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Dedicato a celiane4ever, che ha
compiuto gli anni il mese scorso
e a Mimi18, che
li ha compiuti pochi giorni fa
31 marzo. Camera di Haruno Sakura. Ore 00.51
Si
girò su un fianco. Poi sull’altro. Infine si stese supina.
Il
cuscino era scomodo e le coperte, intrecciate dal suo continuo rigirarsi,
sembravano di colpo pesare una tonnellata. Il petto era oppresso, cosa che le
impediva di riempire totalmente i polmoni d’aria, costringendola ad un respiro
affrettato.
Avrebbe
dovuto riposare, visto che l’indomani era in programma un test di Storia, ma troppi pensieri le vorticavano nel cervello,
agitandola ed impedendole di addormentarsi.
Primo
fra tutti, c’era il pensiero di Naruto a tenerla
sveglia. Continuava a rivedere il suo viso: ridente,
serio, imbarazzato, corrucciato, concentrato… Si era stupita di come riuscisse
a ricordare alla perfezione ogni singolo dettaglio, dai
capelli arruffati alla linea decisa della sua bocca. Sapeva che il blu dei suoi
occhi oscillava tra il Blu Ceruleo e il Blu di Prussia e che il suo sorriso non
solo era bello, ma anche contagioso. Aveva impressa nella memoria la forma delle
sue mani, forti ma non tozze, e come risaltava la loro abbronzatura sulle
pagine bianche dei quaderni. Un sorriso intenerito le ammorbidiva il volto
provato quando ripensava al modo in cui teneva la penna: stringendola tra le
dita con troppa forza, cosa che probabilmente era la causa di quella sua
calligrafia nervosa e a zampe di gallina.
Quando,
però, cominciava a rivivere nella sua mente ciò che era successo in infermeria
(Naruto così serio e così vicino), le baluginava
davanti agli occhi il viso di Ino, amareggiato e
deluso.
A
quel punto apriva gli occhi, il groppo in gola si faceva più stretto ed il
calore delle coperte insopportabile.
Si
scoprì di scatto, tornando a girarsi su un fianco, mentre una lacrima bollente
correva ad inumidire il cuscino.
Come
aveva potuto? Come era potuto succedere? Era veramente una di quelle che
provavano attrazione per il ragazzo della loro migliore amica? Era davvero una
persona così squallida?
Probabilmente
la risposta era sì. Se Shikamaru non l’avesse
interrotta, Sakura era sicura che avrebbe detto
qualcosa di irreparabile.
E
se ne sarebbe sicuramente pentita.
O
no?
Era
questo che continuava ad agitarla e ad impedirle di addormentarsi. Una parte di
lei le suggeriva che, in realtà, non aspettava altro che dare voce a quello che
si era accorta di provare per Naruto.
Se
rifletteva a fondo, era palese che si fosse innamorata (sì, proprio innamorata)
di quel ragazzo e pure da diverso tempo: Naruto si
era scavato un posto importante nel cuore di Sakura, probabilmente fin da
quando Sasuke aveva fatto sapere che non sarebbe
ritornato tanto presto dall’America. Perché lui c’era sempre stato, anche
quando le cose andavano male e lei non voleva nessuno vicino. L’aveva sostenuta
con quel suo sorriso un po’ idiota e quella premura dolcissima che la
imbarazzava oltre ogni limite.
L’aveva
conquistata poco alla volta, ma inesorabilmente.
Solo
che lei non aveva voluto riconoscerlo, spaventata dal dolore che aveva provato
per la partenza di Sasuke, ed aveva ostinatamente
negato ogni affetto per quel teppista dai capelli arruffati.
Ed
ora… Ora lui apparteneva ad un’altra, la sua migliore amica per di più.
Quelle
balsamiche attenzioni, quegli energici sorrisi, quella voce che sapeva sempre
come tirare su di morale, tutti quegli aspetti di lui che, scioccamente, aveva
creduto sarebbero sempre stati rivolti a lei, ora erano di proprietà esclusiva
di Ino.
Nonostante
ciò, Naruto non le era mai
stato così vicino, a portata di mano… I pomeriggi passati a dargli ripetizioni
erano una dolce e terribile tortura.
Sakura
tirò su col naso, asciugandosi la scia umida delle lacrime.
Quando
Sasuke se n’era andato, aveva giurato assieme ad Ino che non si sarebbero più separate a causa di un
ragazzo.
Adesso
non sapeva se sarebbe stata in grado di non infrangere quel giuramento.
*
31 marzo. Corridoi del
terzo piano. Ore 11.02
Ino si appoggiò al davanzale della
finestra, sorseggiando il suo tè alla pesca ed assaporando la lieve brezza che
finalmente parlava di giorni più caldi e di profumo di fiori.
Chiuse
gli occhi, godendosi un tiepido raggio di sole che le riscaldava piacevolmente
il viso, prima di riaprirli nel sentire grasse risate provenire dal cortile.
Curiosa,
guardò in basso e scosse la testa con un sorriso esasperato quando constatò che
si trattava di Naruto e Kiba.
Si stavano chiaramente prendendo in giro, cercando di agguantarsi a vicenda e
di strofinarsi le nocche sulla testa, tra il divertimento generale.
La
bionda sospirò, sostenendosi il viso con una mano.
Per
i maschi era tutto più semplice. Naruto e Kiba litigavano in continuazione ed era risaputo che a
volte erano addirittura arrivati alle mani, eppure eccoli lì, che giocavano tra
loro senza un pensiero per la testa né il minimo risentimento nei confronti
dell’altro.
Ino era convinta che il cuore maschile
fosse come una lavagna: bastava un gesto perché tutto ciò che vi era scritto
sopra venisse cancellato e si potesse ripartire da capo.
