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Autore: maevesplace    23/02/2016    3 recensioni
Derek Hale era un ragazzo arrogante, misantropo e perennemente infuriato con il mondo. Ma allora cosa ci faceva fuori da un negozio di abiti da sposa?
[STEREK] [AU: tutti umani]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Buonasera, signori, cosa volete ordinare? - chiese il cameriere.
- La testa di mia cognata al forno con patate e un’insalata per contorno, si può? - rispose Laura ridacchiando.
- Molto simpatica, davvero - replicò Kate fulminandola con un’occhiata - io prendo il branzino - disse poi, restituendo il menù al cameriere.
- Vi prego, aspettiamo almeno il dolce prima di ringhiarci contro - disse Peter bonario - per me il salmone, Laura? -
- Anche io prendo il salmone - rispose la ragazza.
- Io prendo la sogliola - disse Derek, liberando il primo bottone della camicia dall’asola.

Erano in quel ristorante da soli cinque minuti e Kate e Laura non avevano fatto altro che guardarsi come due lupi prima di sbranarsi a vicenda. Peter aveva completamente ignorato la sua fidanzata e si era seduto accanto alla nipote, osservando il litigio e ridacchiando a qualche battuta pungente di Laura.

La cena trascorse molto lentamente, ma fu alla fine che Derek temette di vedere Kate esplodere letteralmente.

- Allora dimmi, Derek - disse inaspettatamente Peter - che fine ha fatto quell’adorabile ragazzo che ci hai presentato qualche mese fa? -
- Ah, giusto! Come sta Stiles? - rincarò la dose Laura.
- Non è il momento di parlarne - rispose Derek, incupendosi.
- Peccato, perché mi sembrava di averlo visto oggi pomeriggio - 
- Oggi? Dove? - chiese Derek, scattando quasi sull’attenti.

Al che Kate lo guardò indignata e, gettando con un gesto scocciato il tovagliolo sul tavolo, si alzò per dirigersi verso l’uscita.

