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Autore: Cristina Maurich 55    08/03/2016    3 recensioni
Un’antica leggenda, narra di un castello “Incantato” dove le sue grandi mura racchiudono dentro di se un paesino chiamato Shadow.
Si dice, che ogni ventinove febbraio il sole tramonti prima e si va frettolosamente a nascondere dietro al grande vulcano oramai spento da centinai di anni.
Tutti hanno paura dell’anno bisestile perché questo porta sciagure agli abitanti del luogo, strani avvenimenti accadono all’interno dell’isola, molti di essi sembrano casuali altri appaiono soprannaturali eppure, molte superstizioni, dicono che ogni fenomeno è legato al castello.
Un castello senza nome e ne tempo, nessuno ha idea da quanti secoli appartenga a Shadow, molti sostengono che la grande fortezza sia maledetta.
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Caro diario,
ieri sembrava dover essere una giornata tranquilla e invece mi sbagliavo.
Dopo essermi allontanata da casa per raggiungere mia cugina al mercato sono svenuta.
Una ragazza bionda, non molto alta di statura, con gli occhiali, dagli occhi verde-grigio ha chiamato i soccorsi, al mio risveglio mi sono ritrovata in ospedale, al mio fianco c’era ancora lei il suo nome è Fairy.
Pare che abbia perso tutta la sua famiglia a Shadow, ma non conosco ancora i dettagli,
Inoltre ho avuto modo di scoprire verità inquietanti riguardo a quest’isola.
Le persone sono convinte che il castello sia la causa degli avvenimenti strani che accadono ogni quattro anni. Le mura, circondano tutto il paese e da una parte è come essere imprigionati dentro  a una barriera, la gente è privata da molte cose, ciò che prima ammiravo di questo luogo sperduto ora lo sto iniziando a temere.
La maggior parte della tecnologia qui non funziona, il mio cellulare ha smesso di funzionare da ieri sera.
Non lo usato in questi giorni perché ero senza soldi nel telefono, non ho trovato nessuno che vendesse una ricarica telefonica.
Alcune cose qui non si fabbricano, c’è una barca che ogni tanto passa e si ferma qui, rimane sempre per poco e porta agli abitanti le cose che sfortunatamente non riescono ad avere   e solamente i ricchi si possono permettere di  comprare.
La gente nobile è sempre meno numerosa , loro trovano facilmente un modo per andarsene, di questi tempi avere i soldi è importante. Si dice che il denaro non faccia la felicità di una persona, ma senza di esso è impossibile vivere, noi dipendiamo dai soldi.
Giulia mi ha raccontato di Ed, è convinta di averlo imprigionato all’interno di un quadro che lei ha dipinto in  sogno.
Mi viene difficile a crederci, questo pensiero mi ha tormentata per tutta la notte, mi sono addormentata solo per un paio d’ore e ho fatto anch’io un sogno molto strano.
Ricordo un gatto nero accanto a Fairy e poi un bosco, era tutto così confuso,
ma ciò che mi ha colpita di più è stato quando mi sono vista entrare dentro al castello, non passavo dalla porta principale, ma per quanto possa sembrare insolito sono entrata da un passaggio sotterraneo che attraversava un pozzo.
Non riesco a ricordare nient’altro.
Forse la suggestione mi sta facendo brutti scherzi.
Ieri ho cercato di aiutare mia cugina nel vendere i suoi quadri, purtroppo i nostri sforzi sembrano essere stati inutili.
Al ritorno siamo passate difronte a un bosco spoglio, Giulia dice che non è molto grande, fatalità era lo stesso del mio sogno, desiderava farmi visitare il luogo.
Doveva mostrarmi pure il suo dipinto, ma era stanca e non ho potuto darle torto, inoltre non se lo è sentita di riprendere in mano quel quadro.
All’inizio mi era sembrata così tanto sicura di volermelo mostrare,  ma penso che non sia ancora pronta.
