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Autore: FreddyOllow    07/02/2016    0 recensioni
"Il seguente racconto è puramente inventato da me. Alcuni Nomi, personaggi, edifici e quant'altro sono puramente di mia fantasia, come la storia del resto."
Rorikstead, è un piccolo villaggio vicinissimo al confine con il Reach, sotto la protezione della città di Whiterun.
Governata da Rorik, un nord che afferma di aver fondato Rorikstead.
Un giovane Redguard, arriva al villaggio speranzoso di trovare un lavoro, qualsiasi lavoro.
Ma ben presto s'imbatte in qualcosa di molto più grande di lui...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre soli e tre lune passarono da quando Alastor, si chiuse nella sua stanza a studiare i segreti della scomparsa dei Dwemer.
Usciva solo per mangiare o per scambiare quattro chiacchiere, per poi ritornare nei suoi studi.
Io dall'altro canto, oziava tutto il giorno. 
Mi venne in mente persino la geniale idea di chiedere lavoro come bracciante agricolo, ma poi il pensiero di sporcarmi le mani mi fece passare la voglia.
Non sono mai stato un grande lavoratore, e per dirla tutta, non sono mai riuscito a tenere un lavoro per più di due mesi, per svariate ragioni "ovviamente".
E adesso sono l'assistente di un mago, o forse di un alchimista, o di tutte due le cose messe insieme.
Fatto sta che mi sono ritrovato nel bel mezzo di una ricerca, di cui non so nemmeno lo scopo finale.

Quella sera la taverna era vuota. 
La fuori la pioggia scendeva giù con violenza e le forti raffiche di vento, scoraggiarono persino i più audaci bevitori a uscire dalla proprie case.
Mralki, il taverniere. Se ne stava con i gomiti appoggiati sul bancone, mentre leggeva un grosso libro, pareva molto annoiato, o per lo meno così sembrava.
La taverna era stranamente silenziosa e il che mi inquietava parecchio, in quanto in queste settimane c'era sempre stato enorme baccano.
Mangiaii la zuppa di pesce che Mralki, aveva cucinato pochi minuti prima. Non era molto buona, salata e con uno sapore strano, indescrivibile.
Improvvisamente Alastor, uscì dalla sua stanza con aria molto pensierosa.
<< Volete mangiare, signore? >> Disse Mralki, al vecchio imperiale.
<< Sì, grazie >> Rispose Alastor, sedendosi vicino ad un tavolo poco lontano da me.
Il fatto che non si era seduto affianco a me, mi rese perplesso.
"Gli avrò fatto qualcosa?" mi domandai tra me me.
Mralki, con un grosso cucchiaio di legno, prese un po' di zuppa dal bollitore, che si trovava al centro della sala, e la versò in una ciotola di legno che portò a Alstor.
Il quale pareva perso nei suoi pensieri.
Mangiò frettolosamente e poi si alzò da tavola, portandosi nella sua stanza, una brocca d'acqua.

Finii la zuppa e bussaii alla sua porta, per avvertirlo che stavo per entrare.
Il vecchio imperiale, era seduto vicino a un tavolo rotondo, con molte pergamene e un grosso libro. Sulla sua copertina era disegnato un grosso medaglione con un ramo di foglie al centro.

<< Ti disturbo, Alastor? >> Domandaii quasi sussurrando per non disturbarlo.
<< No, no! >> Rispose Alastor << Anzi, vieni un attimo. Ti stavo giusto per chiamare. >> 
Mi avvicinaii verso di lui, notando strane scritture sulle sue pergamene.
<< Tra due giorni partiremo verso Raldbthar, una città nanica. Devi preparare delle vettovaglie per il viaggio. >> Aggiunse il vecchio imperiale, frettolosamente.
<< Raldbthar? Città nanica? Perchè? >> Domandaii confuso, non sapendo per quali ragioni dovessimo partire.
<< Sei il mio assistente. >> Disse Alastor, con tono seccato << Per adesso non hai bisogno di altre informazioni. >>
Non dissi più nulla per non irritarlo, e lasciaii la stanza.

