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Autore: aaannacolli    12/03/2016    1 recensioni
E se Draco Malfoy si fosse innamorato durante il suo quinto anno ad Hogwarts di Hermione Granger? E se fosse subito passato dalla "parte giusta" prima della Seconda Guerra Magica voltando le spalle alla sua famiglia?
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Magica. E' la mia prima fanfiction (ovviamente una Dramione), quindi recensite in tante, spero possa piacervi
Dal testo: "Non sento niente, non vedo niente se non lei, che ricambia il mio sguardo. Ma non è il solito sguardo carico di odio e rancore però, è uno sguardo curioso, e in effetti non la biasiamo: che diamine ci faccio tutto sporco e gravemente ferito all'interno della mia stessa casa?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Nel momento in cui riprendo i sensi non apro subito gli occhi, mi sento bene, leggero, pulito. In lontananza odo le onde del mare che s’infrangono contro le scogliere e lo stormir dei gabbiani che volano.
Una brezza leggera soffia sul mio viso e mi dà la forza di riaprire gli occhi. Non so esattamente dove sono, ma ciò che mi circonda sembra un’oasi di pace: la stanza in cui mi trovo non è particolarmente grande ma le pareti bianche e l’enorme finestra dall’altra parte della camera le conferiscono un’aria spaziosa e luminosa. I mobili sono tutti di tonalità chiare che vanno dal giallo fino al celeste, alla mia destra c’è un tavolo con appoggiati sopra vestiti puliti e dall’altro lato del letto, fissato alla parete, uno specchio.
Provo ad alzarmi ma avverto immediatamente una fitta di dolore al fianco sinistro. Tasto con le dita l’addome e mi rendo conto che ho il torace quasi completamente fasciato, e allora mi ricordo che quella meravigliosa donna di mia zia mi ha lanciato un pugnale addosso mentre mi stavo smaterializzando.
Piano piano mi ritorna alla mente tutto ciò che è avvenuto prima che svenissi, comincio a farmi domande e la sensazione di pace che avevo acquisito poco prima scompare. Dov’è Hermione? E Potter? E Weasley? Dove mi trovo adesso?
Stringo i denti e mi alzo faticosamente dal letto, prendo i vestiti puliti adagiati sopra al tavolo e mi vesto. Poi mi dirigo verso la finestra dall’altra parte della stanza e la spalanco: immediatamente mi investe un odore di mare e di vento, chiudo gli occhi e respiro a pieni polmoni l’aria fresca, che non percepivo da non so quante settimane. Dò un’occhiata a ciò che mi circonda e devo ammettere che la vista è davvero bellissima: la villetta è situata vicino ad un’estesissima spiaggia dalla sabbia praticamente bianca. Risalendo verso l’abitazione si cominciano però ad incontrare alcuni arbusti e piante basse fino a diventare un po’ più fitte in prossimità della casa, tanto che, per arrivarci, è stato tracciato un sentiero.
Esco a fatica dalla stanza e scendo lentamente quattro rampe di scale finchè non mi trovo in un accogliente soggiorno. Avverto delle voci che discutono animatamente, mi sembra di riconoscere quella di Weasley sopra le altre e quella di Potter di qualche tono più bassa.
Seguo il chiacchiericcio e arrivo dentro una cucina molto spaziosa, ai lati della stanza ci sono molti pensili, dispense e armadietti  sempre di tonalità molte chiare. Al centro c’è un tavolo rettangolare dove sono sedute sei persone: sul lato destro sta uno che parrebbe essere un  folletto della Gringott,  vicino ha una ragazza bionda particolarmente bella e a capo tavola un ragazzo dai capelli rossi molto simile a Weasley, ma con un taglio che gli solca il volto, e tiene la ragazza per  mano. Dall’altra parte ci sono Luna Lovegood, Weasley e infine Hermione. In piedi dietro questi, appoggiati a dei mobiletti, Potter e Dean Thomas.
Appena faccio il mio ingresso nella stanza tutti si ammutoliscono e si voltano nella mia direzione . Seguono attimi di silenzio imbarazzato, l’unico rumore è quello dei gabbiani in lontananza.
Insomma è sempre bello essere i benvenuti.
Il primo a rompere il silenzio è Potter, mi fa un cenno del capo.
-Malfoy.-
-Potter.-
-Ciao!-
Mi giro per capire chi ha parlato, ritrovandomi puntati addosso gli enormi occhi azzurri della Lovegood.
Non ho ancora capito se c’è o ci fa, ma per evitare che apra di nuovo la bocca decido di stare al gioco e le sorrido cercando di sembrare il più felice possibile.
-Ehilà!-
Mi guarda entusiasta e sta zitta. Il piano è andato a buon fine.