Mi ha detto dove lo tiene e di guardarlo, ma senza di lei, per  evitarle d’aprirle dolorose ferite.
Non so cosa pensare, i miei genitori sanno che io sono qui.
Loro non mi hanno mai parlato di tutti questi strani eventi, si sono solo opposti davanti alla mia decisione e non riesco ancora a spiegarmi del perché hanno trovato opportuno nascondermi cose così importanti.
Quasi dimenticavo, ieri ho conosciuto anche Emanu, un ragazzo molto gentile, aiuta tutte le mattine  mia cugina a portare i suoi quadri al mercato, penso che abbia una cotta per lei, come dargli torto lei è magra, carina, con i capelli lunghi fin sotto le spalle e poi ha quelle lentiggini che si intravedono a mala pena che addolciscono ancora di più il suo volto.
Non resisto più, devo vederlo a tutti i costi quel quadro.
Sarà meglio dargli subito un’occhiata.  Non posso aspettare oltre, voglio aiutare mia cugina a colmare il suo dolore e da qualche parte dovrò pur iniziare.
 
 
 
Nascondo il diario dentro alla fodera del cuscino, esco dalla mia stanza per poi entrare in quella di Giulia.
E’ tenuta bene in ordine. Sul comodino affianco al suo letto c’è una piccola bajour con accanto una cornice d’argento con all’interno una foto in bianco nero in cui presente lei e penso che l’altro ragazzo sia Ed. Non c’è che dire, ha proprio buon gusto riguardo ai ragazzi.
Il quadro dovrebbe trovarsi dentro al suo armadio centrale, sigillato all’interno  in una scatola di cartone gialla.
Infatti apro l’anta e il mio sguardo cade subito sull’enorme involucro.
Lo sollevo, non credevo che potesse essere così tanto pesante e lo appoggio sul letto.
Con attenzione lo apro.
Ne rimango subito affascinata dalla meraviglia del dipinto.
Riosservo la foto affianco a me, non ci sono più dubbi il ragazzo all’interno della cornice d’argento assieme a mia cugina è proprio Ed.
Nel dipinto ha uno sguardo triste.
Sembra molto curioso, lo sfondo dietro di lui pare essere un muro grigio, c’è anche un albero di noci molto grande accanto al ragazzo.
E in credibile, sembra un dipinto, dentro al dipinto. Non riesco a capire.
Il campanello suona all’improvviso facendomi sobbalzare.
Velocemente mi occupo di sistemare il quadro e di posarlo al suo posto.
Mi precipito a scendere nuovamente quelle scale così tanto rumorose e andare a vedere chi è venuto a far visita.
Apro la porta e rimango un pò sorpresa
-Fairy, ciao non ti aspettavo.-
-Ti disturbo ?-
-No, certo che no- Rimango ferma davanti alla porta, vorrei farla entrare, ma non essendo casa mia non lo trovo molto opportuno.
-Come mai qui?- Le domando un po’ curiosa.
-Volevo vedere come stavi, se ti eri ripresa.- Risponde lei,  intrecciando continuamente le dita delle mani l’une alle altre.
-Si, si sto bene non preoccuparti è un pensiero gentile da parte tua esser venuta qui. Sappi che lo apprezzato molto.-
Lei mi sorride aggiungendo – Forse è il caso che io vada… -
-Aspetta!-   Si ferma attendendo che io aggiunga qualcosa
-C’è per caso un pozzo qui a Shadow ?-
Mi guarda un pò sorpresa.
Infondo se mia cugina pensa di aver imprigionato il suo ragazzo dentro a un quadro, io potrei aver sognato un luogo che forse in questo posto esiste  davvero. Se fosse così, Ciò che mia cugina ha passato non può essere solo una sciocchezza… Ma qualcosa di più.
-Come mai me lo chiedi ?- Domanda  titubante.
Rimango in silenzio, non so che scusa inventarmi.  Di certo non posso dirle che è perché lo sognato.
