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Autore: DigiPokeLover    12/03/2016    1 recensioni
Per Mirkho, 17 anni, un ragazzo italiano, è un giorno come gli altri. Ma quel giorno, la sua vita cambiò in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Un nuovo mondo... nuovi amici. Amici molto speciali. Un sogno divenuto realtà. Un'avventura da iniziare... un mondo da conquistare. Col sostegno dei suoi amici... ce la può fare!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arceus, Ash, Celebi, Prof Oak, Team Rocket
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Furry | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon The Challengers'
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Una giornata intensa
 
stagione 1 episodio 10
 
 
Quando mi risveglio, alla mia sinistra vedo Keldeo che dorme a pancia in su. Alzando lo sguardo, vedo Jacopo e Samanta abbracciati nello stesso letto. Sì, Samanta era scesa dal suo a quello del mio amico.
«Ecco… mi sembrava di aver sentito dei movimenti stanotte» commento.
Poi torno a guardare Keldeo, e decido di fargli il solletico… è impossibile che non ti venga la voglia nel vedere uno che dorme in questa maniera. Gli gratto la pancia, svegliandolo all’istante.
«Ah… oh mamma, cosa… Mirkho! Cavolo… (yawn)… se mi lasciavi dormire ancora un po’ non mi dispiaceva eh…»
Mi giro a guardare l’ora: le nove e mezza.
«Scusami, non mi ero accorto dell’ora…! He he… sono abituato a svegliarmi alle undici passate, e quindi ero convinto fosse quell’ora lì… scusa tanto!»
Keldeo sbuffa, ridacchiando un po’. Poi mi fa:
«Gli altri dormono tutti?»
«Sembra di sì»
«E quindi che vuoi fare?»
«Mah… per ora niente, mi attacco al computer a giocare a Pinball o a Prato Fiorito…»
«Ok. Però a me adesso lassame sta’, me voj dorme ‘n’altro po’…»
«Come mai ‘ste espressioni dialettali?»
«Ah bè, a forza di sentirvi parlare così»
«Eh eh… poi i tuoi fratelloni capiscono al volo che sei stato con degli umani»
«Embè? Se sono ancora vivo vuol dire che non è successo niente, no?»
«Giusto… qua lo zoccolo, amico»
Ci diamo una sorta di 5, poi come detto mi metto a giocare. Stavo facendo un bel punteggio…
«Mirkho! Ehilà!»
Sobbalzo:
«Eh? Che c’è?»
Vicino a me trovo mia cugina.
«Non dirmi che hai dormito tutto il tempo col computer acceso sulle gambe!»
«No, Giulia. – interviene il puledrino – L’ha acceso un’ora fa, solo che poi si è addormentato subito»
«Come? Mi sono addormentato?»
«Sì! Sei sempre il solito!»
«E ronfavi come un Hippowdon!» si aggiunge Samanta.
«Fai prima a dire “come un ippopotamo”, capivo lo stesso» commento chiudendo il pc e alzandomi.
Sul letto sopra di me non trovo Renamon.
«È in bagno a mettersi a posto. Mancavi solo tu, ti ricordo che tra un’ora hai l’incontro in palestra!»
«Giusto, è vero, fortuna che mi avete svegliato»
E anche stamattina ho fatto la mia mini figura di merda. Uscita dal bagno la mia ragazza, ci diamo un bacetto ed entro. Mi lavo la faccia, mi metto il deodorante, poi esco e mi vesto. Prendo Riolu per mano e scendiamo a fare colazione. Mentre scendo le scale, guardo Keldeo: il solo pensiero che domani, quando lasceremo Violapoli (se riesco a prendere la medaglia), ci separeremo dall’allievo spadaccino mi deprime un po’. Mangiamo per bene, poi, come al solito, esco per fumare insieme a Renamon.
«Sei pronto, tesoro?»
«Sì, mi sento carico. Ancora un po’ stanco, ma carico. Oggi poi tocca a te, eh» rispondo.
«Già… spero di farcela»
«Ma sì che ce la fai… a quanto mi è sembrato di vedere, non è uno dei capipalestra più forti. E poi non vedo l’ora di ripartire… non perché non mi piace Violapoli, voglio scoprire posti nuovi»
«Questo lo avevo già detto io ieri»
«Ah sì? Me n’ero dimenticato, eh eh… comunque dai, l’idea è quella»
«Lo so, lo so. Dai, visto che abbiamo finito, andiamo dentro a prepararci per bene e a prendere i tuoi Pokémon. Sono le undici, tra neanche mezz’ora c’è il tuo incontro»
Torno in stanza a rifarmi lo zaino e, giunta l’ora di dirigersi verso la palestra, lasciamo il Centro Pokémon e prendiamo le bici. Nel giro di meno di dieci minuti siamo davanti alla palestra. Entriamo e troviamo Valerio davanti alla macchinetta del caffè.
