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Autore: BabyLolita    12/03/2016    3 recensioni
Vorrei dirti quello che penso di te, ma non posso farlo. Vorrei poter esprimere liberamente i miei sentimenti, ma la nostra attuale situazione mi impedisce di confessarti tutto. Vorrei gridare al mondo quanto ti trovo stupenda, ma se lo facessi rovinerei tutto quanto.
La nostra relazione si basa su un accordo che non posso infrangere, perché se ti confessassi ciò che provo davvero, perderei tutto quello che sono riuscito ad ottenere. Perché tu hai bisogno di me, ed io ti amo più di chiunque altro al mondo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathaniel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Celeste mi osserva. Nella sua testa c’è un’idea chiara, eppure io non riesco ad accettarla.
Ti sta chiedendo di fare l’amore con lei, perché non accetti?
Perché per lei sarebbe solo sesso. Sono pronto a spingermi fino a questo punto?

Mi sfrego le tempie cercando di arrivare ad una soluzione logica.
Vuoi davvero che per lei sia solo e semplice sesso? Pensi di essere in grado di trasformarlo in amore? Lei non ti ama, pensi che riuscirà a farlo prima o poi? Inizio ad innervosirmi. E se poi cambiasse idea? Avresti perso la tua unica occasione.
   «Io… non so che fare.»
Le rispondo ma, in realtà, non lo sto facendo. Lei si avvicina a me e mi guarda.
   «Cos’è che ti frena?»
   «Io…» non posso dirle che è il fatto stesso di amarla a frenarmi così tanto.
   «C’è forse qualcuno di cui sei innamorato? Qualcuno alla quale hai riservato la tua prima volta?»
Il sangue mi si ghiaccia nelle vene.
Come è giunta ad una conclusione simile?
   «N-no… io…» come faccio a spiegarle il mio problema senza rivelarle tutto quanto?
   «Facciamo così, non sei costretto a rispondere a questa domanda. Prova ad immaginare che io sia la persona di cui sei innamorato, pensi che questo possa essere un modo per sbloccarti? Immagina che io sia lei e fa l’amore con me, puoi prenderlo come una specie di pratica per quando dovrai farlo davvero con la persona che ami.»
Fa l’amore con me. Fa l’amore con me. Fa l’amore con me.
Questa sua frase inizia a risuonare incessantemente nella mia testa.
Sarà davvero amore?
Certo che sì. Lo ha detto lei. “Fa l’amore con me”.

Celeste si avvicina e mi sussurra all’orecchio:
  «Svelto, non c’è più molto tempo, gli altri potrebbero tornare da un momento all’altro.»
Si allontana ed io la guardo.
Farai davvero l’amore con me?
   «Dimostriamo a tua sorella quanto ha fatto bene a darti questa scatola.»
Lei sorride.
Stai sorridendo davvero? Ti va davvero bene che sia io?
Deglutisco a forza e abbasso lo sguardo.
Non posso farlo.
Si che puoi.
No, non posso permetterle di buttare via la sua prima volta.
Idiota, lo sta per fare con qualcuno che la ama, non sarebbe buttata via.
Ma lei non ama me, sta sprecando qualcosa di importante.
   «Nath.» Celeste mi afferra le mani, ed io mi perdo nei suoi occhi. «Guardami. Guardami bene. Io ora sono lei, e sono anche la tua ragazza. Tu mi ami, io ti amo. Cosa stiamo aspettando?»
Perché mi fai questo?
“Io ti amo”. La guardo.
   «Tu… mi…»
   «Io ti amo.»
Game over.
La tiro a me e la bacio. Lei è sorpresa, tanto da lasciar cadere a terra la scatola di preservativi che prima teneva saldamente in mano. Mi abbraccia. La mia pelle brucia nei punti in cui lei mi tocca, e so che non è per via delle scottature che sento quel calore. Infilo le mie mani sotto la sua maglietta. Non so bene come muovermi, ma non mi importa.
“Io ti amo”
Le sfilo la maglietta e scopro piacevolmente che sotto indossa solo il reggiseno. La stringo a me e continuo a baciarla. Le sue unghie graffiano la mia schiena, le nostre pelli sono per la prima volta così a contatto tra loro.
Com’è calda…
la sollevo di peso e lei avvinghia le sue gambe alla mia vita. Faccio qualche passo raggiungendo il letto e mi ci corico sopra, appoggiandola dolcemente sotto di me. Le sue mani passano nei miei capelli, scompigliandoli, ed il mio corpo è cosparso dai brividi. Mi allontano dalle sue labbra e la guardo. Il suo respiro è corto e le sue guance leggermente arrossate. Con la mano le accarezzo la vita nuda e lei chiude gli occhi e si agita. Avvicino le mie labbra al suo orecchio:
   «Fremi per me.» le sussurro dolcemente.
Con la mano passo dietro e le accarezzo la schiena e lei la inarca. Sento la sua pelle cospargersi di brividi mentre raggiungo il gancio del reggiseno e glielo sgancio. In quel momento, sento che prende fiato, come se si fosse spaventata.
   «Non aver paura.» è troppo tardi per fermarsi adesso.
Lei sospira, ed io le sfilo il reggiseno. Lei si copre immediatamente ed io la bacio. Il bacio ci travolge e lei pare la prima a sembrarne rapita. Toglie le mani dal suo petto e mi abbraccia nuovamente. Sento il suo seno nudo poggiare su di me.
Potrei morire adesso ed essere la persona più felice del mondo.
La tiro verso di me facendole sollevare il bacino ed intanto le sfilo gli shorts. Lei si irrigidisce.
Dov’è finita tutta la tua spavalderia?
È troppo tardi per fermarsi adesso.
I suoi occhi si aprono ed incrociano i miei. Le nostre labbra si separano. Respiriamo all’unisono. Siamo tesi, allarmati, però non posso più tirarmi indietro.
Non ho bisogno di immaginare di stare per fare l’amore con la persona che amo, perché è te che amo.
Sorrido, ma non le do il tempo di farmi domande. La bacio ancora, mentre con la mano esploro per la prima volta il suo seno nudo. Lei si contorce, e la sento gemere sotto di me. La sua stretta si fa più forte.
