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Autore: DigiPokeLover    10/02/2016    1 recensioni
Per Mirkho, 17 anni, un ragazzo italiano, è un giorno come gli altri. Ma quel giorno, la sua vita cambiò in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Un nuovo mondo... nuovi amici. Amici molto speciali. Un sogno divenuto realtà. Un'avventura da iniziare... un mondo da conquistare. Col sostegno dei suoi amici... ce la può fare!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arceus, Ash, Celebi, Prof Oak, Team Rocket
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Furry | Contesto: Anime, Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon The Challengers'
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Da Unima con furore
 
Stagione 1 Episodio 7
 
Ho ancora nella testa l’eco della voce di mia cugina che parlava… mamma mia. Ho la testa come un’anguria, per l’appunto, i piedi coi legamenti in stato precario e il mio stomaco che faceva i gargarismi. Proseguiamo contenti verso la grotta e, una volta raggiunta, ci diamo il 5 a vicenda. Cominciamo ad “analizzarla”, mentre Ylenia comincia a far foto all’area:
«Mmmhh… quindi ‘sta grotta passa sotto quasi tutta Johto…» commento.
«Sì. Collega questo punto a Ebanopoli, ma porta anche su un sentiero per tornare a Borgo Foglianova  puntualizza Jacopo, sempre colla mappa del Pokédex in mano – e c’è anche scritto che ci stanno facendo dei lavori per renderla accessibile al traffico»
«Sul serio?» fa Lucia, stranita.
«Sì, è come un traforo in montagna. Se ci pensi, per arrivare a Ebanopoli bisognerebbe passare prima per Violapoli e poi prendere l’autostrada. Da qui si risparmierebbero un bel po’ di kilometri»
«Ah…»
«Ebanopoli è la prossima città? Intendo dopo Violapoli…» mi fa Davide.
«Nooo no no, ce ne vuole, eh eh! È l’ultima del nostro cammino a Johto! Lì c’è l’ottava palestra»
«Ah…! Incoraggiante» mi risponde lui con un risolino.
Sistemiamo le bici su un muretto di pietre. Anche Davide ora si studia la mappa con le città e il percorso da fare.
Io mi stendo, Jaco, Giulia e Lucia si mettono a giocare coll’iPad e Ylenia si mette a scrivere il suo “diario di viaggio”. Ad un tratto la nostra tranquillità viene turbata da un urlo:
«Ragazzi attenti!!!! Via da lì!!!»
Ci giriamo e vediamo un Pokémon correre giù lungo un pendio. Proprio mentre atterra davanti a noi, vediamo una montagna di fuoco venirci addosso. Istintivamente mi copro, ma quando sento che non arriva nulla, riapro gli occhi, e scopro che quello strano Pokémon ha usato Protezione. È un Pokémon che non ho mai conosciuto, corpo bianco, criniera rossa, coda blu, è un cavallino. Quando tutto finisce, davanti a noi vediamo ancora quei due del Team Rocket, Butch e Cassidy.
«Colpire alle spalle è da vigliacchi, perché non ve la prendete con me? Lasciate in pace questi ragazzi!»
Ma allora… è questo Pokémon che ha parlato! Incredibile… è il primo Pokémon parlante che trovo dopo Dialga e Palkia. Quelli del Team Rocket si spaventano, e corrono via urlando:
«Ma quello che Pokémon è???»
«Non lo so, ma ora faremmo meglio ad andarcene!!»
Il Pokémon sbuffa e fa:
«Ma guardateli, che codardi… – poi si volta verso di noi – state bene? Siete tutti interi?»
«S-Sì…» risponde Renamon.
«Ma questo Pokémon parla!» commenta Jacopo cogli occhi quasi di fuori.
«Già, bello, vero?» fa lui, sorridendoci.
Ci avviciniamo a lui, e io gli chiedo:
«Ma tu… chi sei?»
«Io sono Keldeo, piacere di conoscervi»
«Keldeo, eh? Scusa se mi faccio i cazzi tuoi, ma non ti ho mai visto, perdonami»
Gli punto addosso il Pokédex, che parte subito:
“Keldeo, il Pokémon Puledro. Spruzza acqua dagli zoccoli, e lotta utilizzando abilmente gli arti. È uno dei quattro Solenni Spadaccini, Pokémon Leggendari della regione di Unima”
«Ah, da Unima arrivi?»
«Sì»
«E come mai sei qui?» interviene Jacopo.
«Vengo spesso in vacanza qui nella regione di Johto, mi piace questo posto. Però…»
«Però…?»
«I miei mentori non vorrebbero che io parlassi cogli umani…»
«I tuoi mentori? Intendi forse Cobalion, Terrakion e Virizion?» gli chiedo.
«Sì, li conosci?»
«Certo, ce li ho nel DS»
«Eh? Li hai catturati?!»
«No no ma va'… non fraintendermi… intendo dire che li conosco, tranquillo»
«Ah, ecco, eh eh… non penso che loro si lascino catturare» mi sorride.
Arriva la mia ragazza:
«Keldeo, come mai non vogliono che parli cogli umani?»