«Ancora buongiorno. Passata una buona nottata?» ci fa lui.
«Certamente, grazie mille. Oggi tocca a me»
«Bene, Mirkho, sei pronto?»
«Prontissimo»
«Ok. Vado a prepararmi, ti aspetto al campo lotta tra cinque minuti»
«Perfetto»
Mentre mi dirigo sul terreno dello scontro, penso: Riolu vuole lottare, ma non voglio farla faticare troppo, dopotutto è in svantaggio… un pezzettino di lotta però glielo voglio far fare… prima o dopo? Guarda, faccio che farla lottare subito, ma ai primi segni di stanchezza la sostituisco, non la voglio rischiare. Poi, vado con Mareep finché non me lo fa secco, poi Jolteon come ultima eventuale scelta. Ok, deciso.
Prendo il mio posto sul campo lotta, e Valerio si posiziona dall’altra parte. È un terreno di venti metri per dieci, in terra battuta, colle linee disegnate in vernice rossa. Anche l’arbitro prende posizione.
«Perfetto, cominciamo» fa Valerio che, dopo il discorso dell’arbitro, fa uscire Pidgey.
Bene, per primo manda sempre il meno forte. Utile perché, avendo osservato Davide ieri, posso usare la stessa tecnica.
«Va bene. Vai, Riolu!»
Apro la sfera e la faccio uscire. Valerio mi dà l’onore della prima mossa.
«Riolu, Azione!»
Il mio Pokémon si mette a correre verso l’uccellino.
«Pidgey, vagli incontro e usa Acrobazia!»
Bene, volevo fargli usare quella mossa, così, come ha fatto Davide, ne approfitto come si deve; anche Riolu è molto veloce.
«Vai, Riolu! Quando è vicino schivalo e usa Codacciaio!»
Proprio così! Pidgey è a terra, che si rialza lentamente.
«Ancora? Ma ragazzi, avete tutti la stessa tecnica? Stendermeli tutti col Codacciaio?»
«Perdonami, Valerio, è la nostra prima palestra, i nostri Pokémon bene o male sono giovani, non è che puoi pretendere… sta’ tranquillo che se avessi a disposizione l’Iper Raggio lo userei volentieri… il mio Riolu sa usare solo Azione, Codacciaio e Forzasfera, ce ne vuole…»
«Eh… fai pure lo spiritoso. – mi fa ridacchiando – Dai, rialzati, Pidgey, e usa Beccata»
Questa mossa coglie di sorpresa Riolu, che si ritrova addosso l’uccellino che lo becca in continuazione in testa.
«Riolu, cerca di liberartene in qualunque modo!»
Dopo aver provato a scrollarselo di dosso, con un pugno lo spedisce per terra, ma si rialza subito.
«Pidgey, ancora Acrobazia!»
Stavolta Pidgey è più rapido, e nonostante abbia ordinato a Riolu di scansarsi dalla traiettoria, viene colpito e steso. Si rialza con qualche affanno. E qui decido di cambiare Pokémon, perché non è messo benissimo… tra le beccate e questo violento colpo sto rischiando.
«Riolu, rientra e riposati, hai fatto il tuo lavoro, brava»
Mi rimetto la sua Pokéball nella tasca, e afferro quella di Mareep.
«Mareep, tocca a te, dammi una mano!»
Faccio uscire la pecorella e le ordino subito di usare Tuonoshock. Pidgey lo evita, e Valerio gli ordina di usare Beccata. Esattamente come ha fatto Davide ieri, al momento giusto…
«Ora, Mareep! Tuonoshock!»
Un fulmine di breve portata colpisce dritto dritto Pidgey, che crolla a terra.
«Pidgey non è più in grado di lottare! La vittoria va a Mareep!» fa l’arbitro.
Valerio fa una faccia a metà tra il rassegnato e il pensoso.
«Pidgeotto, tocca a te! Vai!»
Fa uscire l’uccello più grosso, ed io tengo in campo Mareep.
«Mareep, Ondashock!»
L’intenzione sarebbe quella di paralizzarlo per poi finirlo, ma…
«Il punto forte di Pidgeotto è la velocità di volo, credo che il tuo Mareep non possa più di tanto» mi fa, dopo che Pidgeotto aveva schivato il mio attacco.
«Vai, Attacco d’ala!»
«Mareep, schiva e poi Tuonoshock!»
Niente da fare, Mareep viene colpito e, nonostante le mosse di tipo volante non siano il massimo contro i tipi elettro, cade a terra con qualche danno.
