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Autore: Everian Every    21/02/2016    1 recensioni
(Forte presenza di autori)
Diavolo, non ho idee per il titolo... bah, pazienza.
Primo: la storia è a scazzottate. Cioè, non è un torneo, ma si basa sulle scazzottate lo stesso.
Secondo: la storia è DAVVERO piena di scazzottate.
Terzo: la storia tratta di un gruppo di ragazzi, rapiti da diversi universi paralleli dallo strano individuo di nome Omino di Mai, il quale li obbliga a combattere contro il Supremo Nero per impedirgli di conquistare il mondo. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere il terribile nemico? O saranno sconfitti? E poi... Le cose saranno davvero come l'Omino vuol far credere?
Dal testo:
""è una battaglia senza speranza allora." fece notare Xurst, corrugando la fronte.
"Non ho detto questo." ribadì Gioyglory con pazienza.
"In effetti lo hai detto." la apostrofò di nuovo il rosso, fissandola con sguardo carico d'odio.
Gioyglory sospirò.
"Diciamo che l'esito è totalmente sotto il controllo di Nero." concluse infine, facendo calare un silenzio inquietante sul gruppo."
Enjoy This :D
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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Nero avanzò di un passo, saggiando il braccio.
Xurst comparve da sotto i suoi piedi.
Senza nemmeno guardarlo, il Supremo lo afferrò per un braccio, lo sbatté a terra e li sparò contro un altro Double Souls Ultra Ray, scagliandolo molto probabilmente dall'altra parte del pianeta. L'umanoide fissò il foro buio in cui aveva fatto sprofondare il rosso. Sospirò deluso dai sé stesso.
"Uhm... Sento di dovermi esercitare. Era da troppo tempo che non ero attivo." commentò, alzando lo sguardo su Dark.
Sorrise.
Il corpo del ragazzo, inerme con una profonda ferita in testa che lo aveva messo fuori combattimento, si mosse, la ferita guarì e lui riprese i sensi.
Si guardò intorno e, quando notò il Supremo, ruggì, generando centinaia di copie di sé stesso che si trasformarono a loro volta in un esercito di mostri dotati di ogni armamento possibile.
Nero ghignò, alzando un braccio e stringendo in un pugno l'aria, che si condensò grazie ai poteri che aveva rubato a Xoen.
"Un'armata di un solo uomo, contro un uomo di un'armata inesistente. Chi vincerà mai?" disse, scagliando il proiettile d'aria contro l'esercito di Dark che gli si era innalzato contro.
La "bomba" esplose in mezzo ai cloni, spazzandoli via. la pressione eccessiva compresse i loro corpi fino a renderli più sottili di un foglio di carta. I pochi sopravvissuti erano troppo deboli per combattere.
Lars, Xoen e Grim si riebbero e videro la scena.
Il ragazzo elementale gridò di rabbia, generando un tifone di fiamme e acqua. Grim si lanciò all'attacco con lui, ma Nero li fermò semplicemente ponendo davanti a loro i palmi aperti delle mani. I due furono bloccati a un metro di distanza, incapaci di muoversi.
Nero schioccò le dita e tutti i loro poteri svanirono. In un lampo, come se nulla fosse, li trasformò in comuni umani.
"Ops." rise, vedendoli cadere a terra sconfitti.
Ma non era sufficiente. Poteva copiare i poteri di chiunque, le capacità di qualunque cosa e potenziarli dieci volte. Lelq gli si avvicinò alle spalle, cercando di colpirlo con un pugno, ma lui piegò a centoottanta gradi il volto, come un gufo. Sorrideva folle. L'occhio destro, con la runa dei Supremi, la quintessenza maggiore della supremazia, brillava mentre il sinistro, bianco, si andò riempiendo di oscurità, divenendo n breve un buco nero il cui risucchio venne trattenuto solo dal potere del demone.
Alzò una mano e, ghignando, disse: "Non devi pensare ai tuoi amici più forti di te, caro mio. Altrimenti dovrò usare anche i loro poteri! HELL RISING!"
Il terreno sotto il ragazzo eruttò, esplodendo in una colonna di anime di fuoco che si avvolsero intorno a Lelq e lo sollevarono da terra di parecchi metri, ustionandolo. Ma Nero non voleva che lo uccidessero, così fece aumentò i poteri del ragazzo in modo che potesse sopravvivere. La colonna si contorse, con quella potenza avrebbe fatto sembrare gelida una gigante rossa. Poi, con un colpo di frusta, scagliò a terra il giovane, che perse i poteri donati dal Supremo all'impatto, giusto perché soffrisse di più.