«Tesoro, mi sembra evidente… gli umani sono considerati distruttori, oppressori e… e aggiungerei qualcos’altro se solo avessi un vocabolario d’italiano un po’ più ampio, comunque non sono visti bene, e i suoi “fratelloni” hanno ragione. Lo vogliono proteggere. Quindi se ci beccassero adesso con Keldeo non so se faremmo in tempo a scavarci la fossa»
«Adesso non esagerare, eh eh… ora sono a Unima tranquilli, non correte pericoli. Ad ogni modo, se fossero qui, ci sarei io a tentare di farli ragionare. Comunque… non mi avete ancora detto come vi chiamate»
«Io sono Mirkho, lei è mia cugina Giulia, e quest’altra è Renamon, la mia ragazza»
Uno dopo l’altro si presentano anche gli altri.
«Ancora piacere di conoscervi, ragazzi. Dove siete diretti?»
«A Violapoli» risponde Ylenia.
«Ci devo andare anch’io a Violapoli! Che ne dite se facciamo il percorso insieme?»
«Certo, buona idea! Siete d’accordo?»
«Siamo d’accordo, Mirkho»
«Ok, ma noi siamo in bici, Keldeo, tu quanto corri veloce?»
«Abbastanza… Davide, dico bene?»
«Sì»
Afferro il mio zaino.
«Facciamo merenda ora, dai. Keldeo, hai voglia di mangiare qualcosa?»
«In effetti un po’ di fame ce l’avrei… grazie mille a tutti»
«Figurati»
Tutti ci sediamo. Quando Keldeo si siede alla mia sinistra, tra me e Jacopo, gli noto una cartina bianca nella criniera.
«Keldeo, hai qualcosa di carta qua… aspetta… ok»
«Cos’è?» fa lui.
Leggo la prima riga e rimango sbalordito: “Ipermercato Romagna Center – Savignano sul Rubicone (RN)” e più in basso la marca di formaggio che avevo comprato per la piadinata!
«Keldeo!! Ma allora te lo sei fregato tu lo squaquerone ieri!»
«Ah… – fa lui colla faccia di uno colto sul fatto – è così che voi umani chiamate quel buonissimo formaggio?»
Il puledrino abbassa il muso. Lo accarezzo dolcemente.
«Potevi tranquillamente venire a chiedercelo, non ti avremmo detto di no»
«Chiedo scusa a tutti, ho fatto una cavolata in preda alla fame, mi dispiace tanto»
«Dai, tranquillo, ti perdoniamo. – lo abbraccio forte – Adesso mangia pure, se hai fame»
«Grazie. Voi siete umani davvero buoni e gentili, non vedo l’ora di raccontarlo ai miei fratelloni. E poi… non avrei mai pensato di essere stato sgamato in questo modo, eh eh… con uno scontrino!»
«Già, e poi non mi risulta che tu sia mai stato a Savignano sul Rubicone, giusto?»
«Savignano? No, mai… dove sta?»
«Nel mondo reale, da dove veniamo noi»
«Voi venite… dal mondo reale? Mitico!»
Ci abbuffiamo come dei matti, tutti quanti, tra bacche, panini e succhi di frutta.
«Ragazzi, – fa il Pokémon – vi dico di più su ieri. Dopo ‘sto fattaccio ho cominciato a seguirvi di nascosto, perché… ecco, cominciavate a starmi simpatici, e volevo inoltre capire perché i miei mentori ce l’avevano tanto con gli umani. Bè, finché sono stato dietro a voi, non lo capivo proprio, anzi, avevo una voglia di contraddirli che neanche v’immaginate… e adesso ne sono ancora più convinto. Vabbè, non tutti sono come voi, lo so, ma voi avete quel che di speciale che vi rende unici…»
«Che poeta» fa la mia ragazza con un sorrisino che fa arrossire un po’ il puledrino.
«Sai cosa penso? Tu staresti bene a fare My Little Pony»
Quello mi guarda squadrato e mi fa:
«Scusa? Che c’entro io con quelli?»
«Non prenderla per un’offesa, tranquillo, è per dire che anche tu sei molto simpatico. Ma li conosci?»
«Sì, ho anche alcuni amici là»
«Che? Alcuni amici? Cos’è, non mi dire che esiste pure quel mondo?»
«Certo che sì. Perché, non lo sapevi?»
Io ci rimango proprio di cacca, per non usare un termine peggiore, mostro una faccia di disappunto tale che Keldeo mi chiede se sto bene.
«Mah, dopo questa… sorvoliamo, ne riparleremo quando Princess Celestia mi piomberà in casa a farmelo capire!»
«Ma allora la conosci»
«Ehi, “conoscere” è una parola grossa, l’ho vista una volta nel cartone. C’è mia cugina che segue i pony; non Giulia, un’altra mia cugina piccola. Ma, lo ripeto, sorvoliamo!»
«Ehi, eh eh… quanto sei serio»
In realtà, non è che li odio, semplicemente non m’interessano. Non al momento, almeno.
«Amico, non so quanto tempo rimarrai con noi, ma un giorno vorrei farti provare una bella e sana piadina»
«Sono curioso. Dopotutto, sono stato “attirato” da quel superbo profumino! Non vedo l’ora!»
«Ok, allora. Ne sarai felice»
«Mirkho… tu sei l’unico che non mi ha ancora presentato i suoi amici Pokémon. Dai, falli uscire!»
«Ah già, scusa. Eccoli: Riolu, Jolteon e Mareep!»
Li faccio uscire e Keldeo si fa subito avanti:
«Ciao amici! Io sono Keldeo, come va?»
