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Autore: Meramadia94    09/02/2016    2 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~A sentire la deposizione raccolta da Shiratori interrogando i genitori della vittima, Yuky era stata a Tokyo solo una volta in tutta la vita e lì non avevano amici o parenti.
E l'unico posto in cui erano state entrambe il giorno dell'omicidio nonchè il primo dei quattro giorni previsti per la loro piccola gita, era l'hotel in cui allaggiovano e fuori dal quale era stato commesso l'omicidio.
Se era successo qualcosa, era da lì che dovevano partire...

'' Certo che mi ricordo di Yuky... come dimenticarla?''- fece il gestore dell'albergo in cui le due ragazze avevano preso una doppia quando gli agenti Sato e Takagi mostrarono una foto che ritraeva la vittima in compagnia di Sakura.
Erano entrambe sorridenti ed indossavano una gonna che arrivava fino al ginocchio, grigia, pieghettata, una camicia bianca, una cravatta rossa ed una giacca verde smeraldo. L'uniforme del liceo frequentato dalle due ragazze fino a poco tempo fa, ed in quella foto sembravano più unite di due sorelle.
'' Quindi la conosceva bene?''- domandò l'agente Sato.
'' Sì.''- fu la risposta -'' I suoi genitori fanno parte di una piccola compagnia teatrale che ogni tanto organizza recite di beneficienza. L'anno scorso ne hanno organizzata una proprio in questo hotel, e con loro c'era anche la figlia. Anche lei recitava in un numero comico.
Ma la sua amica non l'avevo mai vista prima dell'altra sera.''
Takagi non se ne stupì.
La loro madre era stata sempre un tipo apprensivo, specie dopo la scomparsa di suo marito. Quando le disse che aveva superato il test di ammissione per l'accademia di polizia, lui era entusiasta e lo riferì subito alle due donne della sua vita, ovvero a Sakura e alla madre.
La sorellina era felicissima per lui, sua madre invece si era quasi messa a piangere... in fondo era comprensibile. Aveva già perso il marito a causa di una brutta malattia, l'ultima cosa che voleva era sentirsi telefonare per essere informata che qualcuno le aveva strappato suo figlio.
Per un po' era stato sul punto di rinunciare, ma poi sua madre gli disse che qualsiasi cosa lui avrebeb deciso di fare della propria vita, lei lo avrebbe sostenuto in modo incondizionato.
Immaginava che dopo il suo trasferimento a Tokyo sarebbe stata più apprensiva con la figlia più piccola... l'unico motivo per cui la madre le aveva permesso di andare a Tokyo era perchè sapeva che ci sarebbe stato lui a darle un' occhiata ci scommetteva.
Certo, se almeno una delle due si fosse degnata di informarlo...
'' Comunque non è stata certo la sua performance a farla notare, quella sera.''
'' Ah davvero?''- fece Conan con candore infantile -'' e come mai allora?''
Solo allora l'uomo si accorse del bambino e gli rivolse un sorriso.
'' Qui vedo anche un giovanissimo poliziotto o sbaglio?''
Takagi rise nersosamente e gli scompigliò i capelli -'' Sì, è il vincitore del concorso Passa una giornata con la polizia e poi te ne accorgerai...''
Conan sorrise, stando al gioco.
'' Ciò che voglio dire...''- fece il gestore ritornando serio -'' è che quella ragazza senza dubbio si faceva notare. Dopo lo spettacolo a cui ha preso parte, lei, i genitori ed il resto della comitiva si sono fermati a cena... e ad un certo punto quella ha piantato un capriccio che in fede mia, nemmeno mio nipote di due anni avrebbe fatto.''
'' Che ha combinato, si può sapere?''- fece Takagi.
'' Dopo lo spettacolo i suoi genitori ed il resto della compagnia avevano deciso di passare il resto della serata al circolo ricreativo dell'albergo. Lei ha iniziato a dire che progettava di andare in un locale che aveva scoperto durante il tragitto dall'aereoporto all'hotel e che avrebbe voluto andarci.
I suoi le avevano detto che non era il caso, soprattutto a causa di una serie di aggressioni in città che avvenivano appena faceva buio... e lei ha dato di matto.''
'' Mi sta dicendo una una ragazza di diciotto anni si è messa a fare i capricci solo perchè i genitori le avevano negato un'uscita?''- fece Sato con aria scettica e stupita al contempo. Francamente non si stupiva più di tanto.