Forse non me la cavo poi così male.
I suoi baci diventano più intensi, sembrano chiedermi di non fermarmi. Le mie mani viaggiano su tutto il suo corpo quasi completamente nudo.
Non posso resistere più di così.
Passo la mano sotto gli slip e glieli sfilo. Lei si immobilizza. Sento che ha paura. La stringo forte.
Non voglio farti del male.
Lei si scioglie un po’, ma sento che sta tremando. Le nostre labbra si separano.
   «Fidati di me.»
Lei fa cenno di sì con la testa. Mi rendo conto di avere una responsabilità enorme, che però non so come affrontare. Per la prima volta la esploro nella sua intimità. Lei si muove, si agita sotto di me. Ha gli occhi chiusi, ed io osservo ogni sua espressione.
Ho bisogno di capire cosa ti piace e cosa no.
Celeste si agita, prima con il corpo, poi comincia a gemere ad ogni mio tocco. Sorrido. Mi avvicino a lei e le soffio vicino all’orecchio. Lei geme. Poi mi abbasso, la bacio sul collo ed ancora una volta il suo corpo si cosparge di brividi. Scendo lentamente, baciandola ovunque, venerandola come mia dea. Le bacio il petto, e quando raggiungo il seno lei si inarca ancora di più riprendendo ad ansimare sempre più forte.
   «Nath…»
   «Sono qui.»
Mi avvicino alle sue labbra e la bacio ancora. In quel momento mi spingo oltre, decidendo di esplorarla più profondamente. Non appena entro dentro di lei con le dita lei si irrigidisce e mi stringe a sé come non aveva mai fatto prima. Non mi fermo, vado avanti, esplorandola fino a quando raggiungo il mio limite massimo. Mi allontano dalle sue labbra e lei mi osserva, confusa, estasiata, non capisco bene cosa stia provando. Afferro la scatola dei preservativi e ne prendo uno. Tolgo l’asciugamano e me lo infilo e poi torno a guardarla. Lei è nuda, sotto di me, il viso rosso ed il corpo sudato. Lei si rannicchia su sé stessa.
   «N-non guardarmi!» Io sorrido ed afferro le sue braccia annullando le sue difese.
   «Sei troppo bella per non essere guardata.»
Lei è sorpresa. Io la bacio e mi insinuo fra le sue gambe. Siamo agitati, ma ho troppa voglia di lei per fermarmi adesso. Sta per succedere. Le farà male. Mi sento un verme al solo pensiero di farle provare dolore. Ma questo diventerà il nostro momento speciale e, amore o non amore, non mi dimenticherà mai. Mi allontano da lei e la guardo un’ultima volta prima di farla mia.
 
Basta poco, e sono dentro di lei. È stretto, so che le sta facendo male. Lei sta per urlare ed io le sigillo le labbra con un bacio.
Lascia andare dentro di me tutto il tuo dolore.
Inizio a muovermi e lei mi stringe, forte, mi fa male, ma so che è lei quella che sta soffrendo di più in questo momento. Piano piano le cose cambiano, la sua presa si fa meno intensa e capisco che il dolore sta passando. Mi allontano da lei e la guardo. Ha gli occhi lucidi ed alcune lacrime le sono scese dagli occhi.
   «Resisti piccola.» le dico. Lei fa cenno di sì e, mentre chiude gli occhi, vedo altre lacrime scendere. «Passerà subito, te lo prometto.»
La stringo a me, e lei fa altrettanto. Aumento il ritmo e lei affonda nel mio petto, come a tentare di soffocare il dolore. Mi sento in colpa per la sofferenza che sta provando, ma non posso fermarmi adesso. Il sangue mi ribolle nelle vene. Devo andare avanti, devo farle vedere il lato buono. Devo darle piacere. Rallento un po’ e lei si rilassa. Riprendo fiato e lei fa altrettanto. Ci guardiamo, è questione di un attimo e, per la prima volta, sembriamo capirci davvero. Ricomincio ad aumentare il ritmo e lei butta la testa all’indietro. Le sue unghie graffiano le mie braccia e capisco che il dolore è quasi svanito del tutto. Aumento ancora, ho bisogno di farlo. Lei ansima e geme ad ogni mio movimento e capisco che stiamo andando nella direzione giusta, insieme.
   «N-nath…» ti prego, dì ancora il mio nome…
   «Sono qui con te piccola, sono qui con te...»
Entrambi abbiamo il fiato corto, è più faticoso di quanto pensassi. Sento le sue gambe stringersi intorno alla mia vita ed i suoi occhi spalancarsi improvvisamente.
   «Nath! Oh mio dio…Nath!»
Capisco. È il momento, non posso fermarmi ora. Aumento ancora il ritmo, e sento che anche in me qualcosa inizia a smuoversi. Celeste si contorce per un’ultima volta sotto di me e lascia andare un gemito liberatorio ed è questa sua reazione a portare anche me all’estasi, subito dopo di lei.
Stanchi ed esausti ci lasciamo cadere sul letto, uno di fianco all’altro, e ci abbracciamo. Dovrei dire qualcosa? E se sì cosa?
   «È stato difficile?»
È lei a rompere il ghiaccio.
   «Cosa?»
   «Cercare di visualizzare la persona che ami al mio posto.»
Non rispondo. Non posso rispondere a questa sua domanda. Lei si avvicina ancora di più a me appoggiandosi al mio petto.
   «Va bene così. Non rispondere.»
La stringo forte a me.
Ti prego, cerca di capire…
   «Però ho bisogno di sapere cos’hai provato. Sai, per il libro.»
   «Mmmh… è stato fantastico, non avrei mai pensato che fare l’amore con la persona che ami potesse essere così bello. All’inizio mi sentivo una merda, stavi soffrendo per causa mia e volevo far smettere al più presto quel dolore per farti sentire solo il piacere. Quando ti sei ripresa e ho capito che non sentivi più male mi sono detto “bene, è la mia occasione, posso farle provare del piacere adesso”. Ho desiderato ardentemente la tua felicità, perché io prego che tu sia sempre felice e sorridente, con questo pensiero sono andato avanti. Ho pensato che amare qualcuno e condividere insieme quegli istanti è qualcosa di davvero magico, unico ed irripetibile. Insomma, vorrei rivivere quel momento più e più volte.»