"Tu sei stato una vera seccatura, più degli altri! Chi se lo aspettava che tra di voi ci fosse un'anima grande, del resto? Il dodicesimo re del multiverso, iniziamo ad avere troppi di voi! Nessuno si dispiacerà se ti farò fuori, vero?" gridò Nero, allargando le braccia e il sorriso sul suo volto.
Lelq non lo degnò di risposta. Era a pezzi, non riusciva a rialzarsi. Doveva riposare almeno un po', ma non c'era tempo!
Nero si passò la lingue sulle labbra.
"Ma ora basta usare i poteri di deboli esserucoli insignificanti. Ora devo puntare a qualcosa di più alto! Per esempio... ai poteri di Blaso! O omino di mai, come vi è più comodo chiamarlo." disse.
Poteva copiare i poteri di tutti e decuplicarli. Ma a tutto c'era un limite. Il suo corpo venne scosso da un fremito. Poi un altro. Poi un altro ancora. Tutti poterono sentire il potere dell'Omino scorrere nel suo corpo. Ma non si percepì un potenziamento. Questo perché un Supremo era il massimo, qualcosa che niente e nessuno poteva raggiungere. Nemmeno Nero, con i suoi incredibili poteri, poteva superare quel massimo. Potenziare i poteri di un Supremo era come aggiungere qualcosa al tutto onnicomprensivo. Non si poteva, giacché a ciò che ha tutto non si può dare nulla.
Un po' come le carte, che facevano raggiungere il sessanta per cento del potere di un Supremo agli esseri diversi da loro. Il limite massimo per chiunque non fosse loro.
Si voltò. Aveva sentito un picco di energia dietro di sé, come se qualcuno stesse caricando un attacco ad alto potenziale distruttivo. Innalzò preventivamente delle difese che lo avrebbero difeso in caso di bisogno. Non che fosse preoccupato, ma non voleva doversi rigenerare. Non tanto perché costasse fatica. Non poteva provare fatica. Tanto perché era una pratica fastidiosa che gli causava un leggero formicolio dietro l'occhio destro a dir poco insopportabile.
Xoen gli si teletrasportò davanti e i due si afferrarono le spalle a vicenda, fissandosi negli occhi. Nero lo guardava sicuro di sé, sorridendo spavaldo. L'Eon invece digrignava i denti.
"Maledetto! Perché devi voler consquistare tutto? Perché devi volere ucciderci tutti? Dimmi almeno il motivo!" gridò.
Nero non rispose. Si limitò a sorridere e a mormorare una frase.
Xoen restò allibito, perdendo la presa sul nemico che ne approfittò per rompergli le ossa delle spalle e schiacciarlo a terra con un incantesimo di soppressione.
"Come siete patetici! Vi ostinate a voler combattere una battaglia che è persa in partenza. Patetici... davvero patetici."
Una risata lo zittì, lasciandogli in volto un'espressione di stupito disappunto.
Strange si rialzò, spolverandosi il vestito lacerato. La ferita era già guarita e lui sembrava solo più arrabbiato di prima, anche se lo nascondeva dietro ad un sorriso impregnato di cattiveria.
"Solo perché mi hai fermato una volta pensi di essere fuori pericolo? Mi deludi molto, Nero. Come se io avessi usato tutta la mia forza, fin'ora. Sei tu il patetico qui. Ed ora: GUARDA E PIANGI!" gridò, rilasciando la sua essenza al cento per cento.
L'intero pianeta fu avvolto come da una seconda atmosfera azzurrognola, entro la quale era esercitata una pressione immane convogliata tutta sul corpo del Supremo.
Nero lo guardò annoiato.
"Si, si, molto interessante, interessante davvero, ora... se mi permettessi di portare alla tua cortese attenzione un piccolo dettaglio..." disse come se niente fosse.
Senza muovere un muscolo, Nero rilasciò la sua essenza. La rilasciò e Lelq non solo si staccò da Lelc, annullando la trasformazione in Strange, ma perse perfino il potenziamento dato dalla carta dell'Omino. L'essenza di un Supremo.
La più grande, così grande che ogni cosa esistente non era abbastanza grande da contenerla tutta. Un'essenza tale che avrebbe potuto avvolgere tre volte l'intero multiverso, tutte le Realtà unite. Così grande da essere troppo pericolosa per essere tenuta libera. Era quello il motivo per cui esistevano i Supremi. Per contenere un'essenza tanto immensa e illimitata che, se fosse stata libera di esprimersi in tutta la sua imponenza, avrebbe distrutto ogni cosa senza possibilità di scampo.