Il
cuore femminile, invece, era come una tavoletta in pietra. Per quanto ci si
sforzasse di cancellare ciò che vi era scritto, rimaneva inciso fino alla notte
dei tempi. E poi bastava un colpo di scalpello un po’ troppo forte per mandare
in frantumi anche il cuore più saldo. Le donne possono far pace tra loro, ma
non dimenticano ed il loro rapporto non sarà mai più lo stesso.
O,
almeno, questo era ciò che era successo tra lei e Sakura.
Dopo
Sasuke, avevano timidamente riallacciato i rapporti,
dandosi pian piano più confidenza, fino ad arrivare ad essere quasi le stesse di un tempo. E, sebbene Ino fosse convinta che per certi versi la loro amicizia ora
fosse molto più solida, si rendeva conto che riguardo a certi argomenti (Sasuke, per l’appunto) venivano colte da un manifesto
imbarazzo e tendevano a dosare le parole.
Ino non aveva paura di parlare dell’Uchiha, dopotutto, per quanto la riguardava, la propria
cotta per lui era morta e sepolta, ma l’imbarazzo di Sakura la contagiava e la
faceva sentire a disagio; tant’è vero che in quattro anni non avevano ancora
affrontato la questione.
Era
una cosa che le era sempre dispiaciuta: capiva che questo tabù che si era
creato fra loro minava la sincerità del loro ritrovato rapporto.
Forse
era arrivato il momento di prendere coraggio a due mani e discutere di quello
spinoso argomento: Sakura le pareva così tormentata in quel periodo…
Certo,
probabilmente c’entrava il fatto che si stesse accorgendo dei suoi sentimenti
per Naruto, ma non le piaceva per niente il modo in
cui la sua migliore amica aveva cominciato a distanziarsi: non si erano forse
dette che nessun ragazzo valeva la pena di rompere la loro amicizia?
“Yamanaka!” il richiamo la fece sobbalzare per la sorpresa.
Sbatté
gli occhi, stupita di trovarsi di fronte la famigerata preside della Konoha High. Tsunade aveva le
braccia incrociate sotto il generoso decolté ed il suo viso (che si mormorava
avesse ricevuto le attenzioni di un esperto del lifting per nascondere i segni
della sua vera età) aveva un’espressione estremamente irritata. “Sì, Tsunade-sama?”
“Aiuta
Hinata ed Ino si
lanciarono un’occhiatina, scoppiando la prima in una risatina timida e l’altra in
una divertita.
“Tsunade-sama è proprio uno spasso!” esclamò la bionda,
incamminandosi. “Vuoi che te ne prenda qualcun’altra, Hinata-chan?”
La
mora arrossì, sentendosi chiamare in quel modo amichevole. “No, ti ringrazio, Ino-san…” mormorò, abbassando il viso.
Ino sorrise: a suo parere Hinata era semplicemente adorabile. Aveva un bel corpo
formoso, la cui carica sensuale era mitigata dal grazioso faccino innocente. I
lunghi capelli neri erano lucidi e corposi, gli occhi di un celeste
chiarissimo, le mani piccole e bianchissime. Insomma, una bambola di porcellana
in carne ed ossa.
Kiba Inuzuka
aveva davvero un ottimo gusto. “Ho sentito che stai uscendo con l’Inuzuka.” disse, scoccandole uno sguardo malizioso.
Hinata le lanciò uno sguardo sorpreso,
immediatamente seguito da un violento rossore. “K-Kiba-kun mi ha invitata al cinema.” farfugliò,
imbarazzata. “È-È gentile…” aggiunse, abbassando così tanto il viso che la
frangia le coprì i suoi particolarissimi occhi. “Tu, invece, stai uscendo con N-Naruto-kun…” sussurrò talmente
piano che Ino fece fatica a sentirla.
Squadrò
cautamente la ragazza dai capelli corvini. Ovviamente sapeva dell’infatuazione
che Hinata nutriva per Naruto
(era il segreto più rinomato di tutta la scuola) ed ora si trovava un po’ in
imbarazzo nei panni della, seppur per finta, ragazza
del teppista.
“N-Naruto-kun è veramente in gamba.
È gentile, determinato, sempre ottimista, sicuro di sé…” lo
elogiò la moretta, con un lieve sorriso sulle labbra rosate. Abbassò di
nuovo il viso. “Sei molto fortunata, Ino-san.”
“Lo
so.” Nel vederla così abbattuta, le venne improvviso il desiderio di spiegarle
tutto. “Naruto è tutto quello che
hai detto, ma è anche e soprattutto una persona leale. Il suo cuore non
oscilla, sai? È una di quelle rare persone che ama
incondizionatamente e senza ripensamenti.” disse, sperando che la ragazza
comprendesse.
Hinata si voltò a guardarla,
un po’ confusa.
Ino allungò il passo verso la porta della
Sala Professori, che ormai avevano raggiunto. Quando ebbero consegnato i loro
pesanti fardelli, la mora trattenne la bionda per una manica della divisa
scolastica. La sua fronte era corrugata in un’espressione di incredulità. “Ino-san… Vuoi dire che… Naruto-kun
e… Sakura-san…?” Non terminò la frase, insicura delle
proprie supposizioni.
Ino sorrise. “L’Inuzuka
è un bravo ragazzo. Un po’ chiassoso se vuoi la mia opinione,
ma, se a te sta bene, dagli una possibilità: potrebbe anche stupirti.” le
consigliò, girando sui tacchi per tornare al suo bel posticino al sole.
Le lanciò un’occhiata da sopra la spalla. “Non è che avresti voglia di farmi
compagnia per pranzo? Sakura ha una riunione con tuo cugino ed io ho voglia di
un po’ di compagnia femminile…”
“Sì!”
squittì Hinata, arrossendo nel momento in cui si
accorse di essere sembrata troppo entusiasta. Si schiarì la voce e fece un
brevissimo inchino. “N-Ne sarei felice, Ino-san.”
Ino alzò gli occhi al cielo, un sorriso
intenerito sulle labbra.
