Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: Gaia_dc    06/03/2016    1 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pigiama Party Improvvisato



Erano trascorse un paio di settimane, Ziva aveva trovato degli amici con i quali si trovava bene e che erano sempre molto disponibili.
 
Tony continuava a frequentare i suoi compagni di squadra e le loro ragazze, ma iniziava a sentire una profonda differenza tra lui e loro… Si sentiva diverso da prima, e spesso non condivideva molti dei loro atteggiamenti o dei loro pensieri aperti espressamente… Spesso nei confronti di Ziva, quello che stava nascendo tra loro due, e sul fatto che da quando era arrivata, Tony non batteva più bandiera come una volta…
 
Ziva aveva evitato di parlare con i suoi amici, del suo passato o della sua famiglia, ma loro comprendevano benissimo che qualcosa doveva essere successo, e che quel qualcosa doveva ancora essere maturato… Serviva del tempo!
 
Come tutti i venerdì pomeriggio, Ziva, si era messa in contatto, tramite una rete privata, con Eli David, in una videochiamata.
 
“Shalom, Abba”
 
“Shalom, mia cara Ziva…”
 
Ziva era seduta al tavolo in cucina con il portatile davanti a sé, e subito venne raggiunta dalla sorella ed il resto della famiglia.
 
“Abba!”
Esultò Tali, come sempre quando rivedeva il padre.
 
“Tali… Come state, ragazze mie?”
 
“Stanno tutte bene”
In quel momento Ari si fece spazio nella videocamera, e con voce fredda e distaccata salutò il padre.
 
“Con me sono al sicuro!”
Ci tenne a precisare.
 
“Non ne dubito”
 
Ziva era immersa nei suoi pensieri, e fu Tali a smorzare la tensione che si era creata.
 
“Abba, Abba… a scuola ho trovato tanti amici nuovi, e anche Ziva!”
 
“Davvero? Sono contento!”
 
“Tony è un amico di Ziva, ed è anche mio amico!”
Continuò a raccontare la bambina.
 
In quel momento l’espressione del padre cambiò repentinamente, e si scambiò una breve occhiata con Ari.
 
Ziva sembrava del tutto assente, come se non avesse sentito di essere stata nominata. Continuava a pensare alla madre, che per un motivo o per un altro, non era mai presente alle videochiamate con Eli.
 
“Ziva, vuoi parlarmi di questo Tony?”
 
In quel momento la ragazza si ridestò dai suoi pensieri.
 
“Eh? Oh… Uhm sì… È un amico”
Rispose sbrigativa.
 
“Ci porta sempre a scuola con la moto!”
Continuò la piccola.
 
“Ziva?”
Chiese spiegazioni il  padre.
 
“Tranquillo papà… So scegliere bene le mie compagnie”
Si fece più attenta la ragazza.
 
“Già…”
Mormorò il padre poco convinto.
 
“Ad ogni modo, Ziva è sempre sotto la mia tutela!”
Si affrettò a spiegare Ari.
 
Continuarono a parlare cerando di evitare l’argomento ragazzi, fino a quando Tali non andò di sopra in camera sua a finire i compiti. Lei il giorno dopo sarebbe andata a scuola, a differenza di Ziva che il Sabato e la Domenica, rimaneva a casa.
 
“Ziva…”
 
“Lo so papà! Ma te l’ho detto… Tony è solo un amico”
 
“Anche Avraham lo era!”
Precisò Ari.
 
Ziva lo guardò in malo modo… Nonostante fosse passato circa un mese da quello che era successo, l’argomento la toccava ancora profondamente.
 
Nessuno, però, se n’era mai fatto un problema, e sin dall’inizio continuavano a parlarne, come se Ziva fosse già un’agente del Mossad che non prova alcun genere di emozione.
 
“Ziva, noi lo diciamo per il tuo bene! Se vi ho mandate in America, il motivo è proprio questo!”
 
“Ma papà! Questo non vuol dire che non mi possa legare ad un ragazzo come un amico!”
Protestò alla fine la ragazza.
 
“Fa attenzione, mia cara… E adesso va’ di sopra da tua sorella… Devo parlare con Ari”
La ragazza eseguì, mentre con la mano stringeva la collanina che Tony le aveva regalato.
 
 
 
“Ari… Tieni d’occhio Ziva…”
 
“Lo faccio già”
Rispose il ragazzo infastidito.
 
