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Autore: eeneys    13/02/2016    2 recensioni
《Lei non mi può obbligare.》dico io stringendo i denti e iniziando già a non sopportarlo a Mister "devifarequellochedicoio"
《Giovedi alle sei di pomeriggio, puntuale. Ora prego può andare.》 dice alzandosi e aprendomi l'altra porta collegata con la sala principale
《Arrivederci. 》mi dice lui sorridendomi e aspettando una mia mossa
Raccolgo tutto ed esco ma prima di poter replicare ancora una volta quella sua imposizione, lui mi chiude la porta in faccia.
Che stronzo del cazzo
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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-ATTENZIONE LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, E' IMPORTANTE-

"E tu non l'hai mica mai saputo che dopo tutto questo tempo ancora mi giravo se sentivo urlare il tuo nome.

Non l'hai mica mai saputo che ti cercavo, le gambe tremavano; ad ogni mio passo sentivo crollare il pavimento .

Come se quel nome appartenesse soltanto a te, come se io cercassi soltanto te. Il problema sai qual è? Che me ne sto accorgendo adesso, o peggio, forse l'ho sempre saputo e fingevo che fosse "passato". Passato tu, Passati i sentimenti, Passata io, Passati noi. La fregatura di quando ami forte, quando ami veramente. Quando tutto sembra ormai finito, ti ritrovi di nuovo davanti quella marea di emozioni che quasi ti soffoca. Come il mare; un attimo prima tutto è calmo l'attimo dopo viene fuori la marea infrangendosi contro le rocce. Che tempesta abbia inizio." -Donne d'inchiostro vol.2

-

«Elektra, è tutto okay. Davvero.»  sospiro mentre il traffico di New York mi circonda 

Elektra quando è preoccupata, mette ansia anche agli altri.

«Ti fai sentire poco e non ti vediamo da giorni. Sei tornata a Brooklyn ma è come se non ci fossi.» dice lei arrabbiata 

«Lo so. Piano piano ritornerò come prima Ek, lo sai che sto cercando di.. di resettare il cervello. Adesso che Robert è partito, sono più tranquilla. Forse finalmente è finita tutta questa storia.» dico io continuando a guidare 

«A chi vuoi prendere per il culo Julia? Ti manca, ti mancherà ancora. E sarà lo stesso per lui. Avete pensato che allontanandovi si sarebbe risolto tutto, ma state peggio.» mi risponde lei 

«Elektra, è giusto così. E' stato un continuo tiro e molla quest'anno e io sono stanca di star male. Devo solo, devo solo distrarmi maggiormente e non vederlo più.» dico io sospirando nuovamente 

Dopo una giornata di lavoro pesante, mi ritrovo bloccata nel traffico. 

«Fatti aiutare Julia, non isolarti così.» dice lei con  voce triste 

«Lo farò Ek, dai passami Violet.» le dico io stanca di sentirmi dire ormai le stesse cose da settimane 

«Manchi solo tu , qui.» mi dice Let appena prende il telefono 

Sistemo un'auricolare appena scivolato dall'orecchio e rispondo con il sorriso, lei sta diventando una mamma anche con gli altri

«Lo so Let. Ma devo andare dai miei, gli avevo promesso una cena.» 

«Prometti anche a me una cena per domani? Tanto è sabato e non lavori.» dice lei con una voce che non ammette repliche 

«Te lo prometto Let. Anche perché non so come potrebbe accadermi se ti dicessi di no.» dico io ridendo seguita poi dalla sua risata che risuona nelle mie orecchie 

«Brava, vedo che capisci ancora cosa fare.» 

«Dai Let, vi lascio alla vostra cena tra famiglie, io vado dalla mia. Un bacio e buona serata.» dico io parcheggiando finalmente nel vialetto di casa

«Va bene. Buona serata anche a te 'baby'. Ti voglio bene.» dice lei per poi chiudere la conversazione

Resto per qualche minuto ferma a fissare lo schermo nero del telefono, riflettendo.

Sto facendo davvero la cosa giusta? Quando inizierò a rimboccarmi le maniche per portare avanti la mia vita? 

Voglio davvero cambiare la mia vita, trovare qualcuno che mi ami sul serio, farmi coccolare dalle persone che mi amano.

Scendo dalla macchina e finalmente il calore della mia famiglia riunita mi fa sentire completa.

«Ciao mamma!» la saluto io stringendola tra le mie braccia

«Ciao amore. Come mai tutto questo affetto?» mi chiede lei ridendo 

Mi allontano e le lancio uno sguardo quasi offeso per poi ridere, guardo papà sistemare del cibo sulla tavola e faccio una specie di fischio di apprezzamento , purtroppo non so fischiare.

«Wow, quanto cibo. Papà hai cucinato tu oggi?» chiedo io avvicinandomi e dandogli un dolce bacio sulla guancia

«Piccola, buona sera. Si, oggi mamma ha deciso di non farmi guardare la mia amata televisione per cucinare.» dice lui sospirando in modo scherzoso 

«Schifo. La televisione!» dico io facendo la finta sdegnata 

Tutti e tre ridiamo per lo scambio di battute e finalmente ci mettiamo a tavola , pronti a mangiare tutto quel ben di Dio.

