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Autore: Pimpi95    14/02/2016    2 recensioni
- Che fai qui Alice? Non mi farai cambiare idea perciò.. – Erina non finì la frase perché Alice le aveva mollato uno schiaffo sulla guancia.
- Stai sbagliando, sappilo. – disse Alice senza rimorsi di quello che aveva fatto.
Erina aveva la guancia rossa ma non le importava, indossò gli occhiali da sole e disse – Non essere triste per me, me la caverò. –
Erina partirà per New York, cosa succederà ai protagonisti?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arato Hisako, Erina Nakiri, Souma Yukihira, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Soma aveva perso lo shokugeki proprio come desiderava Hitoshi in cambio di mantenere il silenzio sulla foto del bacio. Alcuni degli studenti che erano andati ad assistere alla battaglia furono contenti che Yukihira avesse perso. In questo modo chiunque poteva pensare di battere Soma in uno shokugeki. La reputazione sarebbe certamente crollata ma non per i suoi amici che lo assalirono di domande.
Il rosso sperava di cavarsela con una risposta del tipo “Volevo sperimentare una cosa nuova, ma nel tentativo ho fallito”. Tuttavia nessuno poteva credere a quelle parole, non era nel suo stile perdere per una scusa del genere.
- Ok avete ragione, non sono stato sincero del tutto. Il giorno della partenza di Nakiri un ragazzo dell’accademia ci ha scattato una foto e mi ha in un certo senso ricattato per non renderla pubblica – spiegò in parte Soma.
- Non può essere che per una foto di voi due… - rifletté Hisako, sempre interessata a tutto ciò che riguardava Erina, poi ci arrivò molto vicino – A meno che non sia una foto compromettente! –
Yukihira ebbe una leggera esitazione perciò Nikumi insistette – Allora! Si può sapere che cosa è successo? –
Yukihira non aveva altra scelta che rivelare la verità del bacio.
- Tu e Nakiri vi siete baciati? – sperava di aver capito male Nikumi.
- Scusa ma è difficile da credere. – disse Marui.
Megumi faticava a immaginare la scena, ma i suoi sentimenti parlavano chiaro. Quella notizia la rendeva triste come non mai.
- E’ stato solo un caso, ma ecco la foto – mostrò a tutti i presenti la foto che gli aveva inviato Hitoshi.
- Sei sicuro che si è trattato di un caso perché dalla foto sembra tutt’altro! – gli fece notare Takumi.
- Sicuro che sia tutto ok? quel ragazzo poteva anche essere uno della “centrale” comandata da Azami. – chiese Ibusaki.
- Dai ragazzi ora non ne fate un dramma – cercò di sdrammatizzare Soma.
- Allora com’è stato? – chiese curiosa Ryouko.
- Beh, non mi viene in mente nulla. – mentì Yukihira.
- Come sarebbe! Baci colei che possiede il palato divino e non hai nulla da dire? – protestò Yuki desiderosa di sapere tutti i dettagli.
Hisako si creava tutti i possibili film mentali di come fosse potuta accadere una cosa situazione simile.
- Se si è tratto solo di un caso allora spiegaci come sono andate le cose. – volle sapere, molto interessata, Ryouko.
- E successo che all’improvviso una folla di gente ci ha spinto, per la fretta, tanto da baciarci. –
Hisako sentendo ciò si infuriò con Soma – Ma quante possibilità c’erano di baciarvi? Che cosa ti ha detto Erina? Non puoi essere così tranquillo mentre lei probabilmente avrà avuto un crollo psicologico! – poi prese il suo iphone – Adesso la chiamo per sapere come sta. Perché non l’hai detto prima? –
- Perché volevo evitare fraintendimenti. – cercò di giustificarsi.
- Quindi visto che è stato un caso, non siete una coppia vero? – chiese timidamente Nikumi che voleva a tutti i costi accertarsi dei sentimenti di Soma. Involontariamente era imbarazzata a fare quella domanda, ma il suo cuore voleva sapere la verità su quel bacio.
- Eh? – Yukihira stava cercando di elaborare una risposta decente, non poteva certo raccontare che il bacio gli era piaciuto altrimenti lo avrebbero frainteso completamente.