Mi recaii da Mralki, per farmi aiutare con le vettovaglie.
<< Mralki, devi farmi un favore. >> Dissii appoggiando i gomiti sul bancone. << Tra due giorni, Io e Alastor, partiremo per Raldbthar. Dovresti prepararci delle vettovaglie, se non chiedo troppo. >>
<< Raldbthar? >> Rispose Mralki, soffermandosi sul quel nome. << La città dei Falmer? Sareste dei pazzi ad andare là. Dove nemmeno gli Dei osano guardare. >>
<< Ma non è una città nanica? >> Domandaii confuso.
<< Un tempo. >> Disse Mralki. << Ora è infestata dai Falmer, una razza oscura e sanguinaria. Perchè vorreste andare là? >>
<< Non lo so. Alastor mi ha detto così e quindi ci andremo. Allora, mi aiuterai con le vettovaglie? >> Domandaii infine.
<< Certo! >> Rispose Mralki, sorridendo << Informerò i contadini non appena la pioggia cesserà di scendere. >>

Mi voltaii e nella penombra notaii Roderhall, che se ne stava seduto, mangiando un pezzo di pane.
<< Bentornato! >> Dissii << Com'è andata la missione? >> Domandaii infine.
Mi guardò per qualche secondo, poi continuò a masticare il pezzo di pane, ignorandomi del tutto.
"Che idiota che sono!" pensaii. "Gli ho fatto una domanda, pur sapendo che non può rispondere o parlare".
Mi sedetti affianco a lui, sbuffando dalla noia e pensando a quello che ci attendeva una volta raggiunti Raldbthar. Richezze? Rovine? Fama? Morte?
Stavo pensando da avventuriero in quell'istante, fantasticando all'idea di vivere una vera avventura.

Per due giorni, dormii vicino a Roderhall, che russava beato. L'ultimo giorno, mi svegliaii un po' frastornato.
Avevo fatto degli incubi riguardo a quel luogo, Raldbthar. 

Strane creature cieche e con le orecchie a punta, si avvicinavano goffamente verso di me, indossando armature nere e sguainando delle spade seghettate.
Annusavano l'aria, come se sentissero un odore diverso da quello loro.
Si fermarono a pochi passi da me, indecisi se continuare o meno. Ad un tratto, uno strano uomo macchina, credo un centurione nanico.
Comparve alla loro destra, distruggendo l'enorme porta d'oro , che schiacciò alcuni di loro.
Era enorme e imponente, completamente d'oro, con un martello nel braccio destro.
Tutte le creature attaccarono l'uomo macchina, che si difese in maniera perfetta con delle martellate, uccidendoli.
Rimasi solo nella stanza, con il centurione che lentamente si voltò verso di me. Gonfiò il petto e soffiò un forte getto di vapore caldo, che mi pervase, facendomi svegliare.

Sapevo dell'esistenza di quegli esseri chiamati Falmer, ma non gli avevo mai visti in vita mia, e tanto meno sapevo come erano fatti.
Stessa cosa dell'uomo macchina, che a differenza dei Falmer, conoscevo già la sua struttura meccanica. Disegnati sui libri che parlavano di Dwemer.
Non sapevo se quel sogno avesse un significato, o se in qualche modo mi avvertisse di stare lontano da là. 
Il che mi rese perplesso.