Anche quando aveva l'età di Sakura e della vittima, le era capitato di incontrare persone sui vent'anni e che manifestavano la maturità di un dodicenne.
E poi c'erano le persone come Conan, incredibilmente giovani e che per legge erano quelle a necessitare di una guida, che si dimostravano di una maturità ed iun acume sorprendente.
'' Altro che capricci...''- continuò quello -'' Ha iniziato  dire che era giovane, che aveva diritto di divertirsi e che non potevano pretendere che si murasse viva da qualche parte solo perchè in giro c'era un matto che si divertiva ad usare il primo malcapitato come sacco da allenamento.''
'' Una bizza da bambina viziata in piena regola...''- commentò Conan.
'' Sì, i suoi le hanno detto che doveva smetterla con il suo atteggiamento di dare scontato tutto e tutti, ma alla fine hanno dovuto accontentarla e chiedere ad uno dei nostri dipendenti di accompagnarla, solo per evitare che mettesse il muso e per farla stare zitta... ed ora che mi fa pensare, la persona che l'ha accompagnata, al ritorno, era molto risentita.''
'' E come mai?''- chiese Takagi. Ok, non avrebbe dato torto alla sorella nemmeno se fosse stata lei.
'' Non so dirglielo... so solo che Reiko ha confidato ad alcune colleghe che non avrebbe più fatto la baby sitter per clienti del genere.''- aggiunse l'uomo -'' E' la persona che si occupò di lei quella sera... la trovate a sistemare la camera 304, se volete farle qualche domanda.''
L'agente Sato ringraziò ed era pronta a raggiungere la suddetta stanza per fare qualche domanda a Reiko.
Se aveva avuto un dissapore con la vittima in passato, magari questa le aveva fatto uno sgarbo anche il giorno dell'arrivo in hotel.
La prima volta aveva lasciato perdere, ma la seconda magari...
'' Che può dirmi dell'altra ragazza, invece?''- domandò l'agente Takagi.
'' Beh non c'è molto da dire, l'ho per poco intravista... posso solo dire che non faceva che guardarsi intorno, curiosa. Mi ha fatto l'impressione della tipica ragazza di campagna che arriva nella grande città... francamente non mi pareva il tipo in grado di fare del male a qualcuno.''

'' Non posso dire di essere felice che abbia fatto quella fine...''- fece Reiko Tsubaragi, anni 22, mentre cambiava le lenzuola di una stanza al quinto piano. Aveva i tratti nippo-americani, occhi verdi, vaporosi capelli biondi e come tutti i dipendenti indossava la divisa dell'albergo ed un badge di riconoscimento.
Era studentessa alla facoltà di giurisprudenza e lavora part time in hotel per pagare la retta universitaria, l'affitto e bollette varie. In genere faceva la cameriera, ma capitava spesso che facesse dei lavori extra per arrotondare.
La sera in cui Yuky aveva fatto una scenata, l'anno prima, le avevano offerto una mancia consistente per fare la parte dell' '' Amica Sobria'', ovvero accompagnare la vittima per locali stando attenta che non combinasse guai o che non facesse la sciocca.
Aveva accettato di buon grado l'incarico, ma quando era tornata aveva confidato ad alcune colleghe che era la prima ed ultima volta che accettava di fare la baby sitter ad una ragazzina arrogante e viziata.
'' Ma non posso nemmeno dire di essere addolorata per la sua scomparsa.''
'' Ne deduco che la vittima non le andasse a genio...''- fece l'agente Sato. Beh, una persona che si comportava come una reginetta a cui tutto pareva dovuto raramente si faceva apprezzare.
'' Può dirlo forte. Ai clienti maleducati ci si fa l'abitudine, ma avrei voluto stamparle un destro in faccia.''
'' Che le aveva fatto, si può sapere?''- domandò Takagi.
Reiko non si fece pregare -'' L'avevo accompagnata in un locale poco distante dall'albergo. C'era dell'ottima musica jazz ed era un posto molto carino. Appena arrivate, per non starle tra i piedi mi sono allontanata da lei, ma stavo sempre nei paraggi per controllare la situazione.