-

«Mamma sta tranquilla, andrò piano.» dico io sbuffando, la serata è trascorsa benissimo e ci siamo divertiti e rilassati come sempre quando siamo insieme 

«Sta ancora piovendo. Sei sicura che non vuoi restare a dormire qui?» chiede lei preoccupata 

«Si.Dai, vado che già è tardi.» dico io lanciando lo sguardo all'orologio in stile vintage che segna le 12 di sera passate 

«Va bene cara, buona notte e buon viaggio.»mi dice lei per poi darmi un abbraccio 

«Salutami papà appena si sveglia.» dico io ridendo e lanciando uno sguardo a mio padre che si è addormentato sul divano 

Mamma fa l'occhiolino ed io esco di casa correndo senza l'ombrello e le mando un bacio appena mi giro per entrare in macchina e lei sorride per poi rientrare dentro.

Il viaggio in macchina è breve, la strada è più libera rispetto a qualche ora fa, probabilmente perché tutti si rifugiano in casa  con la pioggia

Infatti dopo una quindicina di minuti arrivo davanti. 

Scendo dall'auto e sbatto la portiera. I denti mi tremano per il freddo e sono consapevole che domani avrò il raffreddore per tutta la pioggia che mi sta bagnando 

Chiudo dopo qualche minuto di difficoltà la macchina e mi avvio verso il portone, almeno questo lo apro velocemente e salgo spedita per le scale.

Mando un messaggio veloce a mia mamma con scritto "Arrivata sana e salva." e infilo nuovamente il telefono in tasca.

Tiro su col naso che mi sgocciola e con le mani tremanti e congelate, apro la porta.

Entro e mi chiudo la porta alle spalle, sento un leggero fruscio alle mie spalle e porto una mano sulla maniglia della casa mentre con l'altra accendo la luce.

Appena i miei occhi mettono a fuoco ciò che ho davanti, il mio cuore sembra voler uscire dal petto e l'urlo mi muore in gola per la paura.

«No.» sussurro io cercando di aprire la porta per scappare 

Ma non riesco a fare improvvisamente più nulla, la mia vista si offusca nuovamente e la mia mente sembra non connettere più, mentre sento il suo respiro pesante dietro di me, andare scemare lentamente. 

-

«Ma a te risponde?» chiede Violet camminando su e giù per la stanza

«No Let. Provo a casa di nuovo, tu prova al cellulare.» dice Elektra mordendosi le labbra quasi a farle sanguinare 

Entrambe le ragazze sono nervose e irrequiete.

«Avete provato a chiamare i suoi? Magari è rimasta lì. Ieri quando sono arrivato c'era brutto tempo.» dico io sospirando e passando una mano tra i capelli

Per l'ennesima volta, i ragazzi hanno organizzato una rimpatriata e mi hanno incluso.

Ovviamente per far riappacificare in un certo senso, me e Julia.

«Chiamala tu Robert.» mi dice Let lanciandomi il telefono di casa 

Miguel e Matt entrano stremati, sembra quasi che abbiano fatto una lotta ma hanno solamente addormentato i bambini

«Nessuna notizia?» Chiede Miguel avvicinandosi a sua moglie

«Nessuna.» dicono in coro le ragazze continuando a chiamare 

Compongo il numero e clicco il pulsante verde del cordless, qualche squillo e la voce allegra di Abbie mi risponde dall'altro capo del telefono

«Salve Abbie, sono Robert.»

«Oh ciao Robert! Hai bisogno di qualcosa?» chiede lei sorpresa di sentirmi 

«Veramente volevo chiederle se Julia è rimasta lì sta notte. Doveva cenare con noi, qui da Elektra ma non riusciamo a rintracciarla.»  dico io sperando di avere la sua risposta affermativa

«Ieri è tornata a casa, mi ha pure mandato un messaggio dicendomi che era arrivata.» dice sua madre in un sussurro 

«Va bene, non si preoccupi, sarà a casa sicuramente. La richiamo appena so qualcosa.» dico io sentendo il suo debole saluto per poi chiudere la chiamata 

Tutti i ragazzi mi guardano aspettando la mia risposta

«Mi ha detto che è tornata a casa.» dico io alzandomi dal divano 

«Let ed Ek prendete i bambini, li portiamo dai miei ed andiamo tutti a casa di Julia.» dice Matt

Tutti annuiscono alle sue parole e si preparano. 

Il silenzio è quasi spaventoso, per tutto il percorso in auto, non abbiamo fatto altro che stare in silenzio. 

Dopo aver lasciato i bambini a casa dei genitori di Matt, ci dirigiamo a casa di Julia

L'ansia sembra pervadere i corpi di tutti e il pensiero va soltanto a lei già da qualche ora

 Sono tornato da Londra per sbrigare le ultime carte per vendere l'attività aperta qui, tempo fa.

Così, con la scusa, i ragazzi mi avevano fatto abboccare all'ennesima ricongiunzione con Julia.