   «Capisco.»
Restiamo in silenzio qualche minuto poi affondo la testa nei suoi capelli assaporandone il profumo.
Ti amo così tanto.
 
Decidiamo di vestirci subito dopo. Il tempo scarseggia ed è meglio ricomporci prima del ritorno degli altri. Sotto consiglio di Celeste, apro la finestra in camera e scendo nella hall. Meglio aspettare gli altri in un posto che non mi faccia pensare continuamente a quello che è appena successo. Decido di andare al bar a prendermi un caffè. Mentre lo sorseggio i miei compagni invadono la hall. Finisco la bevanda e mi avvicino al professor Faraize, che è contento nel vedere che sto bene. Lo ringrazio per avermi dato la possibilità di restare in camera per ristabilirmi e poi lo saluto. Osservo la gente lasciare la hall per raggiungere la propria camera. Guardo l’ora, è quasi il momento di mangiar cena. Mi dirigo al piano di sotto ed aspetto che le pietanze vengano servite. Quando è tutto pronto, sono il primo ad entrare nel ristorante. Mi dirigo al buffet e prendo un piatto di verdure grigliate con una bistecca ben cotta. Per la prima volta ho la possibilità di scegliere dove sedermi, e mi dirigo al tavolo per due in prossimità delle finestre, dove il tramonto è ben visibile. Inizio a mangiare quando sento qualcuno affiancarmi. Mi basta il suo profumo per riconoscerla.
   «Vuoi sederti con me?»
Lei mi guarda, sapeva che glielo avrei chiesto. La guardo sedersi, e mi accorgo che fa fatica, ma cerca di nascondere la cosa. La guardo, e le contraccambia il mio sguardo. “Sta zitto” ecco quello che mi trasmette. Nascondo un sorriso e riprendo a guardare fuori dalla finestra. Passiamo tutta la serata in silenzio. Non abbiamo bisogno di parole. Mentre lei finisce il suo pasto la guardo di nascosto. Ha ancora i capelli umidi e la sua pelle è leggermente arrossata, indossa una maglietta bianca che lascia intravedere il reggiseno che porta sotto.
Tu sei andato oltre quello strato.
Arrossisco e passo oltre. Osservo le sue mani, e noto con piacere che indossa ancora l’anello che le ho regalato. Non appena finisce di mangiare avvicino la mia mano alla sua e gliela prendo, iniziando a giocare con il gioiello che le ho regalato.
   «Che fai?» mi chiede poi.
   «Nulla. Mi andava di prenderti la mano.»
Il suo sguardo mi studia, poi si allontana e mi lascia continuare.
   «Ti va di dormire con me stanotte?» le domando a bruciapelo.
Lei mi fissa sorpresa. Poi distoglie lo sguardo, ci pensa, e stringe la mia mano.
   «Ok.»
Torniamo in camera subito dopo, badando bene di non farci vedere dai professori. Celeste entra prima di me e chiude la finestra ancora aperta. In camera fa freddo, ma il solo pensiero di ciò che è successo nel pomeriggio ci scalda entrambi. Il letto è ancora disfatto, proprio come lo avevamo lasciato. La vedo arrossire e poi scuotere la testa, come a mandare via quel ricordo. Mi metto a rifare il letto e lei controlla ogni mia mossa.
   «Non ho niente da mettermi per dormire.»
Sorrido.
Come se a questo punto avessi qualcosa da nascondere.
   «Tieni.» le dico sfilandomi la maglietta che indosso e lanciandogliela. «Puoi usare questa.»
   «Oh grazie, che cliché scontato.»
Mi dice prima di sparire in bagno. Io ridacchio, questo suo nuovo modo di comportarsi è molto divertente.
Che si stia davvero smuovendo qualcosa dentro di lei?
Non appena sento l’acqua della doccia mi irrigidisco. In un attimo, immagino il suo corpo nudo a poca distanza da me, e ricordo esattamente tutto ciò che ho fatto a quel corpo. Sento l’eccitazione salire immediatamente. Mi metto i pantaloni del pigiama e mi infilo sotto le coperte.
Ci manca solo che veda che sono di nuovo eccitato.
Quando Celeste esce dal bagno mi guarda con aria sorpresa.
   «Vuoi già andare a dormire?»
   «No, pensavo di guardare un po’ di televisione. Ti unisci?»
   «Mmmh…»
Si avvicina e si infila sotto le coperte con me. Le cingo le spalle con il braccio e lei mi fissa.
   «Ti stai prendendo troppe confidenze.»
   «Non ti sembra un po’ stupido da dire arrivati a questo punto?»
La osservo alzando un sopracciglio.
   «Ti ricordo che stavi immaginando di fare l’amore con la ragazza che ami, non con me.»
Aia, questo fa male. Perché ancora non capisci?
   «E allora? Non posso continuare a fingere che tu sia lei?» se vuoi giocare a questo gioco, giochiamo. «Come hai visto, riesco ad essere più spontaneo in questo modo.» lei ci pensa un po’ su, e poi accetta la mia proposta. «Bene, quindi da ora in poi posso pensare che tu sia lei
   «Ti ho già detto di sì! Se in questo modo riuscirai a farmi ottenere più informazioni immagina pure al mio posto chi ti viene più comodo!»
Il suo tono è scocciato, ma comincio ad adorare quando reagisce così. La prendo e la tiro e me iniziando a baciarla.
È il nostro compromesso, no?
La faccio finire sotto di me, mentre intanto esploro tutto il suo corpo ancora una volta. Mi allontano dalle sue labbra per un solo istante, giusto per confermare cosa sto per fare.
   «Posso fare l’amore con te?»
   «… non mi sembra che sia una cosa da chiedere.»
   «Hai ragione. Sto per fare l’amore con te. Di nuovo.»