Ad un certo punto, nel locale è arrivato un mio compagno di corso, ed abbiamo scambiato qualche parola. Gli avevo detto che ero lì per lavorare e lui stava per salutarmi, quando quella ci ha raggiunto...''- e qui divenne livida di rabbia -'' e gli ha detto che non ne valeva la pena... che chiacchierasse con una cameriera, e che meritava di meglio... mi ha umiliata davanti a tutti, e davanti ad un mio amico per giunta... avrei voluto prenderla a schiaffi davanti a tutti, per insegnarle un po' di educazione e di rispetto.''
'' Capisco...''- fece l'agente Sato -'' comprendo il suo risentimento, ma a questo punto la legge mi impone di considerare l'eventualità che lei sia coinvolta. Dov'era tra le nove e le dieci della notte scorsa? Mi risulta che abbia staccato prima quel giorno.''
'' E infatti ero al Beika Central Hospital.''- rispose lei chiudendo una scatola dove aveva messo delle lenzuola-'' Mio fratello  minore ha compiuto gli anni e quindi avevo chiesto di uscire prima per andare a casa dei miei per festeggiarlo e sono stata dai miei dalle nove di sera e mi sono fermata a dormire lì... quindi non sono stata io a far fuori quell' insopportabile ragazzina...''
A quel punto Takagi mostrò la foto in cui erano ritratte sia la vittima che la sorella.
'' Riconosce la ragazza della foto?''
'' Come no... sono arrivate insieme e mi sono stupita che ci fosse qualcuno che riuscisse a sopportarla. Stavo uscendo dalla stanza attigua alla loro con della biancheria sporca, mentre loro stavano entrando nella loro... la sorpresa di rivedere quell'antipatica era  tanta che ho lasciato cadere tutto... e la sua amica mi ha aiutato a riprendere tutto e a rimetterlo nel cesto. Il sole e la luna, praticamente.''
'' E' stata l'unica volta che l'ha vista?''- chiese il piccolo Conan.
'' No.''- fece la ragazza sorridendo alla vista del bambino-'' Stavo per scendere nella stanza del personale per cambiarmi ed andare dai miei dopo aver controllato una stanza sul loro stesso piano, quando l'ho vista tornare in camera sua... aveva il volto rosso come un pomodoro e pareva fumasse... per un attimo mi sono domandata se fosse il caso di chiamare i pompieri oppure un cuoco.''
I due poliziotti si lasciarono sfuggire una risata alla battuta.
'' E che ore erano?''- chiese l'agente Takagi pregando con tutto il cuore che sua sorella fosse in ben altro luogo al momento in cui la vittima era stata pugnalata a morte.
'' Mi faccia pensare...''- fece la ragazza portandosi una mano sotto il mente -'' Sì, erano le otto e mezzo. Lo so perchè tenevo spesso d'occhio l'orologio. Per deformazione professionale le ho chiesto se per caso potessi fare qualcosa per lei... e lei mi ha risposto che aveva avuto da dire con una ragazzina viziata. Ho capito subito che si stava riferendo a chi so io e le ho dato subito tutta la mia solidarietà.
E lei ha aggiunto che la fortuna di molte persone è che la maleducazione e la mancanza di tatto non siano illegali o ce ne sarebbe di gente in prigione. Subito dopo è entrata in camera ed è stat l'ultima volta che l'ho vista... è stato un colpo leggere sul giornale di stamattina che era accusata di omicidio e che era fuggita.''
Maledizione... Sakura era tornata in camera alle otto e mezzo di sera. Ma il medico legale aveva collegato l'ora del delitto tra le nove e le dieci.
C'era una mezz'ora in cui Sakura era sparita dalla vista di qualsiasi testimone. Non se ne stupiva però date le circostanze.
Sua sorella era sempre stata così, fin da piccola. Se litigava con qualcuno, fosse un' amichetta di scuola, un ragazzino dispettoso del quartiere o anche la loro madre quando erano in disaccordo si chiudeva da qualche parte, rifugiandosi in un libro o comunque in qualcosa che le tenesse occupata la mente per calmarsi.
Spariva per un po' di tempo e poi tornava calma e serena.
Francamente, gli tornava strano che avesse pugnalato una persona dopo essersi nascosta per un po', per calmarsi.
E conoscendola, non era credibile che avesse sbirciato nelle mail di un'altra persona... ergo, il movente non stava in piedi.
