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Autore: AlexBoss1997    21/02/2016    1 recensioni
La storia segue le vicende de "La bambina della pioggia e l'uomo di ferro"; indietro nel tempo, 5 fra i giorni più raffigurativi nella vita di Gajill, alle prese con l'accudire la piccola Lluvia, che col tempo crescerà, ma per qualcuno resterà sempre una bambina.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gajil Redfox, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Non serve esser famiglia per esser felici '
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Era passata poco più di una settimana da quando un drago dai modi assai bruschi aveva accolto nella sua casa una bimba dalla dolcezza infinita, le giornate passavano lentamente, Gajill sentiva la mancanza delle sue missioni, non metteva le mani addosso a qualcuno da troppo tempo, oltretutto quel sembrare "Normale" lo rendeva parecchio nervoso; dal canto suo Lluvia si divertiva molto, a una bambina basta poco per essere felice, come delle matite colorate e un foglio, passava le sue giornate a disegnare, a volte con ago e filo cuciva piccoli pupazzetti bianchi, sparpagliandoli per casa, Gajill si chiedeva cosa trovasse in tutto ciò, di quando egli stesso era piccolo aveva pochi ricordi, ma non passava le sue giornate a disegnare, anzi, per quel poco che ricordava andava in giro a cacciare e mangiucchiare grondaie altrui.
"Ahhh, che noia, ma chi me l'ha fatto fare dico io" si chiedeva guardando la piccola china su un foglio; osservandola bene si accorse che il suo bel vestitino blu iniziava a essere sporco, quasi rovinato, guardò i suoi indumenti  ed erano anche messi peggio,  logorati da centinaia di battaglie, ma a lui piacevano così, bastava che fossero puliti.
"Ehi, ragazzina" le urlò lui, ancora non l'aveva mai chiamata per nome, tranne che in un paio di occasioni, ma la piccola non poteva sentirlo "il tuo vestito è sporco, dovresti cambiarti" terminò.
La piccola alzò lo sguardo per poi guardarsi bene i vestiti, effettivamente non erano proprio il massimo della pulizia.
"Ma... Lluvia non ha altri vestitini" disse lei, sottovoce e leggermente imbarazzata; Gajill la osservò con sguardo indagatore.
"Vuoi dirmi che hai solo quello? E nella valigia che porti, pennarelli?" Chiese di getto ironico puntando col dito la valigia blu di Lluvia, non l'aveva mai vista aprirla e si chiedeva cosa contenesse se non vestiti.
"Lluvia ha solo bambole nella sua valigia" rispose lei, mentre giocava con la manica del suo vestito.
Era tentato di controllare, ma non ne poteva più di bambole "Quindi mi stai dicendo che oltre a quello che hai addosso non possiedi altro?" Chiese abbastanza alterato.
"Quando Lluvia venne portata nella casa dei bambini senza genitori aveva solo questo, e nessuno le ha mai comprato nulla" rispose con sguardo basso, dispiaciuta.
Gajill non poté far altro che chiudere gli occhi e appoggiarsi al divano, pensava, non poteva sicuramente lasciarla nuda per lavarle il vestito, e quando capì cosa doveva fare sbiancò, quasi si sentiva di dover piangere, ma non poteva fare altro, si arrese all'evidenza "Forza alzati, andiamo a fare compere".
Giravano per il paese da qualche minuto, e come al solito pioveva ovunque la piccina andasse, Gajill guardava le vetrine dei negozi cercandone uno che non desse troppo nell'occhio, si vergognava abbastanza.
"Signor Gajill, signor Gajill" l'uomo non si accorse che la bambina si era fermata pochi metri prima e osservava una vetrina, questo non lo convinceva molto, ma avvicinandosi ebbe la certezza che quel posto non gli piaceva: In bella mostra c'era un vestito rosa da principessa con lustrini e pizzi dorati, l'esatto contrario di poco appariscente.
"Lluvia può entrare per favore signor Gajill?" chiese lei, giusto quel che temeva lui, il solo pensiero gli fece accapponare la pelle.
"Credo che li in fondo ci sia un negozio più carino" mentiva, non aveva la più pallida idea di cosa ci fosse in fondo a quella via.
"Va bene signor Gajill, Lluvia seguirà lui" rispose triste in volto, voleva davvero tanto entrare, e Gajill se ne accorse.
"E VA BENE! Entreremo qui se ciò ti  fa piacere" disse lui, ancora una volta esasperato.
Appena entrati si sentì quasi svenire: Abiti sbrilluccicosi dovunque, borsette con gattini rosa stampati sopra, gioielli di bigiotteria adatti a una bambina; sicuramente Lluvia, che guardava tutto con occhi luminosi, si trovava nel suo mondo, Gajill era l'esatto contrario, avrebbe comprato tutto solo per uscire al più presto da quell'incubo rosato.