- No, Kate, aspetta! - la chiamò Derek, ma con poco entusiasmo.
- Lasciala perdere, Der - disse Laura sbuffando.
- Non potevate almeno fingere di essere gentili? -
- Tu stai chiedendo a noi di essere gentili? Derek ti rendi conto di quello che sta facendo quella donna? Lei non ti ama nemmeno un po’ ed è chiaro come il sole che nemmeno tu la ami. Quindi spiegami per quale assurdo motivo la vuoi sposare -
- Perché è incinta - disse Derek, facendo ammutolire entrambi - Non posso lasciare che quel bambino cresca senza un padre, non sarebbe giusto -
- E ti sembra giusto che cresca in un ambiente familiare nel quale i suoi genitori non si amano nemmeno quel tanto che basta da sorridersi una volta ogni tanto? - lo rimproverò Laura dopo essersi ripresa dallo shock - Come puoi pensare che possa crescere felicemente se nessuno di voi due gli potrà insegnare cosa vuol dire? Derek, non puoi sposarla solo perché non vuoi che il bambino viva con i genitori separati, non è giusto -
- Laura non potrei sopportare di vedere mio figlio continuamente sballottato da una casa all’altra per tre giorni alla settimana. Non importa quale prezzo dovrò pagare -
- Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Passerai la vita con una donna che non ami e che non metterà mai la tua felicità davanti alla sua! Se non sei felice tu, come speri potrà esserlo tuo figlio, dato che sarai il suo esempio? - lo rimproverò Peter.
- Ero felice con lei, forse potrei esserlo di nuovo e poi è mio figlio, è mio dovere -
- Non ci credi nemmeno tu - disse Laura con una nota triste nella voce - Anni fa lei c’era per te, questo è vero, ma quanto è durata? Un paio di mesi? Poi hai visto com’era veramente e non hai fatto niente, Derek. L’unica persona che è riuscita a farti capire quanto stessi male per colpa sua è stato Stiles -
- Lo so, Laura, ma Stiles non c’è ora -
- Lo hai lasciato non appena hai saputo del bambino, non è vero? -
- No, non è così. Stiles si è reso conto della situazione e ha preferito andarsene per non mettermi davanti alla decisione di scegliere tra lui o mio figlio -
- Spero che tu stia scherzando - disse Peter indignato.
- E’ così, mi ha detto che non voleva che fosse costretto a crescere con dei genitori separati a causa sua. Io avevo bisogno di lui, ma Kate aveva bisogno di me, perciò ha scelto al posto mio - concluse Derek, prendendosi il volto fra le mani.
- Questa è la cosa più stupida che abbia mai sentito. Non puoi avergli permesso di scegliere al posto tuo, non quando c’è di mezzo la vostra felicità -
- Laura ha ragione, Derek. Non puoi lasciare che esca dalla tua vita senza lottare, non per colpa di Kate - disse Peter posandogli una mano sulla spalla.
- Vi state dimenticando due cose: il matrimonio è domani e Kate aspetta un bambino, mio figlio - continuò Derek, sempre più demoralizzato.
- Senti, fratellino, questo è uno di quei momenti in cui devi scegliere e la decisione che prenderai cambierà tutto. Quindi tira fuori gli attributi e scegli se stare con Kate o con Stiles: non puoi continuare a deprimerti perché non hai lottato per quello che volevi quando ne hai avuto la possibilità - esclamò Laura guardandolo negli occhi con risolutezza.
- Sei un Hale, dopotutto - la appoggiò Peter - e come tale devi prendere in mano la tua vita e andare avanti, in qualunque direzione sceglierai, ma ricorda che una volta presa non potrai cambiare idea -
- Io...credo di aver bisogno di tempo - rispose Derek alzandosi e, dopo averli salutati frettolosamente con un cenno della mano, si voltò per uscire dal ristorante.
- Lo sai che prenderà la decisione giusta - disse Peter, mentre chiamava il cameriere per farsi portare il conto.
- Lo so, ma a volte è così cieco da non vedere la realtà quando ce l’ha davanti - rispose Laura continuando a guardare la porta del locale, come se suo fratello potesse rientrare da un momento all’altro, colto da un’improvvisa epifania.
- Parli di Stiles? - le chiese lo zio.
- Già. Hai visto come ha reagito quando lo hai nominato? Aveva gli occhi che brillavano. Dimmi quello che vuoi, ma è evidente che è innamorato perso di quel ragazzino chiacchierone -
- Non so, magari sta solo attraversando una fase...anche a me è successo -
- Ma davvero? - chiese Laura incuriosita.
- Sì, mia cara, e non è ancora finita - disse Peter ridacchiando.

La risata fragorosa di Laura riempì la sala, facendo voltare alcuni commensali curiosi, i quali si chiesero chi fosse tanto maleducato da comportarsi così in un luogo pubblico.

- Ci farai cacciare lo sai? - la rimproverò scherzosamente Peter.
- Come se fosse la prima volta, signor Conosco-tutti-al-commissariato - 
- Beh, le mie gesta sono conosciute in ogni centrale di polizia di New York, dovresti essere fiera di tuo zio. E ora andiamo, prima che il cameriere mi lasci il suo numero per la terza volta stasera -

 

***

- Lydia, io capisco che tu non voglia rivelare le fonti delle tue informazioni, ma devo dirti che trovo un tantino inquietante che tu sappia dove abita Dave - disse Scott con un accenno di nervosismo nella voce, mentre scendeva dall’auto dell’amica.
- Zitto, McCall - replicò la ragazza, ignorando completamente il commento precedente.

Era ormai il giorno delle nozze e i due ragazzi avevano deciso di fare luce su chi fosse davvero il padre del bambino di Kate Argent, per questo motivo avevano preso la macchina di Lydia e si erano diretti di buon’ora verso la periferia di Beacon Hills, dove abitava Dave. Stiles non sapeva nulla del loro piano e Lydia sapeva che era meglio così: se il bambino era davvero di Derek lo avrebbe soltanto ferito di più.