«Dai, rialzati, ci siamo quasi! Vai con Ondashock!»
Il mio Pokémon tenta di rialzarsi, ma non fa in tempo a sferrare l’attacco che viene colpito con Aerasoio. Ed ecco il resoconto.
«Mareep non è più in grado di lottare, vince Pidgeotto»
Fantastico, 1-1. Mi sa che ho sottovalutato la situazione. Non mi resta che l’ultima scelta per finire in fretta il match.
«Bravo, Mareep, ti sei impegnato alla grande. Sei la mia ultima speranza, vai Jolteon!»
Valerio fa che attaccare subito con Attacco d’Ala, ma Jolteon schiva.
«Anche lui è molto veloce, e adesso te lo faccio vedere. Jolteon, usa Fulmine!»
Pidgeotto viene colpito, e si adagia pian piano per terra aiutandosi colle ali.
«Usa Raffica!» fa il capopalestra.
Pidgeotto, sbattendo le ali velocemente, crea una raffica di vento molto forte. Jolteon tenta di resistere cogli artigli, ma alla fine mi viene letteralmente sbalzato davanti.
«Tutto a posto Jolteon? Vuoi continuare?»
Si rialza e mi fa “Jaal!”.
«Ok. Jolteon, veloce, usa Schianto!»
Pidgeotto tenta di schivare, ma su mie indicazioni Jolteon riesce comunque a colpirlo. Mentre è a terra, lancio quello che spero sia l’ultimo attacco:
«Jolteon, chiudiamo con Scarica! Vai!»
Correndo, Jolteon lancia una potente scarica elettrica sul Pokémon Uccello, che non si muove più.
«Dai, dai…» sussurro tra di me.
«Pidgeotto non è più in grado di lottare! La vittoria dell’incontro va a Mirkho!»
Stringo i pugni e li alzo al cielo, lanciando un grido di gioia. Poi, Jolteon mi salta addosso, e ci abbracciamo.
«Bravo, Mirkho. Combatti bene. Si vede che siete molto uniti, avete tutti quanti le stesse tecniche di combattimento. Farete carriera, me lo sento» mi fa Valerio, raggiungendomi dopo aver fatto rientrare Pidgeotto.
Intanto, vengo raggiunto dalla mia ragazza, che mi abbraccia e mi bacia, e dal resto del gruppo.
«Sei stato bravissimo. – mi fa Keldeo – Mi sento ispirato, se vuoi potrei aiutarti nella prossima medaglia»
«Keldeo, tesoro, mi spiace ricordarti che noi andiamo avanti, dobbiamo…»
«Hai ragione, – m’interrompe – avrei voluto venire, ma purtroppo non posso allontanarmi da Violapoli… i miei fratelloni mi vengono a prendere la settimana prossima»
«Ah, ti vengono a prendere? Non me l’avevi detto»
«Mi ero scordato, scusami»
Vengo chiamato da Valerio:
«Eccoti la Medaglia Zefiro della palestra di Violapoli»
«Grazie!! E questa è una!» esulto.
Mi metto la medaglia in tasca, in attesa di comprare un porta-medaglie. Guardo l’ora, è quasi mezzogiorno e ho una fame boia. Salutiamo Valerio e usciamo, prendiamo le bici in direzione Centro Pokémon.
«Ti è andata bene, eh?» mi fa mia cugina.
«Che vuoi dire?»
«Che ce l’hai fatta grazie a Jolteon… e poi tu sei l’unico finora con un Pokémon sconfitto»
«Eh, devo aver sbagliato qualcosina… nessuno è perfetto, l’importante è che la medaglia ce l’ho»
Mi affianca Samanta:
«Alla grande, Mirkho!» mi fa col pollice alzato.
A mezzogiorno e dieci rientriamo al centro, affido i Pokémon all’infermiera Joy, e poco dopo iniziamo a mangiare.
«Che programmi ci sono poi per oggi?» chiede Ylenia.
«Dopo pranzo allo stadio si allena il Mogania per la sfida di domani, e vorrei farvi conoscere questo Kuro» rispondo.
«Va bene, se proprio insisti» mi fa Lucia, con un sorriso.
«E poi alle quattro tocca a Renamon sfidare Valerio»
«Mamma mia, che giornata intensa!» fa Samanta, perennemente abbracciata a Jacopo.
«Già… dai, mangiamo»
Mangiamo come dei pazzi… stavolta abbiamo tutti una gran fame, come se stare a osservare le lotte in palestra svuotasse lo stomaco in fretta.
Finito di mangiare, passiamo mezz’oretta nella nostra stanza, poi, come precedentemente deciso, ci dirigiamo allo stadio di Violapoli, che non dista tantissimo dal Centro Pokémon.