-Comunque si- Aggiunge lei, sistemandosi gli occhiali per poi riprendere subito il discorso – Se vuoi ti posso accompagnare.-
-Sarebbe fantastico! Ti ringrazio tanto, dammi solo un attimo che mi preparo. Sono ancora in pigiama ti chiedo di aspettarmi qui se non ti dispiace.-
-Ok … Cerca di fare in fretta.-
-Certo, sarò velocissima-.
Accosto la porta dietro di me e corro in camera mia, prendo i primi vestiti che mi capitano tra le mani.
 
-Eccomi ! Mi dispiace di averti fatto aspettare-.
-Non preoccuparti- 
Ci incamminiamo insieme, mentre io mi giro intorno osservando ogni cosa che mi circonda.
Vorrei chiederle qualcosa, ad esempio come ha perso la sua famiglia, ma non lo trovo opportuno .
-Com’è Roccia Forte ?- Mi domanda, per rompere un po’ il ghiaccio.
-Molto rumorosa, ci sono macchine ovunque.-
-Devono essere molto comode, io non ho mai visto una macchina, pensa che hanno  provato più di una volta a portare le macchine, soprattutto i turisti che durante gli anni, definiamoli “ tranquilli”, si facevano traghettare con le loro auto qui a Shadow e dopo  un giorno circa, non funzionavano più . La gente è finita per lamentarsi. Avvolte vengono ancora incuriositi dagli eventi misteriosi, ma nell’anno bisestile c’è un divieto, il traghetto non può trasportare nessuno a riva.  Se desidera qualcuno venire qui, deve per forza pagare, proprio come hai fatto tu, immagino e farsi accompagnare in barca.-
– He.. Si hanno certi prezzi- sorrido, tenendo il suo stesso passo veloce
Mi volto indietro e non vedo più la casa dove sono ospite.
-Ci stiamo molto allontanando.-
-Si infatti è un po’ nascosto, dobbiamo passare per di qua.-  Due case vicine bianche, che sono divise da una piccola e stretta via, ombrata.
-E’ molto stretto.- Guardo dentro la fessura che è dinanzi a me, riesco a intravederlo infondo alla via c’è il pozzo. Vedo Fairy  incamminarsi dentro la stretta stradina e io consecutivamente la seguo.
I raggi del sole, all’uscita della stradina, mi accecano subito gli occhi.
Un brivido mi sfiora all’improvviso la schiena.
-Tutto bene?  - Mi chiede preoccupata aggiungendo – Hai una faccia, mi sembri  pallida.-
-Si certo, tutto apposto . –
-Non è che mi svieni di nuovo  vero?- Mi dice ironicamente.
-Non preoccuparti sto bene, sto bene-.
-Adesso me lo dici, perché volevi arrivare fin qui ?-
- Non rispondo nemmeno alla sua domanda e tiro la fune bianca e rossa che pende dalla carrucola. -Pensi che questa fune possa sorreggermi?
-Non saprei- Si avvicina al pozzo continuando il discorso- E’ da tanti anni che è chiuso e non è più stato usato. La corda è stata spesso in contatto con l’umidità e la pioggia.-
-Quanto sarà profondo ?-
-Credo sui dieci metri.-
Osservo la manovella di ferro laterale a destra, la giro di poco e pian piano vedo la corda venire su con attaccato un secchio rotto e sporco in legno.
-Avvolte i bambini vengono qui a giocare, ma non sono mai successi incidenti, sicuramente saranno stati loro a buttar giù la corda.- Mi osserva attentamente fin che mi spiega le cose.
Slego il fusto da quel nodo stretto è lo butto a terra, fa un rumore e si rompe immediatamente una parte di esso rimbalza verso Fairy.
Afferro l’estremità della corda e me la lego alla vita.
