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Autore: IvanHpEw    09/02/2016    0 recensioni
Quando tutto questo sarà finito, rimarranno soltanto l'alto e il basso, il potere di una vita scontata e la modestia di una vita infinita, la paura di morire di nuovo e l'incontro con l'eternità, la scelta da parte di un superiore e l'invito di un tentatore. Ma, filosoficamente parlando, c'è una cosa in aggiunta alle precedenti che le accomuna tutte quante: la diversità.
© Copyright - Tutti i diritti riservati a IvanHpEw. Tutti i personaggi presenti in questa storia sono stati inventati dall'autore, cosa non fatta per alcuni luoghi, che sono stati solamente modificati. Si possono trovare parecchi riferimenti al cinema.
Storia pubblicata su Wattpad il 1 Gennaio 2016.
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le facce di Erwood, Danielius, Dusnatt e delle due ragazze accanto a me non sono poi così tanto sconvolte quanto la mia. Abbiamo appena assistito ad un arrivo dal nulla di una donna trentenne e mozzafiato; anche per una ragazza come me che ha baciato un ragazzo di quelli che suppongo potrebbero essere diciassettenni. Gli occhi di lei sono ancora posati sui miei, azzurro contro ambra, nero contro bianco. Chi è? La mia mente è in balia dell'aura di tranquillità che trasmette il viso della donna. Il senso di essere fatta fa capolino ancora nel mio corpo, principalmente sulle mie gambe, che cominciano a formicolare. È come se tutto il mio sangue si fosse depositato nei piedi.

«Date le circostanze, non resta che presentarmi.» dipana, non distogliendo lo sguardo dal mio. Riesco a percepire il suo profumo: è celestiale, quasi una ninnananna per il mio piccolo naso. Sa di rose e caramelle alla frutta ed è fresco. «Mi chiamo Marjoire, Vostra Bassezza, nota come la Salvatrice dei Demoni.»

Non giro nemmeno la testa per capire che il mio migliore amico ha levato la pistola. Quella di Corbin, invece, è ancora abbassata. Il mio cervello sta lavorando su "Vostra Bassezza". Che cosa cavolo vuol dire?

«Signorina, posso offrirle da bere all'inferno o la faccio fuori subito?» chiede Erwood con un tono sorprendentemente invitante.

La trentenne gli risponde con tono alquanto civettuolo, che persuade perfino me:« Ragazzo, credo che se scegliessi la seconda opzione, ci ritroveremo lo stesso giù all'inferno.»

«Allora andiamo a bere» Erwood abbassa la pistola. «Lei mi piace, donna, ma mi spiega soltanto perché ha baciato questo ragazzo?» e indica Corbin con la pistola. «E si spieghi bene con la faccenda del... Vostra Bassezza e della Salvatrice dei Demoni.»

La cosiddetta Marjoire finalmente distoglie lo sguardo dal mio, e comincia a concentrarsi su Erwood. Nei suoi occhi si accende una curiosa scintilla di divertimento.

«Sei molto gentile, ragazzo. Il fatto che mi dai del lei, però, non mi... entusiasma molto.»

La fredda voce di Erwood risuona quasi per tutta la stazione. «Ci racconti per bene chi è, perché ha baciato questo individuo alla mia destra e da dove viene di preciso, poi riparleremo del tu o del lei.»

Alle spalle di Marjoire, vedo un pezzetto di Peckham Road deserta: appena entrati nella stazione, avevo visto un po' di gente che urlava. Chissà cosa sarà successo. Non voglio nemmeno saperlo.

La nuova arrivata slega le catene dai suoi occhi da quelli di Erwood e si guarda intorno, guardandoci uno per uno. Poi si volta. Il suo vestitino da sera bianco mette in risalto - moltissimo - le sue forme. E che forme.

«Magari non qui.» sibila mentre il vento le smuove il piccolo codino castano. I suoi tacchi d'argento brillano come l'acqua di sera. «Questa zona è un po' troppo pericolosa stanotte.»

Si volta di nuovo verso di noi, sorridendoci. Corbin è muto, paralizzato dal bacio che gli ha dato la donna, gli occhi grigi che sfarfallano come due fiammelle tremolanti di candele. Danielius e Dusnatt ancora non hanno parlato, e fissano Marjoire come se fosse qualcosa di magnificamente paranormale, qualcosa di immensamente splendido.

«Dove vuole andare, signorina?» le chiede ora Danielius, abbozzando un sorriso, il viso glabro oscurato.

«Di sicuro non su una stella. Se lo dicessi, moriresti di freddo.» con questo, la donna si volta per la terza volta ed esce dalla stazione, con una camminata molto precisa. Sono ancora imbambolata dalle sue labbra, due spesse strisce imbottite di sangue, e che ora se ne stanno andando...