“Ne sono certo, ma… Ari, adesso ho bisogno di te qui, in Israele… Solo una missione, e poi tornerai a DC…”
Comunicò Eli.
 
“Tornare in Israele? Non se ne parla! Ziva, Tali e anche Rivka hanno bisogno di me! E se quel Tony…”
Non riuscì a terminare la frase, che venne interrotto dal padre.
 
“Le terrai d’occhio da qui, Ari… È un compito che le riguarda… Che riguarda Ziva!”
 
“Ma…”
 
“È un ordine!”
Sbraitò il padre spazientito, ed Ari non poté che annuire.
 
 
 
Intanto, in camera sua, Ziva ripensava a quello che era successo con Avraham… Da allora, aveva sempre avuto dei problemi a relazionarsi con i suoi coetanei, eppure ora, con Tony, ma anche Abby e McGee, si sentiva più sicura… In famiglia.
 
Stava provando a studiare, per distrarsi dai suoi pensieri, quando la porta della sua camera si aprì.
 
“Tali, che succede?”
Domandò la ragazza prima di voltarsi, e trovare inaspettatamente la madre sulla porta.
“Serve niente?”
 
La donna si schiarì la voce, prima di iniziare a parlare.
 
“Ziva… È un po’ che ho notato che… Tu non parli più con me…”
 
“Avrei dovuto?”
La bloccò.
 
“Ziva sono tua madre! E non so chi siano i tuoi amici, non so niente di Tony… Non so più niente di te!”
Spiegò sedendosi sul suo letto.
 
“Non ti sei mai interessata di noi, di me, di Tali… Perché solo adesso?!”
Si alzò in piedi.
 
“Ziva! Non dire certe cose! Sai benissimo che non…”
Proprio quando stavano iniziando a scaldarsi, e ad aprirsi l’una con l’altra, vennero bloccate da Tali, che proprio in quel momento era entrata in camera di Ziva con gli occhi lucidi.
 
“Zee…”
 
Ziva stava per rispondere alla madre, ma quella voce la frenò!
 
Ed è sempre stato così… Potrebbe essere sul punto di uccidere chiunque, ma quando sente la voce della sorellina rompersi, si ferma. Tali viene prima di tutto. E anche allora era così.
 
“Ehi sorellina…”
Disse avvicinandosi alla bambina.
 
“Perché urlate?”
Domandò asciugandosi il nasino con la mano.
 
“Niente di importante, tesoro…”
Rispose Rivka avvicinandosi.
 
Di rimando, Tali abbracciò la sorella stringendola sempre più forte, e Ziva lanciò una delle peggiori occhiate alla madre. Se Tali ne aveva paura, c’era un problema… E Ziva sapeva perfettamente quale fosse.
 
“Ehi topina… Va tutto bene…”
Provò a rassicurarla.
 
“Non è vero, perché voi stavate urlando!”
 
“No piccolina, stavamo solo… Discutendo…”
 
Rivka rimase a guardare la scena, ed iniziò a capire le parole di Ziva… Solo che non sapeva come fare per tornare a prima che la loro famiglia fosse stravolta da menzogne e tradimenti.
 
Scese giù in salotto, lasciando sole le due sorelle.
 
 
 
“Perché litighi sempre con la mamma, Zee? È cattiva?”
Domandò la bambina innocentemente, una volta che tutte e due si furono stese sul letto do Ziva abbracciate.
 
“No tesoro! Non lo devi pensare mai… Sono cose da grandi… La mamma non è cattiva”
 
“Va bene…”
Ziva iniziò ad accarezzarle la fronte, e le diede un tenero bacio.
 
 
 
Poco dopo, scesero in salotto. Avevano deciso di uscire a fare una passeggiata come due ragazze grandi e stavano avvisando Ari, quando però vennero fermate.
 
“Ehm… Ragazze…”
 
“Si Ari? Ehi perché hai la valigia?!”
Disse Ziva.
 
“Devo tornare in Israele… Ma sarà solo per poco tempo… Tornerò presto… Papà vuole che vada subito… Sarò via prima di cena…”
Rispose mentre sistemava le ultima cose da portare.
 
Ziva si avvicinò al fratello. Sapeva che quando il padre voleva qualcosa, la voleva il prima possibile, ed obiettare non sarebbe servito a nulla.
 
