Capitolo 3
PRIMO
GIORNO
Il silenzio cadde nel negozio
degli Yamanaka dopo che Sakura e Shikamaru
si furono allontanati. Erano circa le sedici del pomeriggio, Ino aveva dormito tutta la mattina fino ad ora di pranzo a
causa della stanchezza provocatale dalla tecnica, e già il fatto che questa l’avesse
spossata così tanto avrebbe dovuto farle capire chiaramente che aveva
funzionato. Non c’è dispendio di energie e di chakra,
quando una maledizione non funziona. Si portò una mano sotto il mento per
chiudere la bocca spalancata da quando il ragazzo le aveva detto quelle poche e
semplici parole.
“Yamanaka, cercavo proprio te!”
Scettica, lo guardava come
avrebbe guardato un asino volante.
“Ehm…
prego?” chiese di nuovo, convinta di aver sentito male. Probabilmente aveva
detto che cercava suo padre o qualcosa del genere, e la sua fantasia aveva
lavorato freneticamente per farle intendere altro.
Lui fece un piccolo sorriso,
lo sguardo sottile e furbo la studiava attentamente. Sembrava quasi la stesse
mangiando con gli occhi, famelico.
“Ho detto che ti stavo
cercando, no?” rise, avvicinandosi al bancone ed appoggiando le mani sulla sua
superficie in modo da protendersi verso di lei. Si fermò a pochi centimetri dal
suo volto, guardandola in un modo che per Ino faceva
presagire già cose sconce, anche se non muoveva un muscolo.
“Ah…
aah…” lei arretrò appena, cercando di allontanarsi da
quel viso, agitata. Come doveva comportarsi, ora? Non se lo aspettava
minimamente. Com’era possibile che il jutsu su Sasuke aveva funzionato così bene per lei e neanche un po’
per Sakura? “Ah, cercavi me, quindi.”
“E’ quello che ho detto”
incalzò lui, alzando una mano per portarla sul suo viso. Le accarezzò una
guancia, prima di fermare la mano ed infilarle le dita tra i lunghi capelli biondi.
“Sabato prossimo c’è la festa di ferragosto, giù al fiume. Ci vieni con me?”
Lei deglutì, cercando di
ostentare sicurezza, ma le gambe non erano della stessa opinione e continuavano
a tremare imperterrite sotto la lunga gonna lilla.
“Sabato…
prossimo… fra… sette
giorni, dunque?” chiese piano, cercando di reggere il suo sguardo profondo col
proprio, riuscendo a malapena nell’intento.
Lui annuì. “Si. Fra sette
giorni esatti. Allora, ti va?” chiese ancora, continuando a passarle le dita
tra i lunghi capelli biondi, lasciati stranamente sciolti a ricadere sulle
spalle.
Ino non
sapeva che rispondere. Ma cosa avrebbe dovuto rispondere, poi? Perché tanti
problemi?
“Si.” disse infine, con un
pigolio impercettibile.
Sasuke
sorrise, avvicinando il volto al suo e portandolo ad un lato della sua testa,
per sussurrargli piano qualcosa all’orecchio.
“Allora sarò lusingato di
avere la ragazza più bella del villaggio come compagna, quella sera.” mormorò piano,
con una voce tremendamente suadente, che mandò in tilt i pochi neuroni che le
rimanevano.
“S-s-ssi…
certo…” si maledì da sola per non essere riuscita a
dire nient’altro. D’altronde non c’era molto da dire. L’oggetto dei suoi
desideri le aveva chiesto un appuntamento, e le sussurrava cose all’orecchio in
modo così provocante che, se non fosse stata immobilizzata dall’imbarazzo, l’avrebbe
preso e sbattuto contro il muro per fargli delle cose che persino il solo
pensarle la faceva arrossire.
*
Tenten era
gettata su una panchina, completamente distrutta. Sakura, che era in compagnia
di Shikamaru con cui non parlava da quando erano
usciti dal negozio, probabilmente perché nessuno dei due sapeva cosa dire, la
intravide da lontano.