«Non ci sarà nessun iceberg, questa notte. Quindi andremo su una stella.» mi sussurra Erwood facendomi l'occhiolino. «Cosa facciamo?»

«Sì, cosa fate?» ripete Marjoire, a circa dieci metri da noi, mentre si avvicina ad una lunghissima limousine parcheggiata appena fuori l'edificio della stazione. «Dobbiamo parlare al sicuro. Ne arriveranno altri, di quei demoni che avete visto poco fa, quindi è meglio se mi seguite»

Ora è Dusnatt a parlare. «Anche tu sei un demone, se non sbaglio.»

«Se fossi stato un demone cattivo, mi avreste già sparato, no? Siete tutti armati.» dice lei fermandosi, ma tenendo la testa rivolta verso la limousine. «Credo che siate abbastanza svegli da capire chi... si prende gioco di voi"

«Ha ragione.» sento Mariangel sussurrare accanto a me. Percepisco ancora il suo calore: sa di zucchero filato e di sudore. «Non voglio rivedere mai più quei cosi.»

«Vedo che iniziate a ragionare. Posso mettervi al sicuro, se verrete con me. Qui, questa notte, se rimarreste soli, avrete tante possibilità di vivere quanto ne ha avute Birdman di non vincere l'Oscar come miglior film.»

«Non sappiamo nemmeno chi sei.» la incalza la ragazza coi capelli bianchi. La sua voce leggera è soffocata dai respiri pesanti dei maschi. Sento la pelle vibrare e un gelo sovrannaturale impadronirsi della mia pelle. Un fortissimo insisto mi sta suggerendo di seguire la donna, per avere delle spiegazioni. Sono l'unica cosa di cui ho bisogno, questa notte.

La trentenne la ignora. «Secondo i miei calcoli, tra circa venti secondi, alle vostre spalle appariranno il triplo di demoni con cui avete lottato poco fa.»

«Ma che cazzo dici...» Ciuffo Viola fa un passo avanti, e con lui Danielius ed Erwood. Noi ragazze, invece, rimaniamo immobili. Cosa dobbiamo fare? Fosse per me, andrei subito dalla donna, ma qui siamo in sette. Non possiamo dividerci. O andiamo tutti, o andiamo tutti. Corbin sta fissando la limousine bianca con gli occhi sbarrati.

«Come fai a saperlo? Non mi dire che sai anche prevedere il futuro, signorina!»

Ma Marjoire si sta dirigendo verso la limousine, che campeggia nel buio come una luce, con passo molto più veloce. Il motore dell'autovettura si accende, e i fari illuminano la strada, che sembra umida.

Non riesco nemmeno a sentire cosa urla Erwood quando il pavimento di york sotto di noi trema. Un senso di nausea mi fa tremare perfino le ossa quando gli stessi passi che ho sentito quando ero accucciata con Erwood al KFC rimbombano per tutta la stazione. Mi volto nel momento esatto in cui allungo un piede per correre: sono molti di più, ora, quasi una cinquantina. E con loro il fumo nero, che sembra un'onda anomala d'acqua scura.

Mariangel e la ragazza sconosciuta mi superano quando ci ritroviamo tutti e sette aldilà dei cancelli. Erwood mi sta accanto, mentre Danielius e Dusnatt corrono a tutta velocità. Ma non si stanno dirigendo verso la limousine. Credo la vogliano superare per andare di nuovo a Peckham Road. Forse non si fidano della donna. Questo non va affatto bene. I miei piedi urlano dal dolore quando aumento di velocità. I ruggiti dei mostri nella stazione sono come un grande, pungente insetto nelle mie orecchie.

«Diritti alla limousine!» sbotta Erwood, rivolto a me, a Mariangel e alla ragazza sconosciuta davanti a noi due. Corrono veramente bene, perfino flessuosamente, nonostante i loro vestiti!

Marjoire è appena entrata dentro l'auto, ma vedo che ha lasciato le portiere posteriori aperte. È il mio istinto a guidarmi. So che quello che sto facendo è molto pericoloso, ma è l'unica speranza che ho. Scommetto che anche voi seguireste una donna sconosciuta che vi "offre aiuto" invece di restare con zombi alati a giocare a chi schizza più sangue in alto.

«Dan! Dusnatt! Nella limousine, cazzo!» sbraita Erwood tenendomi per mano. Sento i bisbigli del fumo sovrastare anche la sua voce. Dusnatt e Danielius hanno superato già da un pezzo la limousine. Stanno andando contro una morte certa: non possono pensare di poter sconfiggere quelle creature una seconda volta. È ineluttabile. La limousine è l'unica via di fuga che ci resta.