Tutti e tre saltano festosi, dopodiché do loro del cibo per Pokémon da mangiare.
«Simpatici, come tutti gli altri. Che bella compagnia, sono felice di essermi unito a voi per un po’»
«Io ho paura di una cosa – interviene Lucia, che fino ad adesso non aveva parlato molto – d’ora in avanti dovremo pure guardarci le spalle… se il Team Rocket ci attacca di nascosto come poco fa…»
«Ah, tranquilli, finché ci sarò io ad aiutarvi non dovete preoccuparvi»
«Va bene, proseguiamo, allora. – incoraggio gli altri mentre si alzano in piedi – Violapoli dista da qui più o meno come Viserba e Montescudo, non dovremmo metterci tanto»
«Viserba e…?» fa Keldeo.
«Montescudo. Sono due bei posticini nel mondo reale vicini a dove vivo io. Il primo è proprio parte integrante della nostra città, Rimini (anche se ho sentito che vogliono farlo comune autonomo), l’altro è sull’entroterra collinare della provincia, in mezzo alla campagna»
«Wow… un giorno vorrei farmici un giro nel vostro mondo»
Saliamo in bici e riprendiamo la marcia, con Keldeo che ci segue trotterellando.
«Quando sei stanco diccelo che ci fermiamo»
«Ok, Mirkho»
Da quel punto la strada diventa ancora più larga, diventando di due corsie per senso di marcia. Noi, tenendoci per bene sulla destra, ci avviamo. Io e la mia ragazza davanti, e Keldeo a chiudere il gruppo.
«Ragazzi, – urlo dietro al gruppo – alle tre vorrei fermarmi un po’, approfittando anche del fatto che vorrei vedere la partita di Kuro»
«Ma chi è ‘sto Kuro?? Due giorni che lo nomini ma non mi hai mai detto nulla» mi fa Ylenia.
«È un giocatore del Mogania Calcio che ho conosciuto. Jaco, ti ricordi? Io e te l’abbiamo visto in TV quando eravamo a Fiorpescopoli, guardavamo la partita al Centro Pokémon»
«Ah già. Vorremmo conoscerlo anche noi, però»
«Se riusciamo ad arrivare a Violapoli entro domenica 3, che c’è Violapoli-Mogania, andiamo agli allenamenti e lo salutiamo. Ovviamente mi auguro di arrivarci prima del 3, contando inoltre che domani devo tornare nel mondo reale per andare al corso di recupero a scuola come vi avevo già detto»
«E quindi? Come pensi di fare?» mi fa mia cugina.
«Eh, domani alle 10 devo essere là… penso che dovrò dormire a casa mia, così almeno non vi sveglio, sia che mi metto la sveglia io o che vi svegliate voi per farmi alzare. Facendo così vi lascio stare, e poi devo prepararmi lo zaino con libro, quaderno, qualcosina da mangiare, e poi devo anche andare a comprare il biglietto del pulman, non è che devo sempre girare gratis, non voglio pagare 57 € di multa se mi sgamano»
«Come vuoi, noi ti aspetteremo. Quindi a che ora te ne vai?»
«Non so… l’edicola nostra chiude alle 8… potrei fare… sì, faccio cena con voi poi per le sette e mezza vado…»
«Non c’è bisogno che lo vai a comprare, he ho uno nella mia borsa che non ho usato l’altra volta perché avevo l’influenza e sono rimasta a casa, tieni»
Se lo tira fuori dalla borsa mentre tiene la bici con l’altra mano e me lo porge. In quei 10 secondi che vado in bici senza mani me lo metto nel borsello.
«Grazie, Giù»
«Di niente. Se t’interessa, sono le tre meno un quarto»
«Ok… Jaco, il tuo tablet fa vedere anche la TV?»
«Sì»
«Preparalo per dopo, che c’è la partita»
«Su che canale?»
«Non lo so, sicuramente è su uno dei 10 canali di PokéSport Channel»
«Dove?»
«PokéSport Channel, quella serie di canali sportivi dove abbiamo visto anche l’altra partita»
Come noi abbiamo un canale di Mediaset Premium per ogni partita, qui le partite si vedono in chiaro (e sottolineo “in chiaro”) sui canali di PokéSport Channel Johto.
«Va bene, va bene»
Detto ciò, proseguiamo lungo lo stradone. Alle tre, come prefissato, ci fermiamo su un prato. Keldeo e gli altri Pokémon si mettono a giocare col pallone, mentre io e Jaco ci sediamo a “sintonizzare” l’iPad. Dopo un po’ lo troviamo; la partita è iniziata da 7 minuti. Lo appoggiamo al mio zaino e io mi sdraio a pancia in giù. Gli altri si mettono a parlare, Keldeo ogni tanto s’improvvisa Del Piero e con lanci lunghi si diverte a far correre gli altri Pokémon come dei pirla.
La partita la fa l’Azalina, che si fionda ripetutamente in area di rigore. Al 25’ un attaccante dell’Azalina cade in area senza essere toccato e l’arbitro dà rigore.
«Ma non era rigore… mondo che vai, errori arbitrali che trovi… purtroppo questo non cambia»
Il portiere del Mogania viene spiazzato, dopodiché qualche giocatore di casa va ancora a protestare. Finisce il primo tempo, Mogania-Azalina 0-1. Un quarto d’ora dopo, mentre comincia la ripresa, Keldeo mi si avvicina.