*
31 marzo. Caffetteria Konoha High. Ore 12.25
Choji si mise in bocca l’ennesima patatina,
squadrando con perplessità l’espressione concentratissima del suo migliore
amico. “Shikamaru?”
“Mm?”
mugugnò quello, socchiudendo lievemente gli occhi.
“Posso
sapere perché stai fissando Ino da questa mattina?”
“Non la sto fissando. La sto studiando.”
lo corresse, sorreggendosi il viso con una mano e corrucciando le sopracciglia
con fare pensoso.
“Err… Okay.” Non era molto convinto. “Allora potrei sapere
perché la stai studiando da questa mattina?” Un’altra patatina finì tra le sue
ganasce.
Shikamaru rimase un attimo in silenzio,
lanciando un ultimo sguardo alla bionda che stava chiacchierando allegramente
con Hyuga Hinata. Si voltò
verso Choji. “Hai mai l’impressione che Ino sia, non so, diversa da come appare?”
Arrestò
per un attimo il lavoro della sua bocca, battendo le palpebre
sorpreso. Oooh, questo era un discorso
interessante…! Facendo forza su se stesso per non lasciare che il sorrisetto
malizioso comparisse sulle sue labbra, ingollò una manciata di patatine. “Che
intendi dire?” chiese, affettando perplessità.
L’altro
strinse la bocca in una linea sottile, corrucciandosi di più. Sembrava in
difficoltà. “Tu sai quello che ho sempre pensato di Ino,
no?”
Choji aprì la bocca per ricordargli che
prima di un ‘certo incidente’ il suo giudizio nei
confronti di Ino era ben differente, ma all’ultimo
riuscì a riempirsela di patatine ed annuire, masticando con aria indaffarata.
Annuì
anche Shikamaru. “Beh, ieri l’ho vista fare
volontariato in ospedale.” disse, facendo una pausa ad effetto per controllare
la reazione dell’amico.
L’Akimichi continuò a mangiare tranquillamente le patatine.
“Sì, e allora?”
L’altro
alzò un sopracciglio, confuso. “Come allora?! Sto parlando di Ino Yamanaka,
Choji!” A fronte dell’alzata di spalle che ricevette
in risposta, Shikamaru spalancò gli occhi.
“Aspetta un attimo: vuoi dire che lo sapevi già?”
Choji abbassò lo sguardo sul sacchetto di
patatine. “Può darsi…” commentò con aria vaga.
Il Nara si fece scuro in volto.
Alzò una mano ad indicare le due ragazze intente a
consumare il loro pasto tra una chiacchiera ed una risata. “Tu mi stai dicendo
che tutto questo accadeva sotto il mio naso e che io non mi
sono mai accorto di niente?”
L’Akimichi scosse lievemente la testa, stringendosi nelle
spalle. “O, forse, non volevi accorgertene.”
suggerì.
Shikamaru si prese la testa tra le mani,
un’espressione sperduta dipinta sul viso. “Non è logico…”mormorò. “Tu lo sai
che non è logico, vero?”
“E
quando
Shikamaru sospirò. “Effettivamente…” Tornò a
guardare la bionda con espressione intensa. “Cosa dovrei fare adesso secondo
te?”
L’Akimichi si strinse nelle spalle e si mise in bocca una
patatina. “Tu cosa vuoi fare?”
L’altro
rimase in silenzio. Nel frattempo, Naruto e Kiba avevano raggiunto le due ragazze, sedendosi al loro
tavolo. Nel vedere i
due biondi ridere tra loro, gli occhi di Shikamaru si
rabbuiarono.
Choji ridacchiò tra sé. “Capisco che è
arrivata la primavera, ma spero che non rientri nei tuoi piani futuri prendere Naruto a testate!”
L’amico
si riscosse, distogliendo gli occhi dall’altro tavolo. “Mm? Hai
detto qualcosa?”
Sospirò,
scuotendo la testa con un lievissimo sorriso sulle labbra. “No, niente…” lo
rassicurò, sgranocchiando un’altra patatina.
*
31 marzo. Atrio Konoha High. Ore 15.48
Il
fulmine illuminò per un attimo le facce stupite degli studenti raccolti
nell’atrio della scuola. La pioggia scrosciante non faceva altro che fomentare
l’incredulità generale: soltanto un quarto d’ora prima non v’era ombra di
quelle nubi plumbee e minacciose.
Il
tuono non si fece aspettare troppo ed il suo potente rombo fece sussultare Ino Yamanaka, che sbirciava il
diluvio accanto a lui. Naruto si voltò verso di lei.
“Paura dei temporali?” domandò, curioso.
In
risposta ricevette un doloroso pugno sulla spalla. “Non dire cretinate! Non me l’aspettavo così vicino!” sbottò lei, imbronciandosi.
“E dire che mi sono lavata i capelli stamattina…” borbottò, incrociando le
braccia seccata.
Naruto si massaggiò il punto dolorante,
chiedendosi distrattamente perché le donne dovessero essere sempre così
violente nelle loro manifestazioni di frustrazione. Lanciando un’occhiata oltre
la testa bionda dell’amica incontrò uno sguardo scuro, che lo fece sogghignare.
“Shikamaru ti sta fissando ancora.” commentò
malizioso. A nessuno dei due quel giorno era sfuggito lo
sguardo insistente del Nara.
Le
guance di Ino si arrossarono lievemente. “Ah, sì?”
replicò, affettando indifferenza.
“Ah,
ma smettila!” ridacchiò il biondo, spingendola lievemente con fare complice.
“Tanto lo so che ti fa piacere!”
“Piantala
di fare lo stupido, Naruto!” sibilò lei, arrossendo
di più. “E smettila di attirare l’attenzione!”