E Nero ne rlasciò ben poca parte.
Abbracciò qualche galassia, disperdendo quella di Strange Lelq e sopprimendola. Ma non lo uccise. Non gli importava della sua vita. Né di quella degli altri, del resto.
Il Supremo si incamminò verso il relitto della meridiana, dove aprì il passaggio per uscire da quel posto. Ora che era finalmente sé stesso, poteva muoversi liberamente dove voleva, senza limitazioni di sorta. Creare uno squarcio nella Realtà era una cosa che amava fare, visto che provocava sicuri sconvolgimenti naturali.
Xoen ringhiò, poggiando una mano a terra. I potenziamenti di tutti erano scomparsi nel momento in cui Nero aveva dato sfogo ad una piccola frazione del suo potere.
"Cos'hai intenzione di fare? Perché ci lasci in vita?" chiese fissandolo con odio. Si alzò, pur rimanendo instabile sulle gambe. L'essenza del demone pervadeva ancora l'aria, schiacciandoli a terra per impedir loro ogni movimento.
"Molto semplice in effetti: vi terrò in vita fin quando non avrò scatenato una guerra tra Supremi. Immaginate, due di noi hanno già raso al suo l'intera Realtà, e avrebbero distrutto il multiverso se solo il capo non li avesse fermati. Immaginate, ora, senza il capo che ci possa bloccare, cos'accadrà quando si formeranno due schieramenti, totalmente sregolati, senza le stupide regole di trattenimento che ci imponevano di tenere fede ad un limite di potenza del quarantacinque per cento, o le ancor più sciocche leggi di non intervento. Decine di Supremi e Opposti che si danno battaglia, sarà... ESALTANTE! E voi, miei cari, sarete miei ospiti in prima linea a gustare lo spettacolo. Mi occuperò personalmente di far si che i vostri cari, tutti coloro a cui siete affezionati, soffrano come mai essere vivente ha potuto soffrire. Solo così avrò realizzato i miei piani e solo in questo modo mi potrò vendicare di voi e della vostra triste, inutile, infantile resistenza."
"E lo stai facendo..." mormorò Xoen, guardando il terreno.
"Già. Proprio per quello." disse Nero sorridendo.
"Lo stai facendo solo per..." ripeté Xoen, stringendo i pugni. L'essenza del Supremo si increspò, intorno all'Eon di formò una sfera di energia. In mezzo al suo petto baluginò un oggetto luminoso grande quanto un pallone da calcio che palpitava come un cuore. L'essenza dell'Eon, una delle più grandi. Poteva apparire insignificante, ma, di norma, un'essenza simile era sufficiente a stabilire un potere immenso.
"PER DIVERTIMENTO!?" gridò il dio, lanciandosi contro Nero, avvolto dall'energia dorata, vincendo persino la pressione titanica della sua essenza.
"Bah. Incremento di potenza al sessantuno punto dodici per cento." disse seccato il demone, alzando l'indice. La forza che la sua essenza esercitava su Xoen si intensificò di centomila volte, facendogli sprofondare le gambe fino al bacino. Per l'Eon fu come ricevere centinaia di pugni e calci su tutto il corpo, tanto che rimase immobile con un'espressione di stupito dolore, emettendo solo un verso strozzato.
L'energia del ragazzo svanì, lasciandolo in balia di Nero che gli si materializzò di fronte, accovacciato per poterlo vedere in volto. Aveva l'indice sollevato. E sorrideva. Quanto era odioso quel sorriso di espressa superiorità. Quanto feriva sapere che anche colpendolo con tutta la forza di quel mondo, in quel momento non lo si avrebbe scalfito, non gli si avrebbe fatto un graffio.
"Sai, ho poca pazienza. Allora facciamo così: visto che smani tanto di morire, ti accontenterò."
"NO!" gridò Lelq, che intanto si stava cercando di rialzare nonostante fosse schiacciato a terra. La protese non si era riformata e ora aveva un moncherino al posto della mano destra.
"Ricordi le Rovine? I loro raggi erano banali. Permettevano la rigenerazione, se si superava la loro forza. Quello di un Supremo invece è un tantinello più ostico. Vedi, nel momento in cui vieni colpito, solo il potere di un Supremo può curarti. Non c'è rigenerazione che tenga."
E mentre parlava, l'indice si illuminava di luce viola a ripetizione, accendendosi e spegnendosi come una lucina di natale. E ad ogni accensione partiva un sibilo e il corpo di Xoen veniva scosso da un fremito, fino a che l'Eon non fu ridotto ad un colabrodo.