«Bè, come va?»
«Eh perdono… agli altri hanno dato un rigore che non c’era»
«Pazienza… dammi retta, il calcio è tutta una mafia»
«Giusto, eh eh, bravo Keldeo… soprattutto nel mio mondo. Piuttosto… non lanciarla lunga la palla, Riolu ha perso una battaglia prima di incontrarti, è ancora un po’ stanchino»
«Ah, ecco perché non c’ha tanta voglia di muoversi… ok, buona partita allora»
Keldeo ritorna dagli altri, e io rimetto gli occhi sull’iPad. Punizione per il Mogania, un difensore dell’Azalina rinvia, ma lo fa male e Kuro con un destro da fuori area fulmina il portiere.
«Vai!!! Bravo Kuro! Che gol ragazzi… dai dai dai» e batto le mani.
Venti minuti dopo, la partita è in una fase di calma piatta. Alzo la testa un attimo, e vedo Keldeo trafficare dietro al mio zaino.
«Keldeo, che stai facendo?»
Ma quello non mi risponde.
«Keldeo, ehi!» batto due colpi sullo zaino, e il cavallino alza la testa, e ho una sorpresa!
«Ma… le mie cuffie!»
Se ne sposta una colla zampa e mi fa:
«Eh?»
«Le mie cuffie, Keldeo! Che fai?»
«Cosa vuoi che faccia? Ascolta la musica» interviene Jacopo.
«L’ho notato! Non ho mai visto un Pokémon che ascolta la musica colle cuffie!»
«Non rompere le balline, Mirkho! Ce ne sono di cose che non abbiamo mai visto e che sicuramente vedremo!» mi dice dandomi due pacche in spalla.
«Jacopo ha ragione. – si aggiunge mia cugina – L’altra volta ti sei lamentato che Riolu ha usato la cipria, oggi ti lamenti che Keldeo usa le cuffie… non ti va bene niente!»
«Non è che non mi va bene niente, è solo che mi sembra tutto un po’ strano… vabbè, lasciate perdere. Keldeo, continua pure ad ascoltare la musica se vuoi»
«Eh?» mi fa di nuovo.
Gli rispondo “niente” facendo anche un gesto colla mano.
La partita finisce in pareggio. “Buono” dico, battendo due o tre volte le mai e ridando il tablet a Jacopo.
«Ragazzi, dai, è meglio che ci rimettiamo in marcia. Keldeo, cosa ascoltavi?»
«Questa qua» mi risponde facendomi notare l’elenco degli album sul mio telefono.
«Madonna? Certo che ti stai facendo una bella cultura!» commento dandogli due pacche leggere sul sedere.
Riprendiamo le bici e, rientrati sulla strada, proseguiamo la marcia.
«Cerchiamo di arrivare in città prima che io vada via»
«Sì, Mirkho, sì, quanto insisti!» mi replica mia cugina da dietro.
«Dove vai?»
«Nel mio mondo, Keldeo, ho da sbrigare delle cose importanti. Domani, non appena ho finito, ritorno»
«Digliela tutta, la storia, – prosegue Giulia – perché a scuola se l’è presa comoda, il nostro somaro»
Stizzito, rispondo per le rime:
«Keldeo, per favore, le infili il tuo corno su per il… ecco, oppure falle qualsiasi altra cosa!!»
«Non ho capito… però la cosa mi diverte lo stesso ah ah…» fa lui.
Fortunatamente la strada tra la Grotta Scura e Violapoli è corta, come già detto, e dopo una ventina di minuti attraversiamo i primi gruppi di edifici. Proseguiamo finché una ragazza non ci ferma per una lotta.
«Ehi, tu! Hai voglia di una bella lotta?» mi fa.
«Mi piacerebbe davvero, ma sono messo male coi Pokémon e…»
Keldeo mi affianca e mi guarda colla faccia sicura:
«Ci sono io, Mirkho! Usa me, non ti preoccupare! Gli amici si danno una mano, no?»
La ragazza, dai capelli rosso scuro, ci rimane di sasso:
«M-Ma parla…?»
«Eh sì, è telepatico… bè, giacché si è offerto… cominciamo ‘sta lotta» dico abbastanza stressato scendendo dalla bici.
La ragazza, che dice di chiamarsi Elena, manda in campo un Bayleef.
«Oh… Keldeo, dobbiamo stare attenti, è un tipo con cui sei in svantaggio. Cerchiamo di farci meno male possibile, sennò chi li sente i tuoi “fratelloni” … ok?»
«Ricevuto. Sono pronto»
«Keldeo, usa Focalcolpo»
Il Pokémon salta e colpisce Bayleef senza dargli il tempo di muoversi.
«No, Bayleef! Caspita, il tuo Pokémon è veloce!»
«Non è mio… semplicemente ci sta accompagnando, ma non è di nessuno di noi»
«Ah… ok. Bayleef, Energipalla!»
Ordino a Keldeo di schivarla, ma incredibilmente anche Bayleef ruota la testa nella direzione in cui
si è spostato e lo colpisce in pieno, stendendolo.
«Sapevo che avreste tentato di scansare l’attacco, e sono riuscita ad intuire da che parte, quindi ho agito di conseguenza»
«Keldeo, stai bene?»
Si rialza senza problemi.