«Kuro mi ha detto che agli allenamenti si può entrare liberamente a guardare, a differenza del nostro mondo (almeno in Italia), quindi non dovremo sborsare un centesimo» dico al gruppo.
Arrivati allo stadio, appoggiamo le bici al cancello dello stadio ed entriamo. Il Violapoli è attualmente quinto in classifica (su un campionato a venti squadre come il nostro), due posizioni sul Mogania settimo, e dista dodici punti dalla capolista Fiordoropoli.
Proseguiamo per un corridoio che passa sotto le tribune, e ci ritroviamo davanti al campo di gioco. In teoria dovremmo accomodarci sugli spalti, ma ci fermiamo lì un momento. Insieme vediamo i giocatori che svolgono esercizi di atletica, saltando degli ostacolini.
«Ragazzi, Kuro è quell’Umbreon là, ecco, sta passando davanti adesso» spiego.
«Wow, che fusto» commenta Ylenia.
A un certo punto arriva l’agente Jenny:
«Ragazzi, non potete stare qui, andate a sedervi in tribuna»
«Sì, ci scusi, solo un momento»
Dopo qualche secondo, quello che penso sia l’allenatore urla:
«Ok, ragazzi, per ora basta, fatevi una pausa»
Perfetto, al momento giusto. Mentre i giocatori vanno verso la panchina a prendere le loro borracce, chiamo il mio calciatore preferito (di questo mondo, sia chiaro):
«Ehi, Kuro! Quaggiù!»
Lui mi vede, e alzando una mano per salutarmi, viene da me sorridendo.
«Ciao, mitico! Come stai?» mi fa.
Mi raggiunge, ci diamo il cinque e ci abbracciamo.
«Benissimo, Kuro. Tu?»
«Anche, non c’è male. Sei stato gentile a venirmi a trovare»
«Figurati. Volevo presentarti i miei amici, che l’altra volta non hai visto»
«Ah, bene, – poi guarda il resto del gruppo – salve ragazzi, tutto ok?»
«Sì» rispondono tutti quanti.
«Scusatemi tanto, ma sono un pochino sudato eh… comunque, piacere di conoscervi»
«Piacere nostro» risponde Ylenia, a nome di tutti.
«Lei è la mia ragazza, Renamon» faccio, indicando lei.
«Salve, signorina. Siete una bella coppia»
Dopo che lei ha ringraziato, interviene Jacopo:
«Anche noi siamo fidanzati. Io sono Jacopo, e lei è Samanta»
Mentre Kuro risponde anche a loro, io sussurro a Renamon:
«L’avrei giurato!» e lei fa una faccia buffa.
Uno a uno si presentano tutti.
«Io, Giulia e Davide abbiamo già la prima medaglia»
«Wow, congratulazioni! E quindi poi proseguite per la prossima città?»
«No, c’è ancora Rena che si deve medagliare, poi lasceremo Violapoli alla volta di Azalina»
«Bè, che dire, ancora buona fortuna a tutti. Ma gli altri? Niente medaglie?»
«Solo noi abbiamo deciso di correre per le medaglie. Jacopo si è iscritto a una scuola per Pokémon Ranger, mentre Ylenia e Lucia vogliono partecipare alle gare del Pokéathlon, in modo da prendere i fiocchi abilità. Samanta ci accompagna, per imparare la vita degli allenatori, Keldeo, invece, ci sta accompagnando e basta» prosegue mia cugina.
«Siete un gruppetto molto interessante, mi piacete. Oh… – fa, voltandosi – il mister sta chiamando, dobbiamo riprendere gli allenamenti. Se avete un po’ di pazienza, tra mezz’ora finisco e se volete andiamo a prenderci un gelato, ok?»
«Certo, Kuro» gli rispondo.
«Vabbè… ah, Mirkho, aspetta un attimo»
«Non ci muoviamo da qui»
Kuro entra in quelli che penso siano gli spogliatoi, ed esce pochi secondi dopo con una maglia.
«Mirkho, voglio regalarti questa, è la mia maglia. Tanto ne ho un’altra. Ragazzi, se riesco ve le procuro anche a voi»
«Non sono una patita delle maglie di calcio, non ti preoccupare» fa Giulia, sorridendo.
«Io a dir la verità non seguo tanto il calcio, grazie mille lo stesso» interviene Lucia.
«Io una maglia del Mogania ce l’ho già, ti ringrazio, Kuro» conclude Davide.
«Figuratevi, non c’è problema. Se cambiate idea, fatemi un fischio»
«Kuro!!» fa un vocione da dietro.
«Oh Arceus Divino, ragazzi, vado sennò il mister mi fa un cazziatone così… ci vediamo dopo»
«Ciao, a dopo» gli facciamo in gruppo.