“Spionaggio, Zee…”
Spiegò il ragazzo.
 
“Ma non so altro…”
 
“Sta’ attento!”
 
Si guardarono negli occhi, e poi Ziva prese per mano la sorella e fece per uscire.
 
“Ah Ziva… Rivka è uscita,  mi ha detto che stanotte non torna a casa…”
 
Ziva roteò gli occhi.. C’era da aspettarselo… Le aveva detto implicitamente che doveva essere più presente, e come al solito, lei era andata via… Quindi lei e tali sarebbero rimaste sole per tutto il weekend. Il lato positivo? Niente preoccupazioni!
 
 
 
Quando Tali e Ziva rincasarono, Ari era già andato via, e loro erano rimaste sole.
 
“Allora topina… Che cosa vuoi fare? Ci vediamo un film?”
Propose la ragazza, mentre girava dietro la dispensa per prendere dell’acqua.
 
Ad un tratto, però, vide qualcosa sul davanzale. Una 9mm. La pistola di Ari.
Era appoggiata sopra ad un biglietto di carta.
 
Tienila sempre con te finché non torno.
Ari
 
Sintetico, come sempre. La ragazza prese la pistola, e la infilò nella giacca. Era meglio non spaventare la sorellina.
 
“Topina, sto salendo un attimo in camera… Tu intanto scegli il film”
Disse mentre saliva le scale.
 
Entrò in camera, e smontò la pistola, come le aveva insegnato il fratello, e la rimontò subito dopo. Per controllare che andasse tutto bene, e anche un po’ per distrarsi… Aveva strani presentimenti.
 
Sobbalzò quando sentì il cellulare squillare. Un messaggio da Tony.
 
“Ciao mia bella israeliana… Che fai stasera? Io, Abby e McGee stiamo andando a mangiare una pizza insieme. Che fai, vieni con noi?”
 
Ziva prese il cellulare in mano. Le sarebbe piaciuto dire i sì, ma non poteva certo lasciare la sorella a casa!
 
“Mi piacerebbe molto, Tony. Però non posso… Io e Tali questo weekend siamo sole a casa. Non posso lasciarla…”
 
Ziva aspettò una risposta, ed iniziò a penare che Tony si fosse infastidito, dal momento che non rispondeva più.
 
“D’accordo… Sarà per un’altra volta”
 
“Mi dispiace Tony…”
 
Non rispose.
 
Vabbè… Se ne farà una ragione! Pensò la ragazza.
 
 
 
Poco dopo, lei e Tali erano stese sul divano a guardare E.T. L’extraterrestre.
 
“Ziva secondo te com’è vivere lontano dalla propria famiglia?”
Domandò la bambina, subito dopo la famosissima battuta “Telefono-casa”
 
Ziva non sapeva bene cosa rispondere… Aveva vissuto una simile esperienza a causa di Avraham, ma era durata solo pochi giorni, prima di essere ritrovata… Eppure si rendeva conto che nonostante adesso fosse vicina alla sua famiglia, erano tutti molto più distaccati… La sua vera famiglia era composta solo dalla sorella.
 
Mentre stava per aprire bocca, sentì dei rumori provenire da dietro la porta di casa… Eccolo! Lo sapeva! Stava per succedere qualcosa…
 
“Tali sali in camera!”
Ordinò la ragazza con il cuore che le stava per scoppiare.
 
“Chi è Ziva?”
Chiese la bambina sul punto di piangere.
 
“Tali! Tali! Ascolta… Non devi piangere… Fa’ silenzio e sali di sopra…”
 
“Ma io ho paura…”
 
“Okay, prendi questa…”
Disse togliendosi la pistola e dandola alla sorella. Un altro rumore più forte provenne da fuori.
 
“Ziva…”
Stava ormai piangendo. Era spaventata.
 
“Prendila, sali di sopra, e non scendere finché non salgo io”
 
La bambina fece come le venne detto, poi si fermò sulle scale.
 
“Ziva e tu?”
 
“Sali, Tali!”
Ordinò. Il cuore le batteva forte. Aveva paura… E doveva proteggere la sorella. Forse però l’idea di darla una pistola, non era stata delle migliori.
 
Si avvicinò alla porta, e guardò dall’occhiello, ma non vide nulla.
Poi sentì un nuovo rumore, ed alla fine aprì, nascondendosi di lato dietro la porta.
 