«Non mi sono fatto niente, posso proseguire»
«Bene. Usa Nemesi!»
Proprio mentre sta per andare a segno, viene colpito con una serie interminabile di Frustate. Ora Keldeo sta cominciando a stancarsi un po’.
«Non ho mai visto un Pokémon come quello, ma non sembra tanto forte… vi abbiamo in pugno»
«La lotta non è ancora finita. Si dà il caso che questo è un Pokémon Leggendario della regione di Unima»
«Ah sì? Non lo dimostra, almeno fin adesso»
«Tu dici? Keldeo, che ne dici di dimostrare quanto sei Leggendario? Dai, sfoggia il meglio del tuo repertorio!»
Il puledrino si mette a correre, poi stacca un salto altissimo, poi dopo tre o quattro capriole il suo corno si illumina e diventa molto più alto e grosso di quel che è in realtà e, mentre colpisce l’avversario si scatena una luce che acceca tutti. Al termine, Bayleef è a terra, e l’aspetto di Keldeo è leggermente cambiato.
«Bayleef non può più lottare, vincono Mirkho e Keldeo!» fa Jacopo, che si era messo a fare da arbitro.
«I-Incredibile…» commenta la ragazza, mentre fa rientrare il suo Pokémon nella sfera.
«K-Keldeo, ma… quella che mossa era?!»
Lui mi raggiunge festoso e comincia a saltellare.
«Ce l’ho fatta!! Ce l’ho fatta!! Non ci credo… come ci sono riuscito?!»
«A far che?!»
«Questa era Spadamistica, Mirkho! Sei riuscito a farmela usare!»
«Veramente non ti ho mai detto di usarla… da come sei felice, mi sa che ho sfatato un tabù… e come mai sei cambiato? Il tuo corno… e quel ciuffetto lì che mi ricorda qualcuno…»
«Non lo so, non lo so proprio… devo provare a chiederlo ai miei mentori»
La ragazza si avvicina a me, accarezza Keldeo e mi sventaglia in faccia un bel cinquantone e, salutando tutti, riprende la sua strada.
«Mh… certo che qui la crisi economica è praticamente impossibile, con tutti ‘sti soldi che girano»
Dopo che Jacopo e Davide mi danno il cinque, riprendiamo per entrare in città, ma solo dopo aver dato una baccarancia a Keldeo. Rallentiamo un po’ il passo perché giustamente è meglio non farlo correre troppo, visto tutte le mosse di tipo erba che s’è beccato prima dello “show finale”.
Ma finalmente, verso le sei, facciamo il nostro ingresso in città, sulla quale svetta un alto grattacielo, la cui struttura si contorceva come un’elica. Senza perdere tempo, seguiamo le indicazioni stradali fino al Centro Pokémon, nel quale entriamo assieme a Keldeo dopo aver ovviamente parcheggiato le bici.
«Salve, infermiera Joy» la salutiamo.
Mi fa piacere sapere che in questo mondo le infermiere Joy sono diverse, non come l’anime, dove erano tutte uguali!
«Salve ragazzi, ditemi tutto»
«Può far riposare i nostri Pokémon?»
«Sono qui per questo. Mettetemi le Pokéball in questi vassoi, per favore»
«Anche lui avrebbe bisogno di un riposino» le indico Keldeo, che intanto era tornato alla sua forma naturale.
«Ciao, Keldeo! Sei di ritorno qui a Johto?» fa non appena lo vede.
«Ciao! Sì, sono tornato, e mi sto divertendo, come sempre»
«Vedo che ti sei fatto degli amici»
«Già, e sono contento, sono simpatici»
«Non ne dubito. Un momento… voi siete quei ragazzi che il professor Oak ha detto di voler
vedere?»
«Sì, ci è stato riferito da un nostro amico che il professore ci voleva vedere»
«Bene. Ha telefonato qui due giorni fa chiedendo di richiamarlo quando eravate arrivati. Keldeo, vuoi il solito massaggio?»
«Sì, il solito, grazie»
«Perfetto, vieni allora»
Seguendo l’infermiera, Keldeo ci fa:
«Arrivo subito, ragazzi, questione di qualche minuto»
«Va bene» gli risponde Jacopo.
Dopo che il puledrino e l’infermiera se ne vanno, Ylenia mi fa:
«Mirkho scusa, ho la testa in bambola… spiegami chi ha avvertito chi per favore…»
«Certo. In effetti, mi sto perdendo anch’io… allora, stamattina mi ha chiamato Ash, e mi ha detto che aveva intenzione di avvisare il prof. Oak che eravamo arrivati dal mondo reale, ma qualcun altro, tale Kuro del Mogania, lo aveva già avvertito. Poi, a quanto ho capito, il professore ha chiamato questo centro perché aveva saputo da Kuro che eravamo in cammino verso qua, e giustamente ha chiesto all’infermiera di avvisarlo del nostro arrivo»
«Ah… ora è chiaro, grazie»
«Comunque mi sembra naturale la curiosità del professore verso la gente del mondo reale»
«Sì, quello lo avevo pensato anch’io»
Nel frattempo, dopo aver chiesto il permesso, saliamo nella stanza dataci in modo da sistemarci. Soprattutto io perché, dopo cena, devo andare. Constatiamo che la struttura delle stanze è identica al centro di Fiorpescopoli. In poco tempo ci “scegliamo” i letti e, a differenza dell’altra città, sistemiamo per bene la nostra roba perché qui, causa medaglie, soggiorneremo più giorni.
