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Autore: Crazy_YDA    23/02/2016    5 recensioni
Jorge Blanco è il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi, con i quali cerca la felicità ormai persa da tempo, senza rendersi conto delle possibilità di gioia che la vita gli offre.
Martina Stoessel è la ragazza misteriosa e frizzante che ha deciso di mettere le cose in chiaro nella sua vita, senza accettare distrazioni per evitare tutto ciò che possa assomigliare al dolore.
Ma cosa succede quando Martina salva il ragazzo dalle perfide acque marine?
Due animi completamente differenti uniti da un legame indissolubile, che li porterà a compiere pazzie mai sfiorate col pensiero prima d'ora. Ma davvero quanto può resistere la forza dell'amore dinanzi alle difficoltà?
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francesca, Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Martina sgranò gli occhi esterrefatta: se quello era uno scherzo non era per niente divertente. Certe volte il destino sembra beffarsi di te e la Stoessel ne era la prova, immobile, intrappolata in un'ingannevole realtà.
Jorge scoppiò a ridere, ritrovatosi improvvisamente in quella buffa situazione, ricevendo così di rimando un'occhiataccia dalla Stoessel.
"Ehi, senti, facciamo una cosa: ci dimentichiamo di quell'episodio e ripartiamo da zero" Propose il ragazzo dai brillanti occhi verdi, avvicinandosi a Martina che lo scrutò attentamente come per captare ogni sua singola azione.
"Mmh, non so... Mi paghi la lavenderia?" Incrociò le braccia sotto al seno, leggermente irritata al ricordo dei suoi cari vestiti ormai rovinati, evidenziandolo, movimento che non sfuggì allo sguardo furbo di Jorge. Rise.
"Sì, se ci tieni così tanto! Ma adesso andiamo señorita?" Chiese, protendendo il suo palmo destro, che non venne spudoratamente accettato. Martina lo superò, dandogli una pacca sulla spalla ironicamente.
"Su, muoviti, altrimenti il concerto inizia" Jorge scuoté il capo sorridendo. Ma che ragazza stramba. Si voltò e affiancandola, s'incamminarono verso l'entrata.
"Vorrei ringraziarti per avermi salvato, io davvero..." La Stoessel lo costrinse a fermarsi alzando la mano sinistra.
"Non c'è bisogno, okay? È tutto apposto, lo avrebbe fatto chiunque fosse stato al mio posto" Le costò un po' dirgli quelle parole, ma in fin dei conti era stato davvero gentile a ringraziarla per la centesima volta. Jorge sorrise, porgendole la mano.
"Io sono Jorge" Si presentò.
"Io Martina, ma gli amici mi chiamano Tini" E questa volta gliela strinse, ricambiando il sorriso.
Ed eccolo, è proprio lì, il segno che da adesso sarebbe tutto cambiato, come un uragano che stravolge un paese, così l'amore li avrebbe mutati.

"Sai, forse ti ho giudicato male" Urlò Tini in una scatenata folla e la musica a palla. Jorge nascose un sorriso.
"Cosa?!" Finse di non capire, muovendosi a ritmo della canzone che fuoriusciva dalle casse, così potente, energia intensa che ti caricava al cento per cento.
"Ho detto che... che ti avevo giudicato male" Un secondo colpo al suo orgoglio, ormai a terra sul ring.
Nello stesso istante il cantante annunciò che sarebbe partito un lento e le coppiette si affrettarono ad avvicinarsi e prendere posizione. Jorge tese nuovamente il palmo alla ragazza dagli occhi color nocciola, dopo essersi principescamente chinato e quest'ultima, ridendo, non poté fare a meno di accettare. I loro petti si scontrarono mentre elegantemente rispettavano i passi.
"Mi fa piacere che tu abbia cambiato idea su di me" Sussurrò al suo orecchio, sfiorandolo. Una scossa all'interno.
"Beh, sai, di solito le persone si scusano quando combinano guai agli altri, non ci ridono su" Sentenziò. Jorge sorrise divertito.
"In che mondo vivi? I ragazzi d'oggi dopo qualche guaio non ti guardano neanche in faccia ed io ho chiesto scusa e ti ho guardato... Lasciamo stare che quel che guardavo non era bello, ma l'ho fatto" Scherzò, ricevendo un pugno sulla spalla da parte di lei. Rise, senza alcun dolore.
"Blanco, ti decapito" Sussurrò con voce sensuale all'orecchio dell'interlocutore, avvicinandosi leggermente di più e ciò lo fece sghignazzare.
"Non lo faresti mai Stoessel" Usò lo stesso tono della ragazza e con un gesto repentino le fece fare una girovolta e alla fine di questa la strinse tra le sue braccia, intrappolandola. Martina restò confusa da quel gesto avvenuto così velocemente, ma avvampò notando la loro vicinanza. Jorge allargò la presa sorridendo soddisfatto dell'effetto ottenuto, permettendole di stabilire maggiore distanza tra loro due.
"Non fare questi giochini con me" Sussurrò al suo orecchio. Blanco sorrise furbo.
"Non sto facendo niente señorita" Si difese, suonando leggermente offeso. Martina scuoté il capo: era incorreggibile.
"Lasciamo perdere... Voi ragazzi siete così stupidi" Affermò, sospirando, con superiorità.
"Aha... È meglio truccarsi, no? Guarda il mio smalto che figo, fluo! E queste scarpe? Sono stupende, ma fanno maledettamente male. E il vestito? Così stretto, una tortura, ma tutto per quel ragazzo!" Disse con voce sottile imitando il gentil sesso. Martina gli risolve uno sguardo di fuoco, pronta a contrabattere.
"Ah, beh e voi? Ve la spassate, ma non prendete mai una decisione seria, però basterebbe una ragazza con le palle per farvi diventare il suo schiavetto. Siamo una fottuta tentazione per voi" Il suo tono così terribilmente roco gli tagliò il fiato e quando lei si allontanò dal suo orecchio e si avvicinò al suo viso, il suo sguardo cadde istintivamente su quelle rosse e tentatrici labbra. Era un piccolo diavolo trasvetito da un innocuo angelo che gli si era avvicinato e lui stupido ed ingenuo era caduto nella trappola dell'amore.
La canzone terminò e i due si divisero, sorridendo di nascosto, mentre qualcosa iniziò a maturare nei giovani cuori di entrambi.

