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Autore: Smora    21/02/2016    3 recensioni
Una storia come ce ne sono tante, dove nonostante tutto le due anime si incontrano, dando vita ad un universo diverso ma sempre uguale.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La luce della sera entrava dalla grande porta a vetri che dava sul terrazzo, accompagnata dal profumo dei cespugli di gelsomino che si trovavano nel giardino prensile immediatamente sottostante. Non aveva acceso le luci Bulma, ma camminava nella penombra, tentando di mettere ordine nei propri pensieri.

Era stata accompagnata nella sua stanza come di consueto dalle solite due guardie che la scortavano le rare volte che usciva dalla camera. Guerrieri Vroki, estremamente fedeli anche se non di immensa forza fisica, ll cui maggior pregio per il ruolo che gli era stato affibbiato era la loro totale mancanza di sessualità. Si riproducevano incubando le loro stesse uova, senza bisogno di un qualunque partner.

Liberatasi dalle guardie aveva cacciato con poca grazia anche le schiave che erano giunte per aiutarla a svestirsi. Aveva camminato leggera fino al terrazzo, aveva inspirato l'aria fresca ricca di profumi e aveva ammirato lo splendido paesaggio lasciandosi sfuggire un sospiro. Ma la sera con le sue promesse la distraeva troppo e allora era rientrata. Doveva schiarirsi la testa. Aveva bisogno di rimanere sola. Aveva bisogno di pensare. Aveva bisogno di...

-E così è qui che ti eri nascosta!?

La voce proveniva proprio dalla terrazza che si trovava alcuni metri sopra al giardino. Dietro alle tende pesanti un'ombra si era nascosta. Un'ombra che conosceva bene, con la chioma appuntita e la figura massiccia. Ma anche se non si fosse girata avrebbe potuto scommettere sull'identità di quell'uomo, poiché anche la sua voce le era ben nota.

Vegeta era lì, proprio di fronte a lei.

Non aveva il coraggio di parlare. Non sapeva cosa aspettarsi da lui. Così attese trepidante le parole che sarebbero uscite dalla sua bocca.

-Ti avevo mal giudicato, invece sei solo una puttana.

Il disprezzo con cui pronunciò queste parole era giunto dritto al cuore della ragazza, che per il colpo subito era rimasta ancora in silenzio.

-Avresti potuto avvisarmi con quel tuo maledetto ologramma che ti avrebbero portata qui. Che saresti diventata la sgualdrina prediletta di Cooler. Mi hai fatto perdere un mucchio di tempo per cercarti.

Se con la prima frase aveva accusato il colpo con la seconda si era un poco riscossa. Lui l'aveva cercata, anche se non per i motivi su cui lei aveva sperato.

-Non sapevo dove mi avrebbero portata. - Rispose in un sussurro.

Sola e sperduta nella galassia, lontana dal suo pianeta e dalla sua gente Bulma aveva fantasticato su Vegeta a lungo. Era bello, quello era innegabile. L'aveva visto con il torso nudo e il corpo sudato durante i suoi estenuanti allenamenti nel trainig gravitazionale ed era rimasta folgorata. Custodiva ancora in un angolo del cervello la visione di lui nudo, quando l'aveva ospitata nella sua stanza. Ad accrescere il sentimento romantico nei confronti del sayan c'era stata la sua aura da bello e maledetto, un richiamo che non poteva essere ignorato per una che come Bulma aveva sempre avuto un debole per i bad boys. C'era inoltre la faccenda delle sue nobili origini che lo avevano promosso al rango di principe azzurro. Nelle sua piccola fantasia lui era colui che l'avrebbe tratta in salvo dai demoni del freddo, per poi sposarla e vivere per sempre felici e contenti. Questa fantasia si era alimentata delle disperazione della ragazza, che si era vista portare via il futuro e la possibilità di costruirsi una famiglia. La distanza inoltre dall'uomo in carne ed ossa aveva contribuito a ricreare di lui un'immagine più dolce e romanzata. Una fantasia evanescente in cui lo spietato guerriero avrebbe ceduto al suo fascino, amandola come meritava.

Rifugiarsi nei sogni ormai però non aveva più scopo, perchè nemmeno quelli erano rimasti. Esisteva solo l'incubo della realtà. Vegeta non era il principe delle favole e veloce l'aveva presa per il collo sollevandola di qualche centimetro, rendendole difficile anche solo catturare l'aria in gola.

-Dovrei ucciderti per tutto il tempo che mi hai fatto perdere. E se ci trovassimo in un altro luogo probabilmente l'avrei già fatto.

Prese poi un pezzo della stoffa del reggiseno strappandoglielo di dosso, esponendo al vento il florido seno.

-Sei solo un'inutile stupida bambola e ti conviene trovare un sistema per farmi continuare l'allenamento o intendo mantenere la minaccia che ti feci alla base di Freezer.

E detto questo la scaraventò a terra.

Bulma portò incredula un braccio al seno, nel vano tentativo di coprirlo. Vide gli occhi neri di Vegeta scrutarla a fondo, e poi solo la sua schiena che con passi sicuri si allontanava verso la terrazza.

