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Autore: Tinucha    11/02/2016    2 recensioni
"Non ricordo esattamente quando mi sono innamorata di te. Ero piccola, questo non l'ho dimenticato. Mi avevano sempre detto che quando sarebbe accaduto, INSIEME, avremmo toccato il cielo con un dito. Non so se avessero ragione, ma tu non c'eri al mio fianco ed io quel fottutissimo e tanto agoniato pezzo di cielo, non ho potuto toccarlo. Dannazione, sei contento adesso? Ero solo una dannata bambina dall'animo puro che voleva scoprire qualcosa che veniva definito come sensazionale, fenomenale"
[È la mia prima storia, spero tanto vi piaccia]
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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È già mezzogiorno, ma ancora non abbiamo notizie di Cecilia, i medici sembrano essersi rinchiusi in una stanza tacendo sulla questione. Jorge non accenna a parlare, muove nervosamente le gambe, ha gli occhi persi e le sue mani tremano mentre stringono le mie. Vorrei poter fare qualcosa. Qualcosa che non sia sbagliato. Poso delicatamente una mano sulla sua guancia invitandolo a voltarsi nella mia direzione. Lo fa, titubante fa incrociare i nostri sguardi. << Amore tua madre sta bene >> cerco di convincere persino me stessa. << Davvero? >> domanda come un bambino dalla voce tremante, una lacrima scappa involontariamente al mio controllo nel preciso istante in cui le sue guance cominciano a bagnarsi. << Davvero? >> ripete dolcemente come se la risposta che riceverà deciderà della sua vita. Annuisco. << Bimba? >> << Mm? >> << Mi abbracci? >> sussurra rocamente a causa del pianto posando il capo sul mio petto. Sono agitata ma lo accontento tranquillizzandomi avvertendo il suo profumo attraversare le mie narici. Sa di menta, di tabacco, di Jorge Blanco. Sa di lui e basta. Sentiamo lo scricchiolio di una porta e ci voltiamo fulminei in quella direzione. Il dottore ha un sorriso enorme dipinto sulle labbra ed io immediatamente ricambio il sorriso stringendo Jorge che si alza, ancora tra le mie braccia come se avesse bisogno di qualcuno che gli dia la forza. << Sua madre sta bene >> gli da una pacca sulla spalla mentre il Messicano annuisce entusiasta chiedendogli di non dargli del lei. << Ha avuto dei capogiri ma nulla di serio >> << Meno male >> << Appena sveglia ha chiesto di te >> è un attimo e lui mi tira verso quella stanza dirigendosi verso sua madre. Mi sembra di essere di intralcio, ma è lui a volermi con se, è lui a stringermi la mano, è lui a chiedermi con lo sguardo di restare, è Lui. Cecilia è seduta sul letto a guardare fuori dalla finestra. << Mamma >> farfuglia confuso correndole incontro ed abbracciandola. Lei comincia a piangere e a pigolare dei: 'Perdonami bambino mio'. Sono davvero felice per loro, felice che si siano ritrovati, felice che Jorge sia più tranquillo. Si voltano a guardarmi sorridendo ed io imbarazzata abbasso il capo. << Vado alla macchinetta a prendere un caffè, volete qualcosa? >> sorridono scuotendo il capo capendo che la mia è solo una scusa per lasciarli soli. Esco dalla camera avvisando papà che tarderò e gli spiego quel che è successo. Successivamente mi avvicino davvero alla macchinetta , ho bisogno di un caffè. Mentre sono intenta a farla funzionare sbadiglio stanca. << Tu devi essere una delle damigelle di Molly >> mi volto con un sopracciglio inarcato incontrando gli occhi scuri di un ragazzo che avrà all'incirca una 20ina d'anni. << No, non lo sono >> dico solo svogliata. 'Sono la ragazza del suo ex scopa-amico, saggiamente però quest'ultima parte la tengo per me << Sei una non damigella molto carina, allora >> continua avvicinandosi << Già per questo è la mia ragazza >> alle sue spalle posso sentire la voce minacciosa di Jorge. Ha le tempie che pulsano e le labbra serrate. Questo vuol dire che è meglio non contraddirlo. << Jorge Blanco? Tu? Fidanzato? Con questo 