- Allora! – esclamarono Nikumi e Takumi all’unisono in attesa di una risposta soddisfacente.
- E’ stato solo uno sbaglio. Un bacio casuale niente di più. – disse in modo teatrale.
Nikumi si calmò, ma di poco, dentro di se non era del tutto sicura che quella fosse la verità. Nello stesso momento Hisako provava a telefonare alla sua amica. Quest’ultima era indecisa se rispondere o meno, ma in fondo non sentiva Hisako da giorni e forse parlare con lei le avrebbe fatto bene.
- Erina come sono felice di sentirti! Come stai? Ho saputo tutto da Yukihira, mi dispiace per quello che è accaduto. –
L’ipotesi di Erina era diventata realtà, Soma aveva raccontato a tutti dell’incidente. Solo che Erina non trovava il coraggio di parlare di quell’argomento.
Hisako si preoccupò di non sentire la voce dell’amica – Allora è vero che stai male per quel bacio! Probabilmente hai subito una specie di trauma, ma con me puoi parlare liberamente, se ti va. – si agitò Hisako.
- Calmati ti prego. Sto bene, ma preferisco non parlare di quello. Piuttosto come vanno le cose a scuola? –
Hisako si tranquillizzò sentando la voce limpida di Erina – Si sono fermati gli shokugeki, perciò è tutto più calmo. –
- Sono contenta, ma allora perché Soma ha dovuto fare uno shokugeki? – domandò perplessa Erina.
- Eh? – disse confusa Hisako – Come l’hai saputo? –
- Mio nonno mi ha inviato una copia del giornale dell’accademia. Allora chi ha vinto? –
Hisako era sul punto di dire la verità, ma conosceva Erina e sapeva che dicendole ogni cosa l’avrebbe fatta preoccupare.
Mentire era sbagliato, ma in fondo non poteva prendersi quella responsabilità che spettava a Yukihira. Era Soma a dover spiegare la situazione. Ma cosa poteva dirle? Alla fine si ricordò della collaborazione che Soma aveva stipulato con Sadatsuka.
- Si, Soma è impulsivo come sempre. Ha accettato uno shokugeki perché voleva sperimentare una nuova ricetta che aveva preparato usando la stessa cucina di Sadatsuka Nao. E ovviamente ha perso. –
- Cosa? E da quando quei due si conoscono? – si stupì l’amica.
- Già me lo chiedo anch’io. –
Le ragazze parlarono a lungo di come Erina trascorreva la vita a New York, della cucina di Sadatsuka e di quanti giorni sarebbero state ancora lontane.
Dopo la chiamata Erina si sentì più rilassata e libera. Aveva ascoltato la voce della sua amica, anche se distanti sapeva di poter sempre su di lei e viceversa. Riprese il pacco del nonno, all’interno c’era anche una lettera oltre al giornalino scolastico. La lettera era breve ma simpaticissima proprio come se l’aspettava. C’era anche qualcos’altro. Delle fotografie che ritraevano lei con gli altri ragazzi al ballo. Si soffermò sulla foto di lei e Yukihira mentre ballavano. Un miscuglio di emozioni la pervasero in un attimo. Quelle foto la portavano indietro nel tempo e ne sentiva nostalgia essendo poi lontana da tutto e da tutti. Fece un respiro profondo e ripose tutto nella busta così com’era arrivata. Non voleva stare male per dei ricordi così piacevoli. Riguardo Soma…no non aveva la forza per pensare anche a lui così crollò dalla stanchezza.
Soma aveva ascoltato parte della conversazione e c’era un dubbio che lo opprimeva – Le hai detto qualcosa della foto. – chiese a Hisako.
Lei aveva un’espressione seria. Soma aveva perso uno shokugeki e il suo orgoglio a causa di quella foto, ma non era colpa di Yukihira né di Erina.
- No, ovviamente le ho mentito. Però non si può andare avanti così. Di sicuro quell’Hitoshi non manterrà la sua parola. Non possiamo sapere quali sono i suoi veri obiettivi. – disse senza giri di parole.
- Lo so. – s’incupì Soma – Quando sarà il momento voglio essere io a dirglielo. –
Hisako fu contenta di sentire ciò da Yukihira e si rilassò di più.