Riprendiamo a fare l’amore e andiamo avanti per tutta la notte e, per la prima volta, ringrazio Ambra di esistere e di essere cosi dannatamente stronza.
 
Quando mi sveglio è più presto del previsto. Controllo l’ora, sono le cinque del mattino. Io e Celeste abbiamo fatto l’amore fino a qualche ora prima e mi sento ancora intorpidito. La guardo dormire e dolcemente le accarezzo la testa.
   «Sei sveglia?» lei non risponde. Ormai questa è diventata una delle mie domande preferite perché so che, mentre dorme, posso essere completamente sincero con lei. «Io ti amo Celeste, ti ho sempre amata, da prima che tutto questo iniziasse. Sei così bella, ogni volta che ti vedo mi chiedo se mai ti accorgerai di me, se mai in giorno sarò in grado di farti battere il cuore come tu fai battere il mio.» lei non si muove. Il suo respiro è calmo, quieto. Io mi sento più libero e leggero. Confessarle queste cose mi libera, sebbene sono consapevole che lei non senta nulla di tutto quello che le dico. Appoggio dolcemente le mie labbra sulle sue. È un bacio veloce, fugace, nascosto. Non voglio svegliarla. «Ti amo così tanto…» le sussurro un’ultima volta prima di addormentarmi di nuovo.
 
Quando mi sveglio per la seconda volta, lo faccio perché e lei a darmi il bacio del buongiorno. Resto immobile con gli occhi chiusi, fingendo di stare ancora dormendo. Sono curioso di vedere cosa farà. Le sue labbra si allontanano dalle mie. Sento che mi sta fissando. Con le mani mi accarezza il viso, poi mi sfiora i capelli. La sento spostare le coperte per scoprirmi. Sebbene sia totalmente nudo, non mi sento in imbarazzo. So che mi sta guardando, sento la pelle bruciare. La sua mano scende accarezzandomi le braccia, poi passa sul petto fino a raggiungere la pancia. Gioca con i miei addominali.
Meno male che vado in palestra!
Ci disegna dei cerchi sopra. Poi la sua mano si solleva, riprendendo a toccarmi dal ginocchio ed iniziando a salire.
Dove vuoi arrivare?
Cerco di restare impassibile, ma comincia a diventare difficile. Il suo tocco si fa più leggero, rallenta, fino a raggiungere il mio membro, già sveglio da un po’. Lo accarezza gentilmente, poi inizia a prenderci confidenza ed il suo tocco diventa più pesante.
Se continui non sarò più in grado di fermarmi.
Lo prende in mano, le sue mani sono calde, molto calde. Inizia a giocarci ed io emetto un sospiro.
Non posso fingere ancora a lungo.
Lei si ferma, allarmata dalla mia reazione, ma poi riprende. Si avvicina a me e mi bacia ancora. Ho le labbra dischiuse e lei ne approfitta. Mi accarezza gentilmente con la sua lingua ed intanto la sua mano diventa sempre più forte, sempre più decisa. Il mio corpo inizia a fremere e sento che le sue labbra, poggiate sulle mie, si inarcano formando un sorriso. Quando si allontana da me sto ansimando, anche se cerco di non esagerare, il mio corpo ormai non mi risponde quasi più. Lei ridacchia, divertita, e si avvicina al mio orecchio.
   «Nathaniel…»
Adesso basta.
Apro gli occhi e la prendo facendola finire sotto di me. Lei mi guarda, non è sorpresa. Mi abbraccia e ci baciamo. È un bacio intenso, il più intenso che le abbia mai dato. Le parti si invertono ed io esploro il suo corpo con le mani. Lei freme mentre l’accarezzo e sono estremamente felice di trovarla già pronta a ricevermi quando esploro la sua intimità.
Non sarei riuscito ad aspettare più a lungo.
Infilo il preservativo e la faccio mia, ancora una volta, come se non ne avessimo mai abbastanza.
 
Quando usciamo dalla mia stanza siamo in ritardo per l’appuntamento mattutino nella hall. Scendiamo velocemente le scale e, quando arriviamo, sembra che non siamo gli unici a mancare. Tiriamo un sospiro di sollievo. Pensiamo che nessuno si sia accorto di noi, peccato di aver tralasciato una piccola persona.
 
Una volta radunati tutti gli studenti partiamo per l’ultima visita prima del rientro. La mattinata passa in fretta, prevalentemente per il fatto che la mia mente è altrove, lontano da quel posto. Molto, molto lontano. È l’ora del ritorno e le nostre classi vengono separate. Mi dispiaccio un po’ quando, salendo sul pullman, vedo che Celeste ha deciso di seguire le regole e restare sul suo autobus. Sbuffo annoiato.
Beh, viste tutte le cose che sono successe tra noi, la perdonerò per aver deciso di non fare il viaggio di ritorno con me.
Durante tutto il tragitto ho dormito, infondo la notte precedente non ho riposato molto. Quando mi risveglio siamo davanti a scuola, è tardi, ed il cielo comincia a farsi scuro. Scendo dall’autobus e faccio l’ultimo appello. Quando è tutto in regola recupero le mie valige e mi preparo per tornare a casa. Cerco Celeste con lo sguardo, ma di lei non c’è già più traccia. Lascio perdere e cerco mia sorella. Ci incamminiamo verso casa e, non appena rientriamo, ho una piccola vendetta da prendermi. Recupero la scatola di preservativi dalla mia valigia, tirando fuori i pochi rimasti svuotandola del tutto. Poi vado in camera sua. La porta è chiusa, sento che è al telefono.
Starà civettando insieme ad una delle sue amichette.
Apro la porta e lei mi fissa in cagnesco.
   «Lee, aspetta un attimo in linea.» allontana il cellulare dall’orecchio e ci appoggia la mano sopra. «Che vuoi?»
   «Niente, solo ringraziarti.» dico gettandole la scatola vuota ai piedi. «Per una volta, sei stata utile.» concludo chiudendomi la porta alle spalle.