Mi tolgo la maglietta che avevo prima e mi metto quella che mi ha dato Kuro, poi saliamo sulle tribune più vicine al campo di gioco.
«Quel Kuro mi piace tanto, davvero» commenta Ylenia guardandolo riprendere gli allenamenti.
Una volta seduto, mi viene in mente una cosa: avevo promesso di chiamare Ash una volta presa la medaglia, e quindi lo faccio.
«Scusate un attimo, faccio una chiamata»
Apro il menù dell’InterPoké, inserisco il numero di Ash, lo memorizzo, poi lo chiamo. Dopo due squilli, risponde:
«Ehi, Mirkho! Come va? Vedo che hai preso un InterPoké!»
«Benissimo. Bè, veramente abbiamo incontrato il prof. Oak ieri, ce li ha forniti lui»
«Perfetto, la stessa cosa aveva fatto con me. Dopo la chiamata mi salvo il numero. Dimmi tutto»
Tiro fuori la medaglia e gliela mostro:
«Guarda! Ho sconfitto la palestra di Violapoli, la mia prima medaglia!»
«Grande! Sono felice per te, ora sei nel giro! Quindi ora parti?»
«No, no, manca ancora la mia ragazza, poi partiremo»
«Ah, ok. Oh, ciao Jacopo!»
Mi volto e trovo Jacopo dietro di me che fissava l’InterPoké.
«Ciao, Ash! Tutto ok?»
«Sì, te?»
«Anche!»
«Te sei sempre in mezzo alle palle, eh? To’, tieni il numero. Ash, casomai ti chiama dopo»
«Ok, ok. Ma dove siete? Sembra uno stadio»
«Sì, siamo allo stadio di Violapoli a vedere l’allenamento di quel Kuro di cui ti avevo parlato»
«Ah, vi state svagando, quindi?»
«Sì, guarda, tutti i miei amici sono qui. Ragazzi, salutate!»
Giro il braccio in modo da far vedere tutti. Parte una bordata di “ciao”, che Ash contraccambia.
«Siete un bel gruppone. Ma quelle due ragazze non umane chi sono?»
«Quella blu si chiama Samanta, è la ragazza di Jacopo, ce l’ha presentata il professore e sta con noi per imparare da allenatrice. L’altra, invece, è Renamon, ed è la mia ragazza»
«Ah… figo! Siete fortunati, tu e Jacopo!»
«Voglio presentarti anche mister spadaccino… Keldeo, vieni qua»
Che bello… far conoscere personaggi molto prima dell’eventuale film! Almeno quando si rivedranno a Unima si conoscono già, e penso che ciò renda più facili le cose.
«E tu che Pokémon sei? Sei Keldeo?»
«Sì, piacere di conoscerti! Tu sei…?»
«Wow, parli anche? Fantastico… comunque, io sono Ash! Giuro, non ti ho mai visto»
«Eh eh, a quanto sembra sono abbastanza raro. Provengo dalla regione di Unima»
«La regione di Unima? Interessante… spero di poterla visitare presto»
«Dovessi venirci, ti aspetto. Ciao Ash!»
«Ciao, ciao!»
Dopo che Keldeo ha ripreso il suo posto originale, faccio che salutare:
«Vabbè… ah, ma Brock e Lucinda dove sono? Non sono con te?»
«No, loro due sono in un parco, io sono andato a prendere da mangiare, facciamo merenda fuori»
«Ok, salutameli, chiudo»
«Sarà fatto, buona fortuna a tutti, ciao»
Chiudo la chiamata e mi rimetto a osservare gli allenamenti. Guardo l’ora, tra un quarto d’ora dovrebbero finire. La partita ce l’hanno domani.
Terminati gli allenamenti, raggiungiamo Kuro, che ci dice che va un attimo a farsi una doccia veloce. Aspettiamo altri dieci minuti poi, finalmente usciamo. Andiamo in una gelateria poco vicino allo stadio, dove ognuno si prende il gelato che vuole. Buono, questo cono alla baccarancia.
«Quindi, ragazzi, – attacca Kuro – fatemi capire… siete partiti da Borgo Foglianova?»
«Sì, settimana scorsa» risponde Ylenia.
«E vi fate tutto in bici? Non è stressante? La patente non ce l’ha nessuno?»
«Eh, in effetti… no, nessuno, lì per lì abbiamo tutti diciassette anni, se vogliamo stare a “spiluccare” il mese, il più vecchio è lui» fa mia cugina indicandomi.
«Ah… bè, comunque se siete arrivati fino a Violapoli vi siete fatti già un bel po’ di strada»
«Già… certe volte non mi sentivo più i piedi» commento io.