-Mi sembra che il gancio sia ben fissato, ti dispiacerebbe calarmi giù?!-
Fairy si precipita subito a cercare di slegarmi quel nodo stretto che mi stringeva l’addome – Non puoi farlo, non sappiamo nemmeno se la fune e il gancio ti reggeranno è un rischio troppo grosso. –
-Lo so… Ma devo provarci – Cerco di allontanarla con le braccia spingendola in dietro.
-Almeno dammi una spiegazione, che cosa mi nascondi ?- Si calma attendendo una mia risposta.
-Penso, che i sogni a Shadow vogliano dire qualcosa. Quest’isola è diversa da qualsiasi altro luogo del mondo. I sogni possono diventare i tuoi migliori consiglieri e devi coglierli come indizi. Non lo capito fino a quando non mi sono resa conto  che questo vecchio pozzo di pietra è lo stesso che avevo sognato durante la notte.
L’erba attorno secca, la carrucola di ferro è tutto troppo uguale. Anche mia cugina ha fatto un sogno e pare che si sia in seguito avverato. Non esistono scorciatoie, non si può sfuggire dal proprio destino. Fammi rischiare.-
Lei mi guarda, mentre io concludo il discorso con un gran sospiro – I sogni, sono fatti per confonderci forse il tuo destino è proprio quello di non dover andare a scoprire ciò che non deve essere scoperto.-
-Non si può vivere solo di se… Mi aiuterai?- Mi rivolgo a lei impaziente, con  il cuore che mi batte a mille. Una parte di me vuole a  tutti costi scendere. Non riesce a convincersi che le cose al quale si trova davanti siano proprio reali ed è convinta di trovare una risposta e di uscirne vittoriosa e comprendere che non c’è nulla di cui preoccuparsi. L’altra parte invece ha paura, teme di scendere li sotto e che la carrucola possa cedere , di scoprire che in verità è tutto vero.
-Fai attenzione d’accordo?-
-Andrà bene, dai non parlarmi con quella voce preoccupata.-
Fairy, si avvicina alla maniglia –Quando vuoi puoi andare-  Dice tenendola ben salda.
Il pozzo non è molto alto, con facilità mi arrampico sopra il suo bordo - Va bene, sono pronta-.
Inizio a calarmi giù lentamente.
-Hai! Cazzo…!-
-Tutto bene?- Percepisco la sua agitazione.
-Si non preoccuparti, sono solo andata a sbattere con la schiena contro la parete. Aspetta prima di continuare a calarmi, devo riuscire a stabilizzarmi, mi muovo troppo. Vedrai che non ci sarà nulla di cui preoccuparsi.- La rincuoro.
-Avvisami appena devo farti calare ancora-
-Certo- Le rispondo mentre, con l’ aiuto delle braccia mi aggrappo alle pareti strette per stabilizzarmi.
-Bene ci siamo puoi andare-.
Finalmente sono pronta e pian piano Fairy, mi fa scendere sempre più giù.
Inizio a sentire la differenza della temperatura  ed è più frizzantina rispetto a quella che c’è all’esterno.
-Fermati Fairy !- La mia voce rimbomba tra le pareti.
-Cosa succede ?- Smettendo subito di calarmi.
- C’è una porta all’interno della parete. Tirami un po’ su-
- Una porta?- Ripete lei dubbiosa. Non le do il tempo di terminare la frase che io la interrompo.
- Fairy, urla di più, faccio fatica a sentirti- Nel frattempo mi sento issare- Poco dopo urlo dicendole –Ferma! Va bene cosi-
-Non credo che quella porta possa essere aperta- Questa volta scandisce bene ogni parola e il suo tono di voce è più alto ed io riesco a sentirla bene.
Con le gambe cerco di spingermi verso di essa, finalmente riesco ad aggrapparmi a dell’edera che un pò la copre . Delle foglie mi rimangono in mano, mentre con l’altra mi aggrappo alla maniglia arrugginita. Provo a forzarla
-Nulla, è chiu..- Interrompo la frase rimanendo stupita, si è aperta.