Trovandosi di fronte al cancello di ferro battuto del palazzo di Dave, si resero conto che quasi certamente non sarebbero stati i benvenuti, ma naturalmente Lydia Martin aveva un piano.

- Ora ascoltami bene, Scott, qui entri in gioco tu: dovrai suonare il campanello e, quando Dave risponderà al citofono, dirai che sei il postino e che hai un pacco urgente da recapitare -
- Cosa? Ma sei impazzita? Non mi crederà mai! E poi lui riconosce perfettamente la mia voce -
- Beh, puoi imitare un accento messicano, no? Vedrai che non si accorgerà di nulla -
- Io ne dubito...-
- Fai quello che ti dico e fidati -
- D’accordo, d’accordo...- rispose Scott e si avvicinò al citofono. Dopo aver suonato il campanello con la targhetta “McAdams”, attese. Dopo qualche secondo la voce di Dave risuonò attraverso il piccolo altoparlante.
- Chi è? -
- Ehm, salve, lei è il signor David McAdams? - chiese Scott cercando di sembrare credibile e allo stesso tempo abbassando il tono della voce, per non farsi riconoscere.
- Sì, sono io, chi è? - chiese Dave.
- Ho un pacco urgente per lei, deve firmare - mentì Scott.
- Oh, d’accordo, le apro. Quinto piano - disse l’altro chiudendo la comunicazione.

Subito dopo i due ragazzi sentirono il rumore del cancellato che si apriva e si introdussero nell’edificio.

- Come sapevi che avrebbe funzionato? E perché proprio l’accento messicano? -
- È la prima cosa che mi è venuta in mente - rispose Lydia, con noncuranza. 

Scott fece del suo meglio per non ribattere e si limitò a lanciarle un’occhiataccia, mentre la seguiva nell’ampio ingresso del palazzo. Si diressero verso l’ascensore e premettero il pulsante del quinto piano.

- Cosa facciamo ora? Dave ci sbatterà la porta in faccia -
- No, non lo farà -
- Invece sì, te lo dico io. Non appena vedrà chi siamo ci manderà al diavolo -
- Ascolta, McCall, non ho fatto tutta questa strada per fermarmi davanti a una porta chiusa e poi si tratta di Stiles. Lui non farebbe lo stesso per noi? -
- Sì, ma non possiamo certo obbligarlo a farci entrare -
- Questo lo vedremo - replicò Lydia mentre si aprivano le porte dell’ascensore. 

Dopo aver trovato la porta di Dave, bussarono con decisione e attesero che il ragazzo aprisse.

Dopo qualche secondo il viso dell’ex ragazzo di Stiles fece capolino, ma non appena vide chi erano le persone che lo attendevano fuori dalla porta fece per chiuderla con violenza. Purtroppo non aveva calcolato che la Jimmy Choo di Lydia potesse “accidentalmente” incastrarsi, bloccando la chiusura.

- Togli quel piede da lì, Martin -
- Non ci penso neanche McAdams e ti dirò una cosa: ora tu ci fai entrare e ascolti quello che abbiamo da dire, oppure alcune foto scattate davanti a un certo Hotel di Beacon Hills finiranno in rete. Sarebbe un peccato, non trovi? -

Lo sguardo che Dave rivolse a Lydia a seguito di quell’affermazione fu di puro odio, ma fece quanto gli era stato chiesto e si fece da parte per farli entrare.

Un volta che li ebbe fatti accomodare in salotto, si sedette su una poltrona, aspettando che uno dei due gli spiegasse il motivo di quell’inattesa e sgradita visita.