'' Ed ora dove vai?''- domandò Sato nel vedere che il fidanzato usciva a passo svelto dalla stanza.
'' A parlare con il concierge. Questa faccenda non sta in piedi.''- fu la spiegazione.
Conan si infilò subito dietro il poliziotto.

'' E' stata la vittima a chiamarmi al loro tavolo... mi ha chiesto come si raggiungeva una discoteca. Ha detto che la lontanzanza non era un problema, bastava che fosse un bel posto. Stavo per andarmene quando la sua amica mi ha chiesto delle informazioni.''- riferì l'uomo.
'' Che cosa le ha domandato?''- domandò il poliziotto.
'' Mi ha chiesto di indicarle come si raggiungeva la centrale di polizia partendo dall'albergo. Mi pareva strano che mi facesse una domanda del genere, così le ho domandato se per caso si fosse accorta di un furto nella stanza o se avesse dei problemi per cui voleva l'intervento della polizia... ma lei mi ha sorriso e mi ha spiegato che suo fratello maggiore era un poliziotto che lavorava a Tokyo, e che voleva andare a trovarlo.''
'' Ed allora è scoppiato il pandemonio.''- aggiunse Conan.
'' Puoi dirlo forte ometto...''- fece il concierge sorridendo all'indirizzo del piccolo detective-'' la vittima ha avuto da ridire e più che arrabbiata, sembrava seccata e meravigliata che la sua amica avesse fatto un programma senza consultarla.''
Takagi si sentì il latte alle ginocchia. Come cavolo aveva fatto sua sorella a frequentare una persona del genere senza mandarla in quel posto ogni volta che la vedeva, e si meravigliava pure che non gliene avesse mai parlato... le aveva chiesto mille volte se stava bene, se c'era qualcuno che le dava fastidio, perchè cavolo non glielo aveva riferito?
In quel caso, avrebbe preso il primo volo per Kyoto solo per fare un bel discorsetto con quella ragazzina e consigliarle di abbassare i toni.
Se solo lui o Sakura si fossero azzardati ad avere un atteggiamento simile, anche solo per fare uno scherzo, come minimo i loro genitori li avrebbero rimessi in riga prima ancora di dar loro il tempo di dire '' Ah''.
'' Le ha detto di essere venuta per divertirsi, che avrebbe avuto altre occasioni per vedere suo fratello e che quella sera sarebbero andate in discoteca... la sua amica si è arrabbiata e francamente non la biasimo. Sembrava più un comando che una proposta ad uscire. Allora lei si è alzata di scatto dicendo... Mio fratello ed io a causa del suo lavoro riusciamo a vederci solo alle feste comandate o a sentirci su internet, quindi se non ti dispiace stasera preferisco andare a trovarlo. Sempre meglio che fare da guardiano ad una ragazzina viziata!!!
Era furiosa... a quel punto si è alzata da tavola e nessuno l'ha più vista.''
Tranne quando verso le dieci meno dieci era stata ripresa dalla telecamera, mentre si allontanava dalla scena del crimine.
Quando i due poliziotti ed il ragazzino uscirono dall'albergo, non erano sicuri di aver fatto dei passi avanti nelle indagini, o comunque non erano convinti di aver fatto passi avanti per scagionare Sakura dalle accuse che le pendevano sul capo.
Tutto quello che avevano scoperto sinora era che la loro vittima si divertiva a fare la principessina viziata, ad umiliare persino una persona che faceva lo straordinario per lei e che più che chiedere il permesso per fare certe cose lo dava talmente scontato che nemmeno si scomodava a chiederlo e che a quanto pare s'infastidiva se qualcuno a lei vicino pensava con la sua testa.
Inoltre, Sakura non aveva un alibi valido. Alle 20.30 di quella sera era tornata in camera, va bene, ma per quanto tempo vi era rimasta?
E che cosa aveva fatto nei cinquanta minuti che precedevano la registrazione che faceva di lei la sospettata perfetta?
E soprattutto... dov'era in quel momento? Megure aveva diramato un bollettino, i loro colleghi la stavano cercando con l'ordine preciso di non torcerle un capello, ma senza risultato.
'' A questo punto penso sia il caso di andarla a cercare...''- propose Sato aprendo la portiera dell'auto e mettendosi al posto di guida.
