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Autore: Aagainst    09/03/2016    1 recensioni
Una serie di omicidi sconvolge Washington. Le vittime sono tutti ragazzi, pestati a sangue. La squadra è chiamata a risolvere il caso, ma il rischio di rimanere intrappolati in un gioco mortale sarà altissimo
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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2.
L’ordine è qualcosa di artificioso; il naturale è il caos.
(Arthur Schnitzler)


Hotch, Rossi, Morgan e Reid giunsero sulla scena del crimine. Il corpo era stato isolato e lasciato lì dalla polizia, in attesa dell'arrivo dei federali.
-Se non sapessi che ci sono state altre vittime uccise nello stesso modo, penserei a una semplice aggressione dovuta a una lite o, peggio, a una rapina.- esordì David.
-La violenza con cui è stato ucciso è a dir poco disumana. Guardate i segni sul volto: devono averlo pestato fino a quando non ha perso i sensi e, poi, devono aver continuato a picchiarlo- osservò Reid. Il più giovane della squadra sospirò. Si era imbattuto negli orrori più indescrivibili da quando era diventato profiler, ma la vista di quel corpo così martoriato lo turbò decisamente. 
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla: Derek gli sorrideva. Probabilmente si era accorto della sua inquietudine. La vista dell'amico lo rincuorò alquanto e gli permise di tornare a pensare al lavoro. Si mise a cercare tracce dell'assassino o, comunque, indizi utili. Ad un tratto, fu attirato da un luccichio proveniente vicino al marciapiede. 
-E questo come c'è finito qui?- si chiese.
-Cos'è, Reid?- domandò Hotch.
-È un anello. Ci sono delle incisioni all'interno, ma sono molto piccole.- rispose Spencer.
-Lo faremo analizzare immediatamente.- asserì Aaron.
 
-Deve essere questa.- asserì Emily, fissando il cancello che separava una bella villetta a schiera dalla strada.
-Suono io.- affermò JJ, citofonando. Le due agenti attesero qualche istante.
-Chi è?- 
-Agenti Prentiss e Jareau dell'FBi, signora Riddle. Possiamo entrare?-. Non ricevettero risposta. Rimasero ferme ad aspettare un paio di minuti.
-Che facciamo? Entriamo?- propose Emily.
-Non abbiamo nessun mandato! Non possiamo.- replicò Jennifer.
Finalmente, la porta della villetta si aprì e ne uscì una signora sui cinquant'anni. 
-Mi dispiace per l'attesa, ma... Ma...- provò a scusarsi, senza riuscirci: scoppiò a piangere. Le due agenti la accompagnarono in casa e la fecero sedere. La aiutarono a tranquillizzarsi, portandole un bicchiere di acqua e preparandole del tea. 
-Come si sente?- chiese Jennifer.
-Lei ha figli?- domandò la signora Riddle. JJ annuì.
-Come si sentirebbe se sapesse che suo figlio, il suo bambino, che lei ha portato in grembo e cresciuto con tutto l'amore del mondo, non tornerà mai più a casa?-.
Calò un gelido silenzio. Jennifer sospirò. 
-So che non è il momento, ma può dirci se, per caso, suo figlio era strano in questi giorni? O se frequentava particolari persone?- chiese Emily. La signora Riddle si asciugò le lacrime col dorso della mano e si soffiò rumorosamente il naso.
-No, non aveva comportamenti strani.  Si alzava tutte le mattine per andare a lezione, poi andava ad aiutare in parrocchia e, infine, tornava a casa per cena. Semmai gli capitava di rincasare prima mi aiutava sempre con le faccende. Sa, da quando mio marito è morto si era ripromesso di aiutarmi e proteggermi. Era un ragazzo buono. Amava la vita.- spiegò la donna.
-Signora, grazie mille. Se ha bisogno di qualsiasi cosa o se, semplicemente, le viene in mente anche solo un semplice dettaglio, non esiti a chiamarci.- disse Jennifer facendo per uscire, seguita a ruota da Emily, ma la madre della vittima la bloccò da un braccio.
-Trovate chi gli ha fatto questo. Trovatelo e fategliela pagare.-scongiurò.
-Lo troveremo.- promise JJ, uscendo dalla porta. Le due donne si avviarono verso la macchina. Salirono sull'auto e chiamarono Rossi.
-Non abbiamo cavato un ragno dal buco. Il ragazzo era la rappresentazione del figlio perfetto.-esordì Emily.
-Potrebbe trattarsi di una semplice aggressione, a questo punto.- ipotizzò JJ.
-È escluso. La violenza delle percosse accomuna tutte le vittime ritrovate. Inoltre, Reid ha trovato un anello con delle incisioni, pensiamo possa appartenere all'assassino.- spiegò David.
-Vi raggiungiamo subito, allora.- affermò Emily. Aveva appena finito la chiamata, quando si ritrovò sballottata verso il parabrezza: JJ aveva inchiodato.
-Ma che ti prende?- la riprese. Jennifer, però, non rispose e, slacciatasi la cintura, scese dalla macchina.
-JJ!- la chiamò Emily, invano.
 