“Shikamaru,
andiamo da Tenten…” disse con un sospiro “Sta
piangendo” probabilmente perché anche per lei il jutsu
non aveva funzionato, ma questo ovviamente non poteva dirlo al ragazzo.
“Le è successo qualcosa?”
chiede lui, guardando la ragazza bruna scossa dai singhiozzi, un po’
impietosito.
Sakura non rispose. Abbassò lo
sguardo sui propri piedi, vergognandosi a morte. “Non saprei…”
disse solo dopo qualche istante, prima che raggiungessero la ragazza.
“Tenten,
che ti succede?” chiese la rosa, sedendosi sulla panca ed allungando una mano
per accarezzare la testa dell’amica. Quest’ultima però non disse nulla, aveva
solo voglia di piangere e sfogarsi, anche fino a stare male.
Shikamaru e
Sakura si guardarono un attimo, e lei gli fece un piccolo sorriso, chiedendogli
silenziosamente di lasciarle sole.
Il moro annuì senza riserve,
era giusto che se una sua amica stava così male, rimanessero da sole per
parlare. Mani in tasca, si sporse appena piegandosi in avanti e diede un lieve
bacio su una guancia di Sakura, che rimase interdetta, ma non disse nulla.
A
più tardi… gliel’aveva sussurrato all’orecchio
prima di allontanarsi ed andare via, ma non era proprio certa di aver sentito
bene.
Appoggiò la schiena alla
spalliera, esausta come se avesse lavorato tutto il giorno. Quel breve arco di
tempo passato con Shikamaru l’aveva mentalmente
massacrata.
“Dai, è andato via. Vuoi
parlarne?”
Tenten
rallentò appena i singhiozzi e si alzò a sedere, quindi guardò l’amica con gli occhioni castani incredibilmente arrossati.
“Ho incontrato Neji.” disse piano, quasi cautamente, per paura che anche
pronunciare il suo nome le avrebbe fatto un male inaudito al cuore.
Sakura annuì, incitandola a proseguire,
ma senza interromperla.
“Si stava allenando. Mi sono
avvicinata e gli ho sorriso. Lui mi ha guardata un attimo confuso, poi ha
proseguito con gli esercizi. Ho pensato che, vabè,
magari anche con tanto di Ai Mane potessero essere molto timidi, così quando si
è fermato per asciugarsi il sudore gli sono andata vicino con l’asciugamano per
tamponargli il viso… e lui…
lui…” non riuscì a proseguire che un’altra ondata di
lacrime le annebbiò la vista. Si tuffò di nuovo con la faccia in giù,
nascondendola nel grembo dell’amica, che le accarezzò di nuovo la testa.
“Su, tranquilla. Qualcosa non
ha funzionato, purtroppo, lo so bene. Sasuke in
questo momento è con Ino a fare chissà che cosa e non
mi ha degnata del minimo sguardo…” sospirò, cercando
di comunicarle almeno il detto ‘mal comune, mezzo gaudio’.
Tenten si
alzò a sedere nuovamente, guardandola mortificata ed asciugandosi gli
occhietti.
“Credo sia stata colpa nostra,
Sakura. Io e Ino… ecco… abbiamo
fatto qualcosina in più del dovuto…
e così…”
Sakura strabuzzò gli occhi.
Cosa stava cercando di dirle?
*
“NON POSSO CREDERE CHE TU
ABBIA FATTO Ciò, INO!” le urla di Sakura si espansero per tutta la stanza.
Le quattro si erano riunite
nel pomeriggio inoltrato a casa della rosa, le aveva convocate d’urgenza dopo
il racconto di Tenten per fare una strigliata
indimenticabile alla povera Ino, che seduta sul
tatami se la prese tutta, sentendosi un verme e con gli occhi pieni di lacrime.
“Mi…
mi dispiace… I-io… non pensavo che facendo
accavallare alcuni jutsu, questi non avrebbero
funzionato a dovere e…” scosse la testa, disperata.