Ammettendo per un attimo che la colpevole del delitto fosse proprio Sakura, forse era meglio che fosse suo fratello a trovarla per primo, a chiederle la sua versione dei fatti e in quel caso a convincerla a dire tutto alla polizia.
Takagi annuì e prese posto in auto. Lo stesso fece Conan.
'' Scusate...''- fece il piccolo Detective ricordandosi di un dettaglio-'' di cosa parlava il gestore dell'albergo, riguardo a quelle aggressioni?''
Fu Sato a rispondere.
'' I genitori di Yuky avevano ragione a pensare che sarebbe stato più saggio che la figlia restasse con loro in albergo, perchè in quel periodo a Tokyo, c'era un'ondata di aggressioni a scopo di rapina.
Le vittime per la maggior parte erano donne tra i venti e i quarant'anni, aggredite poco prima o poco dopo la mezzanotte.''
'' Già.''- confermò Takagi -'' Venivano aggredite dove capitava, ma molto spesso le aggressioni avvenivano in luoghi isolati nei quali nessuno sarebbe andato senza una buona ragione. L'aggressore misterioso le picchiava per un po', e le lasciava lì, ma non prima di aver aperto loro il portafogli ed essersi appropriato dei loro contanti.''
'' Vi sono state vittime?''- chiese ancora il piccolo detective.
I due agenti dissentirono all'unisono.
'' Per fortuna nessuna di loro perse la vita o fu in serio pericolo...''- spiegò l'agente Sato -'' Qualche osso rotto, delle contusioni, tanta paura e qualche banconota. Fu questo lo scotto da pagare per coloro che erano finite nel mirino dell'aggressore.''
'' E poi...''- concluse Takagi -'' come le aggressioni ed i pestaggi erano cominciati, alla stessa velocità sparirono. Ormai è un anno che quel tipo non si fa vedere o sentire. In un anno ha terrorizzato quasi venti donne e molte altre avevano paura persino di uscire per fare una passeggiata.''
Conan iniziò a rimuginare su quanto gli avevano detto Sato e Takagi riguardo alle aggressioni... tutte le vittime di quell'uomo erano state aggredite spesso e volentieri in un luogo isolato e dove pochi sarebbero andati senza un valido motivo.
Yuky era ben truccata e molto elegante la sera della sua morte, questo significava che al di là di quel che Sakura avrebbe detto o fatto lei sarebbe andata comunque dove aveva deciso di andare.
Ma non aveva senso lo stesso... certo, malgrado alti e bassi, la vittima si fidava di Sakura e quindi per costei non sarebbe stato un grande problema attirarla in quel vicolo per farla fuori, ma con l'atteggiamento da prima donna che tutti avevano imputato alla vittima, Sakura avrebbe dovuto sapere che una persona del genere non avrebbe mai messo piede in quel posto.
Anche ammettendo che fosse lei la colpevole dell'omicidio, non le sarebbe stato difficile convincerla a raggiungerla in camera loro o ai servizi.
E non poteva averla uccisa in camera loro e buttato il corpo giù dalla finestra. Secondo il rapporto del medico legale, la vittima aveva delle ferite da difesa oltre alla coltellata che le aveva squarciato l'intestino condannandola a venti minuti di agonia prima di morire, ma non aveva altri traumi che indicavano un villipendio di cadavere o ematomi post mortem.
E se così fosse stato, la scientifica avrebbe trovato tracce ematiche nella stanza, dei segni di lotta, trovato una prova che Sakura l'aveva contattata prima dell'omicidio, e soprattutto la presunta assassina sarebeb stata immortalata mentre usciva dall'albergo, non dal vicolo...
C'era un'altra possibilità... ovvero che qualcun'altro avesse assassinato Yuky, Sakura si fosse accorta di quanto stava accadendo ed aveva cercato di fare qualcosa, ma l'assassino aveva reagito, Sakura era scappata non perchè fosse sconvolta dall'accaduto ma perchè stesse cercando di sfuggire all'assassino.
E se dopo quasi due giorni nessuno l'aveva ancora vista o sentita...non voleva allarmare Takagi perchè era già abbastanza scosso di suo, ma a dar retta a quella possibilità... vi era una probabilità molto alta che Sakura fosse morta.
Sperava di essere in errore, per quella volta.
Meglio un colpevole in libertà che un innocente in prigione o sotto terra.

  
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