Ripeto ad alta voce- Si è aperta Fairy, ora provo ad entrare.
-Non penso che sia prudente, Crystal – Percepisco il suo tono ansioso.
Aiutandomi con le mani finalmente riesco ad entrare, mi sfilo la corda che mi tiene legata alla vita.
-Bene, sono dentro, provo a dare un occhiata-.
Vedo la sua ombra che oscura una parte della parete, Fairy deve essersi affacciata al pozzo. – E’ meglio che torni su..-
-Aspettami Fairy, non ci metterò molto-.
Finalmente sono dentro, delle radici pendono dal soffitto. Non è possibile andare avanti c’è  troppo buio.
Appoggio la mano alla parete umida, quando la stacco inizia a darmi  un fastidioso, prurito, soffio sopra di essa per farmi alleviare il dolore, quando vedo diventare la mano di un azzurro fosforescente ed emanare una stranissima luce. Mi libero dalla fune.
-Fairy, vado a controllare…-
Lei non mi risponde e se lo ha fatto sinceramente non lo sentita.
La mia mano continua a brillare e mi fa luce.
Avevo letto di questo strano fenomeno, ma non lo avevo mai visto prima. Si tratta di “cryptomphalus- aspersa” o più semplicemente dire bava di lumaca. Nel libro diceva che esistono degli esemplari di lumache in grado di fare questo. Alla pelle umana da un fastidio bestiale, se viene in contatto con un pò d’aria emana una luce fosforescente azzurra.
Non avrei mai pensato di poter dire che la bava di lumaca potesse diventarmi un giorno utile.
Tengo il palmo aperto e la mano avanti per farmi luce, ci sono radici ovunque.
Il clima è molto umido è freddino.
Le pareti ad un certo punto si ristringono fra di loro diventa sempre più faticoso passarci in mezzo.
Alla fine di quel stretto cunicolo riesco a vedere un’altra porta, quest’ultima è fatta di legno, ora mai marcio,  coperta da delle piante e radici secche, provo ad aprirla ed inizia a grattare sul soffitto, fatto di terra finalmente si apre, ma una frana cade dall’alto, il terreno è ceduto. Corro in fretta attraverso la porta e la chiudo rapidamente dietro di me. Sollevo la mano verso il soffitto, ha una superficie più solida pare che sia entrata dentro una struttura molto ampia.
Mi rendo conto che non posso più tornare indietro, la porta è bloccata ed io sento il mio cuore battermi a mille, lo percepisco fin su in gola.
Decido di proseguire ma l’effetto della bava sta finendo e la luce ben presto svanirà.
Non ci sono più quelle pareti di rocce umide e scivolose.
Mi incammino verso l’ignoto, dinanzi a me si presentano delle prigioni vuote.
Non riesco ben a comprendere dove sia finita.
Ogni prigione ha un lettino e delle catene, le sbarre sono tutte ricoperte dalla ruggine.
Ripenso a Fairy a cosa lei può fare nel vedermi non tornare e mi sento in colpa nel averla lasciata sola.
Una prigione diversa dalle altre, mi colpisce subito il suo interno. Non ha un lettino , ma ha un piccolo altare con sopra una tovaglietta bianca, sporca di sangue, vedo anche un topo scorrazzare lungo la prigione c’è persino una vecchia sedia rotta.
Al suo fianco c’è una scala, la percorro è trovo un entrata ad arco.
Non appena l’attraverso, la mia mano smette di illuminarsi ed io sento dei passi.
-C’è  qualcuno ?!- Dico intimorita, con la speranza che potesse sentirmi e  augurarmi che non si tratti di nessun mal intenzionato.
Mi appoggio alla parete e cammino proseguendo sempre dritta fino a raggiungere un tratto di penombra. La luce filtra da piccole e strette finestre, dinanzi a me c’è un lunghissimo corridoio.
La struttura è molto amplia, mi osservo i vestiti e noto che sono tutti sporchi di terriccio mentre cammino.