Una goccia scivolò d'un tratto sulla guancia della Stoessel e prima che i due adolescenti potessero rendersene conto, una tempesta si scatenò reducendoli a un paio di cenci. Corsero, Jorge tirandola per la mano; per fortuna casa sua distava poco, anche se ormai erano bagnati fradici.
"Jorge vai più piano, ho i tacchi!" Protestò la Stoessel, non cadendo per un pelo in una pozzanghera.
Blanco si fermò di botto -di conseguenza anche la ragazza- e con uno sguardo stufo la prese in braccio come una principessa, borbottando: "Perché hai indossato i tacchi?! Mica dovevamo andare ad una sfilata!" Martina avvolse le sue braccia intorno al collo di lui, per sostenersi e poi poggiarci il capo.
"Mh, corri e zittisciti Blanco" Sospirò ed eseguì gli ordini.
La Stoessel notò che nonostante la pioggia li avesse completamente bagnati quel ragazzo era così caldo ed era piacevolissimo scontrare la propria pella con la sua siccome era diventata un ghiacciolo. Chiuse gli occhi mentre numerose gocce continuavano ad accarezzarla, ma il calore e la sicurezza che emanava il corpo del ragazzo la spinse ad ignorarle.
"Siamo arrivati" Con delicatezza Jorge la posò a terra e Martina ci mise dei secondi a razionare tutto e lasciare libero il collo del ragazzo; quando ciò accadde Jorge cacciò dalla tasca dei pantaloni delle chiavi e dopo averle inserite, spinse, spalancando la porta. Invitò con un cenno del capo alla ragazza di entrare, la quale non se lo fece ripetere due volte e fu seguita dal padrone di casa, il quale chiuse successivamente la porta dietro di sé.
"Vieni" Era sicuro che fossero soli per i semplici motivi che la signora Blanco era a lavoro e la piccola peste era a prendere lezioni di italiano extrascolastici: adorava la lingua.
La portò in camera sua e la fece aspettare seduta sul suo letto, mentre lui si diresse in bagno, ancora gocciolante.
Martina si guardò intorno: era una bella ed accogliente stanza di color blu notte, infatti sul soffitto vi erano dipinte delle stelle che sembravano create dalle magiche mani di un vero artista e sulla parete sinistra una famigliola messa di spalle composta da un bambino di circa undici anni, una bambina di circa due anni, una presunta madre e un presunto padre piuttosto rovinato, ma non dal tempo, come se si fosse voluto eliminarlo da quell'immagine e parve così strano alla ragazza. Vi erano inoltre un armadio di fronte e un paio di cassetti ai due lati del letto completamente bianchi, uno specchio su una porta dell'armadio e una finestra di medie dimensioni sulla destra.
Quando vide il suo riflesso sullo specchio si rese conto di essere completamente un disastro con il trucco colato, i capelli -precedentemente resi ondulati- bagnati e bagnata fracida dalla testa ai piedi. Cercò di sistermarsi alla bell'e meglio i capelli, quando improvvisamente entrò in stanza Jorge con il necessario. Martina non poté fare a meno di notare che la canottiera gli si era appiccicata sul petto delineando i suoi pettorali.
"Ehi sciocca, sono completamente bagnati è inutile... Tieni" Disse e le porse un asciugamano, un paio di pantaloni neri elasticizzati e una maglietta rosa chiaro con delle taglie in più rispetto alla sua. Martina afferrò l'occorente.
"Se mi dici il tuo numero di scarpe magari può combaciare con quello di mia madre e posso trovarti qualcosa... Nel frattempo puoi cambiarti nel bagno che è in fondo al corridoio ed usare il phon che ho posato sul mobile. Tutto chiaro?" Chiese, per avere certezze da parte della Stoessel che sembrava abbastanza confusa, ma in realtà il motivo era un altro: quel ragazzo aveva così cura di lei nonostante non la conoscesse neanche. Annuì, per poi aprire la bocca.
"Perché fai tutto questo per me?" Si alzò dal letto, ponendosi di fronte a lui e guardandolo negli occhi profondamente.
"È il minimo per quello che tu hai fatto per me" Sorrise leggermente, imbarazzato. Sul volto di Martina si spaziò un luminoso sorriso. Era un tenerone. Si sporse verso il ragazzo baciandogli la gote destra.
"38" Lo informò, per poi dirigersi verso il bagno.
Jorge si sfiorò la guancia, per poi ridere scuotendo la testa: qualcuno più strano di lei non l'avrebbe mai trovato. In fine chiuse la porta, decidendo di cambiarsi anche lui.