“Aww! Come sei carina
quando sei imbarazzata!” la canzonò lui sottovoce, evitando per un pelo il
gancio destro, partito in risposta alle sue provocazioni. “Okay, okay! La smetto.” Si prese il mento fra le dita,
lanciando un’occhiatina in direzione del Nara.
“Mm… Chissà se Shikamaru ha un
ombrello? Potresti fartelo prestare, così avresti un’occasione per
parlare con lui e torneresti a casa con i capelli asciutti! Eh,
non è una grande idea?” esclamò, sentendosi particolarmente strategico.
“No!”
bisbigliò Ino, allargando gli occhi in preda al
panico. “È una pessima idea! Non ci voglio parlare con Shikamaru!”
Ma
Naruto aveva già aperto bocca ed aveva urlato a
squarciagola il nome dell’amico. “Shikamaru!!”
L’altro
aveva risposto inarcando un sopracciglio. “Che vuoi, Naruto?”
Il
biondo gli rivolse un sorrisone, incurante della tempesta di pugni con cui Ino stava colpendo la sua schiena. “Mi chiedevo se per caso
stamattina ti eri portato dietro un ombrello.”
“No.”
rispose il moro, avvicinandosi ai due. Sospirò, imbronciandosi. “Questa pioggia
è proprio una seccatura: quando arriverò a casa sarò bagnato fradicio…”
borbottò.
Sentendo
questa frase a Naruto venne un’idea magnifica. Si
voltò verso la ragazza e le rivolse un’occhiata che non prometteva niente di
buono. “Shikamaru?” lo chiamò con voce melliflua. “Ma
tu non dovevi fare una ricerca con Ino?” Dentro di sé
gongolò nel vedere gli occhi terrorizzati dell’amica. “Non ti
sembra che oggi sia la giornata adatta per passare un pomeriggio sui libri?
Perché non accompagni Ino a casa e
poi ti fermi lì a fare la ricerca?” Quasi ululò quando la bionda gli rifilò un
dolorosissimo pizzicotto sull’avambraccio. Si massaggiò la parte
dolente, imbronciato: la strega aveva pure impresso un
movimento rotatorio per fargli vedere più stelle…
“Sono
sicura che Shikamaru non ha voglia di venire a casa
mia…” disse Ino, rifilandogli un’occhiataccia.
“In
realtà, non è una cattiva idea: casa tua è più vicina ed almeno potremmo
toglierci dalle scatole questa benedetta ricerca.” replicò a sorpresa il Nara.
“Beh,
allora direi che è fatta!” esclamò Naruto, spingendo Ino verso Shikamaru. Lanciò
un’occhiata all’orologio che non aveva e distese di nuovo le labbra in un
sogghigno. “Oh, si è fatto tardi: devo scappare al lavoro!
Buono studio! E, Ino: fa’ la brava,
mm?” aggiunse, facendole l’occhiolino, mentre si dirigeva verso l’uscita.
Quasi
scoppiò a ridere quando colse il labiale della ragazza: “Sei morto, Naruto!”. Si inoltrò sotto la cortina d’acqua,
fischiettando una canzone, sentendosi particolarmente orgoglioso di se stesso.
*
31 marzo. Casa di Yamanaka Ino. Ore 16.24
“Forza: entra! Entra!” lo incitò Ino, facendogli freneticamente cenno di varcare la porta
della villetta degli Yamanaka.
Shikamaru ubbidì in tutta fretta,
le scarpe stridenti sul lucido pavimento in parquet. Con una smorfia, osservò
le orme di pioggia che aveva lasciato al suo passaggio. “Mi spiace: ti sto
bagnando il pavimento.”
La
bionda si strinse nelle spalle, riconsegnandogli tra le mani la giacca della
divisa che le aveva prestato come surrogato di un ombrello. “È a me che
dispiace: se non mi avessi dato la tua giacca, non saresti così fradicio.
Grazie, a proposito.” aggiunse, la bocca rossa
imbronciata. Anche lei lasciava piccole pozze d’acqua dietro di sé: nonostante
i capelli fossero quasi asciutti, si era bagnata tutte le gambe lasciate
scoperte dalla gonna della divisa. “Dovresti cambiarti,
Shikamaru.” rifletté. “Vado a vedere se c’è qualche
vestito di papà che posso prestarti…”
Nel
guardarla salire le scale (non guardarle
le gambe, non guardarle, dannazione!), improvvisamente si sentì a disagio. Ora
non gli sembrava più una così grande idea studiare la bionda nel suo ambiente
naturale. Non era più stato in quella casa dal funerale della madre di Ino e sprazzi di quella giornata continuavano a passargli
davanti agli occhi. Per distrarsi sbirciò l’atrio della casa, stupendosi di
trovarlo uguale a come se lo ricordava: che Inoichi
avesse imparato a fare le pulizie?
“Vieni
su, Shikamaru!” La voce squillante di Ino lo fece trasalire.
“A-Arrivo!”
E adesso perché diamine balbettava?! Salì le scale,
sentendosi agitato senza che ce ne fosse motivo.
La
ragazza gli venne incontro con un asciugamano e degli abiti piegati
ordinatamente. “Ecco qua. Sono un
po’ vecchiotti, ma come misura dovrebbero andarti bene.” disse, porgendoglieli.
“Sono puliti, eh! Li ho lavati e stirati la scorsa
settimana. Vieni: il bagno è da questa parte.” aggiunse, con
fare casuale.
Lui
osservò stralunato prima la piega perfetta dei vestiti e poi la ragazza che si
allontanava. Aprì la bocca, ma la richiuse
immediatamente ricordandosi le parole di Choji di
quella mattina. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e la seguì docilmente.
“Se
vuoi farti una doccia, ti porto un asciugamano più grande.” disse Ino, aprendogli la porta.
“Uh, no: non sarà necessario. Grazie.” aggiunse,
sentendosi un po’ strano. “Tu non devi asciugarti i capelli?” domandò,
indicando le punte umide dei capelli che cominciavano ad ondularsi. Il solito
ciuffo che le incorniciava il viso si era già asciugato in due morbide onde.