«E vi credo!» ridacchia.
«Sì, è molto faticoso, però ne vale la pena, ci teniamo all’avventura»
«Giusto. Ma toglietemi una curiosità… com’è il mondo reale?»
«Ah, dipende dai punti di vista! Da dove veniamo noi è tranquillo, una bella città, ma in altri posti sono in corso guerre… insomma, per la maggior parte è un autentico casino! Noi italiani la guerra ce l’abbiamo solo in politica, abbiamo un’economia allo sbando, crisi dei posti di lavoro…» rispondo io.
«Mh… un bel casino davvero… datemi retta, non ho nulla contro il vostro mondo, per l’amor di Arceus, ma qui state molto meglio»
«Hai ragione, l’abbiamo capito subito… l’unica nota negativa è che ci siamo già incollati dietro il Team Rocket»
«Oh mamma mia… come mai? Che avete fatto?»
«Qualche giorno fa, ho aiutato Suicune, anche lui nelle mire della banda… da allora hanno ci hanno attaccati due volte, la prima si sono mostrati e li abbiamo battuti, ma la seconda, se non fosse stato per Keldeo, ci avrebbero abbrustoliti… ci hanno attaccati da dietro, i codardi, Keldeo si stava facendo un giro, se n’è accorto e ci ha parato il culo. Da allora viaggia con noi, ma ci separeremo presto, perché lui deve rimanere a Violapoli»
«Mmmhh… ragazzi, state attenti, vi prego, quando fanno sul serio sono pericolosi»
«Lo sappiamo… ma anche questo fa parte dell’avventura» interviene Jacopo.
«Non ho dubbi a riguardo, ma vi consiglio comunque di non prenderli sotto gamba»
«Certamente, ce ne rendiamo conto»
«Vabbè, a parte questo particolare sta andando tutto bene, no?»
«Sissì» facciamo insieme tutti.
Mi viene voglia di scherzare:
«Kuro, c’hai voglia di venire a giocare nel Rimini? Nel nostro mondo»
«Ma sei matto?» mi fa mia cugina schiaffeggiandomi la mano.
«Mi piacerebbe giocare nel vostro mondo, per capire com’è il calcio là, quasi quasi…»
«No, Kuro, sto a scherza’… il Rimini gioca in quarta serie (che da noi si chiama Serie C2), non è alla tua altezza»
«E chissenefrega! Ti faccio sapere che fino a tre-quattro anni fa giocavo a Borgo Foglianova, bassa categoria. Non sto male a Mogania, ma appena puoi portami a Rimini, seriamente»
«Bè, certo, con te arriviamo in Serie A in un batter d’occhio, però… i Pokémon nel nostro mondo non esistono»
«Lo so benissimo che non esistono, ne vedranno uno, allora»
Ecco, adesso sto seriamente pensando che se stavo zitto era meglio.
«Vabbè… se vuoi proprio andare a Rimini, è meglio se prima ci andiamo per farti fare un giro della città, ok?»
«D’accordo»
«Ascolta, faremo una cena tutti insieme a Rimini, nel cortiletto della casa dell’Yle, il 21 luglio, doveva essere solo fra di noi ex compagni di scuola, ma ora la stiamo allargando un po’ a tutti… hai voglia?»
«E me lo chiedete? Eccome se ho voglia! Sono liberissimo… cercherò di non prendere impegni per quella data»
«Grazie mille, la tua presenza è molto gradita»
«Figuratevi. A che ora hai il tuo incontro, Renamon?»
«Più o meno fra… oddio, dieci minuti?! Cazzo com’è passato il tempo! Arriveremo tardi!»
«Hai ragione! Oh mamma mia!» commento afferrando il telefono.
«Nessun problema, ragazzi, vi porto io in macchina, l’ho parcheggiata lì in fondo. Avete legato le bici?»
«Sì, lo facciamo sempre» risponde Ylenia.
«Benissimo. Seguitemi»
«Che macchina hai, Kuro?» chiede Jacopo.
«Una Dewan Xperience 1.4, ma non credo che voi, essendo del mondo reale, l’abbiate mai sentita nominare»
«Infatti è così»
«Perché abbiate un’idea, è più o meno come la vostra Mercedes Classe A»
«Wow… magari fosse “nostra” veramente!»
«Alcune marche del vostro mondo sono presenti anche in questo. Tipo Toyota, Citroën, Ferrari, Maserati… e poi non mi viene in mente altro»
Io lancio un fischio di stupore. Raggiunta la macchina di Kuro, la osserviamo meravigliati.
«Che bella! Però… io non ne so quasi per niente di macchine, ma non mi sembra che la classe A abbia otto posti più il conducente» osservo.