Vide la mano di un uomo uscire. La afferrò, ed in men che non si dica, l’uomo si ritrovò faccia  a terra, che bofonchiava qualcosa… Solo dopo di accorse di ci fosse l’uomo.
 
“Tony!”
 
“Sono arrivate le piz…”
Esultarono da dietro due ragazzi, prima di vedere la scena.
 
Ziva si voltò, e trovò Abby e McGee con delle pizze in mano, a guardare la scena imbambolati.
 
“Potrfestfi lascfirami andfare?”
Bofonchiò Tony che aveva ancora la testa contro il pavimento.
 
“Oh mio dio, scusa Tony…”
Disse alzandosi, ed aiutandolo a rimettersi in piedi.
 
“È così che accogli le persone in casa?”
Scherzò il ragazzo, facendola ridere.
 
“Ma che ci fate qui?”
Chiese Ziva, guardando le facce ancora sconvolte dei due compagni, e notando che se ancora avevano in mano le pizze era solo per miracolo.
 
“Hai detto che eri da sola, e che non potevi venire a mangiare le pizze… Allora le pizze sono venute da te!”
Disse Tony con una mezza risata.
 
“Scusate… Non aspettavo visite.. È che… Vabbè niente”
Era inutile raccontare quello che era successo…
 
“Prego entrate…”
 
“Sicura che non ci sbatti per terra se entriamo?”
Chiese Abby.
 
“Si…”
Rise la ragazza.
 
Abby e McGee entrarono, e Tony fece cenno loro di far finta che non fosse successo nulla. Aveva capito già da quando le aveva regalato la collana, che c’era qualcosa che non andava.
 
“Datemi le pizze… Oh i cappotti potete lasciarli sopra…”
Disse Ziva, ancora un po’ imbarazzata.
 
“Possiamo salire?”
Chiese Tim.
 
“Si, si”
 
“Ti do una mano, Ziva”
Si propose Tony.
 
 
 
Abby e McGee stavano salendo le scale e si diressero verso una delle 4 stanze presenti per lasciare il cappotto, quando sentirono un urlo, e poi uno sparo. Il proiettile proveniva dall’unica stanza aperta e aveva sfiorato McGee che iniziò ad urlare a sua volta, mentre Abby guardava la bambina che aveva sparato, mista tra lo stupito e il terrorizzato.
 
 
 
Appena Ziva sentì le urla, si ricordò che Tali non aveva mai visto Abby e McGee, e che aveva una pistola in mano…
 
“Ziva ma che sta succedendo?”
Chiese Tony preoccupato.
 
“Corri, Tony… Ho dato a mia sorella una pistola!”
 
Tony la guardò stranito.
 
“E da quando si da una pistola ad una bambina?”
 
“Da quando le probabilità che un terrorista entri in casa tua sono aumentate all’improvviso”
Rispose Ziva, mentre insieme salivano in fretta i gradini, senza rendersi conto di quello che aveva appena rivelato, e che aveva lasciato Tony traumatizzato.
 
 
Salirono su in fretta e furia, e la scena che avevano davanti era a dir poco comica.
 
Tali e McGee continuavano a guardarsi l’un l’altro mentre urlavano, ed Abby dopo un primo momento di stupore, aveva iniziato a guardarli con aria scocciata in attesa che smettessero di urlare.
 
McGee Spostava lo sguardo dalla bambina al proiettile per terra, e le urla dei due vennero interrotte dalle risate a crepapelle di Tony e Ziva.
 
“Stanno gridando così da un’ora…”
Disse Abby seccata
“Ah Ziva…” aggiunse “Perché tua sorella ha una pistola?”
 
Tony e Ziva non riuscivano a smettere di ridere, nonostante la situazione sarebbe potuta essere di gran lunga peggiore se il proiettile si fosse spostato di qualche millimetro.
 
“Tali, è tutto a posto… Sono miei amici… Puoi abbassare la pistola… Lei è Abby, e lui, quello che hai quasi colpito, Tim”
Disse alla fine la ragazza mentre si avvicinava alla sorella.
 
“Ma… Allora… Ops… Scusami, Tim”
Disse la piccola, portandosi una mano alla bocca e contenendo una risata.
 
“Quindi, io sto per essere ucciso e voi ridete?! Begli amici!”
Si finse offeso McGee.
 