Roderhall, si svegliò dopo alcuni minuti, si alzò e si lavò la faccia in uno dei secchi di acqua pulita, lasciati dal figlio di Mralki, Erik.
Che ebbi il piacere di conoscere in una delle tante risse scoppiate in quella taverna, che mi limitaii ad osservare.
Erik, si occupava di tutto, buttava fuori chi era troppo ubriaco, puliva le stanze e riforniva la taverna di cibo.
Ma il suo sogno, era quello di diventare un avventuriero. Mi disse, che se avesse messo da parte abbastanza septim per comprarsi un armatura leggera,
poi avrebbe offerto i suoi servigi al miglior offerente, sperando infine di intraprendere delle rischiose quest, che gli avrebbero portato fama ed enormi ricchezze.
Nei suoi occhi, intravedevo la speranza e la gioia di vivere, che molto spesso si spegnevano quando discuteva con il padre, che era contrario a questo suo sogno.
Per il figlio, voleva un futuro tranquillo. Una moglie, dei figli e un lavoro modesto. Sperava con tutto il cuore che un giorno Erik, avrebbe preso il suo posto come taverniere.
Ma lui, lo ripeteva infinite volte, quasi gridandolo in tutta Skyrim, che lui sarebbe diventato un avventuriero e non avrebbe mai intrapreso la vita agiata del padre.
Non si parlavano spesso, perchè finivano sempre per scontrasi sulla solita discussione. Ma i loro sguardi, dicevano tutt'altro.

Dopo essermi lavato la faccia, mi vestii e bussaii alla porta di Alastor.
Non rispose, quindi bussaii più forte.
<< Un momento! >> Gridò Alstor, poco dopo. 
Aprì la porta che era chiusa a chiave da dietro e mi fece entrare dandomi le spalle.
<< Sono vecchio. Non ho mica la velocità di un giovane imperiale. >> Continuò come se volesse sgridarmi per la mia insistenza nel bussare.
<< Chiedo venia, Alastor. >> Risposi quasi sussurrando per scusarmi.
Il vecchio imperiale annuì, poi prese la sua grande sacca piena di pergamene e il grosso libro, e ma la diede.
<< Portalo tu! >> Disse, voltandosi nuovamente << Non ho abbastanza forze per sostenere quel peso. >>
In effetti la sacca pesava un bel po'. Me la misi intorno alla spalla, aspettando che fosse pronto.
<< Le vettovaglie? >> Domandò Alastor, cercando qualcosa sul tavolo.
<< Credo che siano pronte. >> Risposi incerto << Ho detto a Mralki di occuparsene. >>
<< Cosa? >> Disse Alastor, voltandosi verso di me << Era compito tuo occuparti delle vettovaglie! Non gli avrai mica detto dove siamo diretti? >>
In quel momento non sapevo se mentire o meno.
<< Ehm.. Sì... >> Risposi abbassando lo sguardo.
<< Stupido! >> Gridò Alastor, sbattendo entrambi i pugni sul tavolo. << Nessuno doveva saperlo! Ora sicuramente l'avrà già spifferato a Rorik! >>
<< Quell'avido di un Nords, ora ingaggerà qualche mago e un paio di mercenari per scoprire cosa c'è di così importante a Roldbthar!
Sa perfettamente che le mie ricerche sui Dwemer possono arricchirlo, per questo è così gentile e disponibile con me!
Crede che sia un vecchio stupido, troppo ingenuo da non aver capito le sue intenzioni, ma si sbaglia! >>
Alastor, era furioso e cercava invano di calmarsi.
<< Mi dispiace, io non sapevo che... >> Risposi quasi bisbigliando. 
<< Ragazzo! Hai molto da imparare sulle persone! >> Disse Alastor, facendo un grosso respiro per calmarsi. << Non rilevare mai le tue vere intenzioni a nessuno, perchè non sai mai chi hai di fronte. >>
<< Ora sbrighiamoci! >> Continuò << Non voglio che quell'ingrato arrivi prima di me! >>