Resto qualche minuto immobile, in attesa della sua reazione. Dopo qualche istate di silenzio, la sento urlare isterica al telefono:
   «Lee non ci crederai mai! Quel fesso di mio fratello alla gita si è sbattuto qualcuno! Non ci posso credere!! Io ho passato cinque giorni a cercare di ottenere qualcosa da Castiel e non ci sono riuscita, e lui è andato a letto con qualcuno?! NO! NON VOGLIO CREDERCI! CHI DIAVOLO SI È SCOPATO?!»
Quanto puoi essere poco femminile? In questo modo, non piacerai mai a nessuno. Cresci.
Mentre torno in camera mia un ghigno si dipinge sulla mia faccia.
Ben ti sta, oca egocentrica.
Passo tutto il weekend a studiare. Vorrei uscire con Celeste, ma ancora non ho il suo numero.
Dannazione Nath, devi trovare un modo per chiederglielo senza farla infuriare. Non sarà mica così difficile?!
Il lunedì mattina arriva, ed io sono particolarmente felice di rientrare a scuola.
Voglio vederti.
Passo la prima ora in sala delegati, poi rientro in classe. All’intervallo esco per primo dall’aula, è la prima volta che mi comporto così. Ancora non vedo Celeste. Decido di andare alla macchinetta a prenderle un cappuccino, so che le piacciono. Mentre infilo le monetine ricordo del nostro primo vero dialogo, avvenuto proprio qui. Sorrido inebetito pensando a quello che siamo diventati ora.
Beh no, aspetta, non hai proprio un vero “rapporto” con lei.
Scaccio i pensieri dalla mente. Prima o poi riuscirò ad andare oltre. Afferro il cappuccino ed inizio a girare per la scuola ma non riesco a trovarla. Comincio ad innervosirmi.
Dove sei?
Poi mi viene in mente. Il terrazzo. Salgo le scale e, quando sto per aprire la porta e varcarla, la sua voce mi blocca.
   «Allora? Che vuoi?»
Con chi sta parlando? Non è da sola? Che sia con… Castiel?!
Sto per sfondare la porta quando, dall’altra parte, è una voce femminile a risponderle.
   «Io… vorrei chiederti delle cose… sul tuo rapporto con Nathaniel.»
Melody?!
   «Avanti. Chiedi.»
La sua voce è fredda, distaccata. Sembra quella di sempre.
   «Ho notato che durante la gita eravate spesso insieme. L’ultimo giorno vi ho addirittura visti arrivare in ritardo nella hall. Perché? Eravate insieme?»
   «No, ci siamo incrociati per caso.»
Perché stai mentendo?
   «In che rapporti siete?»
   «Perché vuoi saperlo?»
   «Perché…io…»
   «Sei innamorata di lui?»
   «…»
   «Lui lo sa?»
   «Si… mi ha respinta al primo anno e da allora non ho più fatto nulla. Pensavo che non fosse un buon momento, ero convinta che gli interessasse solo il suo lavoro di delegato. Allora ho aspettato il momento giusto, il momento in cui avrebbe guardato oltre i moduli che ha sempre da compilare. Solo che, ora che ha guardato oltre, vedo che è sempre con te. Per questo vorrei capire che genere di rapporto avete.»
E adesso? Cosa le risponderai?
Celeste resta in silenzio. So che sta pensando, ma non so a cosa.
   «Non stiamo assieme, se è questo quello che vuoi sapere.» aia, fa male. «Abbiamo un rapporto complicato, ma non è il mio ragazzo, non ha un vincolo con me, quindi se te lo vuoi prendere fa pure.»
Perché fai così?
   «Ma lui sembra… ecco… innamorato di te.»
   «No, non lo è. Gli sto a cuore per motivi che non sto a spiegarti, ma non è quel genere di sentimento che lo lega a me.»
Sei davvero così cieca? Pensi davvero che se provassi solo una forte amicizia avrei fatto l’amore con te più e più volte?
   «Quindi io… posso provarci con lui?»
   «Si certo, fa pure. Lui non è un oggetto di mia proprietà. Sei libera di prendertelo se è questo quello che vuoi. C’è altro?»
Non mi interessa sapere il seguito. Mi allontano e butto il cappuccino nell’immondizia.
Vaffanculo Celeste.
Sono triste, abbattuto, arrabbiato, furioso. Proprio non riesco ad accettare che lei abbia detto quelle cose.
Valgo davvero così poco per te?! Riesci a buttarmi via come se niente fosse?! Va bene! Farò altrettanto!
Torno in sala delegati sbattendo la porta alle mie spalle.
Fanculo pure alle lezioni.
Al secondo intervallo recupero le mie cose e torno a casa. La scuola mi sta stretta, girare nello stesso edificio dove c’è anche Celeste mi sta stretto. Entro in camera mia, furioso, e mi metto a studiare.
Devo tenere impegnata la mente.
 
Il giorno dopo torno a scuola.
Lo sai qual è il mio nuovo obbiettivo Celeste? Evitarti come la peste.
Varco i cancelli d’entrata e la vedo li, seduta sotto un albero, a fissare il cielo. Mi innervosisco.
Quando la cerco non la trovo mai, e quando non voglio vederla mi appare continuamente.
I nostri sguardi si incrociano, io lo distolgo immediatamente. Aumento il passo e, quando sto per salire i gradini dell’entrata, una voce mi chiama:
   «Nathaniel! Aspettami!»
Mi volto, Melody sta correndo verso di me. Celeste la guarda, poi guarda me. Non ricambio quello sguardo. Melody mi raggiunge. Io le sorrido.
   «Buongiorno Nathaniel.»
   «Buongiorno Melody, ti vedo di ottimo umore questa mattina!»
   «Si, lo sono infatti!»
Melody mi prende a braccetto. Sono sorpreso da questo suo gesto ma ne approfitto. Appoggio la mia mano sulla sua, lei arrossisce.
   «Vieni, andiamo in classe assieme.»
Lei sorride, sembra davvero felice di questo mio gesto.
Tu non sei mai stata così felice delle mie attenzioni.
Entriamo a scuola. Non mi volto nemmeno per guardare “la mia ragazza”. Durante l’intera settimana evito Celeste. I primi giorni lei resta impassibile, poi comincia ad evitarmi a sua volta.