“Oh, Tim… Come sei polemico… Piuttosto… Quindi tu sei Tali, giusto?”
Disse Abby, dando una leggera spinta al ragazzo, e piegandosi sulle ginocchia davanti alla bambina.
 
“Tali, la prossima volta”
Cominciò ad un certo punto Tony, in tono severo.
“Cerca il proiettile un po’ più a sinistra!”
Scherzò, andando a prendere la bambina e sollevandola da terra per farla ridere, e porre fine a quel momento di imbarazzo.
 
Tutti risero di gusto, e scesero in salotto.
 
 
 
Tony aveva fatto sedere la piccola sulle sue spalle, e la portava in giro per tutta la casa, finché non la buttò sul divano.
 
“Beh, adesso signorina, devi pagare per lo spavento che hai fatto prendere a McGee”
Si avvicinò lentamente Ziva, con passo felpato, mentre Abby e McGee guardavano incuriositi.
 
“Ho chiesto scusa!”
Si giustificò la piccola, immaginando quello che stava per succedere, chiudendo gli occhi e alzando le sopracciglia.
 
“Mhhh… Non basta…”
 
“No… No il solletico no!”
Urlò la piccola prima di finire in una risata mentre Ziva le faceva il solletico, senza lasciarle scampo.
 
“Tranquilla Tali, ti proteggo io!”
Disse ad un certo punto Tony, buttandosi anche li sul divano, e iniziando a fare il solletico a Ziva.
 
Ziva si trovò sopraffatta da Tony, e non riusciva più a respirare per tutte le risate, che alla fine cedette la presa su Tali.
 
La piccola approfittò subito dell’occasione, per divincolarsi, e si avvicinò a Abby e McGee, ancora con il sorriso in volto.
 
I due stavano guardando la scena divertiti, e Tali si unì a loro: Tony e Ziva non sembravano smettere di farsi il solletico a vicenda e ridere su quel divano.
 
“Della serie che non ci calcolano proprio”
Commentò McGee.
 
“Devi vedere quando si guardano per dei minuti e sembrano…”
Si unì la bambina.
 
“Innamorati!”
Esultò Abby.
 
“Stavo per dire imbambolati… Ma la tua idea mi piace di più, Abby”
 
Abby si voltò con un sorriso enorme sul viso, verso la bambina.
“Andremo d’accordo io e te!”
 
 
 
Abby, Tali e McGee erano andati a riscaldare le pizze in cucina, mentre Tony e Ziva, rimasti soli, continuavano a ridere.
 
“Questa si chiama vendetta per avermi sbattuto a terra, David!”
 
“Ah davvero?”
Disse lei maliziosa, mentre Tony aveva abbassato la guardia e smesso di farle il solletico.
“Mai abbassare la guardia!”
Esordì alla fine.
 
Tony si voltò, ed in meno di un secondo, venne colpito da una cuscinata, che lo stordì.
 
“Vuoi il gioco duro? E gioco duro sia!”
Anche lui prese un cuscino, si mise in piedi, come Ziva, sul divano, ed intrapresero una lunga lotta a suon di piume e cuscinate, finché Tony perse l’equilibrio, cadendo sul divano, e Ziva con lui.
 
Si ritrovò sul ragazzo, a pochi centimetri di distanza dal suo viso. Si stavano guardando negli occhi, attraversati da un bagliore mai visti prima.
 
“Ma dove hai imparato?”
Chiese ad un tratto il ragazzo per smorzare quella tensione.
 
Ziva non aveva intenzione di rispondere, e rovinare quel magico momento, e si limitò a guardarlo negli occhi.
 
“Bambini, la pizza è pronta!”
Salvata da Abby!
 
 
 
Si sistemarono tutti e quattro davanti al televisore, con la pizza sulle gambe, Abby, Ziva e Tali sul divano, Tony e McGee per terra.
 
“Poi mi spiegate per quale assurda legge gli uomini devono sempre cedere il posto!”
Si lamentò Tony.
 
“Si chiama cavalleria!”
Lo riprese Tim.
 
“Bravo Tim!”
Incoraggiò Abby.
 
“Ma questo è razzismo!”
Continuò a lamentarsi il ragazzo.
 
“Tony, se non la pianti subito, rimpiangerai il tuo posto sul pavimento”
Lo schernì Ziva.
 