«Che ne dite se cominciamo a decidere l’ordine per sfidare Valerio? Qui c’è la sua palestra, e a Fiorpescopoli mi ha detto che ne può sfidare al massimo due al giorno»
«Ecco, ti volevo dire due robe – mi fa mia cugina – una è: come mai solo due?»
«Bè, probabilmente per non far sforzare troppo i Pokémon»
«Ah… poi, ecco… io, Yle e Lucy abbiamo deciso di non correre per le medaglie, ma per i “fiocchi” nelle gare… chessò, di atletica e cose del genere, contest, eccetera, va bene?»
«Ehi, va benissimo, non male come idea. Proprio come Lucinda. A posto, allora, ognuno è libero di fare quello da cui è più ispirato, senza problemi. Poi… c’è qualcun altro che vuole fare un altro “mestiere”? Ditemelo adesso così mi sono più chiare le cose»
«Io. – fa Jacopo – Da piccolo quando guardavo i cartoni desideravo essere un Pokémon Ranger, e ho sempre tenuto questo sogno, per questo volevo iscrivermi in una scuola per Ranger…»
«Cavolo, sei un grande, quella è una cosa buona, mettersi al servizio dei Pokémon per salvarli e/o aiutarli. Anche a me piacciono i Pokémon Ranger, ma ho sempre preferito diventare un allenatore. Tanto, in entrambi i mestieri sei sempre circondato dai Pokémon, giusto?»
«Giustissimo»
Ci diamo il cinque, poi continuo a “programmare”:
«Quindi… a sfidare le palestre siamo io, Rena, Davi e Giulia… perfetto, giacché io sapete dove sono, domani chi comincia?»
«Io… preferisco guardare. Scusatemi ma forse è meglio se prima osservo…» risponde la mia ragazza.
«Eh, quindi… mi sa che fate voi due… va bene?»
«Va benissimo, nessun problema. Tu pensa ad andare a scuola»
«Ok, riassumendo, tu e Davide domani, io e Rena il due»
Ci diamo il cinque tutti quanti, poi sento il telefono della stanza (quello fisso) squillare. Rispondo e sento l’infermiera Joy che dice che i nostri Pokémon sono in perfetta forma.
«Ragazzi, i Pokémon sono pronti, ha detto di venire a prenderli»
«Vado io» fa Lucia.
Finisco di sistemare la roba nei cassetti, poi mi stendo. Arriva Lucia colle nostre Ball in mano. Un particolare: per distinguerle tutti abbiamo etichettato le sfere coi nomi dei Pokémon.
«Ha detto anche che il prof. Oak arriverà domani e che fra venti minuti possiamo andare giù nella sala ristorante»
Da dietro la ragazza spunta Keldeo:
«Cosa si mangia? Ho una fame…»
«Adesso arrivi?» gli faccio, sorridendogli.
«Sono stato giù a parlare. Sai, io e l’infermiera ci conosciamo da qualche anno…»
«Me ne sono accorto… comunque non so cosa c’è, ad ogni modo io e te siamo uguali… due pozzi senza fondo!»
«Ah già, è vero, eh eh»
«Non vedo l’ora di conoscere dal vivo il prof. Oak…»
«L’hai già detto stamattina, Jaco, abbiamo capito. Anche io, e molto, credimi»
Mi stendo sul letto per rilassarmi un attimo e per “provare” il letto, giacché stanotte non dormirò qui, ma a casa mia. Nella stanza i nostri Pokémon pullulano in un modo tale da far sembrare questa stanza un mercato.
Giunta l’ora della cena, tutti facciamo rientrare i Pokémon e, ordinatamente, scendiamo e ci sediamo ai tavoli.
«Cavolo, mi sarebbe piaciuto mangiare ancora di fuori sul terrazzo» commenta Jacopo.
«Eh già… è bello mangiar di fuori mentre il sole tramonta… e quand’è buio fare i deficienti in giro finché non crolliamo!» gli rispondo, dopodiché ci diamo il cinque.
Ci sediamo e prendiamo tutti quanti una bella pizza.
«Se vi va, dopo vado a sentire Valerio per le sfide»
«Giusto, Giulia, brava, “prenotiamo” e siamo a posto» le rispondo.
Finito di mangiare, mentre io vado in stanza per prepararmi, Giulia esce. Dopo pochi minuti vengo raggiunto dagli altri. Prendo la mia medaglietta in mano.
«Parti?» mi fa Lucia.
«Eh, mi tocca… se fossi andato meglio a scuola rimanevo, ma giacché ho scaldato la sedia tutto l’anno…»
«Vantati» si aggiunge Ylenia.
«Non ho da vantarmi, per niente. Mica mi diverto, è una materia in cui per tutto l’anno non ho capito un tubo!»
«Che ti serva da lezione, allora. La tua scuola è il primo posto dove non ci si deve sdraiare sugli allori»
«Lo so… ho preso tutto troppo sotto gamba, lo ammetto, ma ora basta accanirsi così»
«Non mi sto “accanendo”, sto solo cercando di fartelo capire»
«Va bene, va bene, ho capito! Che ore sono?»
«Quasi le dieci, è presto… vieni a fare un giretto con noi prima di andare?»
«Va bene… ma Keldeo dov’è?»