È davvero finita così?
Sono esausto, questa montagna russa emozionale mi sta davvero risucchiando via la vita. Mi sono stufato di giocare con Melody nell’esatto momento in cui ho visto che Celeste non ci faceva caso.
Quindi è davvero così. Di me alla fine non ti importa niente, ti servivo davvero solo per il tuo stupido libro.
Quando ho scaricato Melody per la seconda volta mi sono sentito una merda. L’ho prima illusa e poi gettata via. Mi sento uno schifoso egoista, eppure sentivo di aver bisogno di comportarmi così. È venerdì pomeriggio, la scuola è deserta, ed io non parlo con Celeste dalla settimana scorsa, quando siamo rientrati dalla gita.
Mi manca cazzo… mi manca!
Mi morsico la lingua. Devo andare avanti. Infondo lei non prova per me quello che io provo per lei. Tutto quello che c’è stato… per lei è stata solo una serie di avvenimenti “a scopo informativo”. Mi sento stupido ad aver creduto di poterla fare innamorare di me. Mi sento stupido per averci creduto così tanto. Tiro un sospiro.
Devo dimenticarmi di lei al più presto.
Mi gratto la testa esasperato.
Come posso dimenticarla dopo tutto quello che è successo?!
I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che bussa alla porta. Controllo l’ora, sono le 15 passate, non dovrebbe esserci più nessuno a scuola eccetto il sottoscritto e la dirigente. Mi alzo dalla sedia.
   «Prego.»
La sua chioma viola ondeggia rapida mentre entra in sala delegati e richiude la porta alle sue spalle.
Oh grande. Davvero perfetto. Come faccio a dimenticarmi di una persona se ogni volta che ci provo me la ritrovo davanti agli occhi?!
   «Che vuoi? Ti serve qualcosa?»
Mi avvicino al muro appoggiandomici.
Celeste mi fissa, so che è arrabbiata.
Bene, stiamo per discutere per l’ennesima volta.
La fisso a mia volta. Sta indossando lo stesso vestito che ha messo al nostro primo appuntamento. So che l’ha fatto apposta.
   «Si può sapere cosa ti prende?»
   «Niente, mi sono stufato del tuo giochino, pensavo fossi sufficientemente intelligente da arrivarci.»
   «Cos’è, la morettina ti ha fatto innamorare? Non credo proprio, visto che l’ho vista correre via alcuni giorni fa con i lacrimoni agli occhi.»
   «Non sono affari che ti riguardano.»
   «Certo che no, quello che le succede non mi importa, ma visto che tu stai sprecando del tempo dietro a lei invece che con me, mi riguarda eccome.»
   «Oh-oh ma sentitela. E dove sta scritto che io devo passare le mie giornate a stare dietro a te? Non sono il tuo cane sai? E nemmeno il tuo ragazzo. Non c’è nessun vincolo che ci lega.» sottolineo con particolare enfasi queste parole.
Celeste mi osserva, i nostri sguardi non si lasciano nemmeno per un istante.
   «Tu… eri li, non è vero?»
   «Si, c’ero.»
   «Ma allora vedi che mi segui?!»
   «No ti sbagli! È stata una coincidenza! Ti avevo preso un cappuccino, volevo portartelo e ti stavo cercando! Solo che prima di aprire la porta del terrazzo ho sentito che stavi discutendo con qualcuno e allora non ho voluto interromperti!»
   «Ma sei rimasto ad ascoltare! Queste “coincidenze” accadono troppo spesso! Prima con Castiel, poi con Melody… non ci credo che finisci sempre nei posti sbagliati nei momenti sbagliati!»
   «E invece è così! Che ti piaccia o no! Smettiamola di discutere. Le parole che hai usato quel giorno sono state fin troppo chiare. Non ho più voglia di far parte di tutto questo! Vai a fare certe cose con Armin!»
   «Armin non va bene! Te l’ho già detto!»
   «E chissene frega! Trova qualcun altro no?! Tanto uno vale l’altro!»
Restiamo in silenzio. Siamo tutti e due furiosi lei si avvicina, io resto impassibile. Sta per colpirmi. Si ferma improvvisamente e mi fissa.
   «TU.MI.FAI.SALTARE.I.NERVI.» sibila furiosa.
   «Io?! Ma se non ho fatto niente!»
   «È per questo che sono arrabbiata! Perché non hai fatto niente! È passata una settimana dall’ultima volta che ci siamo parlati! Non hai più provato ad avvicinarmi anzi! Sei sparito, hai iniziato ad evitarmi. Hai idea di quanto questo tuo comportamento mi abbia snervata?!»
La mia mancanza l’ha fatta arrabbiare?
   «Sei stata tu a dire che…»
   «Quelle parole erano per Melody, tu non avresti dovuto sentirle!»
   «Anche se non le avessi sentite, non cambia il fatto che quelle parole riflettono ciò che pensi davvero!»
   «Non è questo il punto! Ahhh basta! Sono stufa! Stufa mancia di sentire la tua dannata voce!»
Fa un passo in più e me la ritrovo addosso e, prima ancora che io possa reagire, mi sta già baciando. Rimango sorpreso, ma subito l’allontano.
   «Che stai facendo?!»
   «Stai zitto! Zitto, zitto, zitto! STA ZITTO! Non hai fatto altro che parlare, e parlare, e poi ancora parlare! Smettila di parlare e passa ai fatti! Sono stufa marcia di sentire la tua voce! Ci sono altre cose di te che vorrei sentire!»
La guardo, sconvolto, ma lei non mi dà il tempo di pensare che mi bacia ancora, mi stringe a sé, impedendomi di allontanarla. Quando ci separiamo entrambi stiamo tremando dalla rabbia.
   «Celeste, io…»
   «Basta… smettila di parlare ho detto. Baciami e basta, così che io possa smettere di pensare.»
I suoi occhi, questa volta, sono tristi.
No, non puoi cedere proprio adesso.
Troppo tardi, la sto già baciando.
Ahhh, non potrò mai vincere contro di lei.
