fronte, rilasciando l’aria che avevo trattenuto fino a quel momento. Questa discussione è stata piuttosto strana, ma quello che ho detto è del tutto vero, questa volta farò le cose per bene, ci sarò sia per Allan che per Kate e non penso proprio di allontanarmi da loro.

Raccolgo i piatti dal salotto finché non sento più l’acqua scorrere nel bagno. Corro fin lì, pensando sia successo qualcosa, e busso alla porta.

‘Tutto bene?’

Anche qualcuno più in basso dà dei colpi sulla porta e accenno un sorriso quando vedo Allan appoggiare un orecchio sulla porta, proprio come sto facendo io.

Kate non risponde, ma quando sto per aprire la porta ed entrare, questa si apre e vi appare Kate con un’asciugamano intorno al corpo, che le copre appena mezza coscia.

‘Stai bene?’ chiedo, cercando di non perdermi nell’immagine che ho di fronte.

‘In realtà no.’ dice sospirando. ’Non riesco a mettere questa maledetta protezione.’

‘Hai bisogno d’aiuto.’ dico io, senza poter fare a meno di sorridere con sufficienza, dopo che mi aveva assicurato di non aver bisogno d’aiuto.

Lei rotea solo gli occhi e apre ancora di più la porta, lasciandomi passare. Entro insieme ad Allan, e prendo la protezione che mi porge Kate, inginocchiandomi per potergliela collocare bene.

‘Non credere che io non sappia che ti stai godendo questo momento, Castle.’ dice Kate, quasi infastidita.

‘Non so di cosa parli.’ dico, cercando di non ridere, mentre colloco la protezione in plastica sulla gamba di Kate, sentendo un forte calore percorrermi tutto il corpo.

‘Già… se avessi almeno delle stampelle potrei muovermi da sola e non dovrei dipendere sempre da te.’

‘Non mi dispiace aiutarti.’ le dico, finendo di collocarle la protezione all’altezza della coscia.

‘Lo vedo.’

‘Va bene, domani ti procurerò delle stampelle.’ dico, alzandomi in piedi.

Lei sospira rumorosamente.

‘Che c’è?’

‘Non sei costretto a fare tutto tu. Ti occupi delle stampelle, ti occupi di aiutarmi ad andare ovunque voglia, di preparare la cena… perché lo fai, Rick?’ dice guardandomi dritto negli occhi. I nostri volti sono così vicini che riesco a sentire il suo respiro.

‘Lo sai perché.’

Lei non dice niente, rimaniamo per qualche secondo in silenzio, senza smettere di guardarci. Lei sa perché sto facendo tutto questo, so che sa che l’amo ancora e lei sa di provare ancora qualcosa per me. E so che si fida di me, perché sono l’unico al quale ha permesso di aiutarla con quella protezione senza avere un attacco di panico, com’è successo in ospedale.

‘Potresti…?’ dice alla fine, indicando la porta del bagno.

Prendo Allan in braccio ed esco.

‘Anche lei mi ama, vero?’ chiedo a mio figlio.

’Ti’ risponde lui, muovendo la testa su e giù, come se fosse completamente sicuro di quello che dice.














Angolo:
Jim e Allan... bocche della verità, un po' come Martha. Riusciranno mai a darsi una svegliata?
Prima di lasciarvi, vorrei di nuovo ringraziare tutte quelle persone che recensiscono, perchè mi date la carica necessaria per andare avanti, o che leggono solamente. 
Vi lascio, al solito, il link della storia originale https://www.fanfiction.net/s/10296601/1/Pap%C3%A1-por-Sorpresa   
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche con una recensione piccola piccola.
A presto! 

   
 
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