Lei
prese una ciocca tra le dita e la osservò con una smorfia. “Sono proprio brutti
così, eh?” mormorò.
“A
me piacciono.” confessò Shikamaru senza pensare.
Nell’incontrare gli occhi stupiti di Ino, scostò lo
sguardo, imbarazzato. “Ehm… A-Allora io entro, eh?” esclamò, varcando
rigidamente la soglia del bagno e richiudendosi velocemente la porta alle
spalle.
Ma
che diavolo combinava?, si chiese irritato. Appoggiò i
vestiti di ricambio sul bordo del lavandino e si sfregò con forza i capelli,
fissandosi contrariato nello specchio. Si poteva sapere che diamine gli passava
per la testa? Non era da lui dare aria alla bocca in quel modo. E poi cos’era
quella vocetta acuta e balbettante? Per Giove, non
era mica nervoso lui! Assolutamente! Se stava tremando era solo perché aveva
freddo!
Ecco,
sì… Allora era meglio cambiarsi…
Continuando
a borbottare tra sé e sé, si sfilò l’uniforme fradicia, si asciugò alla bell’e
meglio la pelle umida ed indossò gli abiti asciutti. Raccolse asciugamano ed
uniforme ed uscì dal bagno. Si diresse verso la camera di Ino,
l’ultima in fondo al corridoio, vicina alle scale.
Fece
un respiro profondo, preparandosi a bussare. “Ino,
ho…” fece in tempo a dire, prima di accorgersi che la porta non era chiusa del
tutto e che quel piccolo spiraglio gli consentiva di sbirciare dentro la stanza
e di vedere Ino… che si stava cambiando.
Richiuse
la bocca di scatto, spalancando gli occhi per la sorpresa. Fece per chiudere
del tutto la porta, ma all’improvviso la vista della schiena nuda della ragazza
lo bloccò. Il cuore prese a battergli fortissimo nel pomo d’Adamo e nelle
orecchie. Ino non si era accorta di niente e stava
per slacciarsi il reggiseno…
Con
grande forza di volontà, Shikamaru si scostò dalla
porta, appoggiandosi con la schiena al muro e lasciandosi scivolare a terra.
Aveva la bocca secca e si sentiva decisamente accaldato. “Che
diavolo sto facendo? Adesso mi metto a fare il
guardone?” sussurrò, con le guance infuocate. Nascose la faccia
nell’uniforme bagnata che teneva ancora in mano, contando i propri respiri per
tentare di calmare quel cuore agitatissimo.
“Shikamaru?” Alzò lo sguardo con fare colpevole e vide Ino, che lo squadrava con un’espressione perplessa. “Che ci
fai seduto per terra?”
“N-Niente!”
balbettò, scattando in piedi. Ormai sulle sue guance si sarebbe potuto cuocere
un uovo.
La
bionda sbatté le palpebre, squadrandolo con aria curiosa. Infine, esplose in un
sorriso. “Oh, sapevo che ti sarebbero andati bene questi
vestiti! Ormai sei diventato alto quanto il mio papà! E pensare che un
tempo eri alto come me… Ora mi sovrasti di almeno
venti centimetri!” disse, avvicinandosi per controllare meglio. Guardò verso la
sommità della testa di Shikamaru. “Wow!
Mi sa che ti sei alzato ancora, sai?” esclamò, tornando a
guardarlo negli occhi. All’improvviso arrossì anche lei, forse accortasi
di essersi avvicinata troppo, e fece un passo indietro. “Uhm… Se mi dai la tua
uniforme, vado a metterla ad asciugare…” mormorò, evitando di guardarlo negli
occhi.
“Grazie.”
rispose lui, porgendogliela.
Per
qualche attimo ci fu un silenzio teso.
“Ah,
ma perché non entri in camera mia?” ridacchiò Ino
nervosamente, senza accorgersi del nuovo afflusso di sangue che aveva arrossato
il viso di Shikamaru quando l’aveva preso per un
braccio per condurlo all’interno. “Sì, è un po’ in disordine, ma tu non farci
caso, eh?” esclamò. “Siediti pure: io torno subito!”
Shikamaru rimase in piedi al centro della stanza
per qualche secondo. I passi di Ino non si sentivano
più, ma lui non osava muovere un muscolo. L’unica cosa che sembrava essere in
grado di fare era far vagare lo sguardo a trecentosessanta gradi.
Non
era la prima volta che entrava in quella stanza: dopotutto, quando erano
bambini erano state piuttosto frequenti le visite a casa l’una dell’altro.
Eppure, quella stanza era diversa da come se la ricordava: soltanto i venti
peluche sul piumone lilla evocavano lontanissimi ricordi. D’altro canto, era
pure diversa da come se l’era immaginata.
Innanzitutto,
era disordinata: la scrivania era ingombra di libri e quaderni aperti e penne
colorate, quella che doveva essere una comoda poltroncina bianca accanto alla
finestra pareva essere stata scambiata per un appendiabiti, la discretamente
grande libreria appoggiata alla parete era stracolma di libri che, a giudicare
dal modo in cui erano stati riposti e dall’usura delle copertine, dovevano
essere letti piuttosto di frequente. Per di più, la libreria doveva fungere
anche da ‘agenda’, visto che i bordi dei ripiani in legno erano completamente
ricoperti da post-it gialli che recavano promemoria scritti in colori vivaci.
Incuriosito,
si avvicinò per leggerne qualcuno. ‘Manca il riso!’, ‘Chiamare
idraulico per rubinetto rotto’, ‘Cucire bottone camicia blu di papà’, ‘Chiamare
Sakura!!’, ‘Chiamare Naruto!!’, ‘Chiamare Shino-kun: problema sezione risposte’, ‘Risp. a 1010!’, ‘Inuzuka + Hyuga H. = awww!’, ‘Chi è S.?’