Non sapeva che giustificazione trovare.
“A me non interessa, questo.
Ma avevi promesso che non avresti fatto nulla su Sasuke.
E invece eccoti qui, invitata alla festa di sabato sera. Non è affatto giusto!”
Tutto sommato, però, la colpa
non era completamente di Sakura. Dopotutto era stata lei ad invertire le
boccette di sangue e bagnare i capelli in modo sbagliato.
Sbuffò, sedendosi anche lei
sul tatami, di fronte ad Ino, mentre Hinata e Tenten erano sul letto.
La prima, l’unica che non aveva avuto problemi probabilmente in tutta quella
storia, stava ancora cercando di consolare la povera rifiutata Tenten.
“D’accordo. Senti, non voglio
litigare. Dopotutto, sono stata punita per aver cercato anche io di
imbrogliarti.” spiegò, decisa a chiedere scusa e non voler più avere segreti.
Erano amiche, si erano ferite a vicenda, e questo bastava.
Le raccontò del racconto di Hinata riguardo Shikamaru e dell’idea
conseguente che aveva avuto. Dell’inversione dei capelli e di conseguenza del
macello totale che aveva combinato con i jutsu.
Sospirarono tutte e quattro.
Che razza di cretine erano state. Ormai non restava che far passare quella
settimana e sperare che tutto tornasse a posto.
“Vabbè,
vi offro qualcosa. Volete un po’ di tè?” chiese cercando di stendere un velo
pietoso, ma l’espressione di Ino la lasciò
interdetta. La ragazza non aveva detto “a” da quando aveva finito il suo
racconto, e le guance erano tremendamente arrossate.
“Shi…
ka…” si riscosse, meravigliata e guardò Sakura “Eh?
Cosa? Ah si, certo… un caffè ci voleva proprio!”
E chi aveva parlato di caffè?
“Sicura di stare bene?” chiese
Hinata, osservando la tinta purpurea sulla pelle
candida del viso di Ino. Lei quel rossore lo
conosceva anche troppo bene.
“Eh? Si…
sto benone, figurati.” Sdrammatizzò con un sorriso, quindi perse lo sguardo
fuori dalla finestra della camera di Sakura, pensierosa.
*
Naruto stava
camminando affianco alla lunghissima staccionata che circondava l’enorme complesso
di ville degli Hyuuga. Fece un lungo fischio sommesso,
sentendosi un po’ inferiore. Sapeva che gli Hyuuga
fossero una famiglia altolocata, ma non immaginava fino a quel punto.
Mani in tasca e un bel sorriso
stampato in volto, raggiunge il grosso portone d’entrata, quello principale.
Bussò, tirando la cordicella
della campana in entrata, scampanellando un paio di volte.
Il portone si aprì poco dopo e
Hinata sbucò fuori solo con la testolina.
“Ah, sei puntualissimo!” disse
con un sorriso, aprendo definitivamente il portone ed uscendo fuori, per poi
richiuderlo alle proprie spalle. Si era posizionata dietro l’ingresso in modo che non appena
fosse arrivato, avrebbe potuto portarlo subito via di lì. Non sapeva come il
padre avrebbe reagito alla notizia che aveva un appuntamento con Naruto Uzumaki, così la cosa più
saggia da fare fu semplicemente omettere quell’informazione e dire che si
sarebbe vista con le amiche.
Naruto le
porse un mazzo di rose rosse e lei lo fissò balbettando qualcosa di
indecifrabile.
“Ehi, non devi dire nulla,
sai? Accettali e basta.” Ridacchiò, osservandola poi con occhio un po’ più
critico che alla prima occhiata. Indossava un semplice vestitino azzurro di
cotone, un maglioncino di filo bianco con le maniche appena tirate in su verso
i gomiti e un paio di sandali bianchi. I capelli erano raccolti in uno chignon
sbarazzino, spettinato ad hoc in modo da lasciar sfuggire via qualche ciocca
ribelle. Ovviamente della pettinatura se ne era occupata Ino.