«Avanti! Dusnatt! Dan! Tornate indietro!»

Mariangel e la ragazza coi capelli bianchi sono entrate dentro l'autovettura, e, con tutto il rumore che producono le creature e il fumo, sento il motore rombare più forte. L'adrenalina mi sta divorando da capo a piedi.

È come se il tempo si fosse rallentato.

Il sangue che mi pulsa dolorosamente nelle orecchie... la limousine che parte... Corbin che sfreccia dentro l'autovettura... io ed Erwood che balziamo letteralmente sui sedili di pelle verdastra... Danielius e Dusnatt che si fermano e tornano indietro, mentre le ruote cominciano a girare. E Marjoire se ne sta lì, davanti, alla sinistra dell'autista, mentre si spazzola i capelli di fronte ad uno specchietto poggiato sopra il cofanetto. Si è sciolta il codino.

La portiera alla mia sinistra scorre velocemente e si chiude con un tonfo sordo, mentre Mariangel apre l'altra per far entrare Dusnatt e Danielius. Vedo che sparano oltre la limousine, contro i demoni, i loro volti inzuppati di sudore.

«Dai!» urla Erwood poggiando le mani sulle ginocchia mentre l'asfalto ci scivola sotto gli occhi. L'aria notturna è più fredda di quanto mi ricordassi. Gli incoraggiamenti di Mariangel mi fanno accapponare la pelle ancora di più. «Forza! Dusnatt!»

Non posso assistere a tutto questo. La limousine ora sta acquistando velocità, diretta chissà dove, e i miei due amici sono fuori, rincorrendola, sparando ai demoni...

E con un solo, preciso salto i due si catapultano dentro l'auto, sulle gambe di Mariangel. Lei urla, io mi stringo ad Erwood, che fissa i due con aria incredula. Il sangue sul volto gli si è seccato del tutto, ora che lo vedo sotto il bagliore di una luce sopra di noi.

Per un attimo tutto sembra esser in mano alla stanchezza e al terrore, ma poi Erwood comincia a parlare, mentre l'auto sfreccia su una strada molto più ampia rispetto a quella dove ci trovavamo prima.

«Ma che... cosa avevate in mente, voi due?! Siete fuori di testa! Siete delle teste di... di... Di di!»

Ciuffo Viola, che è solito rispondere con altre parolacce, non risponde, ma il falso giapponese sì. Ha gli occhi così sbarrati che sembra un perfetto giapponese, ora. Divora l'aria come un vortice. «Er, da quando accetti consigli da demoni?»

Il mio migliore amico lo guarda, sorridendo. Mi vorrei intabarrare dentro di lui, ma ora posso solamente tenermelo stretto. Ho la bocca secca e impastata. Mi sento come se uno scorpione mi avesse fatto il nido in bocca. Sono estremamente lucida quanto lo sono i personaggi che interpreta Woody Harrelson.

«Da quello che ho capito, è un... demone buono. Non è così?» alza la voce per farsi sentire dalla donna. Lei posa la spazzola color rame su un piccolo ripiano sopra lo specchio sul cofanetto e si rifà la coda.

«Affermativo. Perché non vi sistemate per bene sulle poltrone di coccodrillo?»

Solo ora riesco a spaziarmi con lo sguardo intorno a me. Ci troviamo in quella che potrebbe essere un divano quadrato, con due aperture davanti le portiere. In mezzo al divano c'è un piccolo tappeto nero con microscopici puntini grigi. Io rimango dove sono insieme ad Erwood, mentre gli altri, un po' esitanti, si mettono su ciascun lato del divano, ma solamente Corbin si mette su quello che dà le spalle all'autista e alla donna. È di un bianco inquietamente cereo.

«Mossa azzardata, voi due.» ride Marjoire. «Qui ci starebbe veramente un sottofondo di Trinity: Titoli, di Annibale E I Cantori Moderni, non credete? Una perfetta fuga in macchina dai demoni!»

«Scelta molto azzeccata. Abbiamo anche delle pistole. Fa molto western.» le risponde Dusnatt, passandosi le mani sui capelli per allisciarli all'indietro. «Dove stiamo andando?»

«Non posso rivelare la posizione della Poctilla davanti a voi. Non con un Vostra Altezza seduto dietro di me.»

Prima che possa elaborare le sue parole, Marjoire allunga una mano verso Corbin. Non faccio nemmeno in tempo a urlare o a cadere in deliquio che la testa del ragazzo si stacca dal collo e rotola fino ai miei piedi, la lingua di fuori e gli occhi bianchi, un fiume di sangue che inzuppa il tappeto grigio.

   
 
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