Shikamaru allargò gli occhi. Poi corrugò la
fronte. Se i primi post-it che aveva letto lo avevano sorpreso, gli ultimi lo
avevano di certo stupito. Shino-kun? Stava forse
parlando dell’Aburame? Ino
era in così buoni rapporti con lui da chiamarlo in quel modo? E quel ‘1010’ poteva riferirsi a TenTen-sempai?
A quanto gli risultava, Ino non conosceva
Ma
ciò che lo aveva scioccato era l’ultimissimo post-it: S.?!
Stava forse parlando di lui? Ma non era possibile: solo il Solviamore
aveva ricevuto i messaggi di S.! Doveva trattarsi di una coincidenza.
Sicuramente. Insomma, quanti ragazzi avevano il nome che cominciava per S? E,
poi, chi glielo diceva che si trattava di un ragazzo? Poteva benissimo essere
una ragazza, no?
“Ah!”
L’esclamazione di Ino lo colse di sorpresa, perso
com’era tra i suoi pensieri. La bionda lo raggiunse di corsa, frapponendosi tra
lui ed i post-it. “Non guardare!” Gli occhi lo guardavano spalancati, mentre
nella voce si poteva notare una punta di panico. “Ehm… Insomma, non c’è niente
di interessante: solo piccoli appunti sulle cose da fare…” Ino
si toccò i capelli, apparendo visibilmente nervosa e rossa in volto. Forzò un
sorriso, sospingendolo verso la scrivania. “Dai, andiamo a fare la ricerca,
okay?”
Mm…
Reazione sospetta, si disse Shikamaru, ma si lasciò
comunque dirigere verso la sedia. “Possiamo usare il computer?” chiese,
accennando con la testa verso il bel portatile che troneggiava sulla scrivania.
“NO!”
gridò la bionda, gli occhi sempre più spalancati e la voce sempre più
terrorizzata. La vide deglutire e distogliere brevemente lo sguardo. “Cioè, il fatto è che si è infettato. Sai come succede, no?
Mentre scarichi musica, scarichi anche quei batteri che danneggiano il
computer.”
“Intendi
i virus?”
“Sì,
esatto: proprio la parola che cercavo!”
L’espressione
della ragazza era talmente tesa che Shikamaru decise
di lasciar correre: probabilmente il tema del desktop sarebbe stata una foto di
lei e Naruto abbracciati o intenti a baciarsi e,
sinceramente, era una visione di cui faceva volentieri a meno. “D’accordo…”
sospirò. “Come intendi farla questa ricerca? A mano?”
“Beh, perché no? Così Asuma-sensei si convincerà che l’abbiamo fatta insieme e ci
lascerà in pace!” replicò lei, andando alla libreria per prendere un libro.
“Anzi, ho già un’idea per l’argomento: che ne dici delle
‘Reazioni Chimiche’? Pensavo di approfondire quelle che trasformano i
liquidi in solidi o addirittura i gas in solidi, insomma quelle che cambiano
completamente la struttura del materiale. Shizune-sensei
mi ha prestato questo libro qualche tempo fa e…”
“Sei
proprio in buoni rapporti con Shizune-sensei.” Il
ragazzo interruppe la tirata di Ino, lanciandole
un’occhiata penetrante.
Lei
si irrigidì. “Beh, ci conosciamo da un po’.”
Si
fissarono per qualche istante, poi la smorfia di Shikamaru
si approfondì, mentre il suo sguardo cadeva sulle mani. Prese un bel respiro
profondo. “Senti, per ieri, mi di…” cominciò a
scusarsi, ma la suoneria del cellulare ruppe il momento. Il moro lo fissò con
astio, mentre il maledetto aggeggio viola vibrava sul piumone del letto.
“Ah,
scusa!” esclamò Ino, nel protendersi per agguantarlo.
Diede un’occhiata all’identità del chiamante ed aprì in fretta la
conversazione. “Ehi! Che succede?”
rispose. “Sì, ti avevo cercato…” Lanciò un’occhiata al
giovane Nara. “No, veramente ho un ospite.” La
vide diventare seria e poi riluttante. “Ah. Quindi non
possiamo rimandare… Okay, allora aspetta un attimo.”
Coprì il telefono con una mano e si rivolse a Shikamaru.
“Potrei metterci un pochino: inizia a guardare il libro, okay?”
Annuì
imbronciato, ricevendo tra le mani il libro consunto e guardandola prendere la
porta e scendere velocemente le scale, parlando fitto fitto con il misterioso interlocutore. Sfogliò
distrattamente le pagine ingiallite e lo appoggiò quasi subito sopra
l’eserciziario di matematica, aperto su una pagina di problemi di
trigonometria.
Annoiato,
si alzò di nuovo in piedi e riprese ad osservare la stanza della ragazza.
Di
certo se l’era immaginata molto più rosa, si disse, passando distrattamente una
mano sulla spalliera del letto. Quando si accorse di cosa stava facendo si
diede dell’imbecille: cosa si aspettava? Di trovare veramente una tacca per
ogni ragazzo che Ino aveva avuto?
Chissà
quanti altri ragazzi avevano visto la stanza della bionda? Schioccò la lingua,
infastidito da quel pensiero, e proseguì nella sua esplorazione. Appese alle
pareti c’erano diverse stampe floreali ed una grande bacheca piena di foto e
biglietti.
C’erano
molte foto di Ino e Sakura da bambine e da ragazzine,
tutte risalenti al periodo ante-Uchiha, e tre foto
più recenti. Quella più in alto era stata fatta al mare: Ino
e Sakura ridevano a crepapelle, cercando di aggiustare i capelli scompigliati
da un forte vento. Quella a destra era una foto delle ragazze intente a mangiare da una stessa, gigantesca coppa di
gelato: Ino rideva di gusto, avvicinando un
cucchiaino stracolmo al naso di Sakura. L’ultima foto le ritraeva in completo
da sera: entrambe sorridevano più pacate all’obiettivo, ma i loro visi guancia
contro guancia sprizzavano allegria da tutti i pori. Vicino alle foto stava un
foglio stropicciato scritto con una calligrafia infantile: ‘Haruno Sakura e Yamanaka Ino con questo dichiarano di rimanere migliori amiche per sempre’;
seguivano due firme impacciate.