schianto? >> lui avanza rivolgendomi uno sguardo che non so bene come decifrare. << Io, Jorge Blanco, per la prima volta nella mia vita, si, fidanzato. E con quello schianto >> mi indica. << La cosa ti crea qualche problema? >> << Assolutamente, è la tua ragazza >> alza le mani come per tirarsene fuori per poi andarsene. Jorge lo guarda in cagnesco per poi avvicinarsi e stringermi forte. << Sei arrabbiato con me? >> << No, perché dovrei? >> << Perché-perché stavo parlando con quel ragazzo >> balbetto mentre la sua mano si posa sulla mia schiena nuda attraversando la colonna vertebrale e Facendomi gemere piano. << Tanto rimani Mia >> ripete per l'ennesima volta avvicinandosi per baciarmi e contraendo il volto in una smorfia. << Sei una tentazione >> sbuffa avventandosi sulle mie labbra  e prendendomi da un ginocchio fino a farmelo posare sulla sua vita. Fa scontrare i nostri bacini e muove il suo nella mia direzione. Sento ancora la sua presenza. Ancora. Ma stranamente a me non dispiace. Nonostante io abbia sempre pensato che il sesso non servisse a niente ora mi accorgo di desiderare tanto fare l'amore con lui. Fino a non avere più fiato e rimanere stretta tra le sue braccia. Gemo ancora una volta per una sua spinta più forte. Cavolo, siamo vestiti com'è possibile una cosa del genere? Molla la mia gamba immediatamente stringendomi a se mentre intravede qualcuno alle mie spalle. << Continuiamo dopo >> sussurra roco e con voce sensuale prendendomi per mano e riportandomi in camera da sua madre. Dopo. Dopo quando? << È meglio che rimanga qui in osservazione Signora >> sbotta il medico guardandola << Rimango io con lei stanotte >> ansima una donna entrando dalla porta. Ha qualche capelli ingrigito dalla vecchiaia probabilmente ma sembra così dolce. << Nonna >> le sorride Jorge correndo ad abbracciarla e sollevandola da terra facendola volteggiare. Sorrido dolcemente, quando vuole sa tirare fuori il suo lato migliore. << Ehm.. Lei è Martina la mia ragazza >> balbetta indicandomi mentre io deglutisco sempre più imbarazzata porgendole la mano. << Oh ma è la ragazza di cui mi parli sempre, ciao Tesoro >> con una presa abbastanza salda mi stringe a se ed io sorrido. << Sono Mirta, non darmi del lei, mai e soprattutto chiamami Nonna Mirta >> << Va bene >> ridacchio guardando Cecilia che scuote il capo. << Senti nonna è meglio che rimanga io con la mamma. Magari tu rimani fino a che non accompagno Martina >> << Non se ne parla neanche, tu e lei andate a divertirvi >> gli fa un occhiolino mentre io avvampo. Rimango in silenzio e fuori dalle loro discussioni per tutto il resto del tempo fino a quando Jorge posandomi un braccio intorno alle scapole mi attira a se dicendomi che è ora di andare. Salutiamo Cecilia e Nonna Mirta e ci dirigiamo verso l'auto in un silenzio di tomba. Jorge guida con la radio accesa ed io sono parecchio agitata, man mano però vedo una strada conosciuta. Quella di casa mia. Quasi muoio dentro. Ferma l'auto avvicinandosi per salutarmi ma io scuoto il capo spegnendo la radio e prendendo il mio cellulare. Mi guarda confuso. << Pronto?! >> << Papà? >> << Dimmi Tesoro >> << Stanotte non torno a casa >> lo sento tossicchiare mentre vedo Jorge deglutire. Scavalco il sedile per posizionarmi a cavalcioni su di lui e carezzare con una mano il suo Pomo d'Adamo che sale e scende velocemente. << Dormo con Jorge >> lo avviso. Non voglio mentirgli, non stanotte almeno. << Fate attenzione Tini >> sussurra << Per favore >> annuisco quasi come se lui potesse percepire le mie mosse << Buonanotte Papà >> << Buonanotte Martina >>  
   
 
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