«È ancora sotto, si è preso un’altra pizza» mi risponde Jacopo.
«Ancora? Ma quanto è grosso lo stomaco di quello?»
«Bè, lui non si è imbottito di birra come noi due»
Dopo non molto tempo torna su.
«Keldeo! Hai il muso ricoperto di pomodoro! Pulisciti» gli fa Giulia, inorridita.
Io e Jacopo ci mettiamo a ridere.
«Piuttosto... – continua mia cugina – Jaco, tu che vuoi fare il ranger, l’infermiera mi ha detto che qui a Violapoli c’è una scuola per Pokémon Ranger»
«E dov’è?»
«Tre isolati più avanti, prosegui per ‘sta via poi giri, fai duecento metri e te la ritrovi davanti»
«Oh, Giulia, sei arrivata? Non ti ho notata»
«Sono arrivata adesso eh… buonasera. Comunque Valerio è d’accordo, è tutto sistemato»
«Perfetto. Io proporrei una cosa… andiamo fino alla scuola per ranger poi torniamo indietro?» propongo.
«A far che? Non penso sia aperta a quest’ora, che ci andiamo a fare?»
«Giusto per vederla, Giulia»
«Sono d’accordo» fa Jacopo.
Tutti siamo d’accordo, e quindi, bicilette alla mano, iniziamo il nostro giretto. Lungo la strada mia cugina e l’Yle si fermano in un negozio di abbigliamento e fanno che svuotare il negozio. Keldeo mi fa una faccia proprio epica, scuotendo poi la testa.
«Scusa se te lo dico, Mirkho, ma per me tua cugina non sta bene…»
«No no Keldeo, hai ragione… quando entra in un negozio perde la testa, come tutte le donne»
«Guarda che io sto sempre qua eh» mi fa Renamon da dietro.
«Sì, vabbè… “tutte” per modo di dire… anzi, meno male che te ti sai contenere»
Quando escono, fanno fatica a mettere la roba sulla bici: il cestino davanti e le due borse laterali non bastano, quindi l’ultima borsa la porto io nel mio cestino.
Nel giro di poco la raggiungiamo, anche grazie all’aiuto della segnaletica stradale. È un edificio bello grosso, di uno stile che sembra tipo il nostro ottocentesco. Sopra la porta d’ingresso penzolano due bandiere: una sembra sia quella della regione di Johto, l’altra, dopo un’accurata ricerca con l’aiuto del Pokédex, scopriamo che è quello della Federazione dei Ranger.
«Qual è la sede centrale della Federazione?» fa Jacopo.
«Mah, prendiamo in considerazione i due giochi sui ranger» risponde Davide. Io aggiungo:
«Giusto! Quindi… o nella regione di Almia o in quella di Oblivia»
Subito dopo la mia risposta sentiamo la voce di una donna dietro di noi:
«Ad Almia c’è la sede ufficiale, quella di Oblivia è un distaccamento»
Ci giriamo, e la signora, bionda, ci saluta.
«Salve, signora… lei lavora qui?» le chiede Jacopo.
«Certo, insegno le tecniche di utilizzo degli Styler»
«Fantastico! Io vorrei iscrivermi qui, mi può dire come fare?»
«Certamente, devi fare domanda nella segreteria della scuola. Vieni, ti ci accompagno»
«È aperta a quest’ora?!»
«Sì, perché ci sono anche i corsi serali. Adesso siamo in estate, e quindi ci sono solamente due o tre corsi di aggiornamento ogni tanto, ma nella stagione scolastica ci sono anche di sera»
Tutti insieme accompagniamo Jacopo dentro la scuola, che presenta fin dall’ingresso un design nell’arredamento a dir poco ammirevole. La segreteria della scuola sta nell’aula di edificio dove sono presenti anche la dirigenza, la sala insegnanti, un laboratorio e il bar.
«Questo ragazzo vorrebbe iscriversi qui. Lo aiuti tu?» fa l’insegnante rivolgendosi ad una signora dai capelli ricci e neri seduta ad un computer.
«Certo Manuela, fammi solo capire dove ho messo il blocco delle domande d’iscrizione…– li cerca in un armadio – ah eccoli. Chi è il ragazzo…?»
«Sono io» Jacopo si presenta davanti al bancone.
«Bene, compila questo foglio, quando hai fatto me lo ridai, ok?»
«Ok, grazie»
«Vi saluto, ho lezione in un’aula, – fa l’insegnante, rivolgendosi poi a Jacopo – Sarai un mio futuro allievo, allora; ci vediamo e stammi bene»
«Altrettanto, prof» le risponde lui.
Dopo di lei, usciamo anche noi. Mi fa leggere la domanda d’iscrizione, dove ci sono scritte le solite cose: nome, cognome, luogo di nascita, residenza attuale, scelta tra corso diurno e serale eccetera. Ma mi sorge un dubbio:
«Jaco scusa… come fai col luogo di nascita e residenza? Te li inventi?»
«No. Io scrivo che sono di Rimini, se non sanno dov’è rispondo che è nel mondo reale, tutto qui»
«Lapalissiano!» commento io con un risolino.
Jaco si appoggia ad un tavolo lungo il corridoio e compila debitamente il tutto.