Shikamaru sorrise lievemente, sollevando appena
un angolo della bocca.
In
alto, a destra, c’era una foto un po’ sbiadita di un’Ino bambina con sua madre. Shikamaru
la osservò serio in volto. Ino assomigliava molto ad Inoichi, ma in quella foto sembrava l’esatta copia di sua
madre: entrambe vestivano un prendisole giallo chiaro, stavano sedute in un
prato fiorito, con un cappello di paglia bianco che creava pizzi d’ombra sui
loro visi ed i capelli dorati raccolti in una treccia. Il
giovane Nara osservò a lungo la foto, prima di
sciogliersi in un sospiro.
La
bacheca, poi, era disseminata di foto amatoriali di tramonti infuocati, molti dei quali fotografati dalla finestra di quella stanza, e di
alcuni biglietti di auguri che la ragazza aveva ricevuto per il suo compleanno.
Shikamaru allargò gli occhi stupito,
quando notò il biglietto che proprio lui le aveva scritto, ormai più di quattro
anni prima. ‘Tanti auguri alla persona più seccante che io conosca’… Sì, beh,
non era mai stato troppo bravo con le parole lui…
Vicino
al biglietto di auguri, Ino aveva affisso una foto
che ritraeva loro due e Choji il primo giorno di
asilo. Il ragazzo si riconobbe anche in altre foto scattate durante le gite
delle elementari e persino in una del periodo delle medie. Fu molto sorpreso
del fatto che Ino avesse conservato delle foto che lo
ritraevano, soprattutto considerato che nella stanza non c’erano tracce di foto
di Sasuke, o Sai, o Naruto.
Questo, comunque, non lo infastidiva affatto. Anzi. Improvvisamente, sentiva un
piacevole calore nei dintorni del cuore.
Una
volta finito di guardare tutte le foto della bacheca, cominciò ad annoiarsi. Sbuffando
dal naso (ma, insomma! Quanto durava quella telefonata?), si risedette sulla
sedia, tamburellando distrattamente le dita sulla copertina del libro di Shizune-sensei. Contò fino a cinquanta, prima di sbuffare
con più sentimento e sorreggersi il volto con una mano.
Poi,
l’occhio gli cadde sul portatile di Ino.
Lo
fissò per qualche secondo, prima di guardare in direzione della porta della
stanza. Fece attenzione ai rumori che provenivano dal basso: non riusciva a
captare la voce della ragazza, segno che era lontana. Tornò a fissare il
portatile, combattuto tra la curiosità di scoprire se veramente Ino aveva una foto di lei e Naruto
sul desktop e la consapevolezza che cedere alla tentazione sarebbe stata una
violazione della privacy.
Si
mordicchiò le labbra, incerto. Controllò un’altra
volta la porta, ma nessuno stava arrivando. Con il cuore che gli batteva in
gola, accese il computer.
Fu
fortunato, visto che Ino lo aveva lasciato in
stand-by. E anche perché non c’era nessunissima foto di Naruto
come sfondo, ma un’immagine balneare dalla sabbia dorata ed il mare
cristallino.
Eppure,
se da un lato si sentiva scioccamente compiaciuto dell’assenza di foto del
biondo, dall’altro non poteva non provare perplessità: le ragazze innamorate di
solito non riempivano le stanze di foto dei loro ragazzi? D’accordo, Naruto ed Ino non uscivano
insieme da molto tempo, ma gli sembrava un po’ strano che non ci fosse niente
nella stanza della ragazza che avesse un collegamento con l’Uzumaki,
nemmeno un messaggio scambiato a lezione o il biglietto di un film che erano
andati a vedere insieme.
Mentre
ponderava su queste considerazioni, si accorse di un’icona Internet aperta sul
fondo dello schermo. Senza neanche pensare, vi cliccò sopra e, in men che non si dica, gli apparve l’ormai familiare videata
del sito del Solviamore.
Quindi
anche Ino era una fan del Cupido Virtuale… Beh,
niente di strano, si disse. Magari aveva chiesto consigli per conquistare Naruto, pensò, improvvisamente di cattivo umore.
Imbronciato, cominciò a navigare nel sito, approdando nella sezione ‘Risposte’.
Con fare svogliato, cominciò a leggiucchiare i nuovi messaggi, finché non si
accorse che c’era qualcosa di strano in quella videata. Qualcosa di diverso…
Dopo
qualche secondo di attento scrutare si rese conto della presenza di un
bottoncino che non aveva mai notato prima di allora: era un’iconcina
con l’immagine di una piccola penna, situata appena sotto il box contenente il
messaggio. Corrugò la fronte, confuso. Avvicinò
lentamente il cursore e vi cliccò sopra.
Apparve
una finestra rettangolare bianca, in attesa di essere riempita di parole di
risposta.
Questa
volta gli occhi di Shikamaru si spalancarono talmente
tanto che rischiarono di uscirgli dalle orbite. Non… Non poteva essere così!
Era impossibile anche soltanto pensarlo!
All’improvviso
si udirono i passi di Ino sempre più vicini. Fece
giusto in tempo a rimettere il computer in stand-by, prima che la ragazza
entrasse nella stanza con un vassoio in mano. “Ho pensato di fare un po’ di
tè…” cominciò a dire, fermandosi non appena notò la sua faccia sconvolta. “Ti
senti bene, Shikamaru? Sei un po’ pallido…”
Commenti:
Ops!^^ Occhio a lasciare i computer in
stand-by, con Internet aperto (cosa che io faccio puntualmente -_-)!
