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Autore: FreddyOllow    18/02/2016    1 recensioni
[Aggiornamento 20/09/2020 - 12/10/2020 | Testo revisionato.]
Dopo l'enorme e violenta esplosione avvenuta nella centrale nucleare di Vaslejo City, di cui non si conoscono le cause, l'intera area venne sommersa da altissime radiazioni.
In poco tempo cominciarono a verificarsi strani fenomeni inspiegabili: stravolgimenti delle leggi fisiche, morti inspiegabili, anomalie radioattive e la comparsa di strani esseri umanoidi e non.
Mentre l'area radioattiva si espanse fino a raggiungere le campagne circostanti, il governo insabbiò il disastro al mondo. I militari sigillarono la città, ponendo un lungo perimetro di posti di blocco ai confini della zona di alienazione.
Nei mesi successivi, la zona venne invasa da alcuni avventurieri, chiamati Stalkers che, con il passare del tempo, divennero sempre più numerosi.
A Vaslejo City e in tutta la zona iniziarono a generarsi dalle anomalie da cui fuori uscivano strani reperti con strani poteri, il cui valore nel mercato nero era esorbitante.
Gli Stalkers li cercavano ovunque, rischiando persino la vita. Ma ciò che attirava di più della loro sete di ricchezza e potere, era il monolite. Uno strano e misterioso oggetto rettangolare che era spuntato nel centro della zona, in grado di esprimere qualsiasi desiderio.
Genere: Dark, Horror, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai su un materasso umido che puzzava di muffa, sentendo una fitta dolorosa alla costola sinistra. Mi alzai a fatica e mi guardai in giro. Ero dentro una casa, sicuramente la stessa che stavo guardando un attimo prima di perdere i sensi. Sulle pareti correvano delle crepe con piante arrampicanti che toccavano il soffitto. In alcuni punti le mura erano crollate, le finestre sbarrate o murate.
Un uomo mi dava le spalle, a pochi passi da me. Sedeva sui talloni e si scaldava le mani davanti a un piccolo fuoco. Indossava una tuta nera anti-radiazione e un elmetto grigio. Un Viper 5 era adagiato sul pavimento dissestato, vicino alla sua gamba.
<< Buongiorno, Stalker! >> Disse l'uomo, senza voltarsi.
Come sapeva che mi ero svegliato visto che era di spalle? Mi aveva sentito? Mi avvicinai silenzioso e mi sedetti vicino al lui con lo sguardo basso.
<< Sei muto? >> Continuò questo.
<< Sei... Sei stato tu a colpirmi? >> Bisbigliai e tossii, perché la mia voce faticava a schiarirsi.
<< Vedi qualcun'altro nella stanza? >> L'uomo accennò un sorriso.
Gli lanciai un occhiata sfuggente.
Viso squadrato, sulla quarantina, capelli rasati, occhi neri e una folta barba annodata sotto il mento. Quattro grosse cicatrici passavano di sbieco sulla guancia destra, simili a ferite di artigli.
L'uomo mi lanciò un occhiata penetrante: << Che hai da guardare? Non hai mai visto un uomo? >> 
Distolsi lo sguardo e fissai le fiamme divorare i ciocchi di legno. Rimanemmo in un lungo silenzio, interrotto solo dal crepitio della legna. Poi dissi: << Perché mi hai colpito? >>
<< Hai paura di me? >> Chiese l'uomo, allungando un braccio sulla mia spalla che non vidi arrivare. << Perché mi temi? >>
Perché deviava la mia domanda? Poi aggiunsi: << Io non ti conosco. Non mi sembri il solito Stalker. >>
<< Già. >> Levò il braccio dalla mia spalla << Sono Oscar, ma tutti mi chiamami "L'Ombra." >>
Rimasi interdetto; finalmente l'avevo incontrato. Mi limitai a fissarlo incredulo, finché il suo sguardo, mettendomi in soggezione, mi costrinse a dire: << Io sono Boris. >> Allungai una mano.