Ma di lei, dopo ore, non abbiamo notizie.

Finalmente arriviamo davanti il suo palazzo e tutti di fretta scendiamo dalla macchina.

Il freddo della sera è pungente e l'ansia sembra aumentare ancora di più ad ogni passo. 

Suoniamo al suo citofono, ma nessuno risponde ai nostri insistenti clicchi. 

Un signore all'improvviso apre il portone e noi ci infiliamo velocemente. 

Le scale sembrano non finire mai e quando arriviamo davanti la sua porta una strana sensazione mi fa quasi scoppiare la testa.

«Busso.» sussurra Ek, bussando pesantemente alla porta 

Violet si unisce e successivamente ci uniamo tutti, nella speranza che lei sia dietro quella porta.

«Julia apri. Siamo noi. Ti prego!» urla Violet piangendo 

«Noi vogliamo solo parlarti e aiutarti. Non isolarti.» urla Miguel stringendo al suo petto  Violet

«Apri Julia!» urla Matt cercando di muovere la maniglia 

«Spostatevi.» dico io sentendo ancora di più quella brutta sensazione

«Che vuoi fare Rob?» mi chiede Ek continuando a piangere anche lei

Mi abbasso e guardo dentro la serratura.

La luce è accesa.

«C'è la luce accesa.» sussurro io spaventato 

«Buttiamo giù la porta.» dice Miguel togliendosi il cappotto

Io e Matt facciamo lo stesso e tutti e tre ci prepariamo per dare sfondarla 

Ci carichiamo e diamo una forte spallata sulla porta che si apre subito sotto il nostro peso.

La luce è accesa ma la casa sembra essere deserta.

«Julia!» urla Violet che prende per un polso Ek e la trascina per tutta la casa 

«Ehi voi! Che state facendo?» ci urla una signora abbastanza vecchia dalla porta davanti a quella dell'appartamento in cui siamo noi

Le ragazze in quel momento tornano e con la paura nel viso ci dicono quello che non volevamo sentirci dire

«Lei non c'è.» dice Elektra in un sussurro 

Ci guardiamo tutti, mentre la vicina continua a buttare voci e a minacciarci di chiamare la polizia

«Non c'è.» sussurro io sconvolto 

Mi giro per uscire da quell'appartamento così pieno di lei, ma vuoto e noto qualcosa vicino alla porta 

La sua borsa caduta per terra, con tutti gli oggetti sparsi in maniera disordinata su di esso e accanto dei segni neri di scarpe, molto più grosse di quelle sue

«Ci sono delle impronte.» dice Matt accanto a me, avendo notato anche lui in quel momento la stessa cosa

«Merda» dice Miguel guardandomi spaventato «Violet, chiama la polizia. Subito.» 

Do un'ultima occhiata all'appartamento prima di prendere il mio cappotto da terra e correre giù dalle scale. La voce dei ragazzi mi chiama, quasi in una supplica, forse spaventati per la mia reazione.

Sbatto il portone alle mie spalle e mi trascino contro di esso. 

Sospiro, con il magone alla gola.

«Chi ti ha portata via?» 
 

-
Spazio Autrice

Buona sera a tutti/tutte!

I'm back! Ahaha allooora ho una dichiarazione da fare.
Questo è l'ultimo capitolo di How long. 
La storia finisce con questo capitolo..però. 

Non disperate (dalla serie ma chi mi caga), ci sarà un continuo. 

Non subito, perché quest'anno sono di esami (pregate per me), ma piano piano scriverò il seguito di how long, tranne se poi decido di non continuarla. 

No scherzo, sennò mi viene ad ammazzare anche Robert.

Allora, innanzitutto, voglio ringraziare tutti voi che avete seguito How long in questo anno

Perchè si, proprio giorno 29 Dicembre, ha fatto un anno! 

Non ci posso credere, che da un mio piccolo e stupido sogno, sia nata una storia come questa. Con tante persone che l'hanno seguita e che la seguono ancora.

Non sono una scrittrice, ma con How long ho imparato a mettere me stessa in ciò che scrivo.

Finirla, nonostante abbia già detto che ci sarà un continuo, mi rende triste. E' stata la mia prima storia 'seria' e la prima storia che ha dato il via a tutto.

Grazie a tutti, grazie a me stessa, grazie a chi mi ha sostenuto da vicino e grazie ai bellissimi e folli protagonisti di How long must you wait for it?.

Se volete essere aggiunti sul gruppo di How long su facebook, in modo da essere aggiornate su quando pubblico l'altro, mandatemi un messaggio privato!

Leggete anche le altre mie storie che trovate sul mio profilo efp o wattpad (mi chiamo eeneys anche lì), se vi va! 

Detto questo, vi do un grande abbraccio e vi consiglio di ascoltare la canzone https://youtu.be/gnIZ7RMuLpU, da cui è ispirato il titolo della storia. 

Tanti auguri per la vita che state proseguendo, vi auguro il meglio.

Un bacio, (solo per oggi) Giulia. 

   
 
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