Qualcosa scattò nel cervello della giovane. Mai era stata apostrofata come stupida.

Poteva essere considerata una sgualdrina, potevano calpestare tutti i suoi sogni, ma se c'era qualcosa di cui era certa era la sua intelligenza, e quella non avrebbero mai potuto portargliela via.

-Vuoi violentarmi?!- Disse in un sussurro, mentre puntava gli occhi bagnati di lacrime sulla schiena del sayan.

Vegeta si fermò, ma senza rivolgere il proprio sguardo alla ragazza.

-Avanti fallo!!Cosa aspetti?!- E la sua voce era ferma e risoluta.

-Almeno tornerei ad essere riconosciuta come essere vivente. Alla base di Freezer ero una schiava ma almeno avevo la possibilità di lavorare e dimostrare chi ero. Qui invece sono esattamente quello che hai detto, una stupida bambola. Cooler mi tratta come un oggetto. Mi agghinda con gioielli ed abiti costosi, mi esibisce come se fossi un trofeo, si prende cura della mia bellezza e non mi fa mancare niente, ma sono solo un pezzo della sua collezione di particolarità blu?!

L'uomo finalmente voltò le spalle per guardarla dritta negli occhi.

-Che intendi dire?

-Non hai visto il colore dei tendaggi e dei tappeti? O il colore delle gemme sul suo trono? O ancora il colore della pelle del suo primo ufficiale?

Solo ora a Vegeta tornarono in mente le diverse sfumature delle pompose decorazioni della base. Tutto era nei toni del blu, dall'acquamarina al blu elettrico, dal celeste al cobalto. Un altro pensiero inoltre si fece strada nella mente del guerriero; durante tutti i suoi viaggi e le sue campagne di conquista, mai aveva scorto una donna con i suoi colori. Non con i capelli dello stesso splendido colore dei suoi occhi e che armonizzavano alla perfezione con la sua pelle d'avorio.

-Vuoi dire che ti ha voluta qui solamente per il colore dei tuoi capelli?

Bulma annuì. E ancora a terra, incurante di aver il petto semi esposto alla vista dell'uomo continuò.

-Cooler è un pazzo. Dopo il mio arrivo, i primi mesi sul pianeta li ho trascorsi sotto una gigantesca campana di vetro, in maniera che lui potesse venirmi a vedere ogni qualvolta lo desiderasse. Davanti a tutti mangiavo, dormivo e mi lavavo. Ero come una bestia allo zoo. Venivo spogliata e obbligata nuda sopra un letto dove lui poteva contemplarmi per delle ore. A volte dovo ancora sdraiarmi ai suoi piedi mentre lui mi accarezza come fossi un gatto.

Siccome urlavo troppo mi è stato messo un collare ad energia che mi dava la scossa ogni volta che tentavo di emettere un suono o di ribellarmi. Solo di recente mi è stato tolto e sono stata riportata in questa stanza, dove lui può venire a visitarmi in ogni momento. Probabilmente si sta stufando di me, e allora tra poco verrò relegata in cantina o in una soffitta, come un vecchio paio di scarpe, a morire di fame, perchè gli oggetti non hanno bisogno di cibo o acqua. Ecco cosa valgo qui. Quindi se vuoi abusare di me fallo!!...almeno saprò di essere ancora una donna!!

Vegeta rimase colpito da quelle parole, pur senza darlo a vedere. A stupirlo non era stato il racconto delle vicissitudini della ragazza, infatti negli anni aveva visto compiere da Freezer e dai suoi scagnozzi atrocità molto peggiori. Lui stesso aveva fatto di molto peggio. Aveva violentato figlie davanti agli occhi delle proprie madri, e sfregiato donne solamente per non essere state in grado di soddisfarlo. A volte aveva ucciso per evitare che il suo seme si diffondesse e attecchisse in un grembo inadatto a portare il suo erede, altre volte solo per il gusto di farlo. No, non era stato il suo discorso a stupirlo, ma la differenza tra la ragazza che aveva incontrato alla base di Freezer e la donna che ora aveva davanti. Non stava bluffando, non aveva più paura, perchè non aveva più niente da perdere, le era stato rubato tutto, compresa la sua identità di scienziata e di donna, e sapeva che qualunque minaccia, anche quella di terminare con un colpo la sua vita, non l'avrebbe convinta a continuare il suo lavoro, anzi probabilmente avrebbe accolto la morte con goia.

Avevano qualcosa in comune ora. Entrambi erano disperati e avevano come unico loro possedimento l'aria che inspiravano ed espiravano dai polmoni, e terminata quella di loro non sarebbe rimasto più nulla.

Vegeta si avvicinò nuovamente alla donna e abbassandosi al suo livello le prese il mento tra le dita. Guardò nel profondo dei suoi occhi, immergendosi in quell'oceano senza prender fiato.

-Ti propongo un patto. Aiutami e farò in modo che tu sia libera di tornare sulla Terra.

 

  
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