Spero di trovare presto un’uscita, continuo  a voltarmi in torno per vedere se i passi che ho appena percepito siano stati frutto della mia immaginazione o magari non sono veramente sola.
Una fila di quadri di cornici dorate si affaccia ai lati affianco alla mia destra.
Mi fermo ad osservarne uno con attenzione.
 Non può essere, penso ad alta voce…
Lo tocco per un istante, quegli occhi castani e poi quei capelli corti dorati, quegli abiti comodi assomiglianti a un pigiama e poi quel albero di noci, con gli stessi fiori bianchi. Non ci sono dubbi questo è lo stesso quadro che Giulia ha dipinto in sogno  e che conserva gelosamente all’interno del suo armadio.
Il ragazzo che è li disegnato è Ed.
Ora sto iniziando a capire, mia cugina non ha mai dipinto Ed, ma ha solamente pitturato il vero posto dove lui è imprigionato.
Questo muro intorno a lui è lo stesso che del quadro che ho visto, ma cosa può volere dire?
I muri di questo posto sembrano in ottime condizioni, non appaiono nemmeno essere consumati, poi una strana sensazione, mi tocco sotto la punta del naso e mi accorgo che sto sanguinando. Vedo la mia mano, sporcarsi di rosso e all’improvviso una voce femminile che mi fa sobbalzare.
-Hey ! Ti serve aiuto ?-
Mi volto di scatto mentre lei continua a parlare facendosi susseguire da una risatina – Ahaha.. Non volevo spaventarti. Oddio ! Ma tu sanguini. Cosa ti è successo ?-
-Non lo so-… Le dico confusa, sento la mia mente vuota.
-Sarà meglio uscire da questo vecchio castello non credi ?-
Io annuisco…Non capendo
-Scusami, ma tu chi saresti ?-
-Mi chiamo Hannia, sono venuta a vistare questo posto sperduto .- Mentre mi afferra per un braccio e mi conduce rapidamente all’uscita.
-Ma come hai fatto ad entrare?-Le chiedo dubbiosa
-Strano, vero la porta d’ingrasso lo trovata subito aperta, vuoi che ti accompagna all’ospedale?-
-No, no , non serve-. Aggiungo io , rivolgendo uno sguardo veloce al castello per poi distoglierlo subito sentendomi vorticare la testa.
-Ecco tieni, ho dei fazzoletti in borsa.- Prende un pacchetto di fazzolettini di carta, me lo apre velocemente per poi tendermene uno.
-Ti ringrazio.- Continuiamo a camminare allontanandoci sempre più dal castello.
Poco dopo il sangue smette di fuoriuscire.
-Direi di ripresentarci, io sono Hannia e tu ?-
La testa non vuole smettere girarmi. -Mi chiamo Crystal, cosa ci facevi dentro al castello?-
-I miei genitori vivevano qui a Shadow, erano conosciuti non solo come i ricchi, ma anche come i fortunati. Ho studiato molto, anzi veramente sto ancora finendo gli studi, ma ho avuto bisogno di prendermi una pausa.
Loro mi hanno raccontato tutto di Shadow, delle morti improvvise, delle persone scomparse, ma per me si tratta solamente di autosuggestione.
Sono tutti troppo convinti e presi a dar la colpa a questo castello, io lo girato tutto e ti assicuro che è un castello normalissimo, non c’è niente che non va-. Conclude il discorso con una risatina che sembra essere quasi nervosa. –Mi dispiace che non ti sia sentita tanto bene, lascia che io ti accompagni a casa.- Con voce gentile, appoggia le sue braccia alle mie spalle.
-No, aspetta ricordo che devo andare al pozzo. Li c’è Fairy che mi aspetta.-
-Ora viene prima la tua salute, l’avviserai con il walkie – talkie, una volta a casa.-
- Va bene…  E grazie.-  Le dico mentre mi sento tutto il corpo traballante e mi appoggio a lei.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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