Le nostre lingue giocano, la stringo forte.
Quanto.mi.sei.mancata.
I nostri baci sono intensi, assetati gli uni degli altri. Le sue mani scivolano sul mio corpo, passano sotto alla mia maglia ed iniziano a svestirmi.
   «Che stai facendo?!»
   «Sta zitto. Fammi tua. Adesso. Non c’è tempo. Sbrigati…»
Se ci trovassero ora, di certo, ci sospenderebbero entrambi. Fare sesso nella scuola è severamente vietato. Ma, infondo, che mi importa. Lei è di nuovo fra le mie braccia.
Va bene così, continuerò a stare al tuo gioco…ancora per un po’.
 
Quando usciamo dalla scuola siamo entrambi stanchi. Non abbiamo più parlato, non abbiamo chiarito la nostra situazione, e nessuno dei due sembra intenzionato a farlo.
Che cosa siamo adesso?  
Usciamo da scuola, ma mia mano è intrecciata alla sua.
Indossi ancora l’anello che ti ho regalato.
   «C’è un posto in cui vorrei andare, ti va di accompagnarmici?»
La sua richiesta mi sorprende. Annuisco e la seguo. Camminiamo per un po’ fino a raggiungere l’acquario. La guardo stupito.
Non pensavo le piacessero certi posti.
Prendiamo i biglietti ed entriamo. Mentre facciamo la visita guidata le nostre mani si stringono. Sono forti, intrecciate e non hanno nessuna voglia di separarsi.
Vorrei dirti quanto ti amo, anche se adesso penseresti che farebbe solo parte di tutta questa messinscena.
Al termine della visita Celeste mi chiede di aspettarla per un secondo. La guardo allontanarsi ed io mi siedo su una panchina poco distante.  Davanti a me c’è la vasca dei delfini. Li osservo nuotare gioiosi nell’acqua.
Io sono come voi, intrappolato in un posto da cui non potrò mai uscire.
Sospiro, abbattuto. Celeste mi raggiunge e si siede accanto a me. Afferra la mia mano e l’avvicina a lei, poi estrae un sacchetto dalla tasca, lo scarta e ne tira fuori un braccialetto. È un semplice braccialetto bianco con un ciondolo a forma di delfino. Me lo infila al polso e me lo lega. Poi mi fissa.
   «Perché?» è la prima cosa che, spontaneamente, le chiedo.
   «Per lo stesso motivo per il quale tu mi hai regalato questo.»
Mi dice poi indicando l’anello.
   «È un modo per chiedermi scusa?»
Lei distoglie lo sguardo e si mette a guardare i delfini. So che è il suo modo di dirmi di sì. Le cingo le spalle con il braccio, tirandola verso di me.
   «Perdonata.» le rispondo poi, baciandole la fronte.
Lei si appoggia a me, e restiamo immobili per qualche secondo. La sua mano si appoggia sulla mia e le sue dita si intrecciano con le mie.
Magari potessimo restare così per sempre.
Quando usciamo ormai è calata la notte. L’accompagno fino alla fermata della navetta.
   «Tieni, anche questo è per te.» mi dice porgendomi un biglietto ripiegato.
   «Cos’è?»
   «Il mio numero di cellulare. Mi pareva fossi particolarmente interessato ad averlo.»
Così dicendo mi saluta e sale sulla navetta appena arrivata. Memorizzo il suo numero e le mando un messaggio. “Grazie”. Lei visualizza, ma non risponde. Fa niente, so che è fatta così. L’indomani mi reco a scuola prima del previsto, ho alcune commissioni da fare prima dell’inizio delle lezioni. Mando un messaggio a Celeste, chiedendole se ha voglia di fare colazione con me. Lei accetta, ed io mi sento stupido per via della felicità che provo. Ci incontriamo in un bar a pochi isolati da scuola. Facciamo colazione assieme e, quando usciamo, lei mi afferra la manica della giacca. Io la guardo, e lei mi scruta. Alza un sopracciglio. “Non dimentichi qualcosa?”. Sorrido, mi avvicino a lei e le sfioro le labbra con un bacio.
   «Buongiorno.»
Lei guarda altrove, prende la mia mano ed iniziamo ad incamminarci. Poco prima di raggiungere lo svincolo per arrivare a scuola incrociamo Melody. Non è una coincidenza, sembra ci stia aspettando di sua spontanea volontà. Mando un’occhiata a Celeste, ma lei non lascia la mia mano. Melody si avvicina, sembra triste.
   «Mi hai mentito.» dice rivolgendosi a Celeste.
   «No, non l’ho fatto.»
   «Mi avevi detto che non stavate assieme.»
   «Infatti non stiamo assieme.»
   «E allora… perché voi…»
   «Perché abbiamo un rapporto complicato. Te l’ho detto.»
   «Mi avevi detto che ero libera di prendermelo.»
   «Si, l’ho detto, e lo ribadisco. Ma non ho detto che ci saresti riuscita, o che te lo avrei lasciato fare.»
Ma cosa…
   «Eppure tu… non ti sei opposta.»
   «Non ne avevo bisogno. Sapevo che non sarebbe successo nulla tra di voi.»
   «Come puoi essere così sicura che lui non se ne andrà mai da te?!»
La voce di Melody è straziante.
   «Perché io ho bisogno di lui e lui, non so come o perché, sembra aver bisogno di me.»
   «Ma io sono innamorata di lui! Tu non provi quel genere di sentimento!»
   «Quello che provo io non sono affari tuoi, esattamente come non mi interessa minimamente quello che provi tu. Stiamo parlando di cosa prova Nathaniel e, tra le due, mi sembra ovvio a chi lui sia più legato.»
   «Sei una stronza!»
   «Si, lo sono. E sono anche molto possessiva.» Celeste stringe la mia mano. Io mi volto verso di lei e lei si avvicina, alzandosi in punta di piedi e baciandomi davanti a Melody. Quando ci allontaniamo sono sorpreso. Celeste si rivolge un’ultima volta a Melody. «Lui è roba mia. Puoi provare a prendertelo se proprio ci tieni, ma nessun tuo tentativo andrà mai in porto. Se non ti respingerà lui, sarò io ad incenerirti.»