"Buongiorno, posso esserle utile?" Una commessa si avvicinò sorridente al Dragon Slayer, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, una ragazza davvero molto bella e con un sorriso angelico, colpì Gajill, ma non era il suo tipo, lui non aveva un tipo di donna, forse.
"Ehm, la bambina ha bisogno di vestiti, così io..." Dire che era imbarazzato é dire poco, era stravolto e la ragazza se ne accorse al volo.
"Capisco, non si preoccupi, penserò io alla piccola, lei si sieda pure" sorrise la bionda facendo accomodare l'uomo su una poltroncina proprio davanti a un camerino.
Lui era attento, scrutava ogni spostamento della bambina che felice come fosse in un negozio di caramelle si muoveva di qua e di la, fin quando, insieme alla commessa, non entrò nel camerino con una montagna di vestititi; dopo pochi minuti uscì con addosso un vestito rosa, che strano, con un'ampia gonna e pallini luccicanti che scendevano, il classico vestito da principessa delle favole.
"Questo potrebbe essere perfetto per quando la porta da qualche parte" disse la ragazza sorridente, così come la bambina poco sotto di lei.
"Sisi, va bene, lo prendiamo" disse frettolosamente, si stava annoiando a morte e stare in quel luogo gli dava ansia, ma per sua sfortuna era solo l'inizio, le due continuarono a entrare e uscire dal camerino mostrando di volta in volta qualcosa di nuovo, un abitino blu, dei pantaloncini rossicci, collanine e chi più ne ha più ne metta, Gajill non ne poteva davvero più, avrebbe preferito combattere contro il suo stesso Master in uno scontro all'ultimo sangue.
Dopo circa un'ora passata nella più totale agonia finalmente terminarono, a Gajill non importava di quello che avesse preso, gli bastava pagare e scappare da quel luogo maledetto.
"E con questo sono esattamente... Uhm, 70 000 jewels" disse la commessa premendo alcuni tasti su una calcolatrice.
"Set... Settanta... Mila... Jewels? È più... Più del mio appartamento" sbiancò, per la seconda volta in un giorno, la cifra era enorme, ma solo a quel punto si rese conto della montagna di cose che aveva comprato; pagò, molto lentamente, i soldi non gli mancavano, non erano un problema, ma il senso di malessere non poteva mancare.
"Sa, lei è davvero un ottimo padre, la sua compagna deve essere davvero fortunata ad avere accanto un uomo come lei" sorrise, un po maliziosa, forse ci stava provando col drago, che ora era arrivato al limite dell'imbarazzo.
"Ehm, in verità io... Io non sono il padre, sono..." Non lo sapeva però, cos'era lui per quella bambina? Un tutore, oppure era davvero un padre, un nuovo papà.
"Gajill è il fratellone di Lluvia" la piccola comparì da sotto il bancone, dovette saltellare per rendersi visibile.
"Oh, mi scusi tanto, ero davvero convinta lei fosse il padre... Ma quindi siete fratello e sorella, che carini!" Disse entusiasta la donna con un paio di occhi a cuore verso il drago che preferì fuggire via di fretta e furia anziché sottostare ancora alle avance della bionda.
Appena lontani dal negozio, fuori dalla quale sentirono in lontananza la voce della commessa urlare "Tornate quando volete" Lluvia iniziò a parlare.
"Lluvia ringrazia molto il signor Gajill" disse la piccola guardando l'uomo sommerso da buste. 
"Sisi non c'è bisogno" rispose lui, freddo come suo solito; Lluvia abbassò lo sguardo, però poi riprese a sorridere "Lluvia crede che la ragazza del negozio sia molto bella, e Lluvia crede il signor Gajill piaccia a lei".
"Beh, non era il mio tipo, a me piacciono più... Più basse" rispose pensando, per poi rinsavire "Ma ehi, chi ti ha insegnato queste cose?" Chiese infine.
"Lluvia è piccola, ma Lluvia non è stupida" fece un sorriso e si mise a correre allegra.
"Ehiii, piccola peste spendacciona, torna qui" prese a correrle dietro, involontariamente sorrise, quella bambina stava iniziando a piacerle per davvero, e anche se era qualcosa di nuovo e strano per lui non gli dispiaceva.


Angolo dell'autore:
Ecco il secondo capitolo, alla fine non é venuto troppo corto, meglio così. Non potete immaginare che fatica cercare di mettere Gajill in un contesto del genere senza uccidere il suo reale personaggio, infatti temo che sia  OCC, ma spero di sbagliarmi.
Con questo vi dico che il prossimo capitolo dovrebbe arrivare domani, se non colto da follia suicida inizi a scriverla stanotte solo per il gusto di farmi del male, in ogni caso mi scuso per il personaggio di Gajill che non rende veramente, ma ripeto che il contesto dove l'ho posto non è propriamente adatto, in ogni caso cercherò di migliorare il personaggio, alla prossima.
  
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