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Autore: ire_land99    08/03/2016    1 recensioni
5 maggio 1890
Caro diario,
mi sudano le mani, parlo a monosillabi e mi tremano le ginocchia. Come ha potuto mio padre a invitare gli attori a soggiornare a casa nostra? Perché l’ha fatto? Lui dice per premiarli per averci fatto emozionare, ma invitarli qui? Oddio, proprio quando avevo a malapena accettato la situazione. [...]
Dovrebbero arrivare a momenti. Scusa se non riesco a pensare ad altro, devo avere qualcosa che non va nella mia testa. Ho in mente solo quei splendidi occhi azzurri. Ma ti rendi conto che mentre penso al bel attore, in qualche stanza del palazzo si trova il mio futuro sposo?
Ciao a tutte! Questa è la mia prima fan fiction, spero vi piaccia! ❤️
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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31- Non ti sei mai ribellato?

-Scusa padre, non intendevo...-.
-So benissimo cosa intendevi-. Elizabeth ed Erin sussultarono al vedere il signor Horan, subito si misero composte in piedi. 

-È meglio che vada-, sussurrò Erin, abbassando il capo e uscendo immediatamente
dalla stanza.

Bobby rimase qualche secondo in silenzio, a pensare cosa dire. Sua figlia era così disciplinata, non avrebbe mai pensato che l'avrebbe sorpresa a dire quelle parole. Doveva capire che il matrimonio l'avrebbe solo resa una donna soddisfatta della propria vita. 

Sposarsi con chi è stato scelto dai genitori era una cosa semplice, normale, non capiva come Elizabeth potesse rifiutare questa opportunità.

-Io...-, cercò dire la ragazza, ma poi si fermò. Ormai il danno era fatto e qualunque cosa avesse detto, avrebbe solo peggiorato la situazione.

-Elizabeth, non riesco proprio a capire cosa ti fa pensare le cose che hai appena rivelato ad Erin-, esclamò severo suo padre. 

Elizabeth si sorprese a sentirlo parlare così gravemente, ma non poteva biasimarlo, era arrabbiato. E quando si faceva arrabbiare Bobby Horan... Insomma, meglio non farlo.

-Quella che ti è stata offerta è un'opportunità fantasti..-.
-Non ho dubbi. Ma... Insomma, sono grande, perché non posso fare le mie scelte adesso? Mi ribadisci sempre di prendermi le mie responsabili...-.

Elizabeth si fermò, guardando la faccia di suo padre che si era fatta cupa. Si era già stupita di quanto avesse appena detto, forse, più sarebbe andata avanti più l'avrebbe fatto infuriare. Invece Bobby si sedette sul suo letto, invitandola a sedersi con lui. Elizabeth si mise accanto cauta: non sapeva cosa aggiungere, si era già messa abbastanza in imbarazzo.

-Elizabeth... Tu comprendi che le persone come noi non hanno il piacere di scegliere di alcune... questioni.. Come è successo con tua madre e me, come Niall, i tuoi nonni e così via. È normale-.

Lui non capiva. Elizabeth abbassò il capo, sconfitta. -Non è giusto, invece. Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere chi amare-, disse sicura.
-Come? Tesoro..-.

-No-, lo bloccò subito sua figlia, -non siamo più nel Medioevo. Abbiamo, spero, una mentalità più aperta. Non voglio spos...-.
-Non dirlo nemmeno-, esclamò subito lui. 

In quella conversazione si erano interrotti a vicenda svariate volte, ma probabilmente era il discorso più serio che avessero mai fatto. Era stanca di essere trattata come una bambina.

Suo padre balzò dal letto, mettendosi davanti a lei. -Non iniziare il gioco "Non voglio sposare chi non amo". Te lo chiedo per favore, rendilo più facile. Sarei felice con Liam-.

-Ma non voglio sposarlo! Ormai ho diciotto anni, padre, e non mi puoi dire chi amare!-, gridò lei. 

Da dove aveva acquisito quella forza? Non lo sapeva, forse ce l'aveva sempre avuta, solo che era sotterrata da chili di lacrime, gioielli e feste.
-Non metterti contro di me, Elizabeth, non farlo-, rispose lui anch'egli urlando.

Entrambi sperarono che nessuno li sentisse, ma d'altro canto erano troppo immersi nella discussione per curarsene veramente. 

-Non ti sei ribellato... Papà, tu hai voluto sposare la mamma...?-, disse più piano Elizabeth, anche quasi più abbattuta. Non seppe l'emozione che gli occhi di suo padre la guardarono, non riusciva a decifrare il suo sguardo.

-Ognuno deve accettare la situazione in cui è. Alcune volte, sapere che nasci con una casa, cibo e tutte le comodità del mondo ti basta, dell'amore non te ne fai nulla. Pensa a quei poveri ragazzi per
esempio-, Bobby indicò la porta con il dito indice, - non hanno, e non avranno mai, quello che hai tu-.

Elizabeth sussultò. Pensò automaticamente a Louis, che a quest'ora era a casa sua, con chissà quali problemi.



-Louis... Come mai sei qua? Sei già tornato a casa?-. Johannah rimase un po' sorpresa a vedere suo figlio sulla porta di casa. Non si aspettava che tornasse così presto, solo il giorno dopo del
matrimonio.

Il giorno precedente per la madre di Louis era stato... stressante.

Era stato bello, ovvio, non avrebbe mai immaginato che la famiglia Horan avrebbe mandato qualcuno per darle l'invito del matrimonio del maggiore.

Ma troppi ricordi dolorosi sono riapparsi all'improvviso quel giorno, non era ancora pronta a fare riemergere quello che aveva incatenato dentro il cuore da anni, a vedere il soggetto dei suoi sogni più profondi e i suoi pensieri più deboli. 

Quando se ne accorse di chi le era di fronte, come in un lampo le riapparvero tutti i ricordi della sua giovinezza. Era da troppo tempo che non lo vedeva.

-Ehm...-, cominciò Louis. Il viaggio di ritorno non gli era bastato per inventarsi una scusa decente. Per fortuna, vide Fizzy sbucare da dietro la madre.

-Louis!-, gridò lei. Louis fu ben felice d'esser riuscito a cambiare argomento. -Come mai sei già torn...-.
-Come state voi?-, disse subito entrando a casa, per evitare anche quella domanda.

"Meno male che è andato via..." Johannah non riuscì a non pensarlo. Era un segreto che avrebbe tenuto nascosto fino alla morte, seppur odiava mentire al suo figlio maggiore.

E più di tutto, detestava l'avere perso un bambino molto tempo fa. Ma anche quello, nessuno l'avrebbe mai scoperto.
  
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