“Avrò fatto bene a mentire sul bacio? Forse dovevo essere più sincero” rimuginava Soma, fuori al balcone. Neanche lui sapeva spiegare a parole quello che aveva provato durante il bacio e cosa sentiva nell’istante in cui cercava di ricordarlo. Forse era semplicemente ignorante al riguardo.
Hisako era tornata a casa accompagnata dai fratelli Aldini e Nikumi, giù di corda.
Megumi invece non aveva rivolto una sola parola a Soma. Era molto scossa anche se non lo dava a vedere.
- E’ stato un bel gesto quello di perdere una battaglia per il bene di Nakiri – si avvicinò Isshiki anche lui al balcone.
- Quella foto potrebbe danneggiare Nakiri, ma anche il nostro dormitorio se capitasse nelle mani di Azami. Perciò ho dovuto assecondare le volontà di quel ragazzo e poi non sarà una sconfitta a buttarmi giù di morale. – disse con una punta d’orgoglio.
- Conosco prima di te Nakiri Erina e ho notato che da quando ci sei tu lei tende a mostrare spesso il suo carattere nascosto. Davvero quel bacio non ha significato niente per voi? – chiese indagatore Satoshi.
- Non capisco di cosa tu stia parlando – disse ingenuamente Soma, era sincero non sapeva a cosa alludesse il senpai.
- Niente. Dimentica quella domanda. Piuttosto hai fatto amicizia con Sadatsuka Nao – cambiò improvvisamente discorso Satoshi.
- Si ci capiamo molto e poi è davvero in gamba. – Soma continuò a parlare del tipo di cucina che voleva imitare, simile a quella di Nao.
Isshiki ascoltava divertito i suoi discorsi, ma aveva ancora un dubbio “Se davvero non provi nulla perché non hai cancellato quella foto dal tuo cellulare, Yukihira kun?”. Isshiki rinunciò a far confessare Soma, prima o poi ogni cosa sarebbe venuta a galla.

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Il sesto giorno a New York cominciò per Erina in uno degli hotel più costosi e prestigiosi della città. Consumò velocemente la colazione che lei stessa si era preparata ed espresse poi il desiderio di poter visitare la grande mela. Azami nonostante fosse riluttante all’idea, le concesse di uscire per svagarsi un po’. Tuttavia doveva essere scortata da tre guardie del corpo.
Essere famosi e ricchi comportava sempre un prezzo da pagare. In questo caso la libertà. Non poteva uscire da sola perché qualcuno poteva riconoscerla e darle rogne, così doveva oltretutto utilizzare un abbigliamento non troppo vistoso, o peggio potevano rapirla per chiedere un riscatto.
I marciapiedi erano affollati dal via vai delle persone mentre il  traffico dei mezzi peggiorava col passare delle ore. Era abituata a vedere grattacieli maestosi o le strade affollate ma non la varietà di persone di diversa etnia passeggiare tutti insieme senza avere pregiudizi.
Come per il cibo, mischiare i diversi aromi o anche accostare tipi di cucine diverse, così si formava un cuoco eccellente. Sperimentare le varie cucine sparse nel mondo. I piatti di Joichirou Saiba erano perfetti proprio perché rispecchiavano queste caratteristiche culinarie.
Non poteva fare a meno di pensare al padre di Soma perché sapeva che stava lavorando a New York. Le sarebbe piaciuto assaggiare la cucina di Saiba prima di tornare in Giappone. Azami non le aveva ancora rivelato come conosceva Joichirou, però Erina evitava di fargli pressioni e motivi per farlo arrabbiare.
Anche volendo rivederlo non sapeva in quale ristorante lavorava Joichirou così si perse d’animo e non ci sperò più.
Era inevitabile pensare a Yukihira. La telefonata con Hisako l’altra sera la face riflettere. Perché Soma avrebbe perso in uno stupido shokugeki per fare sperimentazioni col cibo?
Qualcosa non le tornava. Erina non era stupida, gli  stavano nascondendo qualcosa.
Faceva supposizioni, si poneva tutti gli interrogativi possibili ed immaginabili ma più di ogni altra cosa…come mai Soma simpatizzava con Sadatsuka Nao, sua precedente stolker?
Sembrava quasi gelosa e un po’ si sentiva esclusa poiché non conosceva tutti i dettagli della relazione tra quei due.