- Immagino tu sappia che oggi Kate e Derek si sposeranno - disse Lydia senza tanti preamboli.
- Sì, certo - rispose Dave con rabbia, ma la sua voce celava un accenno di malinconia.
- E tu sai che Kate è incinta? - 
- Sì, lo so - rispose Dave.
- Bene, ora vorrei sapere una cosa fondamentale: il bambino è tuo o di Derek? -
- Di Derek - rispose il ragazzo.
- Stai dicendo la verità? - chiese Lydia, guardandolo con sospetto.
- È ovvio che sta mentendo! - esclamò Scott.
- Io non sto mentendo! - ribatte Dave - Io...non sono il padre del bambino - disse, ma non dovette sembrare molto convincente perché Lydia lo mise di fronte alla realtà.
- Ascolta, Dave, io so che ormai non ti importa nulla di Stiles, ma ti rendi conto che se stai mentendo rovinerai la vita a lui, a Derek e al bambino? Derek e Stiles soffriranno perché non possono stare insieme e il bambino vivrà con dei genitori che non si amano e lontano dal suo vero padre -

Dave sembrò avere un ripensamento, perché la sua espressione vacillò, ma non disse nulla.

- Dave, perché stai difendendo Kate? - chiese improvvisamente Scott.
- Perché...Io...-
- Sei innamorato di lei, non è vero? - chiese Lydia.
- Sì, è così. Non posso tradirla, non posso farlo -
- Dave, non si tratta solo di lei, si tratta di vostro figlio. Non vuoi che sia felice? -
- Sì, naturalmente, ma Kate...- iniziò a dire, ma si fermò.
- Cosa ti ha chiesto di fare? - 
- Lei, mi ha detto che, se avesse sposato Derek, avrebbe avuto il denaro necessario perché nostro figlio crescesse felice, sarebbe andato nelle migliori scuole e avrebbe avuto tutto quello che desiderava. Tutto quello che io non potrò mai dargli - concluse Dave, mentre una lacrima scendeva lentamente lungo la guancia.
- Cosa? Quindi lei sposerà Derek solo per i soldi? -
- Sì, è così -
- Ma perché non le hai impedito di farlo? Così tuo figlio non saprà mai chi è suo padre - gli chiese Scott.
- Lo so, ma mi ha assicurato che avrei potuto vederlo una volta al mese, nel fine settimana - 
- Dave, non puoi lasciare che lo faccia. Non ha il diritto di portartelo via, è pur sempre tuo figlio. Io posso capire che tu voglia dargli il futuro migliore possibile, ma non sarà mai felice se non farai parte della sua vita -
- Io...credo che tu abbia ragione...Ma cosa posso fare ora? È troppo tardi ormai...il matrimonio è fra un’ora -

Lydia afferrò il polso di Scott e lo girò in modo da vedere l’orologio.

- Ahi! Ma sei impazzita? - esclamò il ragazzo.
- Muoviti, Scott, dobbiamo andare da Stiles. Dobbiamo impedire che questo matrimonio abbia luogo - decretò Lydia alzandosi in piedi di scatto - Dave, ora ascoltami, noi manderemo a monte questo matrimonio, ma a Kate dovrai pensarci tu: devi farla ragionare -
- Sì...Hai ragione, ci penso io - disse Dave con una nuova sicurezza e seguì Lydia e Scott fuori dal palazzo - Io vado verso la chiesa, voi recuperate Stiles, abbiamo poco tempo - 





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Angolo dell'autrice: 
Caio a tutti! Finalmente il periodo degli esami è finito e ho trovato il tempo di scrivere quello che sarà il penultimo capitolo di questa storia. 
Ormai siamo agli sgoccioli e il tempo per fermare il matrimonio è poco...Ce la faranno Lydia e Scott a raggiungere Stiles in tempo? E Derek cosa dirà quando scoprirà la verità?
Ringrazio Amayaa, mrchino e francescaespen per aver recensito lo scorso capitolo e, come sempre, ringrazio coloro che continuano a seguire/preferire/ricordare la storia.
Un bacio a tutti :*

Enchanted_darkness

 
  
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