Okay,
okay, lo so: scusate il tremendo ritardo di oltre un mese!!
Perdonatemi, ma ho litigato con questo capitolo dalla prima scena fino all’ultima.
Ogni scena è stata scritta in periodi diversi e l’ultima in particolare è
andata avanti per ben due settimane a suon di due o tre righe al giorno… Il
tutto dovuto al fatto che ho cominciato ad avere dei dubbi su alcuni futuri
avvenimenti e mi sono trovata a rivedere la trama generale, per poi decidere
che in realtà ciò che avevo pensato all’inizio era meglio… E va beh.
Quindi,
per farmi perdonare ho scritto un capitolo luuuuunghissimo:
non so quanti di voi ce l’hanno fatta ad arrivare alla fine.^^’
Beh,
se siete arrivati fin qui (coraggiosi!), permettetemi di ringraziarvi con tutto
il cuore perché se questa storia continua e non giace dimenticata in una
cartella di Word è soprattutto merito (o colpa, dipende dai punti di vista!^_^)
vostro!
Come
al solito, ringrazio in modo particolare:
CELIANE4EVER: Spero mi perdonerai il ritardo e spero
anche che il capitolo sia di tuo gradimento! Tantissimi auguri (in ritardo)!!!! Una tiratina di orecchie e a presto!
SOUSUKE
SAGARA: Grazie mille
per i complimenti: sei sempre troppo buono! Mi dispiace che questo capitolo sia
più ShikaIno che NaruSaku! La
prossima volta vedrò di dare più spazio alla tua coppia preferita! Spero di
risentirti su msn!
MATTHEW: Anche tu sei sempre troppo gentile!! Spero che il capitolo ti sia piaciuto!!
Fammi sapere!!
VOLPINA90: Sono contenta che ti sia piaciuta la
scena in infermeria! Spero che ti sia piaciuta anche la scena a casa di Ino! Bacioni e alla prossima
RIKUZZA: Beh, visto che vi ho fatto aspettare
così tanto stavolta, spero che il capitolo sia all’altezza! Oh, meno male che c’è
qualcuna a cui piace il piccolo genio!^^ Spero tanto che ti sia piaciuto anche
qui! A presto!
KIKKYXX14: Grazie! Quanti complimenti! Troppo buona!! Eh, hai visto cos’ha scoperto adesso Shika?! Vedrai, vedrai come si ricrederà il rampollo dei Nara…!^^ Fammi sapere se ti è
piaciuto il capitolo! Alla prossima!
MIMI18: Tanti, tanti, tanti auguri!! Dando uno sguardo alla pagina di Naruto
su Efp ho letto che era il tuo compleanno qualche
giorno fa e così mi sono detta: “Ale, devi
assolutamente finire quel dannatissimo capitolo e metterci una bella scena del
pomeriggio ‘di studio’, come suggeriva Mimi!”. Beh,
finalmente ce l’ho fatta. Spero solo che ti piaccia questo capitolo, visto che
ho avuto l’ardire di dedicartelo!^^ Spero mi farai sapere! Una tiratina di
orecchie anche a te e alla prossima!
KIRARA_CHAN:
Wow! Hai letto i
capitoli tutti d’un fiato?! Coraggiosa!^^ Sono contenta
che ti sia piaciuta e spero che continuerà a piacerti! Alla prossima!
HILLY89: ‘aspita! Quanti complimenti!!
^//^ E non sei la prima a dirmi che assomiglia a ‘Gossip Girl’, serie della
quale, prima di leggere le vostre recensioni, ignoravo l’esistenza! Comunque,
sono molto contenta questa storia abbia catturato il tuo interesse: spero che
anche questo capitolo sia all’altezza! A presto! Ah, grazie anche per la
proposta di matrimonio!^^
HELLAKAHELLBOY: O_o Santo Cielo! Mi hai lasciato
tantissime recensioni!! Grazie, sei stato veramente
gentile!! Ovviamente, dopo che tu hai recensito ogni
singolo capitolo della mia storia, il minimo che posso fare è leggere la tua e lasciarti
una recensione! Lo farò al più presto! E spero che anche questo capitolo ti
soddisfi, anche se è più ShikaIno che NaruIno! Alla prossima!
ELIE91: Anche tu fai parte del club dei sostenitori
del NaruIno! Ma sai che siete tanti?!
Non pensavo!^^ Io li adoro insieme, ma come coppia di amici, mi dispiace! Ma, magari,
se fate una bella raccolta di firme, potrei pensare di scrivere una one-shot tutta dedicata a loro
come coppia romantica! Fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto!
HAGUMI: Un’altra nuova lettrice, che bello!!^^ Veramente ti sto facendo un po’ ricredere sulle ShikaIno? Bene, sono contenta! Dici che Shikamaru
è impeccabile? Beh, meno male: ho sempre paura di cadere nel tranello degli
OOC! Spero che allora ti sia piaciuto anche qui! Alla prossima!
DAVIDINO89: Grazie mille anche a te per i
complimenti! ^//^ Sono proprio contenta che tu ti stia appassionando al
personaggio di Ino: trovo
che sia un personaggio un po’ troppo bistrattato nelle fanfic!
Ti ringrazio ancora tantissimo per la recensione e spero me ne vorrai lasciare
una anche per questo capitolo! A presto!
Mamma
mia: quanti eravate questa volta! Vi ringrazio ancora infinitamente: le vostre
recensioni mi danno la carica per continuare questa storia! Purtroppo sono una
persona piuttosto pigra, ma quando vedo le vostre meravigliose recensioni mi
carico di voglia di fare e anche le idee cominciano a frullare più velocemente!
Sperando
di non litigare con il prossimo capitolo e di aggiornare con più celerità,
abbraccio virtualmente tutti quanti voi!
Ale