Camminava affiancata da una guardia del corpo femminile e poco più indietro due uomini ben palestrati che indossavano vestiti comunissimi per passare inosservati.
- Signorina cerca di non pensare troppo perché potresti sbattere contro qualcuno o inciampare in qualcosa per terra. – la esortò la donna accanto a Erina.
La ragazza era abbastanza seccata da quel commento – Lo so, non sono più una bambina. –
Si avvicinò, ad un tratto, una ragazza di origini spagnole che chiedeva un’informazione. La guardia del corpo era pronta a rispondere ma Nakiri la precedette dimostrando di essere indipendente. Conosceva qualcosa di spagnolo oltre che perfettamente l’inglese e qualche altra lingua straniera, perché essendo una nobile non poteva essere da meno degli altri.
La donna sapeva quanto fosse incredibile Nakiri Erina, ma era ancora troppo ingenua per lasciarla girare da sola una città così grande.
Passarono le ore a girare mezza città, un po’ a piedi e il resto in limousine, finché non gli venne fame. Erina cercava un nuovo ristorante da provare, così andando un po’ alla cieca scovò un posto lussuosissimo.
- Meglio di no è troppo affollato qualcuno potrebbe riconoscerti. – consigliò la donna vicino a Erina.
- Non prendo ordini da nessuno. Se decido di mangiare in quel ristorante allora lo faccio. Lei non è mia madre per decidere cosa è meglio per me! – disse sprezzante Erina. La ragazza non si capacitava del perché avesse scelto quelle parole. Perché aveva messo in ballo sua madre? Scosse la testa per rimuovere l’immagine di quella figura materna dalla testa. Fermò l’autista e scese dall’auto scura.
Le tre guardie si arresero a quel comportamento ostinato e altezzoso perciò la seguirono in silenzio senza contraddirla, oltre.
Un ragazzo seduto al bar poco distante dal famoso ristorante non toglieva gli occhi di dosso da Erina. L’aveva riconosciuta, la stava seguendo da un po’. Questo poiché era un amico di Hitoshi, Kohinata.
Quest’ultimo sin da bambino l’ammirava. La conosceva di fama, collezionava tutti i suoi articoli e servizi fotografici. Il suo sogno era di poterla incontrare. Era un’ammirazione molto profonda, ma diversa da quella di Erina per Joichirou. Kohinata era proprio cotto di lei. Lui era simpatico, affascinante e ricco poteva far cadere ai suoi piedi qualunque ragazza, ma non era un don Giovanni. Per Kohinata esisteva solo la bella Erina. Persino la sua migliore amica, che sedeva lì con lui al tavolo del bar, non poteva reggere il confronto. La sua amica però nonostante fosse innamorata di lui lo supportava in ogni cosa.
Hitoshi che sapeva quanto il suo amico amasse Erina, non si era limitato a fargli sapere che la ragazza avrebbe trascorso qualche mese a New York, ma gli inviò anche la foto del bacio tra lei e Soma.
Kohinata non era geloso, conosceva le proprie doti e non temeva nessun rivale, quella foto poteva risultargli utile in ogni momento. Grazie ad essa infatti aveva riconosciuto Erina per il cappello che portava lo stesso giorno della partenza. Lui e la sua amica americana si imbucarono nel lussuoso hotel.
L’impressione che Erina aveva di quel luogo era piuttosto buona, gli dava molte aspettative.
Sin dalla prima portata Nakiri sentiva la straordinaria capacità dello chef, dopo cinque portate ebbe l’effettiva conferma che il cuoco fosse Saiba Joichirou. Non aveva dubbi! Voleva vederlo, perciò chiese ai suoi uomini di potersi allontanare per verificare di persona, in cucina, se il suo buon senso, in fatto di gusto, avesse fatto centro.
Sentendo il nome di Saiba, la donna le lasciò fare come desiderava, ma non si sarebbe allontanata per più di cinque metri dalla ragazza.
- Le chiedo scusa, prima ho detto qualcosa di sconveniente. – disse Erina dispiaciuta nei confronti della sua guardia del corpo.
- Non si preoccupi, non mi sono offesa, davvero. – tagliò corto la donna. Non conosceva perfettamente Erina, ma l’assenza della madre doveva essere un peso troppo grande da sopportare per lei.