«Infatti mi riferivo alla forma dell’auto, non ai posti. Dai, montate su se volete arrivare in tempo alla palestra»
«Ok. Noi siamo in nove quindi… Keldeo, nel bagagliaio!»
Il puledrino mi lancia un’occhiataccia e mi fa:
«Spi… ri… to… so…»
«Anche nel bagagliaio si sta comodi, sai? La scorsa settimana lì dentro ci ho portato a casa un mio compagno di squadra!» fa Kuro.
«Vabbè, ho capito!» sbuffa Keldeo, salendo nel bagagliaio.
Tutti saliamo in macchina, io e Renamon accanto a Kuro nei sedili davanti. Un minuto dopo essere partiti, Keldeo fa:
«Avevi ragione, Kuro! Si sta comodi!»
«Te l’avevo detto»
«Ok, cucciolo, adesso però non rompere più il belino, intesi?» mi aggiungo.
«Non sono un cucciolo!» replica lui.
«Eddai, Keldeo… senso dell’umorismo zero, eh?»
Dando un’occhiata dietro, vedo Keldeo accovacciarsi.
Arriviamo alla palestra giusto in tempo. Kuro parcheggia la macchina e tutti insieme entriamo.
«Dai… l’ultima volta che entriamo qui dentro» commento dando un’occhiata in giro.
«Ragazzi, siete arrivati al pelo oggi. Eravate impegnati?» ci fa il capopalestra.
«No, è colpa mia. – fa Kuro – Ho fatto loro iniziare un discorso senza fine, chiedo scusa»
«Oh, che onore! Kuro Umbreon del Mogania! Ora capisco! Dai, andiamo. Essere strano, tocca a te adesso?» chiede Valerio guardando Renamon.
«Sì! – la mia ragazza risponde alzando la voce, gli si avvicina e lo guarda male – Ad ogni modo, l’essere strano ha un nome, che è Renamon! Un minimo di cortesia, per favore!»
Detto ciò, si dirige verso il campo lotta.
«Minchia… che caratterino! Sa farsi rispettare molto bene, vedo…» commenta Valerio, sconvolto.
«Eh sì, – intervengo – non consiglierei a nessuno di provocarla, perché sono cazzi amari»
«L’avevo… capito. Vabbè, se volete accomodarvi in tribuna…»
Mentre prendiamo posto, Samanta mi si avvicina e mi fa:
«Molto seria, la tua ragazza, eh eh!»
«Per forza… anch’io mi sarei imbestialito se mi avessero dato dell’“essere strano”. Inizialmente volevo intervenire io, ma Renamon mi ha anticipato, e visto come si è incazzata (e ha fatto bene) ho preferito tacere, per evitare problemi. Non so se lo pensi anche tu, ma per me le femmine, che siano umane o meno, sono imprevedibili»
«Hai ragione. E te lo dice una femmina»
Samanta va a sistemarsi accanto a Jacopo, e io mi appoggio alla ringhiera. La mia ragazza e Valerio sono già posizionati sul campo. E l’arbitro, puntuale, fa il suo discorso.
Renamon manda in campo Cyndaquil, mentre Valerio non cambia tattica, mandando in campo sempre l’uccello più piccolo.
«Cyndaquil, usa Braciere!»
«Pidgey, evitalo!»
«Seguilo!»
Il risultato è incredibile…
«Ragazzi, mi sa che stasera ci sarà un bel Pidgey arrosto…» commento, ridacchiando.
«Pidgey non è più in grado di lottare, vince il Cyndaquil di Renamon!»
Io non ci credo:
«Ma… ma cos… dopo una mossa sola?!»
La mia bocca tocca letteralmente terra, come gli altri, del resto.
«Apperò… è incazzata nera con Valerio, molto più di quel che pensassi» fa mia cugina.
«Lo credo bene. – aggiunge Lucia – L’ha appena insultata, ha tutte le ragioni del mondo per esserlo»
Valerio, anche lui stupito come noi, manda in campo Pidgeotto. Ma la musica non cambia, Renamon attacca con la stessa ferocia:
«Cyndaquil, usa Lanciafiamme, poi Azione!»
Non dà nemmeno a Valerio il tempo di parlare, i due attacchi vanno a segno.
«Pidgeotto non è più in grado di lottare, vince Cyndaquil, e perciò la vittoria finale va a Renamon!»
Collasso generale…
«Oh mamma mia…» fa Samanta.
«Che caspita è successo a ‘sta ragazza?!» segue Kuro.
«Ma è posseduta» commenta Ylenia.
«Ma con chi cazzo mi sono fidanzato?!» sussurro mettendomi le mani nei capelli.
Guai a sfidarla, questa, ci fa un mazzo così!