Melody corre via piangendo. Io resto in silenzio, non so come reagire.
È una specie di dichiarazione la tua?
Osservo la mia ragazza.
Che lei provi quello che provo io?
   «Allora? Come ti è sembrata?»
   «Che?»
   «La mia scenata di gelosia! Ti è parsa credibile?»
Ah… allora era solo una finta.
   «Si, ci avevo quasi creduto io stesso.»
   «Ottimo!»
La sua mano lascia la mia e la guardo estrarre il taccuino dalla borsa ed iniziare a scrivere.
   «È un taccuino nuovo?»
   «Si, l’altro l’ho finito mentre descrivevo le cose successe in gita.»
Arrossisco.
Quella sì che è stata una gita con i controfiocchi.
Non appena Celeste ripone il taccuino nella tracolla riprendiamo a camminare. Questa volta, le nostre mani nemmeno si sfiorano.
Questi suoi continui cambi comportamentali mi confondono sempre di più.
Entriamo nelle nostre aule. Noto che Melody non è in classe. Mi sento in colpa, ma alla fine è meglio così. All’intervallo vado in sala delegati, ho voglia di stare un po’ da solo. Non appena entro sento che qualcuno mi ha seguito. Mi volto di scatto, ma lei mi sta già baciando.
Ehi, un momento…queste non sono le sue labbra.
Quando mi accorgo che è Melody a baciarmi mi separo immediatamente da lei.
   «Che diavolo stai facendo?!»
   «Ti dimostro che io posso darti molto più di quello che ti da lei!»
Oh, non credo proprio.
   «Ma sei impazzita?! Non ti è bastato quello che ti ha detto Celeste stamattina?!»
   «Certo che no! È stata lei a parlare! Io voglio sentirlo dire da te! Voglio che siano le tue parole a ferirmi! Sei innamorato di lei?»
Il silenzio piomba intorno a noi.
Devo dirle la verità? Questo placherà la sua ira?
Mi guardo intorno, confuso. Non so cosa dirle. Lei si avvicina, io mi allontano.
   «Si, sono innamorato di lei.» ecco, l’ho detto.
   «Da quanto tempo va avanti?»
   «Da… un po’.»
   «Smettila di essere così vago! Ho bisogno di sapere!»
   «Da prima ancora che tra noi si instaurasse il rapporto che abbiamo ora. E ora che lo sai? Cambierà qualcosa?»
   «Lei cosa prova per te?»
   «È… complicato.»
   «Davvero? Eppure stamattina mi è sembrato decisamente chiaro quello che lei prova per te.»
Come le dico che la sua era solo una finta scenata?
   «In ogni caso, quello che succede tra di noi, o quello che noi proviamo, non sono cose che ti riguardano.»
   «Certo che lo sono! Perché ti ostini a stare con una persona della quale non conosci neppure i sentimenti quando io potrei darti tutto l’amore di questo mondo?!»
   «Perché io è lei che amo! È lei che mi fa battere il cuore, lei che riesce a togliermi il fiato! Non mi importa quello che in realtà lei pensi di me, se in questo modo mi permette di starle accanto io farò in modo di mantenere la mia posizione!»
Melody mi guarda, confusa, sconvolta.
   «Tu… l’ami così tanto?»
Perché devo parlare di queste cose proprio con lei?
Distolgo lo sguardo.
Quand’è che ho iniziato ad amarla così profondamente?
Annuisco, è inutile mentirle. Celeste irrompe nella stanza. Io sbianco immediatamente.
Merda, quanto di tutto quello che ho detto ha sentito?
Lei ci osserva, poi si avvicina a me. Si volta verso di Melody:
   «Hai visto? È questo che intendevo. Tu non riuscirai mai a portarmelo via.»
Melody ci fissa, orami rassegnata, ed esce dall’aula. Celeste mi guarda, ed io mi giro immediatamente.
   «Pensi sia stata convincente come scenata?» le chiedo poi, tentando di spacciare la mia verità come un copione preimpostato.
   «Si, decisamente convincente, soprattutto quanto hai detto di amarmi da molto prima che instaurassimo il nostro attuale rapporto, sei stato geniale.»
Ah…quindi in pratica ha sentito tutto.
   «Bene, sono contento.»  no che non lo sei.
Celeste mi accarezza il viso ed io mi volto nella sua direzione. Le sue dita accarezzano le mie labbra.
   «Hai ancora il suo sapore qui, non è vero?» ci ha visto baciarci? «Permettimi di cancellarlo.»
Le sue labbra si avvicinano alle mie e lei mi bacia, gentilmente. È un semplice bacio a stampo, eppure riesce a farmi fremere.
Ecco le labbra della donna che amo.
   «Come mai sei qui?» le chiedo poi.
   «Ti cercavo ma, quando ho visto che stavi discutendo con Melody, ho pensato che fosse corretto che lei venisse respinta direttamente da te.»
   «Sapevi che l’avrei respinta?»
   «Certo che lo sapevo. La tua ragazza sono io, e tu non sei tipo da tenere il piede in due scarpe. Ti saluto.»
La guardo allontanarsi e scomparire in corridoio.
La tua ragazza, il suo ragazzo. Stiamo insieme, non stiamo insieme. Capirò mai quando sta mettendo in scena il suo copione e quando invece è seria?
Mi siedo sulla sedia.
No, non lo capirò mai.





Commento dell'autrice: Ciao a tutti =D Questo capitolo è parecchio lungo, in realtà è così perché ho unito due capitoli in uno. Dato che il primo non sembrava abbastanza lungo l'ho unito a quello successivo e, beh, ne è uscito questo papiro xD Sono comunque soddisfatta di averlo fatto =D Ho pubblicato prima il capitolo perché una lettrice ha recensito il capitolo precedente e mi sono sentita spronata a pubblicare subito il nuovo, anche se avevo intenzione di aspettare ancora una settimana. Detto questo spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento =D
Alla prossima!! =D
   
 
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