Il padre di Soma era intento a cucinare e dare consigli agli aiutanti chef però non appena notò Erina la accolse calorosamente.
- Sono felice che tu sia venuta a trovarmi. Come stai? Sei venuta con tuo padre giusto? –
- Si, resterò per qualche mese qui a New York. –
- Soma mi aveva già avvisato che saresti venuta, ma non mi sarei mai aspettato di vederti così presto. –
- E’ stato un caso a dire la verità, avevo fame e mi sono fermata in questo bellissimo hotel. –
- Ti sono piaciuti i miei piatti? –
- Certo, come sempre. – era in imbarazzo, ma voleva tanto fargli quella domanda – Potresti assaggiare qualche piatto fatto da me? – sperò la ragazza.
Saiba si sorprese a quella richiesta ma non avendo nulla da obiettare, accettò volentieri offrendole l’opportunità di usare la cucina del ristorante.
Inizialmente non sapeva cosa preparare. Voleva stupirlo.
Quando si tolse la giacca, dalla tasca le cadde un foglio. Erina si ricordò della ricetta che aveva inventato dopo il bacio tra lei e Soma. Non l’aveva neanche sperimentata ma sapeva che non era del tutto completa e non poteva far assaggiare, all’uomo che ammirava tanto, un piatto incompleto. Il suo cuore tuttavia le ricordò del sapore di quel bacio che l’aveva mandata in estasi, impedendole di pensare a qualche altra bontà. Controllò che ci fossero tutti gli ingredienti che le servivano e propose a Saiba un piatto incompleto di ingredienti e privo di nome. Joichirou lo assaggiò ugualmente. Erina fece lo stesso per capire come fosse venuto. La cottura era perfetta, ma mancava infatti qualcosa. Non andava bene come gusto, non era uguale a quello che desiderava lei.
- Lo chef Yukihira approva! – disse Saiba entusiasta.
- Eh, ma… - farfugliò qualcosa Nakiri.
- Sei davvero un’ottima cuoca. Sono certo che se mi facessi assaggiare qualche tua specialità me ne innamorerei. –
In quel momento Erina arrossì tanto da rischiare di perdere i sensi, quello era un complimento che non sentiva tutti i giorni e poi proprio da Joichirou. Era il massimo per lei sentire quelle parole.
- Manca qualcosa vero? Il problema e che non so cosa. – spiegò Erina che intanto faceva funzionare il suo cervello in attesa di una brillante idea.
- Si manca qualcosa, ma credo che sembra già perfetto così com’è. –
- E quel “sembra” che mi fa impazzire! – si tormentò la ragazza.
- Hai pensato da sola a questo piatto? – domandò curioso.
- Beh, si più o meno. – balbettò Erina che non voleva dirgli che lei e suo figlio si erano baciati per sbaglio, e che il gusto di quel bacio l’aveva portata a creare una ricetta simile. L’avrebbe di certo presa per pazza o qualcosa del genere. Le balenò subito in testa una ipotesi sconcertante, cosa avrebbe pensato Joichirou del bacio? I suoi dubbi si spensero guardando l’orario. Doveva tornare da suo padre perché aveva un incontro importante perciò dovette salutare lo chef.
- Ci vediamo presto, uno di questi giorni e se ti fa piace potresti lasciarmi preparare questo piatto ai clienti. Magari riesco anche a trovare l’ingrediente mancante, ti va? – offrì Joichirou.
Erina fu felice di quella proposta lasciò la sua ricetta nelle mani di Saiba che non immaginava assolutamente quello che c’era stato tra lei e suo figlio. Tornando in macchina all’hotel dove soggiornava, Erina notò molte coppiette di fidanzati tenersi per mano. “Chissà cosa provano quei ragazzi? Perché l’amore è necessario? Cosa si prova ad avere una persona speciale che rivolge attenzioni solo nei tuoi confronti?” domandava a se stessa la ragazza mentre si preparava psicologicamente al resto della giornata da trascorrere con suo padre e i suoi uomini d’affari.



Sono riuscita a terminare il capitolo prima del previsto, il prossimo, però, uscirà a fine febbraio. A presto :).
   
 
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