Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: floricienta    17/02/2016    2 recensioni
Una raccolta di piccole storielle basate sulla relazione tra Eren ed Armin.
Tutte piene d'amore, amicizia, rispetto reciproco e fiducia; raccontate dal punto di vista di uno o dell'altro che cercano di ragionare ed esprimere i loro sentimenti! Preparate il vostro cuore a tante palpitazioni!
[attenzione spoiler]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Titolo: Solitudine
Riferimenti: ---
POV: Armin
Note: Bentornato popolo! Questa volta facciamo un salto nel passato, dove i nostri piccoli amorini sono ancora bambini :3 Inoltre, ho sperimentato un altro tipo di oneshot ancora, leggete per capire di cosa parlo. Spero che vi piaccia e che lasciate un commentino per farmi sapere (come al solito insomma ahah) riempite i vostri cuori di feels e ci sentiamo alla prossima storia :) Buona lettura!
Flor ;)


 
SOLITUDINE
 

Armin teneva il libro, regalatogli dal nonno, nascosto sotto il maglione azzurro per paura che qualche altro ragazzino potesse trascinarlo in un vicolo per dargli dell'eretico e picchiarlo violentemente come era già successo più di una volta. Il mondo esterno era un tabù, ma i suoi sogni verso quello stesso mondo sconosciuto lo investivano ferocemente per tutto il corpo, più delle percosse che era solito subire.
Perché stesse affrontando il pericolo di essere bulleggiato ancora, il ragazzo dai folti capelli dorati lo sapeva benissimo: si stava dirigendo verso il luogo stabilito da Eren per il loro incontro. Gli unici momenti di serenità per Armin erano proprio questi, vedersi con Eren e poter sproloquiare di qualsiasi cosa gli passasse per la mente perché il suo amico lo avrebbe ascoltato, sempre e comunque, e avrebbero condiviso le stesse idee.
Il suo sguardo fissava la strada che stava percorrendo con passo svelto, passando da mattonella a mattonella, e un leggero rossore gli imporporava le guance. Le labbra erano diventate anch'esse rosse e paffute a causa del freddo e un leggero vapore uscì fuori da queste non appena le dischiuse per emmettere un leggero sospiro.
Si sedette sui gradoni di pietra subito dopo che arrivò a destinazione e rimase in attesa dell'altro. Mentre stava aspettando, vide passare due ragazzi più grandi di lui dalla parte opposta del fiume che attraversava il distretto di Shiganshina; questi lo squadrarono da capo a piedi e lo congelarono con un ghigno sul volto.
Armin si strinse nelle ginocchia, premendo il petto contro la copertina rigida del libro, che lo sentì entrare fin sotto alla pelle e rimase immobile, cercando di pensare che a breve non gli sarebbe più dovuto importare della gente che camminava intorno a lui. Sarebbe arrivato Eren e, allora, tutto il resto non sarebbe contato più niente.
I minuti passavano e il suo amico non si era ancora degnato di farsi vedere, la cosa stava facendo preoccupare Armin, quasi convinto che non volesse più vederlo per chissà quale ragione. La sua mente dava sfogo ad un sacco di preoccupazioni che si palesavano con il tremore delle dita attorno al libro nascosto.
Non voleva di nuovo la solitudine come unica amica.
Si era sempre sentito estremamente solo anche in mezzo a tutta quella gente, ma se questa fosse sparita completamente, lasciando solo lui ed Eren, allora l'avrebbe sopportato benissimo. Era per questo che non vedere il moro arrivare dalla strada, lo stava mandando fuori di testa.
“Armin!”
Un grido affannato dietro le sue spalle lo colse e tutta la tensione di poco prima crollò come un castello di sabbia asciutta.
“Scusa se ho fatto tardi.” il ragazzo appena arrivato si grattò il capo un po' imbarazzato per l'accaduto.
Armin scosse la testa.
Si era già dimenticato di tutte le paranoie, quello che era importante si trovava proprio davanti a lui e non poteva che renderlo felice. Improvvisamente aveva abbandonato la solitudine dietro di sé come un paio di scarpe ormai troppo piccole per poter essere indossate ancora.
Il suo sorriso era più splendente del Sole alto nel cielo.
“Ben arrivato, Eren.”

 

  
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