Nero sorrise, tirandogli un paio di schiaffi leggeri, come per tenerlo sveglio, sulla guancia.
"Di te mi occuperò dopo. Ora... Ho altre faccende da risolvere." disse, alzandosi e scrocchiando il collo.
Guardò Lars e Victus che si stavano sorreggendo a vicenda, avvicinandosi. Lars lo colpì. Si aspettava che senza poteri fosse solo un nucleo spento, come ogni demone elementale, invece si trovò di fronte un semplice umano.
Con un sempice gesto del polso, fece crollare dentro il terreno anche lui, spezzandogli involontariamente la spina dorsale e il cranio, causando un'emorragia cerebrale molto grave.
Victus invece fu schiantato lontano contro un muro, distante centinaia di metri, scomparendo alla vista.
Dark si teneva la testa, gridando nella conca ai loro piedi. Il Supremo stava incrementando i suoi poteri, senza però dargli il supporto necessario a tenerli a bada, come invece faceva di solito Nightmare. In questo modo, il ragazzo era come invaso da una serie di pensieri che gli spaccavano la mente, cercando di uscire. Una terribile emicrania lo bloccava totalmente.
Nero sospirò socchiudendo gli occhi. Ad un tratto una mano gli afferrò debolmente la caviglia. Guardò verso il basso.
"Oh, sei ancora vivo? Sorprendente. Beh, del resto sto usando il sessantuno punto dodici per cento del mio potere, è naturale che la morte non sia immediata. Comunque mi sento in dovere di farti le mie congratulazioi. Sei straordinariamente tenace. E con tenace, intendo dire stupido."
Liberò la gamba dalla presa dell'Eon e gli sferrò un calcio sul volto, che lo fece piegare all'indietro. Un sonoro crack accompagnò le ossa spezzate della schiena di Xoen, che restò bloccato in quella innaturale posizione. Ma i suoi poteri gli impedivano di provare troppo dolore. Oltretutto, quella ferita, al contrario delle altre che non potevano guarire, si stava già sistemando da sola.
Il Supremo alzò un braccio e trapassò il petto del ragazzo. Ma non lo spaccò in due, non gli bucò la gabbia toracica per estrarre il cuore. Lo passò da parte a parte come fosse fatto d'aria. Quando estrasse la mano non c'erano ferite. Non uno schizzo di sangue o icore, nulla. Era intatto, certo, senza contare i molteplici fori causati dai raggi con cui lo aveva torturato.
Ma nella mano di Nero ora si trovava la vera causa della paura di Xoen. Sin da quando l'Innominabile, nel suo mondo, gli aveva impartito lezioni importanti per combattere in una possibile guerra coi Supremi, gli aveva spiegato che la cosa peggiore che potesse accadere era vedersi rubata l'essenza.
L'essenza... I Supremi erano gli unici che ne avessero il vero controllo. Gli unici in grado di cambiare la natura delle cose. Il massimo che qualcuno diverso da loro poteva fare con essa era utilizzare la propria per potenziare gli attacchi. Ma loro no, loro potevano fare tutto. Potevano anche estrarla dagli altri, in qualsiasi modo e momento, poteva prenderla, giocarci come con del pongo, trasformare il più potente degli dei in un inerme insignificante sasso delle dimensioni di una mosca.
Avevano queste quattro facoltà fondamentali, quando erano al cento per cento: erano assolutamente immuni ad ogni cosa, e con ogni cosa si intendeva proprio ogni cosa. Erano in grado di distruggere ogni cosa, indipendentemente dalla forza, dalla resistenza, dal potere di quella cosa. Erano in grado di leggere e controllare la mente altrui senza possibilità di scampo. Non esisteva immunità, non esisteva barriera che potesse limitarli. E soprattutto potevano mutare ogni cosa in ogni cosa. Dei era diminutivo per loro. Oltretutto, questa era la punta dell'iceberg. Sapevano fare molto altro, ovviamente, ma con la limitazione del capo, questo era quanto potevano usare senza infrangere regole.
"Ora, sciocchino, sciocchetto, scioccò, ora tu diventerai un essere umano. Ti va?" chiese Nero, iniziando a stringere la sfera grande quanto un pallone tra le mani, facendo cadere frammenti per terra, riducendone le dimensioni, spezzandola e ricomponendola sempre più piccola.
E Xoen gridava, gridava di dolore, sentiva tutto sé stesso mutare, diventare più piccolo più... debole. Finché in mano al Supremo non rimase una specie di pallina da ping pong che si mise a rigirare tra le dita. E allora il non più Eon seppe di poter morire.
   
 
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