“Ah… Ahah… Tu non… Non lo faresti…”
Si voltò a guardarla. Sembrava seria.
“V… Vero?”
Chiese conferma, ottenendo in risposta solo una risata sommessa da parte di Tali.
 
 
 
La serata aveva preso una piega fantastica, Ziva si stava divertendo a prendere in giro Tony, e Tony iniziava a sentire una strana sensazione ogni volta che le si avvicinava. Abby Tali e McGee si lanciavano sguardi complici, e tutto sembrava andare per il verso giusto, finché una telefonata interruppe quella splendida atmosfera.
 
Ziva prese il cellulare, era la madre.
 
“Pronto?”
 
“Ziva, mi dispiace… Stasera non torno… Ci vediamo domani mattina, ma puoi passarmi Tali?”
 
Senza rispondere, Ziva diede il telefono alla sorella.
“Ti vuole la mamma”
 
Tali e Rivka parlarono per circa un minuto, poi la piccola restituì il telefono a Ziva, che stava per riattaccare, quando sentì una voce maschile provenire dall’altro capo del telefono, e si sentì morire dentro.
 
Sbatté il cellulare sul comodino, e uscì di casa sbattendo la porta.
 
I tre ospiti osservarono la scena, impressionati dal repentino cambio di umore di Ziva.
 
“Fa sempre così quando c’è di mezzo la mamma”
Spiegò Tali.
 
Tony fissò la porta per alcuni istanti, poi decise di affrontare la cosa.
Uscì anche lui e trovò Ziva, seduta sui gradini, con le mani intrecciate fra le gambe, e la testa china.
 
Senza dire nulla, il ragazzo si sedette accanto.
 
Ziva alzò la testa, mordendosi il labbro superiore, e provando a fissare le stelle per evitare che le lacrime potessero scendere.
 
“Va tutto bene…”
Disse alla fine, alzandosi.
 
Tony la afferrò per un braccio, e la fece risedere.
“Non è vero…”
 
“Non ti ci mettere in mezzo, Tony”
Lo sfidò con gli occhi.
“Non ti riguarda”
 
“Mia mamma se n’è andata quando io avevo solo 8 anni!”
Disse, senza abbassare lo sguardo.
 
“Mi dispiace Tony… Non lo sapevo… Ma…”
 
“I genitori sono le persone che ti amano di più al mondo… anche quando a te sembra il contrario! Non ha senso continuare così… Dovresti parlarle, qualunque cosa sia successa! Perché una volta che li hai persi, non puoi più tornare indietro!”
 
Ziva lo guardava con un po’ di compassione, ed un po’ di vergogna… Ma a lei non importava quanto sua mamma l’avesse fatta stare male… A lei importava di Tali…
 
“Tali ha bisogno di una madre, e lei non è presente. Questo non glielo posso perdonare!”
 
Tony sapeva che c’era qualcos’altro sotto, ma tanto, per ora nona avrebbe ottenuto niente.
 
“Quando mia mamma se n’è andata, io ero arrabbiato con lei… Perché andandosene, mi aveva lasciato solo con mio padre… E probabilmente mio padre e tua madre si somigliano”
Disse Tony, cercando di mantenere la voce limpida, senza grandi risultati.
 
Ziva dubitava che la loro storia fosse la stessa. Venivano da due mondi diversi! Ma quando un genitore è lontano, anche quando si trova a pochi passi da te, il dolore è sempre lo stesso.
 
Lo vide come un cucciolo indifeso, che ricordava momenti brutti della sua vita. Le dispiaceva vederlo così, e lo abbracciò.
 
“Mi dispiace Tony… Nessun bambino dovrebbe vivere quello che hai vissuto tu! Nessun bambino”
 
“È meglio se entriamo, prima che gli altri pensino che siamo scappati in una fuga romantica…”
Tony si alzò, e riprese subito il sorriso.
 
“Fuga romantica?”
Ziva lo guardò maliziosa.
 
“Oh mia piccola ingenua Israeliana… Conosco Abby e Tim da tanto tempo… Se non hanno già iniziato a farsi film mentali, lo faranno presto!”
Rispose sornione.
 
“Oh beh… Allora mia sorella è proprio come loro… Però togli il se!”
Rise lei.
“E poi chi lo sa… Magari anche noi potremmo iniziare a fare dei pensierini sui di loro…”
Aggiunse maliziosa!
 
