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Autore: DavidMac93    19/02/2016    1 recensioni
Twilight Princess
Prequel del titolo a mio parere più bello della saga di Zelda. Una possibile spiegazione di come Link sia finito a Tauro senza genitori nonché uno spaccato dell'infanzia trascorsa con Iria, tanto nominata e fondamentale nella trama del gioco quanto ignota.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Iria, Link
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'amicizia speciale


Il sole splendeva alto nel cielo sopra Tauro. Era una calda giornata estiva e Link si era appena alzato dal letto. Stava per prepararsi la colazione, una delle tante attività quotidiane che presto aveva voluto imparare a svolgere da solo. Non tanto per il fatto che nessuno lo avrebbe aiutato volentieri, quanto per una questione di orgoglio personale: non voleva essere di peso nonostante fosse ancora un bambino.

Erano trascorsi otto anni da quel giorno in cui fu ritrovato in riva alla Sorgente di Ratane, quel maledetto giorno in cui aveva perso i suoi genitori nella funesta battaglia del borgo. Ma questo lui non lo sapeva, non ancora almeno.

Sapeva solo di non avere un padre e una madre e di essere stato trovato da Bod, il capo villaggio. Ogni volta che cercava di sapere qualcosa in più sul suo passato nebuloso andava da lui e gli poneva ogni sorta di domanda, ma questi sviava il discorso, non dicendogli nulla più di quel poco che già sapeva. La curiosità di quel bambino era tanta e lui per primo sapeva che non poteva tenergli nascosta per sempre la verità. Gli avrebbe raccontato tutto a tempo debito.

 

Le giornate di Link non erano affatto noiose. Fin da quando era piccolissimo gli piaceva molto trascorrere del tempo alla fattoria del villaggio, della quale Fad era il proprietario. Dal canto suo il fattore, non avendo figli, era felicissimo di avere qualcuno di così vivace che gli tenesse compagnia.  Link aveva presto imparato a rispettare gli animali, quelle capre che entravano ed uscivano di continuo dall'ovile e che gli sembravano così famigliari, così... rassicuranti.

Ma questo non era il suo unico passatempo. Sebbene il villaggio avesse pochi abitanti, tra questi vi era anche una bambina che aveva circa la sua stessa età. Era la figlia del capo villaggio ed era l'unica con cui poter giocare (Betti, Furio e il neonato Colin ovviamente erano ancora troppo piccoli). Si chiamava Iria e da quando Link ne aveva memoria loro due erano sempre stati inseparabili.

Quel giorno, dopo essersi vestito ed essere uscito di casa, scese la lunga scala a pioli e si diresse verso il cuore del villaggio. Attraversò la passerella sul torrente e si recò a casa di Bod, pronto a bussare per chiamare Iria.

«Arrivo subito!» si sentì dalla finestra aperta al piano superiore.

Ed ecco che in un attimo la bambina aprì la porta, facendo capolino sulla veranda e correndo ad abbracciare Link.

«Eccoti arrivato finalmente. Ti stavo aspettando, sai? Non è educazione far aspettare una signorina.»

«Eeeeeh, su, quante storie per cinque minuti!»

«Cinque minuti? Ma hai visto com'è già alto il sole?»

«Però sono arrivato, no?» tagliò corto Link. «Allora, cosa facciamo oggi?»

«Andiamo al solito posto?»

«D'accordo!»

I due amici si incamminarono. Tornarono indietro verso la casa di Link e poi proseguirono dirigendosi a nord dove iniziavano i primi alberi, verso la Sorgente di Ratane.

«Ieri sono stata in riva al torrente a raccogliere un mazzo di fiori» iniziò a raccontare Iria. «Io e papà li abbiamo messi in un vasetto con l'acqua che ora usiamo come centrotavola. Spero che non appassiscano presto!»

«Raccogliere fiori? Bah, voi femmine siete così noiose... È molto più bello tirare con la fionda!» rispose in tono scherzosamente provocatorio Link.

«Ah sì? Se noi femmine siamo noiose voi maschi siete dei maneschi!»

«Maneschi? E sentiamo, chi è che ti salverebbe dai mostri allora?»