Di tutti gli sguardi che sono rivolti verso di me, quello di Hermione è il più intenso e brucia sulla mia pelle. Mi volto e incateno i miei occhi ai suoi. Devo averla presa alla sprovvista perché vacilla un attimo e arrossisce, ma non abbassa lo sguardo.
Sono io ad interrompere il contatto visivo venendo richiamato dal ragazzo coi capelli rossi, che si schiarisce la voce per attirare la mia attenzione.
-Malfo.. Draco. Ti spiace venire con me in soggiorno? Avrei da farti due domande, sempre che tu non abbia niente in contrario, ovvio.-
Sembra una persona cortese, e apprezzo il fatto che non mi tratti come se fossi radioattivo.
-Certo, nulla in contrario, mi fai strada?-
I presenti sembrano rilassarsi. Lui mi sorride, si alza e mi porge la mano, gliela stringo.
-William Weasley, ma tutti mi chiamano Bill.-
Gli sorrido.
-E’ un piacere conoscerti.-
Tutti nella stanza ci guardano sbalorditi, come se fossi impazzito o che so io, manco fossi la Lovegood.
Ci spostiamo tutti e due nel soggiorno e mi fa accomodare in una poltrona color celeste, lui si siede su un divano di fronte a me.
-Hai sete? Vuoi da bere?-
-No grazie, sto bene così.-
-D’accordo.- Mi sorride, sembra a disagio, come se gli dispiacesse di farmi un interrogatorio dopo che mi sono beccato un pugnale nel costato da mia zia.
 Paradossalmente mi dispiace per lui, si vede che è agitato, ha le mani sudate e cerca di asciugarsele sui pantaloni.
-Ovviamente sai cosa sto per chiederti, noi tutti non capiamo, non sappiamo perché tu ti trovassi in quella situazione. Cioè hai rischiato la vita per portare Hermione in salvo e beh, sinceramente siamo tutti un po’ confusi.- Finisce la frase con una risata un po’ imbarazzata.
-Lo capisco, davvero. Ma vedi sono due anni che lavoro per Silente come spia all’interno dei Mangiamorte, non lo sapeva nessuno, nemmeno i maggiori esponenti dell’Ordine.-
Sgrana gli occhi.
-Tu conosci l’Ordine della Fenice? Aspetta ma se lavoravi per Silente perché nessuno di noi lo sapeva?-
-Silente ha stabilito così, era più sicuro sia per i membri dell’Ordine sia per la missione, doveva continuare ad essere apparentemente tutto come sempre, l’unico a conoscenza di questa missione, oltre a Silente ovviamente, era Piton.-
-Piton?-
-Già, al mio quinto anno ad Hogwarts  andai da Silente per comunicargli le mie intenzioni, sapevo che mio padre l’anno dopo voleva fare in modo che Voldemort mi desse il Marchio Nero e mi affidasse una missione, così capii che era arrivato il momento di agire. Avendo solo 15 anni, non ero molto utile come spia, ma il Manor era il centro di ritrovo di tutti i Mangiamorte e dato che mi era permesso partecipare alla maggior parte delle riunioni, in qualche modo riuscivo a tenere Silente sempre informato. Quindi era in grado di monitorare costantemente le decisioni e gli spostamenti dei Mangiamorte e prevenire un loro qualsiasi attacco.
Anche Piton era una spia e, affiancandomi a lui, Silente pensava che sarei stato un po’ più al sicuro.
Al sesto anno mio padre programmò la cerimonia per il Marchio Nero. Silente cercò di convincermi a lasciar perdere la missione, mi disse che ricevere un tale Marchio mi avrebbe turbato per sempre e che non ne valeva la pena. Ma non me ne sarei stato con le mani in mano mentre gli altri rischiavano la vita per una battaglia che era anche mia. Così presi il Marchio e come primo incarico mi si ordinò di uccidere Silente.
 Arrivato a questo punto dovevo trovare una soluzione, una via di fuga. Andai immediatamente da Silente, mi disse di non preoccuparmi, che c’avrebbero pensato lui e Piton.
Quindi tutti e tre escogitammo un modo per far entrare i Mangiamorte all’interno del castello, geniale ma semplice allo stesso tempo: l’Armadio Svanitore.-
-L’Armadio che?-
-Svanitore. E’ molto utile, in realtà sono due: uno nella Stanza delle Necessità di Hogwarts, l’altro da Magie Sinistre a Notturn Alley. Serve per smaterializzarsi da un posto all’altro senza usare la magia.-
Lo vedo sovrappensiero.
-Quindi è così che sono entrati tutti i Mangiamorte ad Hogwarts.-
Parla più a se stesso che a me, ma mi fa segno di continuare.
-Okay, allora, Silente mi disse che sarebbe stato Piton ad ucciderlo, io dovevo solo fingere di non riuscirci, non voleva che avessi sulla coscienza un tale peso.