“Mi piace la tua idea, Zee-Vah… Ma non usare quell’espressione… Gli americani, così, capiscono altro!”
Rise anche lui, entrando in casa.
 
Presto l’allegria si ristabilì, e i ragazzi continuarono a vedere il film, finché Tali non si addormentò, con la testa sulle gambe della sorella.
 
“Tony, mi aiuti a portarla di sopra?”
Chiese Ziva bisbigliando.
 
Tony prese la bambina, e la portò nella sua camera da letto, poi quando scesero, Abby e Tim, stavano sistemando le loro cose per tornare a casa.
 
“Ehm… Ragazzi, è molto tardi… Se volete potete rimanere da me stanotte… Io e Tali siamo sole”
 
“Uh! Si si si si si!”
Esultò Abby, che non vedeva l’ora di fare un pigiama party.
“Dai restate anche voi! Non vorrete mica lasciare sole tre ragazze nel cuore della notte!”
Li istigò.
 
“Eh va bene… Ma dove dormiamo?”
Chiese Tim.
 
“Tony, tu resti?”
Domandò Ziva, ignorando McGee.
 
“E secondo te, il pivello riuscirebbe a proteggervi?! Non potrei permettere di lasciarvi in pericolo… Infangherei il buon nome dei DiNozzo!”
Si atteggiò lui.
 
“Spiritoso!”
Si offese McGee, mentre tutti risero.
 
“Allora c’è il letto matrimoniale di mia madre, il mio, e il divano… Quello di Ari è meglio lasciarlo stare…”
Disse, preferendo evitare che I suoi compagni vedessero una stanza come la sua, tipica di un agente del Mossad.
 
“Mh… Chi si divide il letto matrimoniale?”
Chiese Abby maliziosa…
 
“Io ho il mio letto… Lo lascio a voi… Tony… Magari vuoi fare un pensierino a Tim”
Lo guardò maliziosa, riferendosi a quello che le aveva detto sui gradini.
 
“Lasciate stare… Si deve ambientare con il nostro linguaggio…”
Si tolse dall’imbarazzo, e le lanciò un’occhiataccia.
 
 “Pivello te lo lascio… A dormire sul divano ti verrà il mal di schiena…”
 
“Quindi è deciso! Tim ed Abby nel matrimoniale, io nel mio e Tony sul divano”
Concluse Ziva
 
“Mi sacrifico io”
 
 
 
Abby e McGee erano andati a dormire,  un po’ perché erano stanchi, un po’ perché volevano lasciare soli Tony e Ziva, che intanto si gustavano un altro film sul divano.
 
“Davvero non capisco come faccia a piacerti un film in tedesco!”
 
“Per questo ci sono i sottotitoli, Ziva…”
Sbuffò Tony.
 
“Ma se leggi i sottotitoli ti perdi la scena… E magari non riesci a vedere il momento in cui i  protagonisti si guardano come se si conoscessero da sempre… Succede in tutti i film… Eppure a volte, neanche gli stessi registi se ne accorgono”
Commentò la ragazza.
 
“Credevo di essere l’unico ad essersene accorto!”
La scrutò… C’era qualcosa di diverso nel suo sguardo. Qualcosa che non aveva mai visto prima.
 
“Ed io credevo di essere l’unica a non badare agli occhi delle persone, quanto al loro sguardo…”
 
Tornarono a guardare il film, finche Ziva non iniziò a dare segni di cedimento. Era davvero tardi.
 
Quando ormai non era più cosciente, si sistemò sul divano, stendendosi, ed appoggiando la testa sulle gambe di Tony. Il ragazzo comprese subito al sua stanchezza, ed iniziò ad accarezzarle la fronte.
 
Ormai non stava più badando al film, guardava solo lei. C’era qualcosa che provava nei suoi confronti, un senso di protezione… Qualcosa che lui non poteva controllare.
 
Poi il sonno colse anche lui, che accasciò il busto sul lato del divano, senza però muovere le gambe, e senza smettere di accarezzarla.
 
La notte stava trascorrendo tranquilla, quando verso le 4, Ziva iniziò ad agitarsi nel sonno. Si rivoltava da una parte  e dall’altra, e alla fine Tony si svegliò.
 
Ogni notte Ziva aveva sempre lo stesso incubo, che però in realtà incubo non era. Era un insieme di tutti i ricordi che hanno segnato la sua vita, sin da quando era bambina, e che tutte le sere tornava a farle visita. Nessuno sapeva di questi suoi sogni, a parte tali, che spesso la trovava in camera sudata ed ansimante.
 