«Quali mostri?» domandò Iria che rabbrividì.

«I mostri! Quelli delle fiabe, che si nascondono nella foresta» rispose Link, indicando il fitto muro di alberi che si trovava davanti a loro. «Secondo te perché ci proibiscono di andarci da soli?»

«Perché...» Iria non seppe più cosa dire. Non le piaceva affatto quando il suo amico parlava di quelle cose spaventose.

«A me la foresta non piace» concluse poi. «È così buia e misteriosa...»

«A me invece incuriosisce» confessò Link. «Qualche volta vorrei provare ad andarci. Magari non è così pericolosa come dicono.»

«No, no, Link, per favore!»

Ad Iria le cose di quel genere non piacevano proprio per niente. Per via della vicinanza alla Foresta di Firone la bambina non osava mai andare da sola nemmeno alla Sorgente, sebbene fosse un luogo così incantevole e pieno di pace, vicino al villaggio e molto sicuro. Preferiva che con lei ci fosse sempre qualcuno, spesso e volentieri proprio Link, come in quel caso.

«Non sei obbligata a venire con me.»

«Lo so, ma per favore, non andarci. Non ci può essere nulla di interessante laggiù. Qui è la nostra casa ed è tutto così bello... perché ti interessa così tanto quel posto orribile?»

Link non seppe cosa rispondere. Aveva un forte desiderio di avventura dentro di sé, qualcosa di innato che gli faceva sfrigolare lo stomaco dall'emozione ogni volta che si avvicinavano alle Terre di Firone. Gli veniva voglia di aprire il cancello, attraversare il ponte di corda ed andare dall'altra parte, ma finora si era trattenuto, soprattutto per non deludere Iria.

Nel frattempo erano giunti a destinazione, nel loro posto speciale. Il rumore della cascatella che si infrangeva nel limpido specchio d'acqua era una dolce melodia che si univa al coro delle foglie mosse dal vento e ai versi degli insetti che abitavano tra le fronde tutto intorno a loro.

«A che cosa giochiamo?» domandò Link.

«Giochiamo... Ad acchiapparello!»

La bambina non fece in tempo a dirlo che già aveva iniziato a scappare, correndo a piedi nudi nella polla d'acqua e sollevando schizzi in ogni dove. A sua volta anche Link la imitò, inseguendola per tutta la Sorgente e raddoppiando gli spruzzi.

«Non mi prendi! Non mi prendi!» continuava a ripetere Iria.

«Adesso ti faccio vedere io!»

Più lei gli sfuggiva, più lui voleva a tutti i costi prenderla, incurante del fiatone. Dopo tutte quelle corse si sentiva il cuore martellargli nel petto, ma non voleva mollare.

Anche Iria iniziava ad essere davvero stanca e stava cominciando ad ansimare, così fu costretta a rallentare. Link ne approfittò per lanciarsi verso di lei.

«Presa!» gridò trionfante.

Entrambi caddero in acqua tra mille schizzi e rimasero lì, lambiti dall'acqua della Sorgente mentre guardavano in su, verso il cielo che si poteva intravedere attraverso le fronde degli alberi.

Restarono in silenzio a lungo mentre si riprendevano dalla corsa, i loro cuori lentamente rallentarono e il loro respiro tornò calmo e tranquillo.

«Promettimi una cosa» disse Iria facendosi improvvisamente seria. «Promettimi che qualunque cosa accada noi resteremo sempre uniti. Promesso?»

«Promesso.»

 

ANGOLO AUTORE:

Ecco la seconda parte della storia, uno spaccato di quella che può essere stata l'infanzia di Link ed Iria. Quello che è successo dopo naturalmente lo sappiamo tutti.

Anche questa volta ho deciso di pubblicare la shot senza revisionarla più di tanto, così come l'ispirazione mi ha suggerito di scriverla.

Grazie per i vostri commenti sul capitolo precedente e spero che abbiate voglia di perdere due minuti del vostro tempo per farmi sapere se con questo ho rovinato/completato/migliorato ciò che avevo gia pubblicato.

Che la Triforza sia con voi!

   
 
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