Un filo di trucco leggero le illuminava appena il volto, rendendola
assolutamente splendida ai suoi occhi innamorati.
“Sei incantevole…”
si lasciò sfuggire, scuotendosi poi dal torpore che la visione aveva provocato
ai suoi sensi.
Lei arrossì immediatamente e
con una violenza inaudita, incassando il complimento inaspettato con una
risatina imbarazzata.
“Questa é…
la prima volta che esco con un ragazzo e… non sapevo
cosa mettere…” confidò in modo ingenuo, e lui la
trovò semplicemente adorabile.
“Aaahh
non ti preoccupare. Saresti bellissima anche con uno straccetto addosso.” Rispose
lui per rincuorarla, porgendole poi il braccio. “Andiamo, madamigella?”
Lei sorrise. “Non aspetto
altro, mio signore!” si fecero un piccolo e scherzoso inchino, prima di
allontanarsi da villa Hyuuga ridendo insieme.
Hinata si
chiedeva se alla fine della settimana tutto ciò non sarebbe scoppiato in una
bolla d’acqua e il solo pensiero le faceva stringere il cuore.
*
Ino e
Sakura erano uscite da poco da casa di Hinata, dove l’avevano
aiutata a prepararsi per la serata.
“Mi dispiace un sacco che il jutsu di Tenten non sia andato a
buon fine.” disse la prima, rattristata.
“Anche a me. Però al contempo
sono troppo felice per Hinata, erano anni che
aspettava questa sera e se l’è proprio meritata.”
Ino
annuì, trovandosi d’accordo con l’amica.
“Mi dispiace per la faccenda
di Lee” aggiunge la bionda, camminando senza guardare avanti, ma tenendo lo
sguardo basso sulla punta dei propri piedi.
Sakura fece spallucce. “Non
importa. Io ho fatto la stessa cosa con Shikamaru. La
differenza è che il tuo jutsu probabilmente non ha
avuto intoppi, e se ora vedessi Lee me ne innamorerei perdutamente” ridacchiò,
sperando di riuscire ad evitarlo per l’intera settimana. “… invece con Shikamaru. Non so proprio come fare, cavolo. Spero che alla
fine della settimana non si perpetuino i sintomi del mio errore. Lui era
innamorato di te da così tanto tempo…” era seriamente
dispiaciuta.
Ino si
lasciò sfuggire uno strano guaito, indecisa su cosa dire.
“Quando incontrerò Sasuke gli dirò che non posso uscire con lui. Spero si
arrenda presto. Insomma, non me la sento davvero di farti questo…”
alzò lo sguardo verso l’amica e le porse la mano. “Pace fatta, allora?” chiese
candidamente.
Sakura ricambiò il sorriso “E sia!
Io cercherò, a malincuore, di trattare maluccio Shikamaru
e farlo arrendere… insomma, poveretto…”
Ino
ridacchiò, ma dentro di sé qualcosa di stava smuovendo.
Passarono davanti ad un
vicolo, e non si accorsero che appoggiato ad un muro, proprio all’angolo, c’era
Shikamaru Nara, che si
accese una sigaretta sorridendo tra sé.
Ah, le donne.
Continua…
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Grazie mille a chi ha
commentato ^.^/ In questo caso ancora Celiane4ever,
che ormai è la mia lettrice fedele della storia (eheh!)
e kry333 (Se prima non riuscivi ad
immaginarlo, spero di averti incuriosita ancora di più col finale di questo ;P
). Gentilissime <3
Beh, in genere non faccio
questo genere di richieste, però mi farebbe piacere se qualcuno mi lasciasse
qualche commentino in più ç_ç E’ un po’ deprimente
vedere centinaia di letture per ogni capitolo, ma due commenti per ognuno!
Beh al prossimo capitolo
comunque °ç° La pubblicazione dovrebbe essere prevista per domani sera.
Saluti!