Lasciaii la stanza con un grosso senso di colpa addosso.
Raggiunsi Mralki, che era fuori dalla taverna vicino a un cavallo bianco, con delle macchie marroni sul corpo.
Il cielo era limpido, con un leggero venticello gelido che proveniva dalla mia sinistra.
Il terreno era fangoso e pieno di pozzanghere.
I contadini, che di solito erano già al lavoro a coltivare il terreno, non c'erano, per via del terreno molto acquoso.
<< Lendhart! >> Mi chiamò Mralki, alzando la mano. << Vi ho preparato le vettovaglie per il viaggio. I contadini, apprezzerebbero un modesto segno di carità per... >>
Presi il mio sacchetto dalla cintura e tiraii fuori 30 septim, consegnandoli ancora prima che finisse la frase.
<< G-Grazie. >> Disse Mralki confuso, contando i septim con gli occhi spalancati. << Siete molto generoso. >>
<< Spero che questi septim arrivino ai contadini che ti hanno "aiutato". >> Risposi sottolineando l'ultima parola, quasi volessi dire che non sono un idiota.
<< Lendhart, non preoccupatevi. Riceveranno quanto gli spetta. >> Aggiunse Mralki, distogliendo lo sguardo dai septim e assumendo un aria professionale.
Annuii e poi mi voltaii, guardandomi attorno.

Roderhall, giunse poco dopo da dietro un grosso albero, vicino a una staccionata di legno.
Con aria orgogliosa e piena di sè. La sua armatura nera rifletteva la luce del sole.
Mi guardò per qualche istante e poi accarezzò delicatamente il muso del cavallo, sorridendogli.
<< Roderhall! >> Disse Alastor, uscendo dalla taverna << Sei tornato? Sono così felice di vederti! >>
Il Dovahkiin, accennò un lieve sorriso, mentre continuò ad accarezzare il cavallo.
<< Credo che tu sappia dove siamo diretti. >> Aggiunse Alastor << Spero solo che non ci sarà da combattere. >>
Mralki, che era vicino a noi, faceva finta di sistemare le vettovaglie sul cavallo, mentre con le sue orecchie tese, sentiva tutto.
D'altro canto, Alastor sapeva fin troppo bene che Mralki, era lì per conto di Rorik e ascoltava i nostri discorsi per poi riferire tutto a lui.

Erik, era appoggiato con i gomiti sulla staccionata di legno, fuori la taverna, sembrava volesse salutarci, ma non lo faceva, si limitava a guardarci.
Mralki, lo guardò con aria irritata ed Erik, fece altrettanto.
Accennaii un lieve saluto con la mano, e lui annuì, salutandomi con il capo.
<< Molto bene! >> Disse Alastor, dando una pacca sulla spalla di Mralki. << Grazie del vostro prezioso aiuto. Siete stati molto gentili con noi! Che gli dei vi proteggono, buon uomo! >>
<< E' stato un piacere, vostra signoria. >> Rispose Mralki, sorridendo. << Che gli Dei vi assistono durante il vostro viaggio. >>

Roderhall, prese la lunghina che era legata attorno alla testa del cavallo, mentre Alastor ci salì sopra con gran fatica, aiutato da Mralki.
Io mi misi alla destra del vecchio imperiale, portando intorno alla spalla la pesante sacca di pergamene e il grosso libro.
Partimmo verso Nord-est, in direzione di Raldbthar. 


Secondo i calcoli di marcia di Alastor, due giorni, con un breve ristoro di poche ore notturne, sarebbero bastati per arrivare. 
Ma poi aggiunse << Banditi, orsi, tigri con i denti a sciabola o persino un pacifico gigante, troppo geloso dei suoi mammut, potrebbero rallentare il nostro viaggio. >>
Roderhall, mise la mano sulla sua lancia.
<< Lo so, Roderhall. >> Disse Alastor, ridendo, come se avesse intuito la sua risposta, sotto forma di gesto. << Ci penserai tu a difenderci! >>
Il dovakhiin, accennò un lieve sorriso e poi guardò davanti a sè.
"Sarà proprio un bel viaggio" pensaii.
   
 
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