Oscar si limitò a guardarla senza stringerla, poi mi guardò negli occhi. << Non mi interessa il tuo nome. Sicuramente sarai l'ennesimo Stalker che tra un paio d'ore si ritroverà con la faccia negli acquitrini. >> Fece un pausa, guardando le fiamme. << La Palude del Non Ritorno non è un luogo ospitale, specialmente per gli Stalker. Molti vengono qui con la speranza di trovare manufatti e di arricchirsi, finché non si accorgono di essere in una fottuta trappola mortale. Sai cosa intendo, non è vero? >> Mi guardò gli indumenti sporchi di terra. << Hai attraversato lo stagno e ne sei uscito tutto intero. Sai quanti Stalker e banditi sono morti in quel punto? Tantissimi. Mutanti, banditi, anomalie. Questi tre sono la causa principale della loro morte. >> Sbuffò con un mezzo sorriso.
<< Anomalie? Io non ne ho vista nemmeno una quando sono giunto fin qui. >>
<< Sei stato fortunato. >> Rispose Oscar. << Vuol dire che la zona ti ha concesso di passare. >>
Rimanemmo di nuovo in silenzio per un lungo momento, fissando le fiamme. Cosa voleva dire con; la zona ti ha concesso di passare? Intendeva che la Zona mi stava osservando? E se sì, come lo faceva? Da dietro gli occhi dei suoi figli mutanti? Dalle radiazioni? Dalle piante? Dall'aria? Dove?
<< Toglimi una curiosità. >> Disse Oscar, voltandosi verso di me << Come sei arrivato fino a qui? Nessuno conosce questo posto a parte Ruslan Perevic. >>
<< Ruslan mi ha detto di venire qui. >> Risposi guardando il fuocherello.
Oscar mi fissò sospettoso, come se mi stesse leggendo la mente, così da mettere a nudo le mie vere intenzioni. << Che vuoi dire? >> Disse irritato. << Era con te? Gli è successo qualcosa? Parla! >>
Oscar sembrava tenerci molto a Ruslan, o perlomeno dava questa impressione. << No, no, è rimasto al Gap 51. >> Mi affrettai a dire. << Mi ha detto che potevi aiutarmi. Istruirmi sulla Zona. >>
<< Istruirti? >> Oscar scoppiò quasi a ridere. << L'intera Zona muta ogni ora. Se oggi andrà bene una pistola, domani andrà bene un coltello. Rendo l'idea? >>
Aggrottai le sopracciglia confuso.
Oscar sbuffò, scuotendo il capo. << Vedi, la Zona è come una persona. Più la osservi, più capisci che la normalità è solo apparente. Una specie di protezione, di maschera verso gli estranei. Nessuno si mostra per quello che è veramente. La Zona è così. Prendi i mutanti? Ti sembrano normali? Non lo sono. Alcuni sono talmente letali che possono distruggere un intero ecosistema al di fuori dalla zona di alienazione. Potrebbero fare lo stesso anche qui, ma non lo fanno. Sai perché? Perché qualcosa li ferma. Impedisce loro di seminare ovunque distruzione. Questo vale anche per le anomalie. Ti sei mai chiesto perché le anomalie non invadono gli accampamenti degli Stalker o qualsiasi altro luogo abitato? La risposta è semplice; perché qualcuno non vuole che lo facciano. >>
<< Chi è questo qualcuno? >> Domandai perplesso.