"Corri e prendila, corri e prendila." pensava fra sé e sé JJ. Aveva, infatti, visto la ragazzina che l'aveva borseggiata la mattina.
-Agenti federali, ferma o sparo!- minacciò. La ragazzina si voltò.
-Ancora? E che palle! Non ti è bastato mangiare la polvere questa mattina?- la schernì. 
-Come scusa? Fai anche la spiritosa?-.
-Mai stata più seria di così.- replicò la giovane. JJ si avvicinò verso la ragazza, estraendo dalla giacca un paio di manette.
-Hai il diritto di rimanere in silenzio. Ogni parola che dirai potrà essere-
-Usata contro di me, sì lo so.- concluse la giovane, porgendo i polsi all'agente federale; sul destro si poteva ammirare un bellissimo tatuaggio rappresentate un drago.
-Bel tatuaggio.-
-Grazie.- rispose la fuggiasca, allungando ancora di più le braccia verso la federale.
-Vedo che capisci, brava.- ironizzò JJ, alla vista della docilità della ladra.
-Già. Io invece vedo che tu resti scema.- replicò la criminale, calciando allo stomaco Jennifer e scappando.
-JJ!- esclamò Emily, trovando la collega, dolorante, per terra. Era riuscita, a fatica, a raggiungerla. L'aiutò a rialzarsi.
-Avevo visto la ragazzina che mi ha borseggiata stamattina e me la sono lasciata fuggire come una recluta!- si innervosì. Emily la accompagnò verso la macchina e, insieme, raggiunsero il resto della squadra. 
 
-Ricapitolando: abbiamo un SI che uccide giovani ragazzi, apparentemente non collegati tra loro, picchiandoli a morte. L'unico indizio che abbiamo è un anello, ma non sappiamo neppure se è davvero un indizio.- tirò le fila Rossi.
Improvvisamente, Penelope entrò nell'ufficio, trafelata. 
-Buone notizie: l'anello è un indizio!- esclamò.
-Dalle analisi in laboratorio, però, risulta che apparteneva alla vittima. Le impronte digitali sono inconfondibili. In compenso, ho scoperto che cosa rappresenta l'incisione interna.- 
-E di cosa si tratta?- chiese Morgan. Per tutta risposta, Garcia proiettò alcune diapositive. La prima slide mostrava un drago. A JJ si mozzò il respiro.
-Probabilmente è il simbolo di qualche strana setta. Ai lati del drago ci sono le parole "Chaos" e "Fede", ma ne so quanto voi.- spiegò Penelope.
-JJ, tutto bene?- si preoccupò Spencer.
-Sì, sì, tutto benissimo. Mi sarà andato di traverso qualcosa.- mentì lei. Mille pensieri le attraversavano la mente: chi era quella ragazza? Faceva parte della setta ipotizzata da Garcia? C'entrava, per caso, con gli omicidi? E se, per caso, non avesse rivestito ruolo alcuno in quella faccenda, perché aveva quel drago tatuato? E se, invece, c'entrava con con tutta la vicenda, non è che il suo ruolo fosse distrarla dal caso? Doveva trovarla. E capire se, per caso, invece di combatterla non dovesse salvarla.

Angolo dell'Autrice
Ecco il secondo capitolo. Forse c'è un po' troppa carne al fuoco, ma poi tutto tornerà (o almeno, dovrebbe tornare) al suo posto. 
Grazie a chiunque abbia letto e a Shiori Lily Chiara per la recensione. Vi invito a commentare, per aiutarmi anche a migliorare.

Al prossimo capitolo!
   
 
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