«E adesso dove andiamo? Lo devi riconsegnare in segreteria il foglio»
«Devo fare la fotocopia della carta d’identità, se non l’hai letto sta scritto qua sotto»
Fatta la fotocopia, torniamo in segreteria. La signora rilegge bene il tutto, poi gli fa:
«Mondo reale, giusto?»
«Sì» risponde Jacopo, un po’ sorpreso.
«Non sei il primo. È bello sapere che gente di un altro mondo si interessa ai Pokémon. Perfetto, hai messo il tuo numero di telefono, ti avviseremo a tempo debito per maggiori informazioni, ok?»
«Ok, arrivederci»
«Salve, ragazzi, buona serata»
«Altrettanto»
Uscendo dalla scuola, Jacopo fa:
«Ragazzi, è strano… tutti qui conoscono l’esistenza del mondo reale, ma nel mondo reale nessuno conosce quello dei Pokémon!»
«Sono i casi della vita» sorride Lucia.
«Piuttosto, hai scelto i corsi diurni o serali?» chiede Davide, mentre Jacopo si mette a posto la carta d’identità nel portafogli.
«Ho messo i serali, la “scuola” comincia a settembre come le nostre, e io la mattina ho la scuola “normale”»
«Torniamo al Centro Pokémon adesso, vi ricordo che io devo andare»
«È vero, sono le undici meno venti, andiamo» mi dà corda Giulia.
In men che non si dica montiamo in bici e torniamo al centro. Sistemo tutto per bene nei cassetti e nell’armadio, e nello zaino sistemo solo l’essenziale: una maglietta a maniche corte, dei pantaloni che arrivano al ginocchio, gli occhiali da sole e, ovviamente, le Pokéball. Do il cinque a tutti quanti, abbraccio e do un bacione a Renamon e alla fine Keldeo arriva a salutarmi:
«Ciao, Mirkho, buona fortuna, ci vediamo domani»
«Ciao cucciolone, a domani» rispondo abbracciandolo.
Dopo che gli altri hanno messo al sicuro la loro roba, afferro in mano la medaglietta.
«Rimini, casa mia»
Dietro di me si apre un buco nero, e comincia a partire il risucchio.
«Wow, che forza!» fa Keldeo, a bocca aperta.
«Ma sei sicuro che dicendo “casa mia” ti porta dove hai detto e non a casa di un altro? Nel senso, la sa qual è casa tua?» mi fa mia cugina.
«Non è scemo… tranquilla, l’ho già detto più volte ed è sempre andato tutto bene. Dialga e Palkia quando mi hanno “prelevato” lo hanno fatto quand’ero a casa, quindi quando mi hanno dato la medaglietta l’hanno “fatta” sapendo dove abito. Giusto per parlare un po’»
Saluto tutti un’ultima volta e mi lancio stile Tania Cagnotto nel portale. Quando arrivo a casa vedo che c’è la finestra aperta in camera mia.
«Cioè, c’ha paura dei ladri e poi lascia aperto?» batto le mani con stizza e chiudo la finestra dopo aver abbassato la tapparella. Ma quando vado in sala, ho una brutta sorpresa:
«Oddio… ma che è successo qui?»
C’era la televisione girata verso sinistra, la finestra aperta, il divano coi cuscinetti fuori posto, il grosso quadro che campeggia sul muro dietro al divano stortato da un lato, e una pianta posizionata lì in mezzo con la terra tutt’attorno.
«Ma che cazzarola ha combinato questa??»
D’istinto apro la porta d’ingresso e le urlo di sotto:
«Nonna!!! Che cazzo è sto casino qua sopra??»
«Uh… forse mi sono dimenticata, scusa» risponde debolmente.
«Scusa le palle, non ci dovevi nemmeno venire qua sopra! Stai in casa tua ok???»
«Sei tornato?»
Chiudo la porta sbattendola.
«Riolu, vieni fuori»
La faccio uscire.
«Mi dai una mano a rimettere tutto a posto?»
Lei risponde col suo verso e una specie di pollicione in su.
«Grazie, cucciola, iniziamo, che poi andiamo a letto»
Riolu rimette dritto il quadro, mi sposta il vaso nella sua posizione originaria e pulisce la terra sul pavimento, io raddrizzo la TV, chiudo la finestra e sistemo per bene il divano. Finito tutto, Riolu va a prendersi una merendina dal frigo (quando ho svuotato il frigo l’ho dimenticata lì… spero sia ancora buona). Una breve uscita sul terrazzo prima di tirare giù la tapparella e mettersi a dormire.
La visione dal mio terrazzo la notte è fantastica… come già detto, mi rilassa. Dalla parte opposta al mare si vedono tutte le colline piene di luci, che mi rievocano bei ricordi nella testa: in quei posti ci andavo sempre da piccolo, e mi divertivo molto. In camera mia, faccio uscire tutti i miei Pokémon, e insieme ci mettiamo a dormire. Chi sotto le coperte con me (Riolu), chi, come al solito in fondo al letto (Jolty) e invece Mareep si sdraia sul tappeto per terra. Domani mi aspetta una mattinata pesante… farei meglio ad addormentarmi subito, perché domani mi devo svegliare alle 7. Un’altra cosa: di sicuro da mia cugina non è andata perché mia zia le ha preso le chiavi… dovrei farlo anch’io, perché sta diventando stressante la cosa; anche quella volta del RiminiComix mi era entrata in casa… ora basta. Buonanotte.

FINE
   
 
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