<< Chi lo sa. Può essere il Monolite, come sostengono i Figli del Monolite. Può essere una qualche entità invisibile, onnisciente, onnipresente, magari un Dio. Chi lo sa. Nessuno conosce le risposte. >>
<< Nemmeno gli adepti di quella fazione? >>
Oscar si limitò a sorridermi. << Pensi che quei fanatici sappiano davvero qualcosa sulla Zona? Ti assicuro che non sanno proprio un cazzo. Sono degli svitati che vanno in giro ad ammazzare la gente, che si iniettano strani liquidi per diventare zombie e stronzate del genere. Hanno visioni e sentono voci, ma non sanno che è colpa delle radiazioni. La Zona non ha interesse verso gli umani. Anzi, la Zona vuole annientarci. E lo fa un chilometro alla volta. >>
<< Vuoi dire che la Zona si sta espandendo? >> Domandai. Avevo sentito degli scienziati dire qualcosa del genere al Comandante Varetic Hug durante le missioni a scopro di lucro, ma erano solo teorie.
<< Esatto! >> Rispose Oscar. Prese un lungo bastone, smosse i ciocchi e le fiamme ripresero vigore. << Noi Stalker lo sappiamo. Almeno quelli esperti. >> Mi guardò dall'alto in basso, come se mi reputasse non all'altezza. << Più passano gli anni, più la Zona si espande. Quando sono giunto qui, la Zona aveva un diametro di 10 chilometri. Ma indovina un po'? Due anni dopo il diametro era di 30 chilometri. Di 30. E adesso sai quanti sono? 50 chilometri. Non ti pare molto? Sai quanto militari sono morti difendendo gli avamposti dagli attacchi combinati dei mutanti? Centinaia, se non migliaia. Noi Stalker sappiamo adattarci alla Zona, ma i militari no, come anche i banditi. >>
<< Hai detto combinati? >> Non ci stavo capendo nulla. Come poteva dei mutanti attaccare simultaneamente degli avamposti? E poi gli ufficiali non ci avevano mai detto che erano morti così tanti soldati.
<< Senti, sarebbe una storia lunga da raccontare. >> Disse Oscar guardando le fiamme. << Ma il succo è questo. Quando la Zona decide di scacciare qualcuno, lo fa usando tutto il potere che possiede. E questo potere è in grado di controllare tutti i mutanti, persino gli zombie. Non so perché non attacca gli avamposti degli Stalker, ma sono sicuro che per la Zona noi Stalker siamo delle preziose risorse da sfruttare. Dopotutto, ha persino dei folli che la idolatrano. E poi, pensaci un attimo. Senza gli Stalker non avrebbe le risorse giuste per far sopravvivere i suoi figli mutanti. Certo, possono ammazzarsi tra loro, ma finiranno per estinguersi con la stessa rapidità che tu usi per accenderti una sigaretta. La Zona non vuole che succeda. Rimarrebbe esposta, senza difesa. Sarebbe un facile bersaglio per le teste d'uovo gestiti dai militari. La Zona sa quanto siano letali i suoi figli, quindi li tieni al guinzaglio, anche se ogni tanto qualcuno sfugge momentaneamente al suo controllo. Dopotutto, non sono molto diversi dai comuni animali. >>
Ora tutto tornava. Avevo visto delle basi militari abbandonate quando ero di pattuglia nella Zona. Erano state distrutte o abbandonate di fretta. Alcuni del mio plotone avevano detto che appartenevano agli Stalker, che erano fuggiti perché noi militari li ammazzavamo tutti, ma invece era la Zona ad ammazzarci tutti. Gli Alti Papaveri ci pagavano profumatamente per non fare niente lungo il confine della zona di alienazione. Pensavo che la paga alta fosse dovuto ai pericoli che si annidavano all'interno, ma invece era perché morivano più soldati, che Stalker. Chi sapeva, sicuramente era stato messo a tacere per sempre. Più parlavo con gli Stalker, più capivo che gli Ufficiali ci tenevano all'oscuro di tantissimi fatti. Il nemico non erano gli Stalker, ma noi. Noi militari che volevano impossessarci della Zona per scopi personali, egoistici. 
<< Che c'è? >> Disse Oscar.
<< Niente. >> Risposi.
<< Okay. >>
<< Quindi ho fatto molta strada per nulla? >> Dissi con tono deluso.