Ero scioccato, non poteva davvero voler questo. Senza di lui, senza la sua guida tutti noi eravamo perduti, era l’unico mago di cui Voldemort avesse paura.  Mi disse che c’erano cose che non potevo ancora capire e che ogni mia protesta o tentativo di dissuaderlo da una tale follia era vano.
Capii che era una battaglia persa, quindi decisi di attenermi al suo piano.
Arrivò il giorno tanto temuto, ero terrorizzato ma sapevo che era l’unica cosa giusta da fare, anche se sarei stato agli occhi di tutti un mostro.
Feci tutto come stabilito: lasciai aperto l’Armadio Svanitore per i Mangiamorte che avrebbero dovuto sostenermi nell’impresa, tra i quali Bellatrix.
Salii sulla Torre di Astronomia dove trovai Silente, come d’accordo. Una volta di fronte a lui volevo dirgli, prima che morisse, quanto gli fossi riconoscente e quanto lo stimassi per avermi accolto e aiutato quando nessuno, nemmeno i miei familiari, l’aveva fatto. Ma lui mi fece segno di stare zitto, c’era qualcun’altro sulla Torra oltre a noi.-
-E chi era?-
Sembra particolarmente rapito dal mio racconto e io sono stupito dal fatto che creda alle mia parole. Scuoto la testa lievemente e prendo un sorso dalla tazza di tè che ha poggiato sul tavolino davanti a me.
-Non lo so, davvero.-
Sorride e annuisce.
-Continua-
-Allora beh feci l’unica cosa da fare: recitai la mia parte in modo che sembrasse che volevo ucciderlo. Temporeggiai finchè non mi raggiunsero anche gli altri Mangiamorte.
Bellatrix cominciò ad incitarmi, a dirmi di ucciderlo, ma non lo feci. Finalmente vidi spuntare Piton dalla scala della Torre, guardò Silente negli occhi, si scambiarono poche e semplici parole, poi lo uccise.-
Mi fermo un attimo, il ricordo di quel racconto scorre nella mia mente ripetutamente, facendomi sentire un verme.
-Draco, non è colpa tua. E’ Silente, e se ha voluto così una ragione c’era, non lasciare che questo ti turbi.-
Lo guardo e gli sono riconoscente, nessuno mi aveva mai trattato così bene, eccetto Silente.
-Lo so Bill e grazie, davvero.-
Annuisce.
-Ce la fai a continuare?-
-Si si certo, scusa. Dopo che Piton ebbe ucciso Silente ce ne andammo tutti dalla scuola, ma ad un certo punto, più o meno in prossimità della Foresta Proibita, mia zia mi prese da parte e mi trascinò lontano dal resto dei Mangiamorte, Piton era rimasto indietro e nessuno badò a noi.
Cominciò ad indagare, mi chiese perché non l’avevo ucciso io, le dissi che avevo avuto un attimo di debolezza, che non sarebbe più successo.
Sembrò crederci all’inizio, ma poi mi prese alla sprovvista.
Invase la mia mente come un uragano. Tutti gli insegnamenti, tutte le cose apprese sull’Occlumanzia non sarebbero mai bastate contro una tale invasione. Fu così che scoprì che ero una spia, cercai di tenerle all’oscuro più cose possibile, ma oramai era troppo tardi.
Sinceramente non so quanti mesi o settimane siano passate da quel giorno, era un continuo torturarmi all’interno del Manor, era da un po’ che non vedevo la luce del sole.-
Mi sorride dispiaciuto.
-Immagino, e ti ammiro per quello che hai fatto.-
-Ho fatto quello che avrebbe fatto un qualsiasi membro dell’Ordine.-
-Giusto.-
-Ora dovrei dire una cosa agli altri, specialmente a Potter.-
-Certo, andiamo.-
Raggiungiamo il resto del gruppo in cucina, stanno chiacchierando normalmente. Questa volta però non mi guardano come se fossi una bomba ad orologeria. Mi guardano come guarderebbero uno di loro, e questo mi fa sentire parte di qualcosa.
Hanno origliato alla grande.
Bill mi lascia la sua sedia, mi siedo e mi rivolgo direttamente a Potter.
-Potter immagino tu stia cercando gli Horcrux.-
Non sembra particolarmente sorpreso dalla mia affermazione, hanno origliato davvero bene.
-Te l’ha detto Silente o l’hai scoperto da solo?-
-Da solo, ma so che Silente vi ha affidato il compito di trovarli e distruggerli, io non voglio mettermi in mezzo, ma forse so dove trovarli.-
Scambia dei cenni di assenso con Hermione e lo scemo, poi si volta verso di me.
-Vuoi aiutarci?-
   
 
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