Quando Martina aprì la porta del bagno completamente asciutta, con vestiti non di sua appartenenza, struccata e con i capelli abbastanza ondulati, si ritrovò davanto un paio di scarpette di ginnastica completamente bianche del suo numero. Sorrise e le indossò, sentendosi trattata quasi come una principessa. Dopo di che s'incamminò verso la stanza del ragazzo, la quale era chiusa e ciò la spinse a bussare.
"Avanti" Eseguì l'esortazione e restò spiazzata guardandolo in un paio di bermuda neri e una canottiera bianca, mentre i capelli ancora bagnati gli davano l'aria da ragazzo figo e ribelle. Ma Jorge non fu da meno, nonostante quei vestiti provenissero da un vecchio guardaroba della madre, le calzavano a pennello, rendendola semplicemente bellissima ed attraente.
"Dove posso poggiare il vestito e le scarpe?" Domandò la Stoessel, sostenendoli tra le mani. Jorge scattò, cacciando da un cassetto una busta colorata e gliela porse gentilmente. Martina l'afferrò sistemandovi ordinatamente l'abito, le scarpe e la borsa, tenendo con sé però il cellulare.
"Mi dispiace per quest'incoveniente, non sarà stata sicuramente una delle migliori uscite che hai avuto. La prossima volta m'informerò sul meteo" Promise con una mano sul cuore, ridendo e contagiando anche lei. E mentre ridacchiarono si guardarono negli occhi l'uno dell'altro, vedendo brillare in essi una luce diversa, ancora troppo indefinibile allora, ma che presto sarebbe diventata un chiaro e visibile segno del loro amore.

Martina accese la luce nel soggiorno, posando le chiavi di casa sul comodino. Diede un'occhiata fugace all'orologio appeso al muro in stile inglese che segnava le sette in punto, sospirò stanca e si diresse verso la sua camera. Camminando rividde nella mente i meravigliosi momenti di quella giornata passata completamente con uno sconosciuto che era stato così gentile e dolce ad accudirla e a farla sentire a casa. Ed inoltre non poteva negare che fosse davvero affascinante come pochi. Quando entrò nella sua stanza, dopo aver accesso la lampada, notò una figura irriconoscibile da lontano sul suo comodino. Si avvicinò curiosa, non sfiorando il pensiero di alcun pericolo, e rimanere successivamente invece con un gruppo in gola non per la paura, ma per una sofferenza mai superata, come una cicatrice, visibile, per sempre.
Strinse fra le mani quella foto, quasi strappandola, adesso certa che non avrebbe mai potuto ignorare il suo passato.

*Angolo autrice*
Ueeee, come va? Spero bene. In questo capitolo vediamo un po' di misteri: perché sulla parte della camera di Jorge una figura maschile è stata rovinata e mai ridipinta? Cosa raffigura quella foto e cosa turba davvero Martina? Eheheheh, oltre questo so che mi amate per le miriadi di scene jortini in questo capitolo (li amo troppo anch'io, mi esce spontaneo scriverle) e mi aspetto perciò i vostri scleri nelle recensioni e il vostro perdono per l'immenso ritardo, AHAHAH. Grazie a tutti quelli che seguono la mia storia, besos, vi amo💕
-Crazy_YDA

  
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