<< No. >> Rispose Oscar << Come ti ho già detto, la Zona ti ha fatto passare. Sono sorpreso che tu non abbia incontrato nessuna anomalia e nessuno zombie. >>
<< Ma ho incontrato un Porger, vicino a un baracca piena di banditi. >> Dissi, mentre Oscar si voltò interessato. << Ero nascosto nella vegetazione, quando l'ho sentito ringhiare alle mie spalle. L'aveva sentito anche il bandito sul pontile. Così si è diretto nella mia direzione. >> Feci una pausa al ricordo. << E' stato un attimo. Davvero. Il Porger gli è saltato addosso, recidendogli la gola. Poi gli altri banditi l'hanno crivellato di pallottole. >>
Oscar ascoltava attentamente la mia storia, muovendo di tanto in tanto il ciocco per non far spegnere le fiamme.
<< Il fatto più strano è questo; il Porger non mi ha attaccato. Di solito aggrediscono alle spalle e lui si trovava proprio dietro di me. Perché non l'ha fatto? Perché ha attaccato il bandito che era più distante da me? >>
<< E' proprio una bella storia. >> Rispose Oscar, fissando le fiamme. << Ottima per il Gap 51. >> Smorzò un sorriso. << Ne hai di fantasia... >>
<< Non mi credi? >> Risposi deluso. Pensavo che mi avrebbe dato una risposta, che mi avrebbe chiarito le idee, detto il motivo.
Oscar mi fissò negli occhi. << Non ti credo. Come non credo che Ruslan ti abbia mandato qui. >>
<< Allora perché non mi hai ucciso? Perché non hai appeso la mia testa in una picca insieme agli zombie. Perché non l'hai fatto? >>
Oscar celò un sorriso e rimase in silenzio. Poi si alzò, si diresse alla finestra sbarrata dalle assi di legno marcescente e sbirciò in una fessura. << Le teste servono a spaventare gli Stalker troppo curiosi. A tenerli lontani da qui. L'uomo teme la paura. Paura di morire, paura del dolore, paura di perdere qualcuno, paura di ciò che è oscuro, di ciò che non sa. >> Fece una pausa. << Non hanno funzionato con te, vero? >> Si voltò verso di me, incrociando le mani dietro la schiena.
<< No. La mia missione supera di gran lunga tutte le mie paure. >>
Oscar si avvicinò verso di me. << E dimmi; qual è la tua missione? >>
<< L'emettitore psichico. >> Era la prima volta che lo dicevo a qualcuno. Quando presi servizio nella Zona, mi raccontarono di questo misterioso posto. E mi promisi che un giorno ci sarei andato, e non credevo che quel giorno fosse così tanto vicino.
<< Sembra che abbiamo un obiettivo comune. >> Disse Oscar, sedendosi sui talloni davanti al fuoco. << Ruslan ha visto qualcosa in te. Ti ha osservato. >>
<< Che vuoi dire? >> Chiesi confuso.
<< Devi sapere che Ruslan non manda da me cani e porci. Se ha mandato te, allora ha visto qualcosa. Qualcosa che l'ha colpito. E sinceramente non so cosa. Non so nemmeno come ci riesce, ma è un ottimo osservatore, anche se non si direbbe. Conosce le persone. Sa cosa vogliono, cosa desiderano. Riesce persino a capire chi sono veramente. >> Sorrise. << Ha fatto la stessa cosa con me. Mi ha mandato da uno Stalker esperto, che mi ha insegnato tutto sulla Zona. >> Sospirò. << Bei tempi... >>
<< Sai dove si trova l'emettitore? >> Domandai.
<< E' molto distante da qui. >> Fece una pausa, guardandomi dritto negli occhi. << E' al centro della Zona! >>
Nella stanza calò un pesante silenzio, mentre dalla palude tetri e lontani ululati giungevano smorzati solo dal crepitio della legna.
   
 
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