«Ve bene, va bene, ti chiedo scusa, ma non abbrustolire anche me!» Valerio è terrorizzato.
«Te lo meriteresti. Ma ti perdono, oggi sono presa bene»
«Ok, ok… tieni la medaglia!»
Renamon prende la medaglia, e dal sorriso che ha stampato in faccia, sembra si sia calmata. O almeno lo spero.
«Questa vince la Lega. Ve lo dico, questa vince la Lega Pokémon!» commento, rivolgendomi al gruppo.
Raggiungiamo Renamon, che ci fa:
«Bè, ragazzi, mi sono fatta valere»
Salutiamo un incredulo Valerio e usciamo. Mentre gli altri salgono sull’auto di Kuro, parlo a Renamon:
«Perché mi guardi con quella faccia? Vuoi far fuori anche me?!»
«Eh? No, no, ma va’… non ti toccherei mai, tesoro mio, ce l’avevo solo con quel pirla»
«Uff, meno male… adesso però calmati, ok?»
«Sono calmissima, vai tranquillo» mi risponde, dandomi un bacetto.
Lo spero proprio.
«Ragazzi, che volete fare adesso? Avete programmi?» chiede Kuro.
«Sì. Ci puoi riportare dove abbiamo lasciato le bici? La nostra intenzione è quella di andarci a fare un giro qui intorno» risponde Ylenia.
«Agli ordini!»
In breve tempo siamo nelle vicinanze dello stadio, dove avevamo lasciato le bici.
«Bè, ragazzi, in questo caso vi saluto, torno all’albergo dagli altri, sicuramente mi stanno aspettando. È stato un piacere passare il pomeriggio con voi»
«Altrettanto per noi» fa Jacopo.
«Casomai aveste bisogno, Ylenia ha il mio contatto InterPoké. Saluti, ragazzi, alla prossima»
Tutti lo salutiamo in coro, dopodiché monta in macchina e parte. Noi rientriamo un po’ al Centro Pokémon per riposarci, sono le cinque e dieci, abbiamo ancora metà pomeriggio da passare qui a Violapoli. Già, domani riprenderemo il nostro fantastico viaggio.
Passiamo le successive due ore a girare per i negozi, io e gli altri medagliati ci compriamo un porta-medaglie dove sistemiamo la Medaglia Zefiro. Altre sette medaglie ancora… abbiamo appena iniziato il viaggio, ce ne vuole… chissà quante altre avventure passeremo, spero che siano molto emozionanti, tipo incontri con altri leggendari o missioni di salvataggio. Ma soprattutto, lo stare insieme ai propri Pokémon, perché il legame è forte, e sarà destinato a rinforzarsi nel tempo. Io e Riolu, per esempio, siamo fatti della stessa pasta… uguali in tutto e per tutto!
Alle 19:30, orario entro il quale dovevamo rientrare per la cena, cominciamo a mangiare. Attraverso la porta scorrevole del Centro Pokémon si vedeva chiaramente il sole tramontare all’orizzonte. Che bello… mi ricorda casa mia a Rimini, dove io, mentre ceno, osservo sempre il sole tramontare sentendo in contemporanea il segnale acustico del passaggio a livello venti metri più avanti. E, a rendere più magico il momento, una leggera brezza, che ci lambisce braccia e gambe facendoci sentire bene come non mai. Ecco, un attimo di distrazione e Riolu si è ciucciata quasi metà della mia pasta. Vabbè, dai, mangia.
Dopo cena, facciamo un ultimo giretto sul corso principale di Violapoli, e andiamo a far foto alla torre della città, che ci dicono essere alta trecento metri e con quatantacinque piani. Trovo una tabaccheria, dove compro le sigarette (avevo finito il pacchetto prima dell’incontro di Renamon), e anche quelle qui costano molto meno: 2,50 ₱ un pacchetto da venti. Che posto, ragazzi!
Finito tutto, ormai stremati dalla stanchezza, rientriamo in sede stavolta senza perdere la strada. Uno dopo l’altro usufruiamo del bagno, e dopo che le ragazze si sono imbalsamate di creme peggio delle mummie egizie, seguito da un “ah, che nausea” di Keldeo (e gli do ragione), ci infiliamo tutti sotto le coperte. Stavolta Jacopo e Samanta si sono messi direttamente insieme, dando la possibilità a Keldeo di sistemarsi sul letto lasciato libero dalla Samurott. A suo dire, così non gli faccio più il solletico. Ok, chiudiamo qui per oggi. Domani si ricomincia a pedalare, pertanto più ci riposiamo meglio è. Aaahh che bella sensazione… buonanotte a tutti, ragazzi e ragazze.
 
FINE
   
 
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