Ancora assonnato, Tony provò a calmarla, ma non aveva idea di come fare. Come si fa a calmare una ragazza che dorme? Sembrava un paradosso!
 
Le accarezzò dolcemente la guancia, ma non cambiava nulla. Ziva continuava ad agitarsi, e lui doveva riuscire a calmarla.
Vide la sue espressione cambiare a vista d’occhio, sembrava spaventata… Doveva essere un incubo, o forse un ricordo di qualcosa che le era successo. Quel qualcosa, iniziava a tormentarlo. Non per la curiosità,  ma perché impediva a Ziva di vivere serenamente.
 
Vide gli occhi muoversi sotto le palpebre, e la fronte cominciare a sudare. Ad un trattò iniziò ad emettere dei gemiti, e Tony provò a sussurrarle parole dolci.
Alla fine, Ziva si svegliò di colpo, aveva gli occhi spalancati, il cuore che batteva troppo velocemente, ed il respiro affannoso.
 
“Tranquilla, Ziva… Era solo un sogno…”
Le sussurrò con voce calma.
 
Quando Ziva tornò in sé, si accorse di quello che era successo.
“Scusami Tony, non volevo svegliarti”
 
Continuava ad avere l’affanno, e a sudare. Aveva lo sguardo impaurito, e con quel suo tenero visino, quegli occhioni grandi da cucciolo, e quel pigiamone di lana che era probabilmente il triplo di lei, sembrava un batuffolo da coccolare.
 
Stava per alzarsi dal divano, ma Tony comprese subito che avrebbe preferito rimanere con qualcuno. Ed in camera sarebbe stata da sola.
 
“Dai, resta a dormire con me… Fammi compagnia”
Le sorrise.
 
“Grazie”
Sussurrò la ragazza, prima di essere circondata dalle braccia sicure di Tony.
 
Si stesero sul divano abbracciati, rivolti entrambi verso il televisore ormai spento.
E si addormentarono così. Ziva si sentiva stranamente tranquilla in quelle braccia, lontana da tutto il male, e al riparo dai brutti ricordi che ogni notte la tormentavano. Quella era la prima notte, probabilmente, dopo tanto tempo, che riusciva a dormire serenamente.
Si avvicinò di più al ragazzo involontariamente, e Tony la strinse ancora più forte a sé.










NOTA DELL'AUTRICE
Ciao a tutti. Allora ecco il quarto capitolo. Scusate per il ritardo, ma c'è stato un piccolo problema tecnico, e ho dobuto riscriverlo... Comunque... Devo dire che qesto capitolo mi è piaciuto molto.

È un capitolo mistro tra il sentimentale-malinconico, il fluff, ed anche un po' di comico... Andiamo... La scena di McGee che si vede passare un proiettile davanti agli occhi, è davvero divertente... Ma penso che presto i ragazzi vorranno delle spiegazioni...
In questo capitolo, poi si approfondisce meglio il rapporto tra Ziva e Tali, e tutto quello che Ziva farebbe per la sorella.
Abbiamo poi un minuscolo assaggio di quello che sarà uno degli argomenti principali della storia, con la breve discussione tra Ziva e Rivka...
Ari è tornato in Israele, e dovrà svolgere una missione sottocopertura, che avrà a che fare con Ziva... 
E poi il finale... Beh... Più fluff di così... Si, lo so! Voi direte ma il fluff è qualcsoa di felice... Qui Ziva fa gli incubi! Andiamo per gradi! È la prima volta che mi allontano dall'angst, ma la mia anima è quella, e tornerà sempre a farci visita XD

Allora... Cosa succederà in futuro? Innanzi tutto, vi premetto che tra non molto scopriremo qualcosa in più su Avraham, e poi anche su Rivka... Ok ora che ci penso manca ancora un po'... Però intanto godetevi tutti i nostri super momenti TIVA... Oh, e per chi se lo sta chiedendo... McGee ed Abby, presto avranno un ruolo importante... E poi chissà... Magari anche in uno di loro potrebbe scattare la scintilla... Vabbè basta... Non vi dico più niente... Se non che ci vediamo al prossimo capitolo, e che spero che questo vi sia piaciuto.
Baci,
Gaia.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Gaia_dc